10.07.2015 Views

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII/XIV ...

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII/XIV ...

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII/XIV ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

si aprirà e tutte le stelle si scioglieranno, l’Aquila sidissolverà e lo scudo esploderà lasciando gli scudatiliberi di sfrecciare nell’infinito.Francesco Tiberi — Tolentino (Mc)EPIFANIAEpifania: …fig. lett., Manifestazione, apparizione;(Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana)Giornata festiva, silenziosa.Pomeriggio di gennaio grigio tenue, perfettamenteintonato al pallore gelido del cielo carico di umidità.Una vecchia coperta di lana sulle spalle. Le dita dellamano sinistra ne avvolgono ritmicamente le frange,inappagate.Il naso ed i bronchi saturi di muco, desiderosi diaprirsi a più ampi respiri.Anche stanotte poco sonno per me. In camera facevacosì dannatamente freddo che, nonostante la cuffia dilana calzata fino agli occhi e la montagna di copertetirate fin sulla bocca, il mio naso si è quasi staccato,tanto era gelato. All’alba, il termometro sul comodinosegnava 9,8°C.Questa casa piccola e vecchia non è stata concepitaper affrontare l’austero inverno. Chi l’ha costruita neaveva immaginato un destino lieve, di estati spensieratee calure salmastre. Ora che viene abitata anched’inverno, forse sentendo violata la propria intimanatura, essa si rivolta contro di me non trattenendoalcun calore e lasciandosi penetrare da qualsiasi soffiod’aria gelata l’avvolga.Un po’ puttana, casa mia.Niente di più triste che vedere abbandonato un luogoche si ricorda brulicante di euforica vitalità. Per me chesono un uomo di entroterra, è tristemente stranoabitare al mare in questa stagione.Ora spettrale ed oscuro, il quartiere in cui vivo daquasi un anno ha la capacità di indossare il vestito dellafesta i primi di maggio e scrollarsi di dosso le facce dagaleotto e gli stralunati cronici che ne popolano le viedurante la brutta stagione. Forse le squadre di operaicomunali che lo mettono a soqquadro prima dell’arrivodei vacanzieri conoscono un segreto per seppellire sottoagli zerbini delle case sulla spiaggia la vita minuta cheper lunghi mesi si è nascosta nei suoi angoli bui.Un tempo borghesemente residenziale, da qualcheanno il quartiere è popolato dalle genti più disparate.Donne immigrate, occhi fieri che spingono passegginiperennemente pieni, muratori dalle fronti basse comegli occhi costantemente puntati sull’asfalto che partonoall’alba a bordo di furgoni scassati e loro, le silenziose eriservate puttane, le cui finestre sempre illuminateoffrono compagnia e conforto alle solitarie notti deipochi residenti locali, spesso tristi professionisti single.Le mie vicine di casa.Starsene fermi su questa sedia rossa di vimini a farcorrere le dita sulla tastiera del portatile non è perniente facile.Il freddo penetra nella carne fin dentro alle ossa.Lama affatto sottile che affonda nella mia fronterisvegliando un mal di testa sordo, profondo,irrisolvibile.Lo sguardo attraversa i doppi vetri delle finestrefissandosi sui rami immobili degli alberi spoglifrequentati da merli sbiaditi, il collo rinsaccato tra alispiumate, pochissima voglia di volare lontano.Claudia dorme ancora, non voglio svegliarla.Prima che si abbandonasse al sonno ci siamoabbracciati forte, cercando ristoro e calore nella sommadei nostri respiri. Così piccola e morbida tra le miebraccia. E maledettamente stanca.Il lavoro la sta distruggendo, dolce fiamma cheriscalda la mia vita.Sono le due passate ormai, eppure resta avvolta inun bozzolo di coperte. Sul cuscino i capelli sparsi ed ilritmato respiro del riposo privo di brutti sogni. Invidioprofondamente la sua capacità di gettarsi tutto allespalle dandosi in pasto al sonno, sorridente.Io no, non ci riesco. Più forte di me.La notte, quando ci stendiamo nel buio umido dellacamera da letto e lei cade quasi subito addormentata,io vago per molti minuti in cerca di ispirazioni chealimentino le mie ossessioni. Generalmente, dalprincipio combatto con i miei disturbi di stomaco primache il silenzio mi avvolga mentre faccio conoscenza connuovi autori assaporandone lo stile e bramandodisperatamente di carpirne i segreti.Da dove proviene il maledetto talento che trasuda daogni loro pagina? Riuscirò a violare la misteriosaalchimia che fa di uno scribacchino come me, un veroscrittore?Il tempo che mi separa dalla veglia è breve, cinque osei ore al massimo.Al primo rumore del mattino qualcosa nel mio cervelloinizia a pulsare, premendo sulle tempie senza lasciarmipace e rivendicando le proprie ragioni. Ossessione chesi manifesta sotto forma di immagini che noncomprendo, ma che misteriosamente riconosco.Pensieri che si espandono rapidissimi, indistinti,obbligandomi a fissarli immediatamente sulla carta deltaccuino che non mi abbandona nemmeno quandovado a letto, rischiarato dalla luce fioca della piccolalampada azzurra del comodino di bambù.Sento la mancanza del tempo. Disperatamente.Ne ho sprecato tanto in vita mia, da non poterne piùperderne neanche per riposare.Scrivere. Ansia bella che pervade la mente.Autoanalisi da quattro soldi cui non so rinunciare.Mi consente di guardare il mondo dall’alto dellacattedrale che ho edificato attingendo al monte dei mieierrori perduti, inesauribile cava.Il mio desiderio, vivere di scrittura. Così da scrollarmi didosso la polvere che la vita deposita sulle mie spalleogni giorno, generosa.Scrivere è impegno costante, fatica. Ahi, quantoaspra fatica. Soltanto chi ha pratica di tastiera eschermo bianco può capire.La genesi di un racconto, nebulosa che si addensa,coagulo di esperienze. Dapprima intuizione vaga,impalpabile, a volte una storia si fa inseguire persettimane senza lasciarsi afferrare. Eppure si trova lì,<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010 13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!