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1 Brevi Appunti sulla Teoria dei Gruppi di Lie 2 ... - Gruppo IV

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corrispondente alla separazione del tensore T ab nelle sue parti simmetriche ed antisimmetriche,T ab = S ab + A ab . Questo è tutto (si noti che non si possono prendere traccie per formare scalarisu questi tensori perchè δ ab non è un tensore invariante per SU(N): per rendersene conto bastatrasformare sotto SU(N) il tensore δ ab come dettato dalla struttura <strong>dei</strong> suoi in<strong>di</strong>ci e vedere che nonrimane invariante). Consideriamo oraN ⊗ ¯N = 1 ⊕ (N 2 − 1) (20)che corrisponde alla separazione del tensore T a b nella sua parte <strong>di</strong> traccia (lo scalare) e nella suaparte senza traccia. Questo è possibile perchè sappiamo che la contrazione <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce alto con unin<strong>di</strong>ce basso produce uno scalare. In formule questa separazione si scriveT a b = 1 N δa bT + ˆT a b (21)dove T ≡ T a a e ˆT a b ≡ T a b − 1 N δa bT. Si noti che il tensore δ a b è un tensore invariante (losi provi usando le trasformazioni <strong>di</strong> SU(N); si noti che questo tensore corrisponde alla metricadello spazio vettoriale complesso C N ). La rappresentazione N 2 − 1 è la cosidetta rappresentazioneaggiunta. Altri tensori invarianti <strong>di</strong> SU(N) sono i tensori completamente antisimmetrici con Nin<strong>di</strong>ci, ǫ a1 a 2 ...a Ned ǫ a 1a 2 ...a N.Esplicitiamo il caso <strong>di</strong> SU(3). Abbiamo3 ⊗ ¯3 = 1 ⊕ 8 (22)relazione che trova applicazioni nel modello statico a quark <strong>dei</strong> mesoni quando si considerano i tretipi quark up, down e strange. Inoltre3 ⊗ 3 = 6 + ¯3 (23)La possibile ambiguità <strong>di</strong> capire se il tensore A ab , che ha tre componenti, corrisponda alla 3 o alla¯3 è risolto in favore <strong>di</strong> quest’ultima opzione considerando che A ab ∼ A ab ǫ abc ∼ V c (occorre ricordareche ǫ abc è un tensore invariante per SU(3)). Con un pò più <strong>di</strong> sforzo si può anche dedurre cheche trova applicazioni nel modello statico a quark <strong>dei</strong> barioni.Esplicitiamo anche il caso <strong>di</strong> SU(2). Abbiamo3 ⊗ 3 ⊗ 3 = 1 ⊕ 8 ⊕ 8 ⊕ 10 (24)2 ⊗ 2 = 1 ⊕ 3 , 2 ⊗ ¯2 = 1 ⊕ 3 (25)che sono consistenti col fatto che la 2 è equivalente alla ¯2 (in notazioni 2 ∼ ¯2), evidente dallarelazione v a ∼ v a ǫ ab ∼ v b .2.5 Rappresentazioni <strong>di</strong> U(1)Consideriamo anche il caso delle rappresentazioni del gruppo U(1), che riveste una notevole importanzain fisica. Tutte le sue rappresentazioni unitarie sono uno-<strong>di</strong>mensionali (complesse) e sonoidentificate da un numero intero positivo o negativo detto “carica”. La rappresentazione definenterappresenta un elemento del gruppo U(1) con la fase e iα che “ruota” naturalmente un vettorecomplesso uni<strong>di</strong>mensionaleg∈U(1)v −→ v ′ = e iα v (26)5


Quin<strong>di</strong> lo spazio vettoriale della rappresentazione definente è uni<strong>di</strong>mensionale e complesso, e lematrici della rappresentaziono sono matrici complesse 1 × 1 (cioè numeri complessi).Oggetti che si trasformano come prodotti tensorialicon q numero intero sono le rappresentazioni <strong>di</strong> carica qv (q) ∼ vv } {{ · · ·v}= v q (27)q voltev (q)g∈U(1)−→ v ′ (q) = eiqα v (q) (28)Evidentemente q può essere anche negativo. Il prodotto tensoriale <strong>di</strong> una rappresentazione <strong>di</strong> caricaq 1 con una <strong>di</strong> carica q 2 genera la rappresentazione <strong>di</strong> carica q 1 + q 2 . Il gruppo <strong>di</strong> simmetria U(1)è usato in fisica quando ci sono numeri quantici ad<strong>di</strong>tivi quantizzati. Siccome tutte le sue rappresentazionisono uno-<strong>di</strong>mensionali, per <strong>di</strong>stinguere la varie rappresentazioni inequivalenti occorrein<strong>di</strong>care la carica q della rappresentazione piuttosto che la sua <strong>di</strong>mensione.3 Trasformazioni infinitesime ed algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong>Un gruppo <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> è per definizione un gruppo <strong>di</strong> trasformazioni che <strong>di</strong>pendono in modo continuo daalcuni parametri. Stu<strong>di</strong>ando le trasformazioni infinitesime generate dal gruppo, cioè trasformazioniche <strong>di</strong>fferiscono <strong>di</strong> poco dall’identità, si ottiene la cosidetta algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> del gruppo, un’algebrache riassume le informazioni essenziali del gruppo. In generale un elemento g(α) <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><strong>Lie</strong> G (o più propriamente della parte del gruppo connessa all’identità) si può parametrizzare nelseguente modog(α) = e iαaT a ∈ G a = 1, ..,<strong>di</strong>m G (29)dove i parametri α a sono numeri reali che parametrizzano i vari elementi del gruppo e sono sceltiin modo tale che per α a = 0 si ha l’identità g = 1, mentre gli operatori T a sono i generatori delgruppo. Pensando il gruppo nella rappresentazione definente come gruppo <strong>di</strong> matrici n ×n, anche igeneratori risultano essere matrici n×n. Essi generano transformazioni infinitesime quando α a ≪ 1(basta sviluppare in serie <strong>di</strong> Taylor la funzione esponenziale e tenere i termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne più basso)g = 1 + iα a T a + ... (30)Stu<strong>di</strong>ando la relazione che cattura le proprietà <strong>di</strong> composizione del gruppo con trasformazioniinfinitesime (che in generale sono non commutative) si ottiene l’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> del gruppo G[T a , T b ] = if ab cT c (31)Le costanti f ab c sono chiamate costanti <strong>di</strong> struttura del gruppo e caratterizzano quasi completamenteil gruppo (gruppi <strong>di</strong>versi ma con la stessa algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> <strong>di</strong>fferiscono per la loro <strong>di</strong>versatopologia, ma localmente sono simili). Per familiarizzare con queste definizioni è utile passare inrassegna i gruppi più semplici e familiari, quali U(1), SO(3) ed SU(2).3.1 Algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> del gruppo U(1)Consideriamo il gruppo U(1) = {e iα | α ∈ R}, il gruppo delle fasi definito tramite la sua rappresentazionedefinente. Per trasformazioni infinitesimee iα = 1 + iα + ... (32)6


ed il generatore infinitesimo è dato da T = 1 (che possiamo pensare come matrice 1 × 1) il qualeproduce l’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> abeliana del gruppo U(1)[T, T] = 0 (33)Nella rappresentazione <strong>di</strong> carica q, dove l’elemento e iα è rappresentato da e iqα , si vede che ilgeneratore infinitesimo è rappresentato da T = q e sod<strong>di</strong>sfa alla stessa algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> (33). Possiamoquin<strong>di</strong> pensare all’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> [T, T] = 0 come all’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> astratta corrispondente al gruppoU(1), che viene poi rappresentata da matrici <strong>di</strong>verse nelle <strong>di</strong>verse rappresentazioni. Siccome lerappresentazioni irriducibili del gruppo U(1) sono tutte uno-<strong>di</strong>mensionali tutte queste matrici sonomatrici 1 × 1 e quin<strong>di</strong> <strong>dei</strong> numeri. Nella rappresentazione <strong>di</strong> carica q il generatore <strong>di</strong> U(1) èrappresentato da T = q. Tipicamente si usa anche la notazione Q o anche J al posto <strong>di</strong> T per ilgeneratore del gruppo U(1).3.2 Algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> del gruppo SO(3)Consideriamo ora il familiare gruppo delle rotazioni nello spazio tri<strong>di</strong>mensionale, il gruppo SO(3)delle matrici R reali ortogonali 3 × 3 con determinante uguale ad 1. Queste matrici generano letrasformazioni <strong>di</strong> un vettore tri<strong>di</strong>mensionaleo in notazione tensoriale⃗x −→ ⃗x ′ = R⃗x (34)x i −→ x ′ i = Ri j x j i, j = 1, 2, 3 (35)Questa è la rappresentazione definente (o vettoriale) e gli in<strong>di</strong>ci in alto ed in basso sono dellastessa natura (poichè la metrica euclidea è la δ ij ) per cui in questo caso si potrebbero anche porretutti gli in<strong>di</strong>ci in alto. Consideriamo ora le rotazioni attorno ai tre assi cartesiani con coor<strong>di</strong>nate(x, y, z) = (x 1 , x 2 , x 3 )R z (θ z ) =⎛⎜⎝⎛R x (θ x ) = ⎜⎝R y (θ y ) =⎛⎜⎝cos(θ z ) sin(θ z ) 0− sin(θ z ) cos(θ z ) 00 0 11 0 00 cos(θ x ) sin(θ x )0 − sin(θ x ) cos(θ x )cos(θ y ) 0 − sin(θ y )0 1 0sin(θ y ) 0 cos(θ y )⎞⎟⎠⎞⎟⎠⎞⎟⎠θz≪1 −→θ x≪1−→θy≪1−→1 + θ z⎛⎜⎝1 + θ x⎛⎜⎝1 + θ y⎛⎜⎝cosicchè i generatori T i delle trasformazioni infinitesime sono dati da⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛0 0 00 0 iT 1 ⎜ ⎟= ⎝ 0 0 −i ⎠ T 2 ⎜ ⎟= ⎝ 0 0 0 ⎠ T 3 ⎜= ⎝0 i 0−i 0 070 1 0−1 0 00 0 0⎞⎟⎠+ · · · (36)} {{ }iT 30 0 00 0 10 −1 0⎞⎟⎠+ · · · (37)} {{ }iT 1 ⎞0 0 −1⎟0 0 0 ⎠1 0 0+ · · · (38)} {{ }iT 20 −i 0i 0 00 0 0⎞⎟⎠ (39)


appresentazione definente (la “quadri-vettoriale”) ed in notazione esplicita sono date da(M αβ ) µ ν = −i(η αµ δ β ν − η βµ δ α ν ) (55)Ad esempio possiamo esplicitarne alcune⎛M 12 = ⎜⎝0 0 0 00 0 −i 00 i 0 00 0 0 0⎞⎛⎟⎠ , M01 = ⎜⎝0 i 0 0i 0 0 00 0 0 00 0 0 0⎞⎟⎠(56)Ve<strong>di</strong>amo che M 12 genera rotazioni infinitesime lungo l’asse z, mentre la M 01 genera un boost lungol’asse x. Sebbene possa sembrare laborioso, è facile calcolare l’ algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong>[M µν , M αβ ] = −iη να M µβ + iη µα M νβ + iη νβ M µα − iη µβ M να (57)Tutto questo è valido anche per il gruppo SO(n, m) se si identifica η µν con la metrica corrispondente:in particolare per SO(3) si ha η µν → δ ij e ridefinendo J i = 1 2 ǫijk M ij si riottiene la (41).Tornando al caso esplicito <strong>di</strong> SO(3, 1) si può riscrivere l’algebra in una forma molto utile checi permette subito <strong>di</strong> riconoscere quali siano le sue rappresentazioni finito-<strong>di</strong>mensionali. Separandogli in<strong>di</strong>ci in parte temporale e spaziale µ = (0, i), e definendo la seguente base per i generatori delgruppo <strong>di</strong> Lorentzsi ha che l’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> (57) si riscrive nella formaJ i = 1 2 ǫijk M jk , K i = M i0 (58)[J i , J j ] = iǫ ijk J k [J i , K j ] = iǫ ijk K k [K i , K j ] = −iǫ ijk J k (59)dove i generatori J i generano il sottogruppo delle rotazioni spaziali SO(3). Infine, definendo lecombinazioni lineari complessel’algebra si riscrive comeN i = 1 2 (Ji − iK i ) ¯Ni = 1 2 (Ji + iK i ) (60)[N i , N j ] = iǫ ijk N k [ ¯N i , ¯N j ] = iǫ ijk ¯Kk[N i , ¯N j ] = 0 (61)che mostra come l’algebra <strong>di</strong> SO(3, 1) si riduca a quella <strong>di</strong> SU(2) × SU(2), a meno <strong>di</strong> relazioni<strong>di</strong> hermiticità <strong>di</strong>verse (necessarie perchè SO(3, 1) non è compatto, mentre SU(2) lo è). Questarelazione ci <strong>di</strong>ce che SO(3, 1) si riduce essenzialmente a due copie in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> SU(2), per cuiutilizzando le note rappresentazioni finito <strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong> quest’ultimo gruppo, si riconoscono subitole rappresentazioni finito <strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong> SO(3, 1): queste sono classificate da due numeri interi oseminteri (j 1 , j 2 ) corrispondenti alla rappresentazioni <strong>dei</strong> due sottogruppi SU(2) generati da N ied ¯N i . Inoltre, ricordando la (60) si riconosce che il vero spin della rappresentazione è dato daj = j 1 + j 2 . Queste rappresentazioni sono finito-<strong>di</strong>mensionali, ma non sono unitarie a causa dellanecessità <strong>di</strong> prendere delle combinazioni complesse <strong>dei</strong> generatori in (60).In teoria quantistica <strong>dei</strong> campi, si usano campi con queste rappresentazioni <strong>di</strong> Lorentz perdescrive particelle con spin fissato, ad esempio(0, 0) −→ scalare φ11

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