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Genitori in cerca di aiuto. Sostegno alla pratica educativa delle ...

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<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong><strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong><strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieI QUADERNI DI PROMECO


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong><strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong><strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieI QUADERNI DI PROMECO


Gli <strong>in</strong>terventi rivolti ai genitori all’<strong>in</strong>terno del progetto “Punto <strong>di</strong> vista”sono realizzati nelle scuole dagli operatori:Na<strong>di</strong>a Bertolotti, Tanja Bettoli, Antonia Bolognesi,Alessandro Costant<strong>in</strong>i, Michele Dascanio, Alessio Orlando,Alessandro Ugatti, Alberto Urro, Ilaria Vaccari, Marta ZolaUn r<strong>in</strong>graziamento a:Enti e Istituzioni che sostengonoe promuovono le <strong>in</strong>iziative <strong>di</strong> Promeco:Regione Emilia-Romagna,Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>ciale,Comune <strong>di</strong> Ferrara,Az. USL <strong>di</strong> Ferrara,Ufficio X Ambito Territoriale per la Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> FerraraI Dirigenti scolastici, i docenti e le scuoleche collaborano attivamente ai progetti


In<strong>di</strong>ceLa prevenzione come <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> 7MODELLI TEORICI E METODOLOGICI 9La <strong>di</strong>mensione ecologica negli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> prevenzione 10Cosa <strong>in</strong>ten<strong>di</strong>amo per prevenzione 12La famiglia come fattore protettivo e agente <strong>di</strong> prevenzione 12Lo sviluppo operativo degli <strong>in</strong>terventi 13a supporto <strong>delle</strong> famiglieGli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> Promeco rivolti ai genitori 14L’articolazione degli <strong>in</strong>terventi 15Gli <strong>in</strong>contri a tema: il gruppo <strong>alla</strong>rgatoe il ciclo <strong>di</strong> conferenze 16Il ruolo del conduttore 17L’esperienza <strong>di</strong> questi anni 19I laboratori: Lavorare <strong>in</strong> piccolo gruppo 20L’esperienza <strong>di</strong> questi anni 21Le consulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali: esperienze e 22uso del counsell<strong>in</strong>gLe consulenze all’<strong>in</strong>terno del progetto 23“Punto <strong>di</strong> vista – l’operatore a scuola”L’esperienza <strong>di</strong> questi anni 23Le consulenze all’<strong>in</strong>terno del progetto 24“Essere genitori <strong>di</strong> adolescenti”L’esperienza <strong>di</strong> questi anni 26Considerazioni conclusive 27Bibliografia 29


Modelli teorici emetodologici


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieLa <strong>di</strong>mensione ecologica negli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> prevenzione<strong>di</strong> Beatrice Rovigatti*Promeco ha sviluppato negli anni <strong>in</strong>terventi volti al miglioramento <strong>delle</strong> relazioni nei contesti <strong>di</strong>riferimento dei giovani contribuendo a realizzare progetti che favoriscono l’<strong>in</strong>contro <strong>di</strong>aletticocon gli adolescenti nei luoghi <strong>di</strong> <strong>in</strong>contro <strong>in</strong>formale, nella scuola e nella famiglia.La carta <strong>di</strong> Ottawa già negli anni 80, ha def<strong>in</strong>ito la promozione della salute come il processoche consente alle persone <strong>di</strong> esercitare un maggior controllo sulla propria salute e <strong>di</strong> migliorarla,evidenziando cosi come sia necessario rendere favorevoli le con<strong>di</strong>zioni ambientali, sociali eculturali per sostenere questo obiettivo.La salute, come riportato nella carta, è <strong>in</strong>fatti mantenuta e vissuta dalle persone all’<strong>in</strong>ternodegli ambienti organizzativi della vita quoti<strong>di</strong>ana: dove si stu<strong>di</strong>a, si gioca, si lavora, e più <strong>in</strong>generale si entra <strong>in</strong> relazione con gli altri. La promozione della salute richiede qu<strong>in</strong><strong>di</strong> una presa<strong>di</strong> coscienza collettiva e un’attività coord<strong>in</strong>ata da parte <strong>di</strong> tutte le strutture e i soggetti co<strong>in</strong>volti,oltre <strong>alla</strong> necessità <strong>di</strong> offrire <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong>ffusi, sicuramente <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione, ma soprattutto <strong>di</strong>carattere educativo.L’educazione <strong>alla</strong> salute tuttavia non consiste <strong>in</strong> una semplice trasmissione <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazionifideisticamente f<strong>in</strong>alizzate a gestire o evitare <strong>di</strong>sturbi e patologie, ma si configura come unacomplessa operazione che deve tenere <strong>in</strong> considerazione l’ambito complessivo nel quale siagisce per stimolare le potenzialità del s<strong>in</strong>golo fornendo gli strumenti più idonei sia per aumentareil controllo sulla propria salute e migliorarla, sia per identificare e realizzare le proprieaspirazioni e sod<strong>di</strong>sfare i propri bisogni. È qu<strong>in</strong><strong>di</strong> necessario <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare percorsi che aiut<strong>in</strong>o asuperare le <strong>di</strong>fficoltà legate all’esposizione a comportamenti rischiosi evitando che si svilupp<strong>in</strong>oaspetti patologici o vengano <strong>in</strong>trapresi percorsi <strong>di</strong> devianza strutturati.L’idea <strong>alla</strong> base dei percorsi <strong>di</strong> supporto ai genitori e alle famiglie è <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare possibilitàconcrete per riattivare le risorse del s<strong>in</strong>golo, e <strong>di</strong> quelle che possono trovarsi nel suo contesto<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> relazioni, per abbattere o almeno ridurre i fattori <strong>di</strong> rischio.Da tempo si ritiene che la scuola, per il ruolo educativo che è chiamata a svolgere, sia il luogodeputato a realizzare i progetti <strong>di</strong> promozione <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita sani e <strong>di</strong> prevenzione <strong>di</strong> comportamentidevianti. La scuola, <strong>in</strong>oltre, è il punto <strong>di</strong> riferimento per <strong>di</strong>versi componenti della comunità:gli studenti e le loro famiglie, gli <strong>in</strong>segnanti e tutto il personale scolastico oltre ai servizisociali e sanitari chiamati a <strong>in</strong>tervenire per questioni specifiche.Cosa <strong>in</strong>ten<strong>di</strong>amo per prevenzioneCon il term<strong>in</strong>e prevenzione si def<strong>in</strong>iscono gli <strong>in</strong>terventi, messi <strong>in</strong> atto prima dell’<strong>in</strong>staurarsi <strong>di</strong><strong>di</strong>sfunzioni conclamate, questi <strong>in</strong>terventi partendo dall’analisi multifattoriale degli eventi criticitendono a sviluppare le competenze psico-sociali e relazionali degli adolescenti, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong>contrastare l’<strong>in</strong>sorgere <strong>di</strong> abitud<strong>in</strong>i o comportamenti che possono avere conseguenze negative.Secondo gli orientamenti dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità e dell’Institute of Me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>e*Beatrice Rovigatti, Educatore Professionale – Promeco, referente del progetto “Punto <strong>di</strong> vista”10


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>(Accademia Nazionale <strong>delle</strong> Scienze degli U.S.A), la prevenzione viene <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> “universale”,se riguarda la totalità della popolazione, “selettiva” quando è rivolta a <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui appartenentia sottogruppi, considerati vulnerabili, dove la possibilità <strong>di</strong> sviluppare <strong>di</strong>sturbi è significativamentepiù alta della me<strong>di</strong>a sulla base <strong>di</strong> specifici fattori <strong>di</strong> rischio biologici o sociali. Inf<strong>in</strong>e laprevenzione è detta “<strong>in</strong><strong>di</strong>cata” se rivolta a persone ritenute portatrici <strong>di</strong> chiari segni e s<strong>in</strong>tomiprodromici tali da far ritenere alto il rischio <strong>di</strong> sviluppare problemi psicologici o forme <strong>di</strong> devianza.Questa modalità pone particolare attenzione al tempo dell’<strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> funzione del momento<strong>in</strong> cui si manifesta il problema e <strong>delle</strong> caratteristiche della popolazione a cui si rivolge.I più recenti <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> prevenzione si strutturano a partire da approcci con<strong>di</strong>visi <strong>in</strong> larga misurad<strong>alla</strong> letteratura. e d<strong>alla</strong> comunità scientifica che si occupa <strong>di</strong> prevenzione e promozionedella salute <strong>in</strong> adolescenza, e non afferiscono a un unico ed esclusivo para<strong>di</strong>gma teorico.In quest’ ottica Promeco ha elaborato proposte operative che, con il passare del tempo, si sonocollocate prevalentemente tra i modelli <strong>di</strong> prevenzione selettiva e <strong>in</strong><strong>di</strong>cata, de<strong>di</strong>cando moltaattenzione <strong>alla</strong> lettura dei segnali “sent<strong>in</strong>ella” con cui gli adolescenti manifestano il proprio<strong>di</strong>sagio nei confronti del mondo degli adulti, <strong>in</strong> particolare all’<strong>in</strong>terno dei contesti scolastici efamigliari.Va evidenziato che il rischio <strong>di</strong> cui tratta la prevenzione <strong>in</strong> adolescenza, assume <strong>delle</strong> caratteristichespecifiche e complesse, poiché i comportamenti a rischio sembrano essere una caratteristicacostitutiva <strong>di</strong> questa fase evolutiva. Purtroppo questi comportamenti quando giungonoa una <strong>di</strong>mensione “border-l<strong>in</strong>e” possono mettere a repentaglio <strong>in</strong> modo <strong>di</strong>retto o <strong>in</strong><strong>di</strong>retto ilbenessere bio-psico-sociale del giovane e le sue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute nell’imme<strong>di</strong>ato o comprometterleper il futuro.Al pari <strong>delle</strong> attività salutari, i comportamenti a rischio, sono azioni dotate <strong>di</strong> senso che vengonoagite <strong>in</strong> uno specifico momento della vita e <strong>in</strong> un particolare contesto, per raggiungere scopipersonalmente e socialmente significativi ovvero per rispondere a compiti evolutivi. L’adolescenteè un persona attiva, che costruisce il proprio comportamento e il proprio sviluppo <strong>in</strong><strong>in</strong>terazione con il contesto sociale e culturale cui fa riferimento e le sue azioni sono coerenticon il raggiungimento <strong>di</strong> precisi obiettivi <strong>di</strong> crescita nel corso della transizione adolescenziale.Anche agire comportamenti rischiosi fa parte del processo <strong>di</strong> costruzione della propria identità<strong>di</strong> transizione che co<strong>in</strong>volge due aree strettamente correlate: lo sviluppo dell’identità che sicostruisce nell’<strong>in</strong>terazione attraverso la def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> nuove relazioni con gli adulti e con icoetanei, e la partecipazione sociale.Secondo la def<strong>in</strong>izione dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità, la salute si basa sulla qualitàdella vita e sul benessere globale, bio-psico-sociale della persona. Benessere e salute si riferisconoa stati oggettivi, relativi per esempio <strong>alla</strong> qualità dell’ambiente <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> lavoro, a statisoggettivi quali la percezione del proprio star bene, la sod<strong>di</strong>sfazione personale e l’autostima.Inf<strong>in</strong>e i concetti <strong>di</strong> benessere e salute si rifanno <strong>alla</strong> <strong>di</strong>mensione <strong>in</strong>tersoggettiva riguardante larelazione con gli altri e con il contesto sociale rispetto <strong>alla</strong> qualità dei legami <strong>in</strong>terpersonali,al rapporto tra <strong>in</strong><strong>di</strong>viduo e istituzioni, e al senso <strong>di</strong> appartenenza <strong>alla</strong> comunità nella quale sivive. La complementarietà e circolarità tra la prevenzione, agente sui fattori <strong>di</strong> rischio, e lapromozione del benessere operante sui fattori <strong>di</strong> protezione, si concretizza nella proattivitàdell’azione preventiva e negli obiettivi <strong>di</strong> cambiamento perseguiti da entrambe oltre che nellaforte <strong>in</strong>terconnessione tra le due tipologie <strong>di</strong> fattori su cui <strong>in</strong>tervengono.11


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieGli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> prevenzione efficaci si sviluppano qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>in</strong> due <strong>di</strong>rezioni: verso la riduzione deicomportamenti a rischio e nel contestuale potenziamento dei fattori protettivi. Per fare questoè impresc<strong>in</strong><strong>di</strong>bile operare a livello del sistema nel quale l’adolescente vive e costruisce il suosistema <strong>di</strong> relazioni cioè all’<strong>in</strong>terno della scuola, nella famiglia e nella comunità.Questo è l’approccio teorico che sottende il progetto “Punto <strong>di</strong> vista” attivo <strong>in</strong> molte scuoledella prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Ferrara. Un progetto che si colloca a vari livelli del sistema all’<strong>in</strong>terno delquale l’adolescente entra <strong>in</strong> relazione con gli altri, e che si sostanzia attraverso attività rivolte als<strong>in</strong>golo, al gruppo classe, agli <strong>in</strong>segnanti e <strong>alla</strong> famiglia. In casi specifici e secondo necessità gli<strong>in</strong>terventi possono riguardare anche il territorio esterno <strong>alla</strong> scuola o sostanziarsi con il ricorsoad altri servizi attraverso forme specifiche <strong>di</strong> collaborazione.La famiglia come fattore protettivo e agente<strong>di</strong> prevenzioneLa famiglia, <strong>in</strong>sieme ad altri soggetti educativi, svolge un ruolo determ<strong>in</strong>ante anche rispetto<strong>alla</strong> prevenzione dei comportamenti a rischio che, <strong>in</strong> adolescenza, possono essere agitiper mettere <strong>alla</strong> prova se stessi, per essere accettati <strong>in</strong> un certo gruppo, per omologarsi alletendenze culturali oppure per superare meglio specifiche <strong>di</strong>fficoltà evolutive. I genitori e l’ambientefamigliare <strong>in</strong> genere, hanno la possibilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>crementare i fattori protettivi sostenendogli <strong>in</strong>teressi e le attività dei figli, migliorando l’ascolto empatico, valorizzando con <strong>di</strong>screzionei legami <strong>in</strong>terpersonali e riducendo la contrattazione quoti<strong>di</strong>ana a poche ma chiare regole <strong>di</strong>comportamento. In tal modo f<strong>in</strong>iscono per favorire lo sviluppo <strong>delle</strong> abilità sociali allo scopo <strong>di</strong>ridurre e controbilanciare i fattori <strong>di</strong> rischio che <strong>in</strong>terferiscono con l’armonico sviluppo del figlio.Attraverso la relazione <strong>educativa</strong> la famiglia riesce ad accompagnare l’adolescente verso unasempre maggiore autonomia e responsabilità: la transizione all’età adulta, cosi come la responsabilizzazionedei giovani è un impresa evolutiva che co<strong>in</strong>volge genitori e figli” (Scab<strong>in</strong>i,Galimberti 1994).12


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>Lo sviluppo operativo degli <strong>in</strong>terventi a supporto <strong>delle</strong> famiglieÈ da queste premesse che all’<strong>in</strong>terno dei progetti <strong>di</strong> prevenzione realizzati da Promeco <strong>in</strong>questi ultimi anni è andata crescendo l’esigenza <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi specifici e strutturati rivolti aigenitori per supportarli nell’esplicazione della loro funzione <strong>educativa</strong>, con l’obiettivo <strong>di</strong> favorireil benessere degli adolescenti attraverso il co<strong>in</strong>volgimento <strong>di</strong>retto degli adulti nella relazione<strong>educativa</strong>.Il progetto “Essere genitori <strong>di</strong> adolescenti” nasce da una riflessione del gruppo operativo <strong>di</strong>Promeco che nel rapporto con le varie componenti della scuola ha avvertito la necessità <strong>di</strong>rispondere a un bisogno poco esplicitato da parte <strong>delle</strong> famiglie riguardo al rapporto con i figli,soprattutto <strong>in</strong> merito a <strong>di</strong>fficoltà scolastiche non tanto e non solo <strong>in</strong>erenti al profitto ma soprattuttoa problemi <strong>di</strong> relazione. A questo proposito si è attivato un servizio esterno all’ambitoscolastico rivolto ai genitori utilizzando la tecnica prevalente del counsell<strong>in</strong>g <strong>in</strong> una prospettiva<strong>di</strong> valorizzazione <strong>delle</strong> capacità educative dei genitori, soprattutto sul versante della gestione<strong>delle</strong> emozioni, per renderli maggiormente competenti nell’affrontare i problemi derivanti dallemodalità educative e relazionali agite verso i figli.Dest<strong>in</strong>atarie del progetto sono tutte le famiglie che <strong>in</strong>contrano <strong>di</strong>fficoltà ad affrontare i problemiche si manifestano nella gestione <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> crescita dei figli adolescenti. Trattandosi<strong>di</strong> adolescenti spesso i problemi sono collegati <strong>alla</strong> frequenza scolastica e alle <strong>di</strong>fficoltà che<strong>in</strong> quell’ambito si manifestano. Generalmente si tratta <strong>di</strong> problemi che non assumono formegravi o patologiche ma rimangono conf<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> una <strong>di</strong>mensione non <strong>di</strong>chiarata e <strong>di</strong>fficile daesplicitare tale da far sentire i genitori fortemente <strong>in</strong>adeguati a svolgere il proprio ruolo <strong>in</strong> modocompetente.La constatazione che i genitori visti a scuola <strong>di</strong> solito per problemi <strong>di</strong> profitto o <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a deifigli erano anche portatori <strong>di</strong> un sentimento <strong>di</strong> impotenza nell’affrontare i problemi ha conv<strong>in</strong>togli operatori a <strong>cerca</strong>re strumenti nuovi <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> rispondere a queste esigenze e favorire lecompetenze dei genitori, <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali e <strong>di</strong> coppia, per facilitare il ristabilirsi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensionearmonica.Lo spazio dei colloqui <strong>di</strong> counsell<strong>in</strong>g, <strong>di</strong> solito limitati a un massimo <strong>di</strong> 5 <strong>in</strong>contri, viene presentatocome ambito <strong>in</strong> cui i partecipanti vengono r<strong>in</strong>forzati rispetto <strong>alla</strong> propria capacità <strong>di</strong>affrontare i problemi e <strong>cerca</strong>re soluzioni. Gli operatori si pongono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>in</strong> veste <strong>di</strong> facilitatori<strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione e chiarificazione dei problemi comunicativi tra genitori e figlifavorendo l’emergere <strong>di</strong> soluzioni <strong>in</strong>terne <strong>alla</strong> stessa famiglia. Non vengono pertanto forniticonsigli o <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> comportamento <strong>in</strong> modo prescrittivo per non alimentare il senso <strong>di</strong><strong>in</strong>adeguatezza e frustrazione, preferendo concentrarsi sulla qualità del rapporto e sugli aspettiaffettivi: un piano emotivo e <strong>di</strong> relazione positiva che mette il genitore <strong>in</strong> una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>tranquillità capace <strong>di</strong> favorire la comprensione dei processi e la ri<strong>cerca</strong> <strong>di</strong> soluzioni adeguate.In una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> fiducia data d<strong>alla</strong> presenza <strong>di</strong> un operatore competente e dal confrontocon altri genitori portatori <strong>di</strong> problemi analoghi, viene superato il senso <strong>di</strong> isolamento emozio<strong>di</strong>Luigi Grotti**Luigi Grotti, Pedagogista, Responsabile <strong>di</strong> Promeco13


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglienale a favore del rafforzamento personale che nasce d<strong>alla</strong> percezione <strong>di</strong> essere <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>affrontare i problemi che pone normalmente un fi glio adolescente.Il percorso <strong>di</strong> sostegno educativo nasce e si sviluppa come estensione e completamento delprogetto “Punto <strong>di</strong> vista - l’operatore a scuola” e lo potenzia fornendo un supporto adeguatoalle richieste <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong> dei genitori e <strong>delle</strong> famiglie.Per promuovere questa parte specifi ca dell’attività <strong>in</strong>tegrata nelle scuole sono state fatte comunicazionispecifi che e sono stati <strong>di</strong>vulgati materiali <strong>in</strong>formativi oltre a realizzare <strong>in</strong>contri <strong>di</strong>formazione con l’obiettivo <strong>di</strong> fornire una comunicazione adeguata ed esaustiva. Alla luce deifatti e dello sviluppo dell’attività si può però affermare che il passaparola è stato il modo <strong>di</strong><strong>di</strong>vulgazione più effi cace.Il progetto ha ottenuto il riconoscimento istituzionale da parte del Comune e dell’Azienda USLed è stato <strong>in</strong>serito come priorità nei Piani <strong>di</strong> Zona fra gli <strong>in</strong>terventi a sostegno della genitorialità.Grazie al legame stretto con Punto <strong>di</strong> vista è stato possibile utilizzare la rete <strong>di</strong> relazioni con glialtri servizi del territorio <strong>in</strong> modo da poter affrontare anche casi complessi.Gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> Promeco rivolti ai genitoriLe azioni previste nell’ottica <strong>di</strong> supporto <strong>alla</strong> genitorialità si rivolgono a coppie o a s<strong>in</strong>goligenitori e a gruppi piccoli o <strong>alla</strong>rgati.Interventi <strong>di</strong> supporto <strong>alla</strong> genitorialitàIncontri a tema: : hannol’obiettivo <strong>di</strong> creareuna pre<strong>di</strong>sposizionemaggiore al confrontosulle <strong>di</strong>ffi coltà legate <strong>alla</strong>crescita.• Sono programmati:• All’<strong>in</strong>terno delprogetto“Punto <strong>di</strong> vista”• In collaborazione conil territorio su <strong>in</strong>iziativespecifi cheLaboratori: : si pongonol’obiettivo <strong>di</strong> favorire ilconfronto a piccoli gruppisu temi riguardantil’approccio educativonella relazione con ifi gli, <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>rele situazioni <strong>di</strong>ffi cilidell’adolescenza• All’<strong>in</strong>terno delprogetto“Punto <strong>di</strong> vista”• In collaborazionecon il Centro per leFamiglieConsulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali:lo spazio <strong>di</strong> consulenzamira attraverso cicli <strong>di</strong><strong>in</strong>contri ad aumentare illivello <strong>di</strong> consapevolezza<strong>delle</strong> situazioni,riconoscere e valorizzarele proprie risorsepersonali, <strong>in</strong><strong>di</strong>viduarestrategie adeguate per larisoluzione dei problemi• All’<strong>in</strong>terno delprogetto“Punto <strong>di</strong> vista”• Progetto“Essere genitori <strong>di</strong>adolescenti”14


L’articolazionedegli <strong>in</strong>terventi


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieGli <strong>in</strong>contri a tema: il gruppo <strong>alla</strong>rgato e il ciclo <strong>di</strong> conferenzeIl gruppo <strong>alla</strong>rgato è una risorsa importante nel panorama dell’offerta <strong>di</strong> attività messe a <strong>di</strong>sposizioneper condurre il progetto che riguarda il sostegno educativo ai genitori. Apparentementesi colloca al livello più basso <strong>di</strong> complessità se non altro per l’impossibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re <strong>in</strong>quella sede gli argomenti trattati non fosse altro per il numero troppo alto <strong>di</strong> partecipanti, <strong>di</strong> unsett<strong>in</strong>g <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ito e poco contenitivo e <strong>di</strong> tempo <strong>in</strong>sufficiente per dettagliare i problemi.Il gruppo <strong>alla</strong>rgato può però rappresentare un momento importante per chi partecipa e rappresentare,a seconda dei bisogni e <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni, un punto <strong>di</strong> arrivo o <strong>di</strong> partenza per i partecipanti:può essere <strong>in</strong>fatti un luogo nel quale si trovano confermate le proprie idee e il proprioapproccio all’educazione dei figli oppure rappresentare la situazione nella quale maturanonecessità e capacità <strong>di</strong> confrontarsi con gli altri o si sente il desiderio <strong>di</strong> rivolgersi a un espertoesterno per non affrontare da soli un momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.Il gruppo particolarmente numeroso svolge anche una funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione e <strong>di</strong> promozione<strong>di</strong> opportunità. È il luogo nel quale i genitori si <strong>in</strong>contrano e nel quale fanno conoscenza fraloro <strong>di</strong> più e meglio <strong>di</strong> quanto non accada nella scuola, perché la partecipazione agli <strong>in</strong>contrifavorisce il <strong>di</strong>alogo, facilita la socializzazione e <strong>in</strong>vita a con<strong>di</strong>videre le esperienze. Rappresentail luogo nel quale si scopre quanto i problemi degli altri siano uguali ai nostri e quanto, <strong>cerca</strong>re<strong>di</strong> risolverli, crei ansia, <strong>di</strong>fficoltà e conflitto.Il gruppo numeroso è la situazione nella quale si scopre, attraverso la voce del conduttore e gli<strong>in</strong>terventi dei partecipanti, quanto i problemi <strong>di</strong> fondo siano comuni a tutti, siano complessi, maal tempo stesso affrontabili e risolvibili, una volta presa coscienza del fatto che altro non sonose non esperienza <strong>di</strong> vita che accomuna tutti. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> forse lo smarrimento che si vive non ètalmente <strong>di</strong>verso da quello vissuto dalle precedenti generazioni <strong>di</strong> genitori.Nell’economia complessiva del Progetto genitori, articolato come già descritto <strong>in</strong> altra parte deltesto, l’<strong>in</strong>tervento nei confronti <strong>di</strong> gruppi estesi <strong>di</strong> partecipanti si concretizza <strong>in</strong> cicli <strong>di</strong> conferenzepromosse dalle scuole e tenute da un operatore <strong>di</strong> Promeco.Questa modalità <strong>di</strong> rapporto con le famiglie è stata quella messa più <strong>di</strong> recente <strong>in</strong> campoper completare l’offerta <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> <strong>in</strong>contro con <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> <strong>in</strong>tensità e <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong>affrontare problemi specifici. Si è ritenuto opportuno utilizzare anche questa modalità apparentementelontana dallo stile <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> Promeco perché è sembrato rispondesse <strong>alla</strong> richiesta<strong>di</strong> molte famiglie che avevano la necessità <strong>di</strong> confrontare il loro stile educativo e il loro modo <strong>di</strong>fare anche con altre persone, <strong>cerca</strong>ndo <strong>in</strong> questo qualche forma <strong>di</strong> rassicurazione, confronto oconferma, piuttosto che per ottenere <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni particolarmente dettagliate sul comportamentoda tenere nel processo educativo. Insomma a molti è sembrato un modo per con<strong>di</strong>videre leesperienze con un livello <strong>di</strong> impegno abbastanza leggero. Del resto non trattandosi <strong>di</strong> situazionipatologiche ma <strong>di</strong> normale prassi <strong>di</strong> vita, un confronto aperto, ma non troppo emotivamenteimpegnativo può rappresentare un’attività importante, utile e <strong>pratica</strong>bile.Gli obiettivi che ci si prefigge <strong>di</strong> raggiungere attraverso questo ciclo <strong>di</strong> <strong>in</strong>contri sono realisti<strong>di</strong>Alberto Urro*16*Alberto Urro, Educatore Professionale, counsellor ad <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo biosistemico, operatore del progetto“Punto <strong>di</strong> vista” e consulente educativo negli <strong>in</strong>terventi rivolti ai genitori.


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>camente contenuti, <strong>in</strong> quanto da soli producono un effetto oggettivamente limitato, ma chepuò <strong>di</strong>ventare un apporto prezioso se questi <strong>in</strong>contri sono <strong>in</strong>seriti nel <strong>di</strong>segno complessivo delprogetto. In altre parole il fatto <strong>di</strong> partecipare solamente alle conferenze porta poco <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong>valore aggiunto alle competenze reali dei partecipanti, ma l’opportunità <strong>di</strong> conoscere l’esistenza<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> sostegno rivolte ai genitori, alle quale si può accedere <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> bisogno, rappresentaun utilità <strong>in</strong> più che il sistema offre e che può rappresentare un’opportunità <strong>alla</strong> qualericorrere <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> bisogno, accedendo a qualcuno dei programmi offerti dal Progetto <strong>Genitori</strong>.Gli obiettivi così come possono essere decl<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> quanto facenti parte della strategia del servizioriguardano <strong>di</strong>versi ambiti.In particolare i cicli <strong>di</strong> conferenze che vedono la presenza <strong>di</strong> circa 150 partecipanti, tendonoa stimolare e potenziare il ruolo dei genitori e della coppia nello svolgimento del loro ruoloeducativo, ma anche <strong>di</strong> ognuno dei due <strong>in</strong> relazione ai compiti richiesti d<strong>alla</strong> propria identità <strong>di</strong>genere. Nel fare questo vengono affrontate le “normali” <strong>di</strong>fficoltà att<strong>in</strong>enti alle competenze, airuoli educativi, e alle responsabilità <strong>delle</strong> famiglie e <strong>di</strong> ognuno nella cura dei figli.Il conduttore svolge un ruolo specifico <strong>in</strong> quanto da un lato svela la normalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi che sono<strong>di</strong> norma con<strong>di</strong>visi, dall’altro <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> rassicurare i presenti sulla possibilità <strong>di</strong> affrontare ognitipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà che concerne la cura dei figli e la loro educazione.In queste situazioni <strong>alla</strong>rgate è possibile anche promuovere contatti <strong>in</strong>formali fra i partecipanti,<strong>in</strong>formare circa la possibilità <strong>di</strong> partecipare ad altre <strong>in</strong>iziative o semplicemente creare le con<strong>di</strong>zioniper avviare rapporti <strong>di</strong> conoscenza.Lo scopo è mostrare la possibilità <strong>di</strong> superare l’<strong>in</strong>certezza che spesso <strong>di</strong>pende dall’isolamentoe d<strong>alla</strong> mancanza <strong>di</strong> confronto favorendo lo sviluppo e l’esperienza <strong>di</strong> momenti positivi <strong>di</strong> <strong>in</strong>controe <strong>di</strong> conoscenza.In s<strong>in</strong>tesi i gruppi estesi lavorano sulle “normali” <strong>di</strong>fficoltà dell’essere genitori, e affrontano iproblemi che <strong>di</strong> solito si risolvono senza ricorrere a consulenze specialistiche. In questo sensosi rivolgono a genitori soprattutto a genitori che vogliono avviare un percorso <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento,ma hanno pure l’ambizione <strong>di</strong> aprire una strada, <strong>di</strong> offrire un’opportunità a quanti hannoun problema più importante e hanno bisogno <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>.Il ruolo del conduttoreIl conduttore <strong>di</strong> un gruppo strutturato <strong>in</strong> questo modo svolge essenzialmente una funzione <strong>di</strong>facilitatore. Non si tratta <strong>in</strong>fatti <strong>di</strong> tenere una conferenza a tema, anche se apparentementequesta è la struttura con la quale il ciclo <strong>di</strong> <strong>in</strong>contri viene presentato, ma piuttosto <strong>di</strong> esporre <strong>in</strong>modo chiaro, utilizzando esempi vic<strong>in</strong>i <strong>alla</strong> quoti<strong>di</strong>anità <strong>delle</strong> persone, situazioni problematicheche così come si presentano possono essere risolte, che si manifestano più spesso <strong>di</strong> quantoognuno non possa immag<strong>in</strong>are e che, una volta che si è trovato il coraggio <strong>di</strong> esporle poi siscopre che fanno parte dell’esperienza comune a molti, a loro volta desiderosi <strong>di</strong> confrontarsi.In questo modo si crea una situazione <strong>di</strong> vic<strong>in</strong>anza dove il conduttore sta fra il pubblico, e chi asua volta <strong>di</strong>venta parte dell’<strong>in</strong>contro come si trattasse <strong>di</strong> una rappresentazione. Questa modalitàfavorisce il <strong>di</strong>alogo, rende facile <strong>in</strong>tervenire senza sentirsi giu<strong>di</strong>cati o <strong>in</strong> dovere <strong>di</strong> esporre gliargomenti secondo rituali ostici per chi non è abituato a parlare <strong>in</strong> pubblico. Inoltre rende semplicela formulazione <strong>di</strong> domande oltre a facilitare l’<strong>in</strong>terazione fra i partecipanti che durante17


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famigliel’<strong>in</strong>contro sono <strong>in</strong>vitati, senza essere troppo pressati, a rispondere <strong>di</strong>rettamente ai quesiti postida altri partecipanti o a <strong>di</strong>re la loro <strong>di</strong> fronte a una sollecitazione particolarmente <strong>in</strong>teressante.La metodologia utilizzata dall’operatore che gestisce e organizza questo tipo <strong>di</strong> gruppi è mutuata<strong>in</strong> larga misura da una competenza <strong>in</strong> campo educativo e dall’<strong>in</strong>tegrazione <strong>di</strong> saperispecifici <strong>in</strong> campo pedagogico con tecniche teatrali.Le esperienze teatrali per condurre un gruppo <strong>alla</strong>rgato sono <strong>di</strong> notevole utilità. Saper utilizzarele tecniche dell’improvvisazione aiuta a mantenere sotto costante controllo la platea, a gestiredomande e a mantenere una percezione corretta del clima del gruppo.La qualità dei contenuti <strong>in</strong>fatti da sola non basta a mantenere viva l’attenzione e per questoanche le tecniche vocali si rivelano particolarmente utili: il tono della voce deve avere costantisottol<strong>in</strong>eature, parole ricorrenti, tono morbido, capacità <strong>di</strong> giocare sul timbro. Un aspetto moltoimportante è legato <strong>alla</strong> respirazione, una modalità “ansiogena”, frettolosa o al contrario lentae troppo “piatta”, crea <strong>di</strong>sattenzione.Un buon conduttore realizza qualcosa che può somigliare a una performance teatrale, dovela “pièce”, seppur precisa e predeterm<strong>in</strong>ata, lascia la libertà dello stile, per far trasparire lacon<strong>di</strong>visione profonda e autentica <strong>in</strong>torno ai contenuti dei temi trattati dai partecipanti. Si tratta<strong>di</strong> stabilire contatti tra molti sguar<strong>di</strong>, osservare le reazioni agli stimoli, a battute, a volte ironiche,su temi delicati <strong>in</strong> modo da raggiungere quel giusto calore che consente al conduttore<strong>di</strong> “osare” approfon<strong>di</strong>menti teorici e metodologici attraverso una s<strong>in</strong>cronia emotiva profonda.Saper parlare a un pubblico numeroso significa, per il facilitatore, utilizzare tutte le proprieenergie per essere conv<strong>in</strong>cente, verso un pubblico <strong>in</strong> attesa <strong>di</strong> essere reso consapevole <strong>delle</strong>proprie potenzialità educative, spesso chiuse fra sensi <strong>di</strong> colpa e necessità <strong>di</strong> riparare relazioni<strong>di</strong>fficoltose.Il giu<strong>di</strong>zio che il pubblico ha dato <strong>di</strong> questi <strong>in</strong>contri è complessivamente lus<strong>in</strong>ghiero: i questionarisomm<strong>in</strong>istrati al term<strong>in</strong>e del ciclo <strong>di</strong> quattro <strong>in</strong>contri a tema hanno dato riscontri positivioltre a <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni utili a rendere più <strong>in</strong>cisivo ed efficace il lavoro.Il dato quantitativo del passaggio da questa esperienza <strong>alla</strong> partecipazione ai laboratori oa percorsi <strong>di</strong> consulenza <strong>di</strong>retta, non è <strong>in</strong> nostro possesso e forse ottenerlo significherebbe<strong>in</strong>vadere anche se per poco lo spazio privato <strong>delle</strong> persone. Certo è che molti genitori hannoproseguito attività e <strong>in</strong>contri nel passaggio dei figli d<strong>alla</strong> scuola me<strong>di</strong>a alle superiori, altri cont<strong>in</strong>uanoa collaborare e ci sono famiglie che hanno trovato, grazie a quegli <strong>in</strong>contri, un buonpretesto per sostenersi a vicenda nel lavoro educativo.18


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>L’esperienza <strong>di</strong> questi anniGli <strong>in</strong>contri a tema rivolti alle famiglie sono stati organizzati per rispondere necessità <strong>di</strong> sensibilizzazionee <strong>in</strong>formazione su tematiche specifi che da parte degli enti locali, dall’amm<strong>in</strong>istrazioneprov<strong>in</strong>ciale. Richieste specifi che sono state avanzate dalle scuole per ampliare la portata delprogetto “Punto <strong>di</strong> vista”.Le <strong>in</strong>iziative rivolte a gruppi sono organizzati <strong>in</strong> forma <strong>di</strong> <strong>in</strong>contri a tema che hanno visto la partecipazione<strong>di</strong> gruppi me<strong>di</strong> (20-40 persone) e gruppi gran<strong>di</strong> (80/150 persone ). I temi propostirientrano nell’area dello sviluppo <strong>in</strong> adolescenza, dei compiti evolutivi e della ri<strong>cerca</strong> d’identità.Nello specifi co i temi affrontati sono stati i seguenti:• La comunicazione genitori e fi gli,• La gestione <strong>delle</strong> regole e degli spazi <strong>di</strong> negoziazione,• L’autonomia <strong>in</strong> adolescenza,• La comunicazione scuola famiglia,• La relazioni tra pari,• I comportamenti a rischio <strong>in</strong> adolescenza.Inoltre attraverso la partecipazione a progetti regionali e prov<strong>in</strong>ciali sono state realizzate <strong>in</strong>iziativemirate <strong>alla</strong> sensibilizzazione su fenomeni emergenti come il cyberbullismo, i social network e <strong>in</strong>uovi me<strong>di</strong>a. Gli <strong>in</strong>contri hanno avuto l’obiettivo <strong>di</strong> far conoscere agli adulti argomenti noti allenuove generazioni ma meno ai genitori.Anno Tipologia Titolo Partecipanti1 Ciclo <strong>di</strong> 4 conferenze “Figli adolescenti che crescono” 1503 Incontri a tema “Adolescenti e autonomie” 802010Incontri nel progetto“Punto <strong>di</strong> vista” - 5 scuole1/4 <strong>in</strong>contri per scuola“Lo sviluppo dell'adolescente:comportamenti a rischio, la relazionetra pari e la comunicazione scuolafamiglia”da 30 a 80persone1 Ciclo <strong>di</strong> 4 conferenze “Figli adolescenti che crescono” 150201120124 Incontri a tema “La relazione scuola-famiglia <strong>in</strong>adolescenza”Incontri nel progetto“Punto <strong>di</strong> vista” - 6 scuole1/4 <strong>in</strong>contri per scuola“Lo sviluppo dell'adolescente:comportamenti a rischio, la relazionetra pari e la comunicazione scuolafamiglia”130da 30 a 80persone1 Ciclo <strong>di</strong> 7 conferenze “Figli adolescenti che crescono” 1505 Incontri a tema “Adolescenti e rapporti con il mondo 120adulto”Incontri nel progetto“Punto <strong>di</strong> vista” - 11 scuole1/4 <strong>in</strong>contri per scuola“Lo sviluppo dell'adolescente:comportamenti a rischio, la relazionetra pari e la comunicazione scuolafamiglia”da 30 a 80persone19


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglie20I laboratori: lavorare <strong>in</strong> piccolo gruppoI laboratori de<strong>di</strong>cati a piccoli gruppi omogenei per appartenenza agli istituti scolastici,sono f<strong>in</strong>alizzati all’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> temi generali. Lavorare con un gruppo <strong>di</strong> 10-15persone migliora la possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re i temi trattati e permette <strong>di</strong> sfruttare gliaspetti qualitativi <strong>delle</strong> relazioni che si <strong>in</strong>staurano fra i partecipanti.Durante i laboratori <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento il conduttore può proporre anche attività che co<strong>in</strong>volgonoi partecipanti sul piano emotivo ed espressivo. A volte attraverso la metodologiadel role-play<strong>in</strong>g si possono simulare <strong>di</strong>aloghi, reazioni emotive che poi creano ottime basiper riflessioni e “riparazione” <strong>di</strong> comportamenti educativi genitoriali poco efficaci.La simulazione <strong>delle</strong> situazioni <strong>di</strong> vita che hanno creato tensione o <strong>di</strong>fficoltà nei genitori,propongono un modello operativo che stimola i partecipanti a trovare soluzioni ai problemi.Si rompe così una sorta <strong>di</strong> circolo vizioso, <strong>di</strong> modalità <strong>educativa</strong> ricorrente, ciclica eche non si adegua ai cambiamenti, sp<strong>in</strong>gendo il genitore verso un approccio orientato <strong>alla</strong>soluzione dei problemi. Un aspetto importante è quello legato alle competenze autoesplorativedell’adulto. Tali competenze, che derivano anche da modalità suggerite e appren<strong>di</strong>biliquali il tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g, la respirazione, il ground<strong>in</strong>g o altre tecniche derivate dalle <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>epsicocorporee sono parte <strong>di</strong> situazioni laboratoriali sperimentate che sono state beneaccolte e hanno ottenuto un buon <strong>in</strong><strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento. Con queste d<strong>in</strong>amiche all’<strong>in</strong>ternodel piccolo gruppo le relazioni tra i componenti del laboratorio <strong>di</strong>ventano più strette, e daparte del facilitatore si rende necessaria una costante attenzione anche sul piano dellagestione <strong>delle</strong> relazioni <strong>in</strong>terpersonali.Attraverso l’osservazione <strong>delle</strong> persone che compongono un piccolo gruppo <strong>di</strong> genitori<strong>di</strong> adolescenti, il facilitatore può raccogliere moltissime <strong>in</strong>formazioni fondamentali pergestire le d<strong>in</strong>amiche del s<strong>in</strong>golo e del gruppo utilizzando anche gli aspetti corporei: laposizione nello spazio, macro e micro movimenti del viso, e più <strong>in</strong> generale la posturaassunta durante gli <strong>in</strong>contri. In queste esperienze il lavoro educativo-esplorativo <strong>di</strong>ventacosì maggiormente <strong>in</strong>cisivo perché <strong>in</strong>tegrato sotto il profilo emozionale e personale.Altri meccanismi che vengono valorizzati sono quelli legati all’auto-mutuo <strong>aiuto</strong> che seppurnati con obiettivi connessi a problematiche gravose e dolorose, <strong>in</strong> questo periodosocialmente frammentato e <strong>di</strong>viso, possono rispondere a un’esigenza <strong>di</strong> confronto e sostegnoreciproco che molte famiglia avvertono come necessità. Una tecnica capace <strong>di</strong>dare buoni risultati riguarda l’uso <strong>di</strong> parole chiave r<strong>in</strong>tracciate nei vari contributi dei familiari.Da queste si possono produrre confronti e approfon<strong>di</strong>menti da portare a s<strong>in</strong>tesi <strong>in</strong>modo da offrire ai partecipanti un po’ <strong>di</strong> chiarezza e suggerimenti da sperimentare unavolta tornati a casa. Il ritmo è uno degli aspetti basilari per ottenere un buon risultato daquesta tipologia <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento. La con<strong>di</strong>visione che <strong>di</strong>venta s<strong>in</strong>tonia, le attese, gli spazi <strong>di</strong>pausa per riflettere o la velocità dell’azione, fanno parte <strong>delle</strong> modalità <strong>di</strong> conduzione chefavoriscono l’<strong>in</strong>contro fra le persone.Le regole del piccolo gruppo sono chiarite dal facilitatore all’<strong>in</strong>izio dell’<strong>in</strong>contro e sonolegate al rispetto verso le op<strong>in</strong>ioni <strong>di</strong> ogni partecipante, all’assenza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio etico esono generalmente volte a favorire lo sviluppo <strong>di</strong> un rapporto il più possibile “ecologico”.Un’applicazione operativa della metafora <strong>di</strong> Bateson sull’accomodamento della coppia<strong>di</strong> porcosp<strong>in</strong>i che per poter stare vic<strong>in</strong>o hanno la necessità <strong>di</strong> trovare posizioni che nonprovocano “dolore”.


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>Il piccolo gruppo è orientato al compito, ha un buon livello <strong>di</strong> utilità dato d<strong>alla</strong> concretezzadei temi trattati e consente un lavoro importante <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento. Il facilitatore delpiccolo gruppo svolge un ruolo <strong>di</strong> conduzione attento a contenere il proprio protagonismoper lasciar spazio al protagonismo bilanciato dei partecipanti.Altro aspetto evidente è quello legato <strong>alla</strong> <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> genere. Nel piccolo gruppo laconduzione al maschile o al femm<strong>in</strong>ile sembra mostrare <strong>di</strong>fferenze signifi cative che vannocontrollate per valorizzarle e renderle utili ai partecipanti. L’attenzione verso l’altrodeve essere assicurata da un l<strong>in</strong>guaggio essenziale, semplice e chiaro, da un ascoltoapprofon<strong>di</strong>to <strong>delle</strong> <strong>di</strong>verse testimonianze e rifl essioni tutelando con il massimo rispetto gli<strong>in</strong>terventi personali che sono portatori <strong>di</strong> aspetti emozionali a volte molto toccanti.Anche i piccoli gruppi si avvalgono <strong>delle</strong> metodologie del counsell<strong>in</strong>g, <strong>in</strong> un’ottica chevalorizza la risorsa <strong>in</strong>terna al sistema familiare, r<strong>in</strong>tracciando tutti gli elementi <strong>di</strong> vantaggiopresenti, ma <strong>in</strong> stallo. I laboratori <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento hanno la funzione <strong>di</strong> svilupparecompetenze s<strong>in</strong>gole spen<strong>di</strong>bili anche <strong>in</strong> altri contesti, si propongono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> r<strong>in</strong>forzare ilsistema familiare nelle sue parti <strong>in</strong>debolite, ma ancora sane e vitali. Tutto ciò avviene conla forza del gruppo, con la presenza solidale <strong>di</strong> altri componenti e il confronto aperto chesvela la vic<strong>in</strong>anza determ<strong>in</strong>ata d<strong>alla</strong> necessità <strong>di</strong> affrontare problemi comuni.Le energie del gruppo, vanno controllate e fi nalizzate dal conduttore che dovrà mantenereun clima <strong>di</strong> grande equilibrio evitando eccessi o sbilanciamenti del sistema. Anche lagestione del tempo è rilevante: trattandosi <strong>di</strong> gruppi che prevedono un numero limitato <strong>di</strong><strong>in</strong>contri è determ<strong>in</strong>ante non giungere al term<strong>in</strong>e con <strong>in</strong>certezze o quesiti irrisolti.La collaborazione fra i membri del gruppo è elemento necessario per la buona riuscita deipercorsi <strong>in</strong>trapresi. Le persone <strong>in</strong>fatti, sono portate a lasciarsi più facilmente co<strong>in</strong>volgerese percepiscono <strong>di</strong> trovarsi all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un progetto organico, con obiettivi defi niti, perseguiticon coerenza e cont<strong>in</strong>uità.L’esperienza <strong>di</strong> questi anniI laboratori proposti nel triennio 2010-12 hanno risposto a esigenze <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> alcunetematiche riguardanti l’adolescenza richiesti dalle scuole o <strong>in</strong> seguito a sollecitazioni nate da<strong>in</strong>iziative promosse dal Centro per le famiglie e d<strong>alla</strong> “Scuola per genitori” durante un ciclo <strong>di</strong><strong>in</strong>contri sponsorizzati d<strong>alla</strong> Confartigianato.I temi sui quali è stata focalizzata l’attenzione sono stati quelli <strong>in</strong>erenti le modalità e le strategieper affrontare i cambiamenti dei fi gli adolescenti; la capacità <strong>di</strong> riconoscere le d<strong>in</strong>amiche <strong>in</strong>trafamiliaridella coppia <strong>in</strong> questa fase del ciclo <strong>di</strong> vita dei fi gli, lo stile comunicativo più effi cace nellarelazione <strong>educativa</strong>.Per <strong>in</strong>tegrare le serate organizzate d<strong>alla</strong> Confartigianato e dal Centro per le famiglie nel trienniosono stati attivati 6 laboratori ai quali hanno partecipato circa 150 genitori.21


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieConsulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali: esperienze e uso del counsell<strong>in</strong>g<strong>di</strong> Tanja Bettoli*La scelta del counsell<strong>in</strong>g come approccio attraverso il quale rapportarsi ai “genitori <strong>in</strong><strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>” si <strong>in</strong>serisce nell’ottica del sostegno all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una fase <strong>di</strong> normaleriassestamento nei cambiamenti che l’adolescente vive <strong>in</strong> prima persona e che riporta,spesso <strong>in</strong> modo problematico, nel sistema familiare.Il counsell<strong>in</strong>g, come metodologia <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento breve centrato sulla persona, permette <strong>di</strong>accrescere il livello <strong>di</strong> consapevolezza dei genitori sulle situazioni emergenti e si collocacome <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> elezione per le richieste <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong> non chiaramente connotate <strong>in</strong> sensopsicopatologico. Questo approccio si basa sulla conv<strong>in</strong>zione che il genitore, anche nelmomento <strong>in</strong> cui si sente <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà al punto da chiedere un <strong>aiuto</strong>, <strong>di</strong>spone comunque<strong>di</strong> capacità e competenze che gli possono permettere <strong>di</strong> affrontare <strong>in</strong> modo adeguato lesituazioni problematiche <strong>in</strong>erenti i comportamenti dei figli e le relazioni che li sottendono.In questo senso la richiesta <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong> è espressione della per<strong>di</strong>ta della capacità <strong>di</strong> ritrovareun proprio equilibrio tra richieste, quelle del figlio, basate sulla nuova fase del ciclo vitaleche sta attraversando, e desideri, rappresentati da ciò che il genitore vorrebbe per il figlio.La frattura che si determ<strong>in</strong>a fra desideri e comportamenti, fra necessità <strong>di</strong> sperimentazioneesistenziale e controllo, determ<strong>in</strong>a momenti <strong>di</strong> crisi che sp<strong>in</strong>gono i genitori a richiedereun <strong>aiuto</strong> esterno. Richiesta che va letta nella plurale accezione etimologica <strong>di</strong> momento <strong>di</strong>scelta, <strong>di</strong> decisione forte, <strong>di</strong> cambiamento o ancora, facendo riferimento agli ideogrammi<strong>di</strong> cui si compone la parola crisi <strong>in</strong> c<strong>in</strong>ese, <strong>di</strong> pericolo e opportunità.Il ruolo dell’operatore <strong>di</strong>venta qu<strong>in</strong><strong>di</strong> quello <strong>di</strong> accompagnare il genitore a una maggioreconsapevolezza <strong>delle</strong> potenzialità <strong>di</strong> questo passaggio evolutivo, per rendersi maggiormenteconto della necessità <strong>di</strong> trovare nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rapportarsi con il figlio e percomprendere e <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere tra aspetti propri nella relazione con l’adolescente e altri piùprettamente appartenenti al figlio, <strong>in</strong> modo da poter <strong>di</strong>fferenziare più chiaramente i conf<strong>in</strong>i<strong>di</strong> entrambi e lasciare uno spazio adeguato allo slancio tipico <strong>di</strong> questa età <strong>di</strong> crescita.Bisogna riconoscere tempestivamente i segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio circoscriverli per renderli maggiormenteaffrontabili. Attraverso la valorizzazione <strong>delle</strong> risorse e competenze personali èpossibile <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare strategie adeguate. In questo modo si evita che la normale fatica <strong>di</strong>accompagnamento <strong>alla</strong> crescita degeneri <strong>in</strong> aperta conflittualità che può generare situazioni<strong>di</strong> sofferenza psicologica dell’<strong>in</strong>tero nucleo famigliare.Le consulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali offrono uno spazio <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e riflessione per affrontaresituazioni riguardanti i figli all’<strong>in</strong>terno della “normale fatica della crescita”. Per risponderea queste esigenze è necessario creare uno spazio, un “contenitore” nel quale siapossibile esplicitare dubbi, formulare domande ed ottenere un <strong>aiuto</strong> concreto per <strong>in</strong><strong>di</strong>viduarela soluzione dei problemi. Del resto i compiti <strong>di</strong> sviluppo tipici della preadolescenzae dell’adolescenza propongono “rotture” con le figure <strong>di</strong> riferimento che <strong>in</strong>evitabilmentegenerano <strong>di</strong>sagio all’<strong>in</strong>terno del sistema familiare.22*Tanja Bettoli, psicologa-psicoterapeuta ad <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo sistemico-relazionale, collaboratore <strong>di</strong> Promeconel progetto “Punto <strong>di</strong> vista” e nel progetto “Essere genitori <strong>di</strong> adolescenti”.


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>Le consulenze all’<strong>in</strong>terno del progetto“Punto <strong>di</strong> vista – l’operatore a scuola”Il co<strong>in</strong>volgimento del genitore a scuola avviene su base spontanea. A volte può esseresollecitata d<strong>alla</strong> segnalazione <strong>di</strong> un <strong>in</strong>segnante oppure avvenire su <strong>in</strong>vito specifi codell’operatore quando si ritiene opportuno attivare il sistema familiare. In questomodo l’<strong>in</strong>tervento viene decl<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> una <strong>di</strong>mensione ecologica degli spazi entro cuiil ragazzo si muove.Infatti i compiti <strong>di</strong> sviluppo che l’adolescente persegue prevedono il pieno co<strong>in</strong>volgimento<strong>di</strong> due sistemi che occupano gran parte del suo orizzonte esperienziale: ilsistema familiare e il sistema scuola. Entrambi rappresentano <strong>di</strong>mensioni relazionaliimpresc<strong>in</strong><strong>di</strong>bili rispetto <strong>alla</strong> costruzione e <strong>alla</strong> formazione <strong>di</strong> una propria identità efungono da elementi verso i quali mettere <strong>in</strong> campo il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione.Gli adulti sono chiamati a favorire il processo <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione dell’adolescente, adaccogliere le nuove istanze che lo portano a ri<strong>cerca</strong>re il riconoscimento nelle proprieautonomie e a rielaborare le richieste fatte loro. Spesso la scuola, per ruolo e funzione,rappresenta un ambiente adatto per sviluppare momenti <strong>di</strong> negoziazione e confrontofra genitori e fi gli adolescenti. Lavorare con i genitori all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> questo spazio risultafondamentale per riconsegnare loro un’immag<strong>in</strong>e del proprio fi glio arricchita <strong>di</strong> nuoviaspetti e sfumature, rielaborare le richieste fatte e trovare le soluzioni più idonee.L’esperienza <strong>di</strong> questi anniLe consulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali offerte all’<strong>in</strong>terno del progetto “Punto <strong>di</strong> vista – l’operatore a scuola”hanno visto i genitori portare problemi comuni a tutti gli ord<strong>in</strong>i <strong>di</strong> scuola: situazioni <strong>di</strong> elevataconfl ittualità, <strong>di</strong>ffi coltà a contenere i fi gli e far rispettare m<strong>in</strong>ime regole <strong>di</strong> comportamento e <strong>in</strong>capacità<strong>di</strong> comunicare <strong>in</strong> modo sod<strong>di</strong>sfacente.In altri numerosi casi la richiesta ha riguardato la necessità <strong>di</strong> ricevere sostegno per affrontare<strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento o motivazione scolastica. Per queste esigenze sono stati attivati <strong>in</strong>terventi<strong>di</strong> concerto con gli <strong>in</strong>segnanti, con il gruppo classe e ovviamente con il co<strong>in</strong>volgimento dellostudente <strong>in</strong>teressato.Talvolta è stato necessario ricomporre contrasti tra <strong>in</strong>segnanti e genitori con fi gli che <strong>in</strong>contravano<strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento o aiutare le famiglie a riconoscere e accettare situazioni che necessitavano<strong>di</strong> un adeguato approfon<strong>di</strong>mento specialistico.Quando <strong>in</strong>vece, il portatore del <strong>di</strong>sagio era il ragazzo, l’operatore ha co<strong>in</strong>volto la famiglia perrenderla partecipe <strong>di</strong> un malessere che evidentemente non era stato colto.2010 2011 2012<strong>Genitori</strong> secondaria I grado 64 143 130<strong>Genitori</strong> secondaria II grado 86 87 88Solitamente le consulenze nello spazio d’ascolto scolastico hanno una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> due <strong>in</strong>contri.23


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglie24Le consulenze all’<strong>in</strong>terno del progetto “Esser genitori <strong>di</strong> adolescenti”L’obiettivo <strong>delle</strong> consulenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali è pr<strong>in</strong>cipalmente quello <strong>di</strong> sostenere la funzione<strong>educativa</strong> del genitore nella creazione <strong>di</strong> una nuova relazione con il figlio, improntata suaspetti profondamente <strong>di</strong>versi da quelli che la caratterizzavano nell’<strong>in</strong>fanzia. Si tratta <strong>di</strong>aiutare <strong>in</strong> primo luogo il genitore a riconoscere nel figlio, il proprio figlio, lo stesso cheaveva accanto dall’<strong>in</strong>fanzia e che fatica a ritrovare guardandolo adolescente.Questa <strong>di</strong>scont<strong>in</strong>uità <strong>di</strong> narrazione nella storia della relazione genitore-figlio produce un <strong>di</strong>sorientamentoche rende <strong>in</strong>evitabile la messa <strong>in</strong> <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> molti degli approcci utilizzat<strong>in</strong>ell’<strong>in</strong>fanzia per guidare e accompagnare lo sviluppo del bamb<strong>in</strong>o che cresce. Per aiutareil genitore a r<strong>in</strong>novarsi <strong>di</strong>venta fondamentale mettere <strong>in</strong> evidenza l’esistenza <strong>di</strong> un “nuovo”figlio, come si trattasse <strong>di</strong> qualcuno che, prendendo le mosse dal bamb<strong>in</strong>o costruito nell’immag<strong>in</strong>ariogenitoriale, è mutato <strong>in</strong> modo irreversibile e reclama l’adozione <strong>di</strong> nuove modalità<strong>di</strong> relazione più consone al suo processo <strong>di</strong> crescita. Il genitore spesso tende a riproporrenel rapporto con il figlio adolescente modalità più tipiche dell’<strong>in</strong>fanzia: tende a comunicare<strong>in</strong> modo <strong>di</strong>rettivo o a utilizzare uno stile <strong>di</strong> <strong>in</strong>segnamento <strong>di</strong>dascalico come se, nel percepirel’ansia <strong>di</strong> autonomia dell’adolescente, temesse <strong>di</strong> vederlo fallire o peggio potesse percepirel’<strong>in</strong>utilità della sua presenza e della sua guida. Il processo <strong>di</strong> crescita non può essere arischio zero. Aiutare il genitore a <strong>in</strong>teriorizzare l’aspetto del “lasciar provare”, pur correndorischi, è un passaggio fondamentale nel lavoro <strong>di</strong> consulenza perché spesso i genitori faticanoa riconoscere il bisogno <strong>di</strong> autonomia, mal sopportano i comportamenti oppositivi tipicidell’età, e stentano a concedere spazi decisionali e <strong>di</strong> sperimentazione.Ricordare al proprio figlio quali sono i valori importanti o a quali norme bisogna ispirare lapropria condotta, specie se fatto <strong>in</strong> modo ossessivo, <strong>di</strong> solito non sortisce effetti positivi eanzi contribuisce a <strong>in</strong>nalzare barriere <strong>di</strong> <strong>in</strong>comunicabilità <strong>di</strong>fficili da superare. Il compitodell’operatore sta nel riconoscere e supportare la parte dell’adolescente spaventata dallenuove capacità <strong>di</strong> pensiero autonomo, valorizzando le sue <strong>in</strong>e<strong>di</strong>te capacità facilitandonel’accettazione da parte dei genitori. In questo modo lo scambio genitore-figlio avrà aspetti<strong>di</strong>alogici e potrà avviarsi <strong>in</strong> modo positivo ma <strong>di</strong>alettico mentre al contrario quando nonsi accetta la prospettiva del cambiamento la presenza del genitore assume un carattere<strong>in</strong>utilmente <strong>di</strong>rettivo al quale l’adolescente f<strong>in</strong>irà per ribellarsi apertamente.Il genitore che accede <strong>alla</strong> consulenza è spesso conv<strong>in</strong>to <strong>di</strong> non avere strumenti né conoscenzeadeguate per entrare <strong>in</strong> relazione positiva con il proprio figlio. Questa con<strong>di</strong>zioneproduce normalmente reazioni <strong>di</strong> impotenza o <strong>di</strong> profonda angoscia, che generano reazioniconflittuali o al contrario un permissivismo acritico che ha il solo scopo <strong>di</strong> evitare i conflitti.In questi frangenti è importante sostenere i genitori nel processo <strong>di</strong> riconoscimento<strong>di</strong> queste emozioni perché non ne rimangano schiacciati o peggio perché non le rivers<strong>in</strong>osul figlio <strong>in</strong> modo aggressivo. Frequentemente i genitori tendono a rimandare molte richieste<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> maturità e capacità organizzativa quali il profitto scolastico,l’ord<strong>in</strong>e, l’<strong>aiuto</strong> <strong>in</strong> casa, la capacità <strong>di</strong> portare a term<strong>in</strong>e le responsabilità affidate, provenormalmente <strong>in</strong>tese a <strong>di</strong>mostrare il grado <strong>di</strong> maturità dell’adolescente, per procrast<strong>in</strong>are ilmomento del passaggio dall’<strong>in</strong>fanzia all’età adulta. Del resto è anche <strong>in</strong> virtù del fatto chei tempi dei figli non co<strong>in</strong>cidono con quelli dei genitori che gli adulti a volte hanno bisogno<strong>di</strong> essere sostenuti per rivedere i propri comportamenti e assumere quel ruolo positivo ecompetente che viene loro assegnato.


<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>L’operatore ha il compito <strong>di</strong> favorire una lettura semplificata della realtà, <strong>di</strong> facilitare larilettura dei comportamenti e <strong>di</strong> fare emergere la possibilità <strong>di</strong> costruire un terreno <strong>di</strong><strong>in</strong>contro tra le aspettative dei genitori e le possibilità dei ragazzi.Quando i conflitti sono <strong>in</strong>sopportabili, il genitore si lamenta dell’aggressività del figlio eproprio perché nega l’evidenza del cambiamento <strong>in</strong> atto vive con frustrazione l’idea <strong>di</strong> nonpoterlo agevolmente controllare, come se i meto<strong>di</strong> correttivi dei primi anni <strong>di</strong> vita fosseroapplicabili <strong>in</strong> eterno. Di fronte al figlio adolescente il genitore si sente più fragile e <strong>in</strong>sicurodei mezzi a <strong>di</strong>sposizione per controllarlo. Infatti non è più possibile imporre <strong>in</strong> modo <strong>in</strong><strong>di</strong>scutibileil proprio punto <strong>di</strong> vista su ogni cosa, perché si rende necessario riconoscere unmaggior potere al figlio riconoscendogli un’effettiva e def<strong>in</strong>ita autonomia decisionale. Lacomplessità <strong>di</strong> questa fase consiste nel fornire contemporaneamente e nelle giuste dosiquella funzione che accoglie i bisogni emotivi e nello stesso tempo sancisce <strong>in</strong> manieraferma dei limiti contro cui l’adolescente deve poter <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzare la propria aggressività persperimentare le proprie capacità <strong>di</strong> autodeterm<strong>in</strong>azione.È necessario che il genitore sia sostenuto nell’<strong>in</strong>teriorizzare l’importanza dei bisogni emotividel ragazzo che non passa dall’accettazione <strong>in</strong>con<strong>di</strong>zionata <strong>delle</strong> sue richieste, mad<strong>alla</strong> curiosità <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> cosa ha bisogno, <strong>di</strong> quale funzione riveste per lui ogni s<strong>in</strong>golaazione o richiesta. Spesso nell’escalation del conflitto si crea un circolo vizioso per cuitutto <strong>di</strong>venta fonte <strong>di</strong> scontro, perdendo così <strong>di</strong> vista la scala <strong>delle</strong> priorità.Operativamente una volta raggiunto il primo obiettivo, <strong>di</strong> dare maggiori strumenti peraffrontare la situazione problematica, la funzione <strong>di</strong> accompagnamento svolta dall’operatorenei confronti dei genitori è rivolta a r<strong>in</strong>forzare l’esperienza positiva e consentire <strong>di</strong>procedere <strong>in</strong> modo autonomo orientando la fase conclusiva del rapporto <strong>di</strong> consulenza.Ciò consente al genitore <strong>di</strong> calibrare le sue aspettative nei confronti del figlio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>irealistici. Procedendo <strong>in</strong> questo modo solitamente il genitore si rende <strong>di</strong>sponibile a osservareil figlio per come si manifesta, mentre il figlio si impegnerà a mostrarsi per comesi sente, per come è, piuttosto che sforzarsi <strong>di</strong> aderire all’immag<strong>in</strong>ario del genitore percompiacerlo o a <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziarsi troppo per metterlo <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà.A volte la crisi adolescenziale si <strong>in</strong>serisce su d<strong>in</strong>amiche <strong>di</strong> coppia che avevano trovatoun punto <strong>di</strong> equilibrio nella fase dell’<strong>in</strong>fanzia e che devono necessariamente essere rivisti<strong>alla</strong> luce dei movimenti <strong>di</strong> autonomizzazione e <strong>di</strong> messa <strong>in</strong> <strong>di</strong>scussione creati dalle tensionicausate dai comportamenti del figlio adolescente. In questi casi è fondamentale aiutareil genitore maggiormente responsabilizzato per co<strong>in</strong>volgere attivamente anche l’altro: illavoro sulla coppia genitoriale si concretizza nella necessità <strong>di</strong> trovare nuovi equilibri <strong>in</strong>cui l’adolescente avverte la coppia all<strong>in</strong>eata con le strategie educative adottate. Il lavorodell’operatore normalmente consiste nel fornire una maggiore consapevolezza dellafunzione <strong>di</strong> arg<strong>in</strong>e che entrambi i genitori rivestono nei confronti dell’adolescente e nellari<strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> competenze <strong>alla</strong> luce <strong>delle</strong> nuove istanze che il figlio sta mettendo<strong>in</strong> campo. Il ruolo normativo deve lasciar spazio a una contrattazione <strong>delle</strong> norme perfavorire lo sviluppo <strong>di</strong> una piena <strong>in</strong>teriorizzazione <strong>di</strong> esse e il ruolo affettivo deve cedereil passo <strong>alla</strong> <strong>di</strong>mensione dell’autonomia affettiva. Solitamente si tratta <strong>di</strong> aiutare i genitoria contam<strong>in</strong>arsi a vicenda rispetto <strong>alla</strong> precedente <strong>di</strong>stribuzione dei ruoli e a favorire unamaggiore partecipazione nella relazione con il figlio da parte <strong>di</strong> entrambi.25


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieQuesto lavoro non può presc<strong>in</strong>dere dall’<strong>aiuto</strong> ai genitori nella ridefi nizione <strong>di</strong> coppia enella <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione tra coppia genitoriale e coppia “coniugale”, valorizzando l’importanza<strong>di</strong> entrambi gli aspetti e la necessità <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> entrambe le aree per favorire unfunzionamento equilibrato.La maggiore consapevolezza permette <strong>di</strong> liberare energie prima <strong>in</strong>vestite <strong>in</strong> confl itti ofatiche nascoste da mettere <strong>in</strong> campo nella gestione <strong>di</strong> una relazione positiva con i fi gli.L’esperienza <strong>di</strong> questi anniLe consulenze alle famiglie all’<strong>in</strong>terno del progetto “Essere genitori <strong>di</strong> adolescenti” hanno vistol’attivazione <strong>di</strong> percorsi con s<strong>in</strong>goli genitori, coppie genitoriali o <strong>in</strong>teri nuclei familiari a seconda<strong>delle</strong> necessità che via via si presentavano. Il servizio, offerto alcuni pomeriggi la settimana,risponde a richieste <strong>di</strong> genitori che avvertono la personale necessità <strong>di</strong> affrontare le <strong>di</strong>ffi coltà conil fi glio adolescente.2010 2011 2012Famiglie <strong>in</strong>contrate 50 82 68Persone <strong>in</strong>contrate 138 169 115Incontri realizzati 150 224 197Target : Il maggior numero <strong>di</strong> situazioni <strong>in</strong>contrate <strong>in</strong> questi anni ha riguardato ragazz<strong>in</strong>i del penultimoe ultimo anno <strong>delle</strong> scuole secondarie <strong>di</strong> I grado (12-14 anni) e del biennio <strong>di</strong> istituti secondari<strong>di</strong> II grado (14-16 anni). In percentuale m<strong>in</strong>ore sono stati affrontati casi <strong>di</strong> ragazzi frequentantiil triennio superiore (17-20 anni).Problematiche <strong>in</strong>contrate : Nell’esperienza <strong>di</strong> questi anni i genitori che si sono rivolti al serviziohanno portato <strong>in</strong> buona parte tematiche relative <strong>alla</strong> gestione del fi glio adolescente, rispetto <strong>alla</strong><strong>di</strong>mensione <strong>delle</strong> autonomie o rispetto <strong>alla</strong> ridefi nizione e negoziazione <strong>di</strong> regole e limiti. Gli elevatilivelli confl ittuali, <strong>in</strong> <strong>di</strong>versi casi, sono stati la molla che ha sp<strong>in</strong>to i genitori rivolgersi al servizio.In secondo luogo la preoccupazione per uno scarso <strong>in</strong>vestimento scolastico, un ren<strong>di</strong>mento deficitario, o per un malessere <strong>di</strong>ffuso nel frequentare la scuola che può concretizzarsi nell’abbandonodel corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, hanno portato i genitori a ri<strong>cerca</strong>re un supporto per trovare strumenti permotivare il proprio fi glio a un impegno più profi cuo.26


Considerazioni conclusive<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong><strong>di</strong> Alberto T<strong>in</strong>arelli*Può essere utile a questo punto formulare alcune considerazioni a marg<strong>in</strong>e sulla genesi dell’<strong>in</strong>terventosulle famiglie e sul suo sviluppo. Da sempre il lavoro <strong>di</strong> Promeco si è svolto pr<strong>in</strong>cipalmente<strong>in</strong> ambito scolastico con il co<strong>in</strong>volgimento <strong>in</strong> vario modo e a <strong>di</strong>verso titolo degli <strong>in</strong>segnantie degli studenti. La presenza <strong>delle</strong> famiglie è <strong>in</strong>vece rimasta sulla sfondo: nessuno hamai negato l’importanza che essa riveste, ma per molti anni non sono stati realizzati <strong>in</strong>terventiorganici che ne prevedessero il co<strong>in</strong>volgimento. È probabile che la crisi che oggi attraversa ilPaese, e <strong>in</strong>cide fortemente anche sulle relazioni fra le persone, non fosse ancora così presentee opprimente, è anche possibile che gli operatori <strong>di</strong> Promeco non fossero ancora <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>valorizzare le famiglie come risorsa, certo è che non si è mai andati oltre enunciazioni <strong>di</strong> buonsenso con scarsi riscontri operativi.I progetti descritti sono stati resi possibili da un cambio <strong>di</strong> passo nelle strategie <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventodecise dal gruppo operativo <strong>di</strong> Promeco, <strong>in</strong> seguito al quale le famiglie sono <strong>di</strong>ventate un <strong>in</strong>terlocutoreimportante e <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabile, nel momento <strong>in</strong> cui la prevenzione è <strong>di</strong>ventata selettivae <strong>in</strong><strong>di</strong>cata. Con questi term<strong>in</strong>i mutuati dall’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità viene def<strong>in</strong>itoun modo <strong>di</strong> agire specifico, una prevenzione <strong>di</strong> tipo <strong>in</strong>terventistico, che si rifà all’idea che siarisolvendo o meglio aiutando, <strong>in</strong>segnando a risolvere i problemi e favorendo l’autonomia <strong>delle</strong>persone e il protagonismo dei giovani, che si possano creare gli anticorpi utili a prevenire atteggiamentiimpropri e comportamenti <strong>in</strong>desiderati.Per fare questo è necessario riproporre e produrre un sistema <strong>di</strong> alleanze fra persone che<strong>di</strong>ventando capaci <strong>di</strong> riconoscersi e agire con la necessaria s<strong>in</strong>tonia, saranno capaci anche <strong>in</strong>futuro <strong>di</strong> affrontare situazioni problematiche.La strategia rivolta ai genitori, come detto nel testo, non prevede <strong>di</strong> separare i loro problemi dalcontesto o dal rapporto con i figli, bensì <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>carla profondamente nella realtà dei fatti e delquoti<strong>di</strong>ano. Proprio quel quoti<strong>di</strong>ano fatto <strong>di</strong> relazioni spesso <strong>di</strong>fficili, mai scontate, che creano il<strong>di</strong>sagio generatore <strong>di</strong> fatica e <strong>di</strong>sorientamento.Per questo forse non è possibile, almeno secondo l’impostazione del lavoro che è stato presentato,prevedere un <strong>in</strong>tervento nei confronti dei genitori staccato dal contesto, perché nei sistemi<strong>di</strong> relazione danneggiati si trova la sofferenza <strong>di</strong> vivere che solo la ricomposizione a livelli <strong>di</strong>maggiore consapevolezza può aiutare a superare. Anche per questo il progetto rivolto ai genitorisi sviluppa e si <strong>in</strong>treccia con altre attività già <strong>in</strong> corso che hanno <strong>in</strong> comune l’obiettivo <strong>di</strong>ricomporre su nuovi e più stabili equilibri i sistemi <strong>di</strong> relazione nei quali si è creato il <strong>di</strong>sagio.Le possibilità <strong>di</strong> accesso come è stato descritto nel testo sono <strong>di</strong>verse, ma nessuna è a sestante. Infatti <strong>in</strong> nessun luogo il contatto è def<strong>in</strong>itivo e isolato perché la soluzione è comunquee sempre nel rapporto da ritrovare con gli altri che hanno un significato esistenziale forte, sianoessi i figli, il coniuge o le situazioni <strong>di</strong> relazioni <strong>alla</strong>rgate. Anche i problemi <strong>di</strong> ruolo e <strong>di</strong> identitàche vengono messi <strong>in</strong> crisi dalle esigenze <strong>di</strong>rompenti degli adolescenti trovano soluzione <strong>in</strong>nuovi equilibri, <strong>in</strong> proposizioni <strong>di</strong>verse, <strong>in</strong> <strong>in</strong>terpretazioni r<strong>in</strong>novate del proprio ruolo.*Alberto T<strong>in</strong>arelli, Direttore Distretto Centro-Nord Azienda USL Ferrara,Direttore Tecnico <strong>di</strong> Promeco27


<strong>Sostegno</strong> <strong>alla</strong> <strong>pratica</strong> <strong>educativa</strong> <strong>delle</strong> famiglieIn apertura si richiamava la necessità <strong>di</strong> affrontare i temi della prevenzione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> lavorovisibile mettendo <strong>in</strong> gioco la propria cre<strong>di</strong>bilità nell’affrontare problemi concreti, nellaconv<strong>in</strong>zione che la nuova frontiera della prevenzione esce dal laboratorio, d<strong>alla</strong> decl<strong>in</strong>azioneprescrittiva <strong>di</strong> norme che altri devono adottare per non fare cose ritenute sbagliate, ma sisporca le mani mettendosi a contatto dei problemi e al servizio <strong>di</strong> chi si trova <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà. Potrebbeessere chiamata prevenzione secondaria secondo la def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> Giulio Maccacaro, ilmaestro dal quale è nata l’idea <strong>di</strong> prevenzione, e forse davvero la rielaborazione dell’OMS chesembra dare concretezza al lavoro preventivo, suggerisce <strong>di</strong> operare per rendere le personecapaci <strong>di</strong> affrontare le <strong>di</strong>fficoltà nel momento <strong>in</strong> cui esse si manifestano. Forse <strong>in</strong> questo c’èla consapevolezza che la prevenzione primaria dei comportamenti a rischio semplicementenon si può agire perché proprio l’esperienza del rischio è <strong>alla</strong> base dei comportamenti umanioltre che del processo <strong>di</strong> crescita. Per questo, per non restare schiacciati fra sogni impossibilida realizzare e il senso <strong>di</strong> impotenza che paralizza, <strong>di</strong>venta necessario prendersi cura dei sistemi<strong>di</strong> relazione e creare situazioni comprensive e solidali che rendono normali le <strong>di</strong>fficoltà eriducono i rischi permettendo l’esplicitarsi dei percorsi esperienziali. Ecco, forse la parte <strong>in</strong>novativadell’approccio che viene proposto riguarda la capacità <strong>di</strong> affrontare e sostenere i rischiche sono propri del processo educativo e che probabilmente non possono essere sterilizzatio annullati, ma che forse, se affrontati con determ<strong>in</strong>azione e luci<strong>di</strong>tà come parte <strong>in</strong>tegrante e<strong>in</strong>evitabile dell’esperienza umana, magari con l’<strong>aiuto</strong> <strong>di</strong> qualcuno competente, possono produrreanticorpi utili ad affrontare anche future avversità.Per questo il progetto realizzato da Promeco si ascrive a una logica metodologica <strong>di</strong> tipo ecologico,nella costruzione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> relazioni d<strong>in</strong>amico e capace <strong>di</strong> sostenere <strong>in</strong> modoattivo, evitando regressioni e paure, e sviluppando consapevolezza e capacità <strong>di</strong> adattarsi allesituazioni e produrre il cambiamento.28


Bibliografia<strong>Genitori</strong> <strong>in</strong> <strong>cerca</strong> <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>“La prevenzione dei comportamenti a rischio <strong>in</strong> adolescenza”, T. Begotti, G. Borca,E. Calandri, Erickson, Gardolo, Trento 2008“La psicoterapia del corpo” D. Boadella, J. Liss, Astrolabio, Roma 1986“Il benessere nelle emozioni”, E.R. Giommi, S. Cristofori, La meri<strong>di</strong>ana, Molfetta 2009“<strong>Genitori</strong> e psicologo. Madri e padri <strong>di</strong> adolescenti <strong>in</strong> consultazione” Matteo Lanc<strong>in</strong>i,FrancoAngeli, Milano 2008“La Terapia Biosistemica”, J. Liss, M. Stupiggia, FrancoAngeli, Milano 1994“L’ascolto profondo” J. Liss, La Meri<strong>di</strong>ana, Molfetta 2004“Arrendersi al corpo” A. Lowen, Astrolabio, Roma 1994“Il corpo non mente” L. March<strong>in</strong>o, M. Mizrahil, E<strong>di</strong>zioni Frass<strong>in</strong>elli, Milano 2004“L’arte del counsell<strong>in</strong>g” R. May, Astrolabio, Tor<strong>in</strong>o 1991“Meno male che l’adolescenza passa”, Daniela Orland<strong>in</strong>i, Lucia Marchiori, Fabio Fiascone,Ed. Cafoscar<strong>in</strong>a collana Time out 2007“Promuovere la salute nei contesti educativi, comportamenti salutari e benessere tra gliadolescenti”, G. Petrillo, D. Caso, FrancoAngeli, Milano 2008“Counsell<strong>in</strong>g sistemico. Ascoltare - domandare - coevolvere” S. Piroli,E<strong>di</strong>zione Uni Nova 2006“Le parole sono f<strong>in</strong>estre (oppure muri)” B.M. Rosemberg, Esserci E<strong>di</strong>zioni,Reggio Emilia 2003“Il mondo <strong>in</strong>terpersonale del bamb<strong>in</strong>o” D. Stern, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, Tor<strong>in</strong>o 1987Nei contributi <strong>in</strong> rete su Bioenergetica, A.A.V.V., J. Liss, M. Stupiggia, E. Giommi“Scuola e salute a confronto - Tanti tessitori una sola rete”, Ed. Giunti - Progetti educativi,A.A.V.V.“Punto <strong>di</strong> vista”- L’’operatore a scuola. Un metodo <strong>di</strong> prevenzione a cura <strong>di</strong> Tanja Bettoli,Beatrice Rovigatti con il contributo <strong>di</strong> Alberto T<strong>in</strong>arelli, 2012“La prevenzione efficace <strong>in</strong> adolescenza: suggerimenti d<strong>alla</strong> letteratura scientifica”E. Calandri <strong>in</strong> S. Bon<strong>in</strong>o op. cit.29


“I Quaderni <strong>di</strong> Promeco”Ed. U.O. PromecoVia Francesco del Cossa, 1844121 FerraraRedazione e impag<strong>in</strong>azioneLe Immag<strong>in</strong>i, FerraraStampaCooperativa Sociale Arti <strong>in</strong> libertàVia Montever<strong>di</strong>, 1244124 FerraraIl Quaderno può essere scaricato dal sito:www.comune.fe.it/promeco


Promeco è un servizio pubblico istituito tramite un protocollo d’<strong>in</strong>tesatra Azienda U.S.L., Comune e Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Ferrara. Collabora attivamentecon l’Ufficio X-Ambito Territoriale per la Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Ferrara.Si pone l’obiettivo <strong>di</strong> favorire il miglioramento dei comportamentie degli stili <strong>di</strong> vita negli adolescenti al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> prevenire situazioni arischio, rafforzando la capacità <strong>di</strong> analisi critica, scelte responsabilie relazioni <strong>in</strong>terpersonali positive.In accordo con le scuole Promeco si occupa <strong>in</strong> modo specifico <strong>di</strong>prevenzione nei seguenti ambiti <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento: percezione del rischioe uso <strong>di</strong> sostanze legali e illegali; prevaricazioni e bullismo, relazioniproblematiche e <strong>in</strong>tegrazione del gruppo classe. Offre consulenzeeducative e percorsi formativi a docenti e genitori.Promuove progetti <strong>di</strong> ri<strong>cerca</strong> sociale, protocolli <strong>di</strong> valutazione <strong>in</strong> collaborazionecon L’Università <strong>di</strong> Ferrara e Bologna- Facoltà <strong>di</strong> Scienzedell’Educazione e Scienze della Formazione. Produce materiali<strong>in</strong>formativi- <strong>di</strong>dattici a supporto dei progetti.Contatti:Promeco - Via F.del Cossa n.18 - FerraraTel. 0532212169Fax 0532200092promeco@comune.fe.itwww.comune.fe.it/promeco


Assessorato Promozione <strong>delle</strong> Politiche SocialiPROVINCIADI FERRARAI programmi <strong>di</strong> prevenzione messi <strong>in</strong> campo da Promecoda qualche anno co<strong>in</strong>volgono anche le famiglie. Il volumefocalizza il lavoro svolto evidenziando il valore aggiuntoprodotto da questa scelta nelle d<strong>in</strong>amiche <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong> esostegno alle crisi nate dai momenti <strong>di</strong> sv<strong>in</strong>colo e crescitadei fi gli.I genitori fanno parte del sistema <strong>di</strong> riferimento degliadolescenti e <strong>in</strong> quanto tali rappresentano una risorsafondamentale per aiutarli a superare le <strong>di</strong>ffi coltà maggiori,ma al tempo stesso si possono trovare <strong>in</strong> situazioni<strong>di</strong>ffi cili da <strong>di</strong>stricare e bisognosi <strong>di</strong> <strong>aiuto</strong>.Le attività de<strong>di</strong>cate ai genitori e alle famiglie fanno parte<strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento complessi che <strong>cerca</strong>no <strong>di</strong>affrontare i problemi <strong>in</strong> chiave sistemica riprist<strong>in</strong>ando lerelazioni <strong>in</strong>terrotte.

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