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latte - Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani

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G.F. Greppi e P. Roncada85cheturia, galactosemia) o manifestazioni che giustificano l’interruzione dell’allattamento(ittero, diarrea, costipazione). Il <strong>latte</strong> vaccino, tuttavia, a volte nonè tollerato dai bambini in allattamento poiché alcune sue componenti proteichetermostabili (beta-lattoglobulina e caseina) vengono assorbite pressoché intattee riconosciute come proteine “estranee” da un organismo ipersensibile. L’intolleranzaal <strong>latte</strong> di vaccino viene convenzionalmente definita come APLV(allergia alle proteine del <strong>latte</strong> vaccino) o anche come intolleranza alle proteinedel <strong>latte</strong> vaccino (IPLV) e può interessare una percentuale variabile tra il 2 e il4% della popolazione. In ambito pediatrico, si calcola comunque che la frequenzatra l’1% e l’8%, con una predisposizione atopica della popolazione generalevariabile tra il 15% e il 20%. L’allergia al <strong>latte</strong> vaccino rappresenta comunquela prima causa delle allergie digestive nei Paesi industrializzati. L’esistenzadelle intolleranza al <strong>latte</strong> vaccino deve essere destinata in due tipi intolleranza:di origine immunologica e di tipo non immunologico. Fra queste ultime intolleranzela più nota è quella al lattosio dovuta ad una carenza di lattasi intestinale.In verità non tutti i disturbi e le sintomatologie riscontrabili nell’individuosensibile a seguito della ingestione di alcuni cibi sono riconducibili ad una allergiaalimentare (eziologia immunologica provata o probabile) poiché soventel’eziologia immunologica è decisamente improbabile ed in questi casi è piùopportuno parlare di intolleranza alimentare o pseudoallergia o idiosincrasia.Nelle APLV possiamo distinguere diverse tipi di allergia: di tipo I con una ipersensibilitàimmediata che comporta (schok anafilattico, orticaria, crisi asmatiche,disturbi digestivi gravi), nelle APLV di tipo III che comportano reazionidi tipo immunologico complesse sono caratterizzate da enteropatie ed emoraggieinterne. Mentre nelle APLV di tipo IV si osserva una ipersensibilità ritardatache causa una diarrea cronica. Le manifestazioni cliniche delle APLV sonomolto diverse e possono essere acute o ritardate digestive o estradigestive. Ilrischio di schok anafilattico è solitamente raro, ma può interessare circa il 10%dei soggetti APLV; i disturbi digestivi possono essere sia acuti che cronici; mentrele sintomatologie extradigestive descritte sono essenzialmente di tipo cutaneo(dermatiti, orticaria), respiratorie (asma), si possono verificare però, anchese con minore frequenza, disturbi renali, alterazioni ematiche e manifestazionia carico del sistema nervoso centrale ma anche di tipo neurologico.Il carattere proteiforme della sintomatologia clinica e la scarsità di criteri diagnosticispecifici (IgE totali e specifiche sono un criterio diagnostico solo nelcaso di APLV di tipo I, la biopsia intestinale ed i test di permeabilità intestinalesono difficili ed interessano solo le forme enteroepatiche). Vi sono ovviamentedei fattori predisponenti che possono favorire la comparsa delle sinto-

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