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Gli indignati - CHIAIA MAGAZINE

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PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3Il ciclone del V-Day travolge i politiciIL PALAZZO SOTTO PROCESSO. Piazza dei Martiri baricentro della manifestazionedi protesta voluta da Beppe Grillo. L’operazione contro «la casta» oscura PiedigrottaALVARO MIRABELLIPer Ente Provinciale del Turismo,Comune e Regione lecifre ufficiali della Piedigrotta2007 sono state vincenti. A cominciaredai 130mila accorsial concertone in piazza del Plebiscito,o dai 50mila presentiagli spettacoli musicali alla rotondaDiaz. Grandi numeri cheperò non convincono tutti. Sull'altropiatto della bilancia, infatti,ci sono i malumori di chiricorda il milione e 200mila eurospeso per i 12 giorni dellamegagiostra festaiola, di chiprende le distanze dal tenoreultrapopolare e rionale del programma,di chi soprattutto ribadisceche la contropartita turisticadell'evento è stata pari azero. «Difficile promuovere inItalia e all'estero una superkermessestrapaesana, innestatasul solito paesaggio di violenzae monnezza», è stata poi l'epigrafeingloriosa con cui moltioperatori turistici hanno gelatogli organizzatori pubblici.Il V-Day. Ma c'è di più. A zittire,sia pure indirettamente, legrancasse del Palazzo, ha contribuitotra l'altro una coincidenzabeffarda: l'8 settembre,senza sponsor politici, senzaopinion leader, senza sostegnomediatico, è scesa in piazza laNapoli degli arcistufi, quellache in cima ai pensieri ha solouna voglia: mandare a casa ipotenti che hanno ridotto lacittà a mattatoio della dignità.A funzionare da detonatore delmalcontento è stato un arruffapopoloincontenibile, unocon la missione di regalare incubialla «casta» degli intoccabili:Beppe Grillo. Il fatto è che,lo scorso 8 settembre, il comico,mobilitando via internet unautentico esercito di simpatizzantiin tutta Italia, ha invitatola gente a recarsi nella variepiazze italiane per sottoscrivereuna legge di iniziativa popolareintitolata «ParlamentoPulito» e basata su tre punti essenziali:1) No ai 52 parlamentaricon condanne penali: dunquenessun cittadino può candidarsial Parlamento se condannato,2) No ai parlamentariprofessionali che siedono inParlamento per decenni, 3) Noai parlamentari scelti dai segretaridi partito: dunque gliaspiranti deputati e senatoridevono essere votati dai cittadinicon la preferenza diretta.Tre proposte semplici, semplici,ingenuamente irresistibili, dafirmare nel giorno del V-Day(dove V sta per vaff…). Provocatorio?Forse. Una cosa è certa:chi aveva liquidato l'iniziativacome antipolitica e qualunquista,l'8 sera, a cose fatte, si èrimangiato tutto lo scetticismo,interessi compresi.Voglia di pulizia. Già, perché ilV-Day ha ottenuto un successostrepitoso nell'intera penisola,registrando affluenze da recordsoprattutto a Napoli, Chiaia intesta. Una Napoli che è letteralmenteesplosa nelle 2 piazzecittadine, scelte per ospitare laraccolta di firme: a piazza deiMartiri e a piazza Dante il V-Day ha incassato una partecipazioneda primato, numeriche hanno imbrigliato tutte lecritiche. Una specie di miracolovisto che a decine di migliaia,si sono ritrovati in strada, gomitoa gomito, quelli disgustatidalla sanità campana con isuoi 4,6 miliardi di debiti, quelliscioccati dagli sperperi stellaridello scandalo rifiuti, quelliinviperiti dalle 80 auto dirappresentanza della RegioneL’antipolitica. Le firme contro «la casta» raccolte apiazza dei Martiri. A sin: Roberto Fico, promoter del V-Day.Campania (costano alla comunità2 milioni di euro all'anno),quelli infuriati per i viaggi all'esterodegli assessori, quelli <strong>indignati</strong>dai miserabili 450 eurodel sussidio di povertà con cuidevono arrangiarsi 3469 famiglienapoletane ufficialmenteincapaci di sopravvivere (e altre28.572 sono ancora in attesaperché la Regione non è ingrado di elargire il contributo),quelli che più semplicementecoltivano un sogno: licenziarein tronco un vecchio regime,arpionato alle poltrone con leunghie e coi denti. E così, difronte ai numeri del V-Day, i politici,quelli napoletani in particolare,si sono ritrovati a condividerela spiacevole sensazionedi essere stati sorpassati daqualcosa di nuovo e di incomprensibile,spiazzati da un colossalerifiuto civile, senza precedentisoprattutto per le modalitàon-line della mobilitazione.Il popolo del Meetup. «Tuttospontaneo, tutto partito dalbasso, grazie al tam-tam di internetscatenato da Grillo», riassumeRoberto Fico, 32 anni,uno dei promoter del V-Daypartenopeo. Che aggiunge: «E'davvero le prima volta, nella democraziaoccidentale, che unasottoscrizione per una legge popolareraccoglie 200mila firmein un giorno solo». Roberto èun ragazzo dalla faccia pulitache, con altre centinaia di migliaiacome lui, sta infilando incontropiede la classe politicacon un'arma formidabile: «La“rete” con la sua democrazia liberae incontenibile. Noi infattiagiamo con una piattaformainformatica, tecnicamente conosciutacome Meetup : insommaun portale on line cheè un autentico alveo di raccoltadi idee e di proposte. Con duevantaggi giganteschi: il potenzialedi mobilitazione è illimitato,i tempi di mobilitazioneimmediati. Qui - spiega - ci aggreghiamospontaneamentecon passaparola fulminantiche portano in piazza un maredi persone, come è successo nelV-Day. E' il nuovo che spazza viavecchi schemi ideologici, partitici:roba che i politici non sonoin grado di capire. E non siamovirtuali, siamo tanti e reali:200mila firme sono lì a dimostrarlo».Schieramenti, etichette?Come il fumo negli occhi:«No, grazie, - chiarisce Roberto- Solo obiettivi pratici peruna una società migliore perchétutto nasce dalla voglia dipulito e di onesto. Le linee d'azione?Nascono al momentosul nostro portale: sono etichee non inquinate da interessi dipotere. La «rete» è una forza dirompentecon cui la classe dirigente,che stenta a capire, èormai costretta a fare i conti».Già, la «casta»: in futuro potrebbeessere proprio un maredi clic a seppellirla. E taralluccie vino di Piedigrotta potrebberonon bastare a salvarla.IL CORSIVOdi MASSIMILIANO DE FRANCESCOLA «NAPOLIROTTA»Pensavamo che, dopo la sbornia d’incendiestivi, una volta tornati in città, si placassela piromania. Sbagliavamo. Napoli puzzamaledettamente di bruciato. <strong>Gli</strong> eventi degliultimi giorni hanno il fuoco nel cuore. Laritrovata Piedigrotta, un tempo definita daMarinetti «incendio di gaiezza, di spirito e diingegno diffuso», ha dato il meglio di sé con lagiostra pirotecnica nel Golfo e il peggio conl’improvviso incendio di un carro alla RotondaDiaz. Lo «sterminator Vesevo» sterminato in unquarto d’ora, un cortocircuito fuori programmatra la gente che sgranocchiava mandorletostate e gli spergiuri dei vigili del fuoco. Altrocortocircuito - così dicono - quello di via Vespucci:sottosuolo in fiamme, sbuffi di fumo daitombini come se un drago annoiato si fossegirato nel sonno. E le piazze incendiate dall’indignazionedove le mettiamo? Dalla marciaanticasta dei beppegrilli ai «basta» della societàcivile contro il Paser, la Piedigrotta delle consulenze:Napoli brucia di rabbia anche se chi cigoverna si tura il naso e continua a sfogliare illibro del party. La questione vitale del momentoper i governanti non è il rilancio della città, maè che non c’è pecunia per la Notte Bianca.Troppe feste, casse bruciate. Chi paga i montatoridei palchi? Questa è la preoccupazione digiornata degli amministratori oltre, ovviamente,le candidature incenerite nel Pd, i carri del2008, l’atterraggio della «papamobile», ilfestival del teatro e il forum delle culture conparanza istituzionale - pagata da noi - intrasferta prossimamente a Monterey.In questo perpetuo falò delle vanità un pensierova al sindaco Iervolino, mai come ora vittimadel «fuoco amico». Non pervenuta a Piedigrotta- carnevale ad uso e consumo di Bassolino e delfido Dario Scalabrini, amministratore dell’EnteProvinciale del Turismo - Rosetta la fuochistaha le polveri bagnate. Il suo tempo è dedicato aspegnere i petardi della giunta e le bombe dellaRegione. L’ultima è stata quella lanciatadall’assessore regionale Marco Di Lello che hatuonato: «Napoli ha bisogno di una guida fortee autorevole, e non del balletto tra il sindaco egli assessori, con un continuo rimpallo diresponsabilità». C’è puzza di bruciato dentro efuori il Palazzo. Intanto Napoli, città alla qualesono stati incendiati gli organi del buonsenso,sembra aver ritrovato un po’ di sano ribellismo.Una città rotta e che si è rotta. Una «Napolirotta»tra speranze e vaffanculo. Auguriamoci chenon sia un fuoco di paglia.


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 41 2 3La carica dei 500 1. Il simbolo della protesta,distribuito ai manifestanti, sulla targadella Regione. 2. Ore 12.30, tutti sull’uscio diPalazzo Santa Lucia per chiedere efficienza etrasparenza: 500 in piazza e oltre 90 le associazioni.3. Foto-ricordo per i leader dellaprotesta sotto il balcone del Governatore. 4.La catena umana riesce a saldarsi: momenti dientusiasmo tra i partecipanti. 5. Mano nellamano: la protesta funziona. 8. Un «anello»della catena. 11. L’imprenditore Ninni de Santisdistribuisce l’adesivo della manifestazione.12. Con la coccarda sul petto, aspettando iprossimi appuntamenti dei «non rassegnati».1615NONPASERLO STRANIEROOSCAR MEDINA E NICOLA SELLITTIASSEDIO ALLA REGIONEIl brutto viziodelle consulenze esterneincendia la questionemorale. Un bandoda 3 milioni di euroscatena la rivolta dellasocietà civile. PalazzoSanta Lucia circondatada oltre 90 associazioni.Nella «catena umana»gli scontenti di destrae di sinistraStavolta la città si è rifiutata di incassare senzareagire l'ennesima decisione dall'alto. Oltre90 associazioni civiche, con la voglia montantedi trasparenza e buongoverno, si sono ritrovateil 5 settembre, davanti a Palazzo SantaLucia, per scaricare sull'uscio della Regione Campaniala propria rabbia di cittadini: e in circa 500non ci hanno pensato su due volte a formare intornoall'edificio una catena umana di protesta,compresi alcuni politici e intellettuali dell'interoarco costituzionale, intervenuti a titolo personale.Ma soprattutto gente comune, gente chegli ultimi scampoli di pazienza li ha esauriti difronte all'ennesima «pensata» di Andrea Cozzolino,assessore regionale alle Attività produttive,che nel silenzio mediatico di agosto, in una cittàspopolata, ha varato il bando del piano attuativoPaser, ovvero Programma di Azione perlo Sviluppo Economico Regionale.La rabbia. Nella jungla delle sigle e degli attipartoriti in quantità industriale da Palazzo SantaLucia, la mossa rischiava di mimetizzarsi ameraviglia, soprattutto nel deserto estivo: praticamenteuna cosa per pochi intimi. Ma non èandata così: la società civile, infatti, che da qualchemese ha deciso di aspettare al varco qualunquedecisione istituzionale, ha fatto i contiin tasca al provvedimento e quel che ha capitonon le è piaciuto. Ce n'era, anzi, a sufficienzaper arrabbiarsi di brutto e manifestare a musoduro, sia pure con grande civiltà di modi, direttamentesotto il balcone del governatore. Edunque: perché sul Paser i sospetti sono piovutia valanga, inclusi quelli esternati nelle settimanesuccessive sulle cronache cittadine dagente trasversale a tutti gli schieramenti ideologicie produttivi?141312


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 564 57Il Paser. Il fatto è che il Paser è partito nel modopeggiore perché ripercorre un sentiero lastricatodi precedenti negativi. Uno soprattutto,decisamente impopolare: quello delle consulenzepagate a peso d'oro dalla Regione Campania.Perché il Paser è proprio questo: cioè unbando d'appalto da tre milioni di euro, destinatoad ingaggiare esperti in grado di fornire consulenzeorganizzative e gestionali allo scopo diaiutare la Regione a programmare in Campaniainvestimenti per 750 milioni di euro (da effettuareentro il 2009). E' bastato questo perché ilpopolo dei diffidenti, che a Napoli negli ultimitempi è cresciuto a dismisura, avvertisse puzzadi bruciato.Ed è stato solo l'antipasto. Il fatto che un bandodi questa portata fosse stato varato a passi felpati,di soppiatto per così dire, nell'ovattata desolazioneagostana, ha autorizzato un dubbio legittimo:quello che la posta in palio fosse destinataalle orecchie di pochi. Malafede? Micatanto, soprattutto se poi si va a fare pelo e contropeloal capitolo dei requisiti richiesti agliaspiranti «consulenti» e dei tempi entro i qualivanno spedite le domande di partecipazione albando: ai concorrenti all'appalto (professionistio imprese), tanto per cominciare, è stato chiestodi inviare le richieste entro il 24 settembre.Chiedersi il perché di una scadenza così stringente,che nei fatti mette fuori gioco una fettanotevole di potenziali candidati, è stato il minimo.Epicentro della polemica. I timori peggiori, però,si sono materializzati quando i più sospettosisi sono presi il disturbo di andare a spulciarel'elenco delle credenziali richieste per partecipareal bando: oltre a possedere i requisitinormalmente richiesti (trasparenza penale, certificazionedi qualità etc.), le imprese partecipantialla gara devono, ad esempio, aver fatturatoalmeno 10 milioni di euro nell'ultimotriennio ed esibire almeno due referenze bancarieda parte di istituti primari.E a questo punto chi aveva dubbi, ha cominciatodavvero a pensare male: chi, infatti, è in gradodi sfoderare titoli così prestigiosi in tempi cosìstretti se non pochissime aziende nazionalio internazionali?Le accuse. E così intorno al bunker granitico delpotere le accuse hanno cominciato a fioccareimpietose: qualcuno ha invitato la Regione «asmetterla con le costose consulenze esterne»;gli ha fatto eco chi ha chiesto «di piantarla congli incarichi d'oro come ad esempio è successonella questione rifiuti»; altri hanno notato che«se l'amministrazione Bassolino continua a servirsidelle consulenze esterne, automaticamenteammette che i tecnici interni, quelli impiegatialla Regione, sono tutti incapaci»; altri ancorahanno rincarato la dose, parlando di «soldi buttati,quelli pubblici, in una regione che avrebbeil dovere di risparmiare fino all'ultimo centesimo»,«di consulenze regionali che sono diventatepiù di 3mila e che costano l'ira di Dio»,«di erogazione delle intermediazioni che servesolo ad alimentare il potere clientelare». Qualcunaltro, infine, ha tagliato corto, e il Paser loha bollato così: «Immorale».E se, nel gioco delle parti, le parole di fuoco deipolitici d'opposizione erano abbastanza scontate,è tuttavia singolare che tra le bordate piùdevastanti ci siano state proprio quelle dei compagnidi schieramento delle alte cariche regionali:quasi una rincorsa a prendere le distanzedall'autogol del Governatore.La società civile. Quelli della catena umana del5 settembre, intanto, affilano le armi: loro col«Vaffa…day» non c'entrano, ma sono figli dellostesso sdegno. E non mollano. Sergio Fedele,presidente di «Napoli, punto e a capo»: «Ho denunciatoil bando Paser ad agosto. E una cosami preme dirla: le associazioni civiche a giugnoerano 3, ora sono più di 90». E intanto punta ildito contro nuovi bandi che «favoriranno impresecinesi e indiane». Ninni de Santis, uomodi Confindustria, niente affatto tenero con i colleghiimprenditori di cui condanna l’assenzanella Napoli degli scontenti, lamenta anche «ilsilenzio dell'assessore Andrea Cozzolino, chenon degna di risposte neanche i suoi consiglieri»,e preannuncia che «la “manifestazione degli<strong>indignati</strong>” ad ottobre dovrebbe svegliare l'orgogliodella città». Stefania Martuscelli, al timonedell'Associazione Minerva rimanda tuttiall'imminente convegno-denuncia «La città chenon ci sta» e sventola il decalogo «10 volte bastaa...», una sorta di tavola dei comandamenti cheriassume lo spirito della protesta.All’insegna dello slogan «Non ne possiamo più»,ecco, in sintesi, i dieci punti in questione: bastaalla mancanza di legalità, alla mancanza di sicurezza,alla vergogna dei rifiuti, all’emergenzafiglia dell’incapacità, allo scempio di energieumane, allo spreco delle risorse umane/economiche/ambientali,al muro di gomma che paralizzala Campania, al vittimismo indifferente dinoi napoletani, all’irresponsabilità di chi governamale, al furto della nostra dignità.E il Palazzo? Solo imbarazzi, silenzi e qualchefragile, scontata replica sui pericoli dell’antipolitica.Personaggi e volti noti 6. MaurizioTesorone, Fabio Cicala, Fabio Chiosi e AlfonsoBrancaccio: scende in campo la Prima Municipalità.7. Il deputato di An Marcello Taglialatela.9. Stefania Martuscelli, presidente dell’associazione«Minerva» 10. Giulio Di Donato: avolte ritornano...e osservano. 13. Sergio Fedele,presidente dell’associazione «Napoli Puntoe a capo», applaude alla riuscita della manifestazioneinsieme a Ninni de Santis e RossellaPaliotto. 14. <strong>Gli</strong> imprenditori napoletani Ninnide Santis e Rossella Paliotto 15. Salvatore Pica,gallerista deluso dalla sinistra. 16. NicolaNapolitano, Fabio Chiosi ed Enzo Rivellini,consigliere regionale An.811109


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 6Ascultur, «estate serena» per gli anzianiPOLITICHE SOCIALI. L’associazione presieduta da Patrizia Agresti ha realizzatoun itinerario di 14 spettacoli destinati all’intrattenimento degli ultrasessantenniPINO FERMENTOHanno lavorato per gli anzianidi Napoli con l'impegnodi sempre: e l'obiettivo di regalareagli ultrasessantenni un'estatediversa è stato centrato. Lorosono i responsabili di Ascultur,associazione di cultura e turismocon sede a Chiaia, da anniimpegnata nelle attività delsociale e del tempo libero. L'organizzazione,presieduta da PatriziaAgresti e coordinata daGuglielmo Helbig, è stata cooptatadall'assessorato comunaledelle Politiche Sociali nell'ambitodell'operazione «Estate Serena»,per allestire da luglio asettembre un itinerario di 14 appuntamenti,destinati all'intrattenimentodegli anziani.Ascultur si è, dunque, prestataall’operazione, rispettando l’intentodel Comune che era quellodi combattere, con attività dianimazione e turismo, l’isolamentoe l’emarginazione delleIl gruppo Ascultur. Da sin: Giancarlo De Simone, Marianna Mercurio, AntonioCaruso, Guglielmo Helbig, Antonio Di Pernafasce sociali più deboli, promuovendola loro partecipazionee facendo scoprire ad esse imille volti della Napoli estiva. E’nata così l’idea delle feste spettacolo,concretizzatasi in unastriscia di eventi il cui consuntivosi rivela decisamente lusinghiero,alla luce del successo ottenutonelle diverse strutture incui sono stati ospitati gli spettacoli,ovviamente gratuiti. Divertimentoa domicilio per circa5000 anziani, insomma, in tremesi di programmazione: perchéla mossa vincente di Asculturè stata quella di allestire leproprie kermesse direttamentenelle «residenze» pubbliche deputatead accogliere ed assisterei cittadini socialmente più fragili,poi nelle Unità Operative diSalute Mentale (Asl Na1), infinenei centri di assistenza sanitariaper Anziani (Asl Na 1). Semplicela ricetta escogitata dagliintrattenitori: una piccola compagniateatrale, ha inscenatoperformance di animazione teatralee musicale, basate su unaformula interattiva che ha coinvoltoanche il pubblico, spingendoloa cantare, ballare e recitareinsieme agli artisti. «Coldoppio risultato - spiega entusiastala Agresti - di esercitare attraversoil divertimento ancheuna funzione terapeutica».Un pomeriggio davvero diverso,ad esempio, è stato quello vissutoa luglio dagli anziani, ospitatidal centro «Padre Ludovico daCasoria» in via Posillipo 24: tracori, spuntini e tanto buonumore«il pubblico - sottolineaHelbig - si è davvero rilassato, regalandopersino a noi organizzatorimomenti di autenticacommozione». E’ doveroso aggiungereche, all’interno di«Estate Serena» si sono sviluppate,sempre all’insegna dellasolidarietà, altre numerose offertedi intrattenimento per glianziani sulle quali si sono impegnatealtre associazioni: nelprogramma, infatti, anche ledodici mini-crociere organizzatenel Golfo di Napoli, i corsi di velae attività subacquea, le escursioniurbane sul bus «City-Sightseeing»,un ciclo di proiezionicinematografiche nelle sale dell’Ambasciatorie del Modernissimo,infine, gite a Sorrento e aCapri.Dai responsabili di Ascultur, intanto,la riflessione e l’augurioche, dopo “Estate Serena”, il sostegnopubblico al tempo liberodegli anziani si traduca in altreanaloghe iniziative da intitolaremagari “Inverno Sereno” o “PrimaveraSerena”. Auspicio che volentierigiriamo ai promotori delComune di Napoli, in primis all’assessorealle Politiche SocialiGiulio Riccio.TABELLONI PUBBLICITARI:CONTINUA L’INVASIONEChiaia Magazine è stato tra i primi a denunciare l’invasioneindiscriminata delle installazioni pubblicitarie,che deturpano la città e creano disagio ai cittadini,soprattutto del quartiere. La questione è ancoraaperta e nonostante le proteste provenienti da più parti,in agosto sono spuntati nuovi tabelloni. In quella occasione,il consigliere della Municipalità 1 D’Alessio eil presidente Chiosi hanno sollecitato invano il sindacoe l’assessorato al Decoro Urbano ad intervenire.Chiaia Magazine rinnova l’invito ai cittadini a segnalarenuove installazioni «discutibili».VIA FILANGIERI: FENDI FESTEGGIAIL SUO PRIMO ANNIVERSARIOLa boutique Fendi ha festeggiato un anno di aperturasabato 15 settembre con una giornata a «porteaperte». Molti i napoletani che hanno brindatoal primo anniversario partenopeo della nota griffe.Donne, soprattutto, attratte dalla possibilità di curiosaretra i nuovi arrivi A/I 2007-08. Tra le borse piùapprezzate: la B Mix in tessuto classico o Matrix, lashopping con il logo Fendi scomposto, la Chef (cosiddettaperchè assomiglia a un cappello da chef alcontrario), le baguette ricamate e l’attesissima Voodoo,in lana e piume di struzzo.RIVIERA DI <strong>CHIAIA</strong>: SEGNALAZIONE DI UN LETTOREZona pedonale o pista di motocross?Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione delsignor Francesco Montano.«Gentile redazione, presso gli esercizicommerciali alla Riviera di Chiaia, la zonapedonale che va dal civico n°127 al civicon°150, per una lunghezza di circa200 metri, di recente, è stata delimitatada paletti in ferro per salvaguardare ilpassaggio dei pedoni. Tale rimedio, però,non impedisce che essa sia attraversatacontinuamente da ciclomotori e motoveicolidi ogni genere che, ad ogni oradel giorno, percorrono tale tratto a velocitàeccessiva, mettendo in pericolol’incolumità dei pedoni e degli avventoridei pubblici esercizi, creando in talmodo seri ostacoli al normale svolgimentodelle attività commerciali. Piùvolte , inoltre, si è sfiorata la tragedia, allorchéqualche persona ha rischiato diessere travolta da queste persone incurantidi qualsiasi norma del codice dellastrada e del vivere civile. Recentemente,mio figlio Mattia, di appena 4anni, uscendo da un locale, ha rischiatodi essere travolto da una moto che, inquel momento, sfrecciava lungo questazona pedonale, indifferente della presenzadei paletti che servono a impedirela circolazione carrabileSembra assurdo che non si riesca a porrerimedio a tali episodi di inciviltà che,per il loro continuo ripetersi, rischianodi diventare quotidiana consuetudine,come è inconcepibile rassegnarsi a nonriuscire a trovare qualcuno nelle istituzioniche si faccia carico di un così elementarediritto a vedersi riconosciuto ilpassaggio pedonale su un’area a ciò destinata.Una soluzione potrebbe ancheessere quella di restringere la distanzatra i paletti, o disporli in modo diversoal fine di non consentire il passaggio aimezzi a due ruote, ovviamente, o almenoper i primi tempi, predisponendo adeguatavigilanza.Fiducioso, attendo un segnale dalle istituzioni,in cui continuo a credere (poveroilluso?), nonostante tuttoFrancesco MontanoIL MORSO DELLA TARANTAdi PAOLO D’ANGELO«CÀ NISCIUNO È... FEST!»Il passato ci insegna che da sempre iregnanti di tutto il mondo, nei momentipiù bui della loro storia, organizzavanofeste in quantità. Sembra che inItalia molti amministratori pubblicihanno raccolto il significato vero diquesta usanza e non solo. Con unostudio ancora più approfondito dellamateria, la nostra classe politica haimparato talmente bene ad utilizzarequesto sistema «festaiolo», a tal puntoche oggi viene definito un buon amministratoredella cosa pubblica colui che èin grado di organizzare quante più festeè possibile, diciamo una sorta di pierredella politica. Poco importa che con ipali della luce muoia qualche cittadino,poco importa che un questore allarmatodichiari che nei controlli «Alto Impatto»della polizia un fermato su tre risultaessere un pregiudicato, poco importa lamancanza di lavoro, l'immondizia o,spesso, la totale assenza dello Statovicino al cittadino. Sono stato ultimamentea Rio in Brasile e vi assicuro che,attualmente, sono più preoccupato nelfarmi un giro la sera a Mergellina chenon nella parte più interna di Copacabanaa Rio che chi la conosce sa che non èuno scherzo. Non ho mai visto tantimotorini tutti insieme, mai visto tantiragazzini senza casco liberi di poteragire senza alcun controllo e forti di unacultura dell'illegalità che oggi ci caratterizzapiù di ogni altro paese europeo.Bassolino, fischiato nell’ultima festa diPiedigrotta e nella piazza che lo consacrònuovo Re di Napoli, non è e non deveessere il solo ad essere fischiato, ma tuttauna classe politica che è cresciuta all'internodi logiche che con il bene dellacollettività non hanno nulla a chespartire. Come si può pensare che, dopomesi e mesi di notizie piene di mortiammazzati e di monnezza che hannoinondato Napoli e la Campania, organizzandouna festa, se pur di grande rilevanzastorica, si possa improvvisamenterecuperare una credibilità sul piano delrilancio turistico della nostra regione?Certo a parte il traffico è più sempliceorganizzare un grande evento di unanotte che 365 giorni normali senza feste,e dico «normali». Mi dispiace per Bassolinoperché di fondo è un passionale eprobabilmente ci ha anche creduto nelcambiamento, ma non ha avuto il coraggiodi cambiare il sistema politico campano,quello stesso sistema che lo haportato al potere. Comunque, a parte iltraffico, ben vengano le feste e soprattuttoquelle della tradizione, ma, caripolitici, ricordatevi che il popolo ècresciuto e parafrasando Totò: «Canisciuno è fest!» Dimenticavo: il Tg1 e ilTg5 sulla festa di Piedigrotta di Napolihanno riportato solo la notizia dell'incendiodel carro rappresentante il Vesuvioe dei problemi che hanno avuto ivigili del fuoco per raggiungere l'incendio,a causa del traffico in tilt e mipiange il cuore perché, a parte tutto, è lanostra città e quei fuochi a mare , in quelmare, erano unici al mondo.


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 8Pan, la bellezza pericolosa dello sprecoIL CASO. Con l’ultima mostra, «Dangerous beauty», il Centro haormai esaurito il budget comunale a sua disposizione. E ora?OSCAR MEDINAIn alto: ingresso del Pan e un’opera della mostra «Dangerous beauty»Èun cono d'ombra torbido e limacciosoquello in cui continuanoad agitarsi i criteri concui si spende il denaro al Palazzodelle Arti di Napoli. Ad innescarela polemica sulla contabilitàballerina di quello che confidenzialmenteviene chiamatoil Pan di via dei Mille fu, un annofa, la circostanza che il Centroaveva speso da marzo 2005 asettembre 2006 la somma mostruosadi ben 7 milioni di euro,col risultato che ad ottobre 2006le casse erano desolatamenteasciutte. L'assessore alla Cultura,responsabile della struttura, promisedi voltare pagina: lui, NicolaOddati, parlò di rifondazioneculturale e amministrativa,di un nuovo ciclo di sobrietàe di rigore nei conti interni. Pocodopo, nel novembre 2006, lanomina della 40enne Julia Draganovic,guru tedescoamericanadell'arte contemporanea, alladirezione del Pan, lasciò presagireun reale cambio di passo nellatormentata gestione del Palazzodelle Arti. Doccia fredda,però, per chi si aspettava novità.Il primo inquietante segnale èarrivato a dicembre: il convegno«Documentazione e linguaggidel contemporaneo», durato 2giorni, è costato 100mila euro.Qualche mese dopo, a 2007 inoltrato,l'assessore comunale al BilancioEnrico Cardillo ha varatoun preventivo di spesa per la cittàall'insegna di «lacrime e sangue»,tagliando a colpi di scure ifinanziamenti a tutti gli assessorati,in primis quello alla Cultura:Oddati, ad esempio, si è vistoassegnare per il Pan solo800mila euro. Dunque, un tettodi spesa obbligato per il Centrodi via dei Mille e un sospirone disollievo per i contribuenti napoletani.E invece, dopo la batostainflitta da Cardillo, il Pan ha ripresoa fare il passo più lungodella gamba. Basta fare i conti intasca al nuovo corso della gestioneDraganovic per rabbrividire.Dunque, vediamo. Tre, finora,gli eventi organizzati nel2007. Le cifre parlano da sole. Perla mostra «Dedica», dal 16 dicembre2006 al 17 marzo 2007,che ha celebrato i 20 anni di attivitàdel gallerista Artiaco, lostanziamento è stato di 220milaeuro a beneficio della societàElecta che ha realizzato l'allestimento.Per l'evento successivo,la mostra «Eroi come noi?», se nesono andati altri 245mila euro.Infine: per la mostra «DangerousBeauty», in cartellone dal 5 luglioal 23 ottobre, la giunta comunaleha stanziato, lo scorso 8agosto, la somma di 300mila eurotondi. La somma è destinataalla Società Civita Servizi inquanto realizzatrice dell'evento.In pillole: 770mila euro per treeventi. Il che significa che, allostato, i fondi comunali 2007(800mila euro) sono stati praticamentedisintegrati e che il Pan,attualmente, è di nuovo alla cannadel gas. Alla faccia dell'austerità.E così torniamo ai soliti,spiacevoli dubbi. Visto, infatti,che manca ancora parecchio allafine dell'anno e visto che l'agendadel Pan prevede altri eventiper il 2007, con quali soldi laDraganovic intende finanziarele prossime manifestazioni vistoche il Comune non ha più uncentesimo? Ve lo diciamo subito:i nostri, come sempre. Perché,come è già successo, quando nonbasta il denaro comunale, sarannoprobabilmente Regione eProvincia ad allargare i cordonidella borsa. Infine: a rendere piùfosche le previsioni, c'è la novitàche la Giunta Comunale ha presoatto del progetto, propostoglidalla Società Electa, per una nuovagestione del bookshop e dellabuvette-ristoro (attualmentechiusa) del Pan. Sembra un dettaglio,ma anche questo ci costerà,e pure tanto con l'andazzoche tira al Pan: ci farebbe piaceresapere quanto. E francamentetemiamo il peggio.COMMERCIOSHOPPING:LA NUOVAMAPPANegozi che vanno, negozi chevengono: fermento a Chiaiaper alcuni marchi che abbandonanola propria sede e sitrasferiscono altrove, altri cheinaugurano nuove vetrine,altri ancora che chiudonodefinitivamente i battenti.Ecco qualche anticipazionesulla nuova mappa delloshopping.Capitolo griffes: dopo la recenteapertura, in via Chiaia, diMariella Burani e il raddoppiodelle vetrine di Prada, un’altramaison internazionale consolidala propria presenza sulterritorio: Louis Vuitton,infatti, ha ampliato il negoziodi via Calabritto per far postoanche agli orologi e alle scarpeda uomo e da donna disegnateda Marc Jacobs. Alla conquistadi nuovi spazi anche LuiJo, chesta terminando l’allestimentodi due nuovi punti vendita invia Filangieri, tra cui unodedicato alla linea bambino.LuiJo subentra a Blasi sport,che chiude, e allo storiconegozio di scarpe Lola, che sitrasferisce di pochi metri, alposto di Cardillo, che purechiude. Cambio di sede ancheper Ricciardi che da via Carduccitrasloca a Piazza Amedeo,nei locali un tempo diCorsale, lasciando il posto aDeliberti, che così tocca quota4 esercizi in zona. (l.c)S. CATERINA DA SIENA:CANTIERE A RILENTOSofferto il recupero urbanisticodell'asse viario che va dapiazzetta Santa Caterina daSiena a piazzetta Cariati. Iltraffico, i disagi, la complessitàdegli interventi previstihanno perciò suggerito al«Servizio Valorizzazione CittàStorica», regista dell'operazione,di cantierare per segmenti.Il primo cantiere, decollato ametà luglio, sta interessando iltratto di via Santa Caterina daSiena, compreso tra piazzettaCariati e salita Cariati: moltigli intoppi, «a cominciare dalcaos dei sottoservizi (gas, luceetc) - spiega l'architetto GiancarloFerulano - . Contiamo difinire entro settembre. Poi“apriremo” in piazzetta SantaCaterina da Siena».CIAO AFRICAdi BEPPE AIROLDISÌ, VIAGGIARE...iaggiano anche le valige»“V(Achille Campanile). Vacanzae viaggio: temi complicati.Meglio, perciò, partire dalle definizioni:“vacanza” da “vacuum”,vuoto; vuoto da impegni quotidiani(negotium) per rilassarsi edabbandonarsi all'”otium”, chepuò essere foriero di stimoli diversi(philosoficum) o di stupidaggini.L'importante è che raggiungalo scopo. Ci sono persone,di cui ho ascoltato i racconti, chehanno fatto 20 ore di aereo perfarsi un bagno: viva la libertà! (Eche hanno speso 500 euro di surplusdi bagaglio per portarsi scarpee detersivi a Bali).«Viaggio»: «Andare in un luogolontano…procurandosi la provvistaper viaggiare». «Lontano» è ilcontrario di «vicino» («che è dellostesso vicolo, dello stesso quartiere»).Morale: se vai in Egitto, in unclub italiano, con tagliatelle allabolognese ed animatori italiani,sei andato in vacanza, ma nonhai viaggiato. Franco e Peppe della«Trattoria dell'oca» e Pasqualedi «Manfredi» (posti che vi consiglio)hanno fatto benissimo adandare in vacanza (finalmentefarsi servire, non dare ascolto aclienti scassaombrelli…), ma Lorenzo,che ha passato brillantementel'esame di maturità, e Francesca,che si laurea in architettura,devono viaggiare. Progettare(la provvista per viaggiare) con ilcompagno (rigorosamente dellostesso sesso, Paolo Rumiz direbbe«da soli») per andare nel sud delmondo: il nord si assomiglia tutto.Andare in Africa per impararedalla differenza. Capire, per esempio,«che noi abbiamo il confort,ma loro il benessere» (Fabrizio Carola).Dietro mio consiglio Achille, delbar della metropolitana di PiazzaAmedeo, ha fatto un viaggio inEstremadura (leggere «Verso Santiago»di Cees Nooteboom, Feltrinelli).La prossima volta andràin Burkina Faso (con solo bagaglioa mano) da Enzo Missoni(www.oasisonlus.it/oasisenzomissoni/centrooasis.html)o in Burundidal già menzionato ClaudioMarano (www.cejeka.com/Homepage.html).Bisogna solo evitare«le buche più dure».


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 9Scuola del gusto a Sant’Anna di PalazzoL’IDEA. L’associazione «Ciao Africa» punta sul recupero della sede del mercatinoprogettata negli anni ‘80. Il rilancio prevede la vendita-vetrina dei prodotti tipici localiADRIANO PADULAIn quella mappa suggestiva e caoticadei mercatini di Napoli, quello di Sant’Annadi Palazzo (nella foto), nel ventredel quartiere San Ferdinando, a duepassi da via Chiaia, doveva occupareuna piazza d’onore. Almeno questa eral’intenzione degli amministratori neglianni ‘80, quando affidarono al professoreSalvatore Bisogni - maestro dellafacoltà di Architettura di Napoli che agiugno ha tenuto la lezione di addio all’Università- il progetto del mercantinorionale di Sant’Anna di Palazzo. L’edificio- che finì sulla copertina di «Casabella»(nella foto), la più celebre rivistadi architettura dell’epoca - nacquesotto una cattiva stella: progettato daBisogni - e da Anna Buonaiuto - più divent’anni fa - vide la luce nel 2001. E loscandalo continua. Nel 2007, infatti,l’edificio è ancora inutilizzato, i boxsono sporchi e deserti e la vitalità immaginatadall’architetto, in quello chedoveva essere il «suo» mercatino, nonc’è mai stata.In una recente intervista, rilasciata alCorriere del Mezzogiorno, il professore Bisogniha confessato: «Per me è un doloreenorme osservare il mercatino diSant’Anna di Palazzo ancora nuovo, maabbandonato. Lo avevo immaginatopieno di persone, vivo, chiassoso comelo sono i mercati popolari (...) Sarei moltofelice di assistere alla sua rinascita,anzi alla nascita, perché l’edificio è costatomolto alla collettività e vederlo cosìè un gran dispiacere. Speriamo chel’amministrazione s’impegni a farlofunzionare. Sta di fatto che ora al mercatinovendono solo carta igienica eindumenti intimi, col permesso dei cinesi».L’idea per rilanciare intelligentementela struttura e valorizzarla senzaulteriori costi per i cittadini, c’è edha un nome - «Pane, burro e zucchero»- e un padre, Giuseppe Airoldi, psicologoe fondatore dell’associazione«Ciao Africa».Il progetto in questione è semplice:creare a Sant’Anna di Palazzo una scuoladel gusto, un mercato, insomma, chepotrebbe divenire la fiera stabile dellatradizionale ed unica qualità dei prodottialimentari locali. «Attualmente -sostiene Airoldi - considero inutile, sesi vuole pensare a una giusta riqualificazionedell’edificio, pensare a puntivendita che propongano esclusivamentegli stessi prodotti acquistabili aminor prezzo in un ipermercato. Dobbiamo,invece, recuperare la materiaprima genuina e artigianale, che diquesti tempi si sta fortunatamente contrapponendoalle tendenze alimentativedi tipo americano». La strutturac’è, manca un «vero» mercatino. Quellopensato da Airoldi dovrebbe perseguiretre finalità: vendita di prodotti tipicilocali (anche etnici, vista l’alta densitàdi residenti immigrati); vetrinapermanente dei produttori campani;educazione del gusto. Su quest’ultimopunto il progetto del fondatore di CiaoAfrica parla chiaro: «Il mercatino nonpuò essere solo vendita e vetrina, madeve diventare anche la sede di unascuola del gusto dove i bambini possanogustare sapori e odori che non conosconoed apprendere un’alimentazionepiù sana». Inoltre, il mercatinomade in Naples potrebbe divenire, se dovutamentelanciato, anche un importanteattrattore turistico in cui è possibileavere, in una sola struttura, unospaccato vero e genuino dell’invincibilearmata, mai abbastanza valorizzatain città, dei prodotti tipici locali.«Per la realizzazione del progetto - tienea precisare Airoldi - propongo lacreazione di una commissione compostada rappresentanti istituzionalidel Comune e della Regione e da tecnicidel settore, tra i quali inserirei, adesempio, Mario Avallone, uno dei maggioriconoscitori dei piccoli produttoricampani e Antonio Fiore, firma prestigiosadel Corriere del Mezzogiorno eesperto in gastronomia. Questa commissionedovrebbe arrivare in tempiragionevolmente brevi alla formulazionedi un progetto esecutivo».


DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 10Monte Echia, il mistero da un milioneIL CASO. Transennato da 2 anni il marciapiede di Santa Lucia a causa del costonefranoso. Fabio Chiosi: «Nessuna notizia dei fondi stanziati per il consolidamento»Un milione di euro sparitonel nulla. Fabio Chiosi,presidente della Prima Municipalità,non usa mezzi terminiquando allude al sontuosostanziamento, deliberato dueanni fa dal «Commissariatoper l'emergenza del Sottosuolo»per mettere in sicurezza ilpericoloso costone di MonteEchia (nella foto) a via SantaLucia. «E' dal 2005 che untratto consistente del marciapiedeè transennato a causadella caduta di pietre dallostorico monte. Uno scandaloche si è ormai consolidatosotto gli occhi di tutti, turisticompresi». Al progetto, realizzatoall'epoca dal ServizioTecnico di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo,la Sovrintendenzaai Beni Artistici e Ambientalimosse alcuni rilievitecnici, «ma il Commissariato,- incalza Chiosi - invece didisporre le dovute modificheprogettuali, ha abbandonatol'operazione, lasciando ilmarciapiede impraticabile econsentendo il permanere diuna situazione ad altorischio». Una grave omissionea danno dell'incolumità pubblicacui si salda l'inquietanteinterrogativo che il presidentegira all'opinione pubblica:«Dov'è finito quel milione dieuro, ufficialmente impegnatoper rimettere a posto il malandatoversante di Monte Echia?Ma non basta: perché il Commissariatoe il Comune nonhanno mai fornito rispostealle numerose interrogazioniin proposito?». Per saperecome un milione di euro possadissolversi nel nulla, allora, ilnumero uno del parlamentinodi Chiaia è disposto ad andarefino in fondo, «anche presentandoimmediatamente -informa Chiosi - un espostoalla Corte dei Conti». In ognicaso, però, in quel tratto di viaSanta Lucia che va dal ristoranteMarino all'inizio di viaChiatamone, resta in piedi lasituazione ad alto rischio per ipassanti. Anzi un rischiodoppio perché in agguato nonc'è solo la caduta di pietre dalcostone: per circa 20 metri,infatti, la gente è costretta ascendere dal marciapiede e acamminare con le auto chesfrecciano a pochi centimetri.Incognita che la Municipalitàdi Chiaia intende affrontarecosì: «Sul tratto incriminato,tra l'altro utilizzato comeparcheggio dagli abusivi, ilgoverno della Municipalità -spiega Chiosi - intervieneadesso con fondi propri, installandopannelli di contenimentodel tipo Orsogrill. Con unvantaggio doppio: scongiurareil pericolo che un'eventualecaduta massi possa colpirequalcuno e restituire il marciapiedial passeggio. E' ovviamenteuna misura tampone inattesa di informazioni precisesul recupero globale del costone».Sulla faccenda dei fondifantasma, infine, Chiosi nonmolla la presa: «A questopunto va fatta chiarezza sull'utilizzoin generale delle risorsedel Commissariato per l'emergenzadel Sottosuolo, visto chei responsabili non si degnanoneanche di rispondere a legittimerichieste di trasparenzadegli atti».EMERGENZA VANDALISMOS.O.S. Colonna SpezzataMunicipalità in campo contro i vandali. Neanche il tempo di restituirla,restaurata, alla città: nel giro di qualche mese la popolareColonna Spezzata è stato deturpata di nuovo. «La colonna siripresenta imbrattata dalle “scritte spray” di alcuni idioti, appoggiatipersino da alcuni assessori che definiscono i “writers” autenticiartisti», insorge il presidente Chiosi.MANUTENZIONE STRADALEVia Posillipo in pezziVia Posillipo come una gruviera. Il suo recupero è tra gli obiettiviprimari della Municipalità di Chiaia. «La manutenzione è affidataal sistema Global Service. Faremo pressione - annuncia Chiosi- perché le ditte inseriscano la strada tra gli interventi d'urgenza.Poi ci vorrà una nuova pavimentazione perché il sottostrato,ormai solo sabbia, non regge più e i cubetti saltano come birilli».MUNICIPALITÀ ON LINELa trasparenza corre sul web10 in condotta alla Municipalità 1, unica tra quelle cittadine adaggiornare puntuale lo spazio web che il sito del Comune di Napoli(www.comune.napoli.it) le ha riservato. I responsabili di Chiaia,infatti, riversano nella propria sezione on line tutte le notizie delgoverno municipale. Alto il gradimento dei cittadini.


chiaiamagazineSAPERVIVERESOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀTennislife Cup, la carica dei campioniL’EVENTO. Dal 22 al 30 settembre, al Green Park in campo le stelle internazionalidella terra battuta. Nel programma del torneo il vintage party di Chiaia MagazineLAURA COCOZZA<strong>Gli</strong> sportivi napoletani amantidel tennis, (e ce ne sonomolti), hanno motivo di rallegrarsi:da quest’anno la cittàavrà in calendario un altro torneointernazionale maschile. Sitratta della Tennislife Cup, torneoAtp Challenger con montepremidi 35mila dollari, in programmadal 22 al 30 settembrepresso il Green Park a Posillipo.Deus ex machina di questa importantenovità sportiva è EnricoRummo, avvocato cresciutopraticamente a «pane e racchetta»,visto che è dall’età di cinqueanni che coltiva la passione persmash e volée. Assieme ad altridue «patiti» come lui, SimonaMarzullo e Francesco Maisto, eforte di precedenti esperienzedi organizzazione di tornei tennistici,Rummo ha fondato nel2006 l’associazione Tennislife(quale altro nome avrebbe potutoscegliere chi ha speso unavita per il tennis?) ed ha decisodi realizzare il sogno: organizzareun torneo internazionale.Per la nascita della TennislifeCup, che ha ottenuto il sostegnodi prestigiosi sponsor e il patrociniodelle Istituzioni, la societàè riuscita ad aggiudicarsi unadata di fine settembre, particolarmenteambita nel circuito deichallengers Atp «perchè - spiegaRummo - gli specialisti di livellomondiale sono a caccia degliultimi punti nei tornei europei,prima che inizi la stagionesul veloce e al coperto, a loromeno congeniale». A confermadi quanto detto, Rummo snocciolai nomi dei primi iscritti allaentry list: l’argentino GastonGaudio, campione del RolandGarros nel 2005 ed ex numero 5del mondo; il marocchino YounesEl Aynaoui, numero 14 delmondo nel 2003, vincitore di 5tornei Atp Tour in carriera e chequest’anno ha raggiunto la finalealla Napoli cup in Villa Comunale;lo spagnolo Oscar Hernandez,attualmente numeroIn alto a sin. Enrico Rummo. A destra: Rummo assieme allo staff di Tennislife ovvero Simona Marzullo, Francesco Maisto,Dummy Casamassima, Irene De Angelis e Stefania Fasulo. Sotto: alcuni tra i protagonisti della Tennislife Cup al Green Park52 del mondo ed uno dei giocatoripiù in forma del circuitomondiale; il numero 1 del Brasile,Flavio Saretta, già nei top50 del mondo e tra i primi 16 delRoland Garros nel 2003; l’italoargentino Martin Vassallo - Arguello,quest’anno salito al numero58 del mondo; e ancoraMarc Lopez, Alberto Martin,Pablo Andujar.Questi gli stranieri. Ma nella primalista degli iscritti c’è ancheuna folta schiera di azzurri: igiocatori di coppa Davis FedericoLuzzi e Alessio di Mauro, entrambinei top 100 mondiali nelcorso della propria carriera; l’emergenteFlavio Cipolla, capacedi impegnare un campione comeRafael Nadal al Roland Garrosdi quest’anno; Paolo Lorenzi,Simone Vagnozzi e FrancescoAldi.Per l’occasione, il Green ParkTennis Posillipo, scenario dellaprima edizione della TennislifeCup, ha allestito un campo centralinocon 150 posti a sedere eun campo centrale con capienzadi 800-1000 posti. Sabato 22 edomenica 23 settembre ingressogratuito, 5 euro per il restodelle partite, 10 euro per semifinalee finale. Per l’intera duratadella manifestazione, ingressogratuito per tutte le scuoleSat della Campania. L’affluenzadi pubblico durante i 9giorni del torneo, nelle previsionidegli organizzatori, dovrebbeaggirarsi intorno alle10.000 presenze. Un risultato sucui la Tennislife punta molto,anche per attuare l’obiettivo futurodi moltiplicare gli eventidedicati al tennis nel corso delprossimo anno. Un successo dipresenze sarebbe infatti il trampolinodi lancio per altre importantiiniziative.La prima edizione della TennislifeCup si preannuncia dunquein grande stile, e non solo sottoil profilo sportivo. <strong>Gli</strong> organizzatori,infatti, non hanno dimenticatodi curare l’aspetto«mondano» che sempre e comunquefa parte di un torneointernazionale degno di questonome. Il programma degli avvenimentiserali prevede appuntamentiper tutti i gusti. Acominciare dagli aperitivi al calardel sole, con tanto di vistasui Campi Flegrei dal GreenPark; player’s party; serata dimusica al Blonde Cafè del Chiatamonee pizza party.Ma soprattutto, (e scusate se èpoco), l’appuntamento piùtrendy della settimana di giocosarà la festa organizzata dallostaff di Chiaia Magazine, con ilconsueto corredo di ottimo ciboe strabiliante musica da ballo.Venerdì 28 settembre al GreenPark si accenderanno le luci sulVintage Party targato Chiaia. Sidice: squadra che vince non sicambia e quindi, dopo i consensidel precedente appuntamentocon il Vintage style di Piero Natalee Mariano Rano, i due djtorneranno a far ballare il popolodi Chiaia a suon di vinile.E il Gran Caffè Cimmino metteràin campo nuove prelibate leccornie,anteprima di piatti e sfizicon i quali a breve partirà allaconquista anche dei milanesi.Costo della serata 10 euro e, comesempre, l’ingresso rigorosamentesu lista.FESTE&SOLIDARIETÀLe iniziativedi ChiaiaMagazineChiaia Magazine riaccende imotori del divertimento e ripartealla grande con il party, ancorauna volta nel segno del vintage,nell'incantevole struttura delGreen Park Tennis. Appuntamentoil 28 settembre per una serataricca di sorprese e di campioni diterra battuta che si darannobattaglia dal 22 al 30 nella primaedizione del Torneo TennislifeCup. Quello del 28 è il quintoevento che lo staff di Chiaia Magazineorganizza per i suoi lettori esostenitori. In questi quasi dueanni di vita, il mensile che si èimposto non solo nel territorio diChiaia- San Ferdinando-Posillipo,ma si sta espandendo, comedistribuzione, nell'intera città, hacreato serate a tema che hannovisto un grande successo di pubblico.Ricodiamo la prima festa delgiornale il 19 luglio 2006 al SohalBeach. In quell'occasione fu lanciatoanche il motto della nuovainiziativa editoriale: «Mira allaluna: anche se sbagli finirai nellestelle». Il 15 dicembre 2006, invece,a Palazzo Pignatelli, lo staff delgiornale riuscì a organizzare «Ilgran burraco di Natale». La manifestazionefu pensata per dare unamano all'associazione CarmineGallo Onlus che, con tenacia eserietà, si dedica ai bambini deldipartimento Onco-Ematologicodell'Ospedale Pausilipon. Trapremi e pinelle, in quella serataChiaia Magazine raccolse 1300euro che furono consegnati,successivamente, ai resp0nsabilidell'associazione nella strutturaposillipina di Bougainvilla. Il 27aprile 2007, «Tutti pazzi per ilvintage» è stato il titolo, invece,dell'evento clou del torneo femminiledi tennis al Green Park, mentreil 22 giugno, sempre a Bouganivillac'è stata «La notte dei prodigi»,festa che, tra finger food emusica lounge, ha visto comeprotagonisti cartomanti e chiromanti.Insomma, feste e solidarietànel nome della bella gente e delsano divertimento. In questacavalcata di eventi, immancabile lapresenza della buona musica, deinostri inseparabili sponsor e dellarinomata astronave del gusto delGran Caffè Cimmino. Nel prossimimesi, infine, Chiaia Magazinestilerà un programma di eventi emanifestazioni che potrete leggeresul giornale o scaricare dal sitowww.chiaiamagazine.it. Un'anticipazione?Un torneo di calcetto euno di playstation.


SPECIALE CULTURA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 12PIEDIGROTTAINONDAZIONE UMANALA FESTA DELLE FESTEDai riti orgiasticinella grotta di Pozzuolialle parate borbonichein onore della Madonna:storia e curiositàdi una ritualità collettivache tanto piaceva aDi Giacomo e MarinettiMASSIMILIANO DE FRANCESCOLa sua storia fu un tale intreccio di tradizioni e cultureche mise i brividi persino a quel «testone» di BenedettoCroce. La sua anima fu così inimitabile che Raffaele Vivianitentò di racchiuderla in un poemetto. Il suo mitoammaliò a tal punto quel genio di Salvatore Di Giacomo,tanto da costargli un seggio in Parlamento. Festa di Piedigrotta:«ammuina» nella storia, «ammore» nell’anima,«rummore» nel mito.Dalla copiosa letteratura sull’evento, dai racconti di chine ha vissuti gli ultimi fuochi, dal carnet fotografico chene illustra il potere creativo - parate di carri sontuosi, mascheratee triccaballacche, luminarie fiabesche, orchestrinetrionfanti, giochi pirotecnici, arsenali di coppi,spolverini e scetavajasse - s’intuisce, senza possibilità d’errore,che Piedigrotta fu la massima espressione dell’ostentataallegria d’un popolo fiero d’essere napoletano.Fu un rito d’appartenenza alla Nazione Partenopea, celebratoin una furia di luci che incendiava una città intera;chi vi partecipava, chi ne organizzava la messa in scena,ci teneva a far sapere al più distratto forestiero o alpiù spaurito occhio della via Lattea, che in quello spettacolodi perdizione e di devozione, in quei cori d’inni bacchicie mariani, in quel mescolio di canzonette e marionette,in quel indiavolato «votta votta» tra spacciatori disantini e venditori di fichi d’India, sfilava l’autentico e originalecuore di Napoli. Un cuore da primato, impossibileda «pezzottare»: «Sta festa ’o ssa’, nasce e more ccà! Chia vo’ rifa’ nun po’ imita’! È ’o stesso popolo che ’a fa; e chistupopolo sta cca’; e a nisciun’atu pizzo ’e munno ’o puo’truva’!". L’incipit della Piedigrotta di Viviani (1912) sanciscel’esclusività dell’evento: la storia complessa, a tratti misteriosa,delle sue origini, ne alimenta la leggenda.Non è un caso che nel 1892 su «Napoli Nobilissima», Croce,nel rispondere alle sollecitazioni dell’amico Di Giacomoad interessarsi alla festa, scriveva: «Mio caro Di Giacomo,mi chiedete un articoletto storico su Piedigrotta:cosa facile e difficile». Timori crociani confermati dal fattoche della kermesse non si conosce la data di nascita.Una cosa è certa: tutto ebbe inizio in una grotta. Sin dall’etàromana, a tre miglia fuori Napoli, in un paradiso dicampagne con il suo Olimpo sulla colle di Posillipo, esistevauna località nota con il nome «piè di grotta» per unbasso passaggio di 700 metri che univa la spiaggia diMergellina a Pozzuoli. Nell’oscurità della galleria si celebravanoriti orgiastici. Nelle vicinanze pare, infatti, cheesistesse un tempio dedicato a Priapo, protettore delle«scappatelle». Un clan di sacerdotesse apriva le danze: uninvito a nozze per gente dionisiaca. Il pellegrinaggio notturno,che aveva come mèta la grotta, traeva le sue originida quel delirio collettivo: l’esodo per raggiungere l’epicentrodel baccano continuò per secoli.Napoli non sa essere profana se non è anche sacra. In quell’angolo del mondo, consacrato al mito sia per i riti dellagrotta di Pozzuoli che per la Tomba di Virgilio, era necessarioche un santuario chiudesse il triangolo della venerazione.E se il popolo aveva già una chiesetta in cui adorarela Madonna dell’Idria (Giovanni Boccaccio in una letteradel 1339, indirizzata a messer Francesco de’ Nardi,parla di una processione di nobili e plebei in onore di una«Donna de Pederotta»), il santuario vero e proprio fu costruitoin seguito all’apparizione in sogno della VergineMaria a tre devoti.Era la notte dell’8 settembre 1353. La Madonna rivelòil luogo in cui era seppellita una sua immagine: lì dovevaessere innalzata una chiesa. Il sogno convinse i napoletania racimolare i soldi per la costruzione del santua-Album. Carrellata delle suggestive foto delprezioso Archivio Ruggieri sulla Piedigrotta del1959. In alto da sin: sfilata e tripudio; il carro delVesuvio fumante; il santuario illuminato a festa.In basso: un gigantesco «canzoniere» di luci.A destra: copertina della «Piedigrotta» di Cangiullo,da lui stesso realizzata (1916).L’assordante incipit di CangiulloNel 1913 il futurista partenopeo FrancescoCangiullo scrive «Piedigrotta», poemaparolibero ispirato alla festa delle feste.L’opera fu più volte eseguita, a Roma e aNapoli, dal duo Marinetti-Cangiullo. Eccol’inizio scoppiettante del poema.NAPOLI inondazione umana inumana acqueflusso riflusso di FOLLA 2.000.000 ITALIANI +1.000.000 forestieri gonfiate da putiputiputiferiodi PUTIPUT’PUTIPU’ TRICCABALLACCHECACCAVELLE SCETAVAIASSE TooOOFE TooOO-FE TAMBURI NACCHERE SONAGLIONI 100000arsenali di SIIIIRENE (ASSORDANTE BOLLENTERUUULLANTE TIN-TIN-NOONAANTE RIGURGI-TANTE MARTELLANTE FUCINEGGIANTE OFFI-CINEGGIANTE) RuuumoOOre dei calderari(ZTETEINZTEINZTEINZ NDANZAINDANZAIN-DANZAIN NZINZINZINZINZINZINZINZINZIN)Cavalloni nuvoloni SUONOCannoneggiamento INVASIONE ARIA NAPOLIIevasione di serragli umani (le case) per la foiosaturbinante giostra girandola della VITA ET-NOGRAFICA Piedigrotta acque NAPOLI inondazioneumana inumana gonfiate da uraganodi TROMBE TE: TE tete/ TE’ TE’/ TE tete/ TE’ TE/(da capo all’infinito)TROOOOOMBEETTOOONITROOOMBET-TE-TE-TE-TROOM-BETTeeeelle TROOMBETTtiiiinee...iiiinne


SPECIALE CULTURA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 13rio; scavando le fondamenta, il ritrovamento di una statualignea, li stregò definitivamente. Grotta e santuario:perdizione e devozione. Religioni opposte che si attraggono.La notte del 7 settembre per Priapo, il giorno dopoper Maria. Culti che inevitabilmente si sfioravano, si mescolavanotra Ave Marie e putipù. Fu così che Piedigrottadivenne l’atto finale di un viaggio di piacere e di gioia;un fiero momento di aggregazione «tradizionale».Questa ritualità collettiva, che rimase intatta nei secoli,pur non essendo vista di buon occhio dai re e vicerè stranieri,timorosi che il popolo, unito nella festa, potesse darluogo a pericolosi tumulti, trovò nei Borbone dei formidabiliprotagonisti. Agli strepitosi baccanali e alle processioni,la dinastia aggiunse le parate militari. Carlo III,difatti, fece di Piedigrotta la festa nazionale del Regno indipendentecollegando l’evento con la vittoria sugli austriacia Velletri (1744) e, oltre che per chiari intenti propagandistici,l’8 settembre si recò al santuario marianocon un superbo corteo al seguito. La stagione delle parateera iniziata: la folla chiassosa del popolo fu messa inriga, ai bordi delle strade, dalla maestosa cavalcata reale.«Ai tempi borbonici - affermò Francesco Terranova in“Napoli Ieri” - la parata aveva tutto il sapore d’una manovraguerresca. Corpi della Guardia, corpi facoltativi,reggimenti di linea, artiglieria, cavalleria, erano schierati,tanto in ossequio alla Madonna, quanto per avviso ainapoletani, dato il caso volessero permettersi qualchevelleità rivoluzionaria. E tra lo sfoggio delle uniformi, trale dorature e le argentature delle tenute di gala, primeggiavail rosso fiammante di quegli svizzeri che i napoletanichiamavano volgarmente titò. Soldati di ventura i qualinon conoscevano che la paga e il giuramento militare:pronti a sciabolare anche la madre che li aveva partoriti».1860: l’anno delle Camicie Rosse. Garibaldi, inneggiatodalla folla, si recò alla festa e al santuario.Con la fine dei Borbone, finì lanobile consuetudine della parata. Passaronotre lustri e più prima che l’estrodi un manipolo di giornalai risvegliòla festa di Piedigrotta. Il 7 settembredel 1876, gli edicolanti di tuttii rioni, capeggiati dall’intrepidoLuigi Capuozzo, allestirono la parodiadella parata: sfilarono per lacittà, indossando divise borboniche,elmi chiodati di carta velinae vestiti alla titò. Fu un trionfo chealimentò negli anni a venire la fantasia plebea. Ogni personaggiosi ritagliò un ruolo nello spettacolo: l’edicolantedon Peppe Quaglia si specializzò nel fabbricare coppoloni,scopettoni e lampioncelli (Ferdinando Russo glidedicherà questi versi: «Cca ce sta don Peppe Quaglia/taglia’ncolla, ’ncolla e taglia; N’ha tagliato vintisette/n’haazzeccato trentatrè…»); Giacomo Schisano, meglio conosciutocome don Giacumino ’a sirena, fu il più grande costruttoredi tofe; e poi c’erano «’e mast ’e festa», come VincenzoBertano, detto Scialone, Antonio Pisa, detto Capepicchierellache, tra carri ancora in fase di montaggio, ruotedi luminarie e ruoti di paccheri imbottiti, si sentivanoi guappi di un sogno.Il poemetto piedigrottescodi Viviani si chiudecon i versi: «E chisto è Napule,ca tene cante a suone:nun magna pe’ ’fa’ ’ecanzone, nun dorme pe s’’e canta’». Un altro attestatod’esclusività. Sagra dellecanzoni napoletane: Piedigrottafu anche questo, soprattuttonegli ultimi vent’annidell’‘800 e nei primicinquant’anni del ‘900. Fin dal1835, nel corso della festa nellagrotta di Pozzuoli si sfidavanocantanti improvvisati: la canzonegiudicata più bella era proclamatala regina dell’anno. Piedigrottaportò la voce e la musicadi Napoli nel mondo. Fu unasorta di radio vivente di piazza,un’arena di poeti, geniacci, posteggiatorie futuristi (Marinettiscriverà: «Amo il putipù: rumorearancione e ironia violenta») un amplificatore d’«ammore»,la chiave di svolta del pentagramma partenopeo.I più grandi presero parte a quel rito canoro. Il più grande,Salvatore Di Giacomo, autore peraltro di un fascicolodal titolo «Piedigrotta forever», fu vittima, invece, nel1924, appena si seppe che Mussolini voleva farlo senatore,di una campagna denigratoria che derideva la suapartecipazione alla kermesse napoletana. Vittorio Paliottiin «Napoli sconosciuta» ricorda: «L’espressione “Piedigrottain Senato” rimbalzò sui giornali, echeggiò in comizie comizietti e la camera alta, perplessa, respinse lacandidatura. Se non fosse stato l’autore di popolarissimecanzoni che effettivamente avevano trionfato a Piedigrotta,il laticlavio non gli sarebbe stato negato».Il progresso spense i fuochi della festa delle feste. La radioe la televisione divennero mezzi di diffusione dellacanzone molto più efficaci delle piazze, delle copielle edel glorioso pianino ambulante. La canzone napoletanas’inscatolò: perse la libertà e il tepore della strada. Dopogli anni ’50, le uniche fiammate piedigrottesche ci furonodurante gli anni laurini. Poi, un declino inesorabile.Anno 2007: le istituzioni rispolverano Piedigrotta. Tantavolontà, ma spirito ancora in soffitta. Potrà mai ritornarela vera Piedigrotta dove «l’ammore dura ‘na nuttata?».


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 14&LA SCUOLA DELLA FORTUNA. Pronti, partenza e via: annoscolastico iniziato, i soliti problemi, le solite materie. Allatabaccheria di Largo Ferrantina a Chiaia, Alberto Postiglione,professore della fortuna, dà lezioni di lotto. Molti alunni,tante speranze, buone vincite. Nel mese di Maria e SanGennaro, le combinazioni giuste hanno odore di sacro. «Ilterno del mese - afferma Postiglione - è quello di San Genna-terni favolero: 18 (il sangue) - 19 (San Gennaro) - 66 (il miracolo). Dagiocare categoricamente su Napoli e su tutte. Da non dimenticarsi,poi, dell’ambo della Madonna: 8 e 12, ambo dagiocare su tutte le ruote e per l’intero mese». Settembre èanche il tempo di Padre Pio: « Il terno del santo con le stimmateè 23 (Padre Pio) - 66 (il miracolo) - 9 (le stimmate): dagiocare su Napoli, Roma, Bari e Milano, almeno per 6 estrazioni».Postiglione incalza con la sua consolidata esperienzae propone ancora il terno degli studenti: 52 (i libri) - 60 (lascuola) - 57 (il diario) e quello del proverbio «Alla fortuna(90) bisogna lasciare la finestra (57) aperta (ai soldi chefanno 46)». Buona fortuna e buona lezione.Il colmo delfumatore: lasciarsfumare i soldi;il colmo del giocatoredel lotto: viverein e-terno.Renato RoccoSFIZI&NOTEdi MASSIMO LO IACONOL’ESTRO DI RICCARDO CANESSATre regie d'opera in tre mesi, e tutte e tre nella propriacittà, o quasi, è certo un record. Ma è questo «quasi» a dareragione astutamente al detto antico, «Nemo propheta inpatria». Sì, perché delle tre regie di Riccardo Canessa, autorevoleesponente della vita culturale ed artistica di Chiaia-Posillipo, due sono state realizzate nel «Miglio d'oro», unaalla Foresteria di «Villa Favorita» e l'altra a Villa Campolieto,cioè, ad Ercolano e l'altra ancora certo in Napoli, all'ArenaFlegrea, e su commissione della Provincia di Napoli, ma inuno spettacolo del «Verdi» di Salerno. Le opere erano, rispettivamente,«Rigoletto» di Verdi, «Il Campanello» di Donizetti,ripresa di una felice produzione creata in Anacapri per la«Fondazione F. M. Napolitano» negli anni scorsi, ed infine«Tosca» di Puccini. La prima è stata prodotta dall' «ANCEM»,la seconda dal «Festival delle ville vesuviane» al suo ventennale,e della terza s'è detto. L'orgoglio «di quartiere», di contrada,se fossimo a Siena sarebbe esplicito, da noi tutto è un po'diverso. L'apprezzamento, in Italia e sotto altri cieli, per leregie di Riccardo Canessa è ovunque unanime. Nel 2001, adesempio, è invitato in Spagna per diverse rappresentazioni di«Rigoletto»; debutta all'Opera di Marsiglia con «I lombardialla prima Crociata» e si occupa degli allestimenti della«Serva Padrona» in Veneto e dell'«Elisir d'amore» ad Orvieto.Nel 2002 torna a Marsiglia con ben due titoli: Macbeth e DonChisciotte, quest'ultimo ripreso anche a Nizza. Ottieneinoltre un grande successo personale al Regio di Parma con ildittico «La Clochette» di Egidio Romualdo Duni e «Il Campanello»di Donizetti. Il suo segreto, avendone visto pure qualchealtra produzione, ad Ercolano e Anacapri sempre, si puòipotizzare consista nel delineare con garbo e chiarezza ilracconto, facendolo gustare a tutti, curando con amore eprecisione la disinvoltura del gesto del cantante, ricordandoche non è un attore, né può esserlo. «Inventando» con misura,lasciando la musica a fare da protagonista.NUOVE APERTUREAtelier Luisa Chirico, il regno delle sposeGIANLUCA GALLOANapoli, in via Mariano D'Ayala14, ha inaugurato da pochigiorni l'atelier Luisa Chirico(nella foto), marchio illustrenel settore degli abiti da sposasartoriali. Per festeggiare i quarantaanni di attività, la secondagenerazione, Daniele Esposito,accompagnato dalla moglieLuisa, ha dato vita ad unospazio esclusivo e riservato dovetrasmettere alle proprieclienti l'aspetto più professionaledell'attività di famiglia.Unico comune denominatoresono la ricerca, la cura dei particolarie i materiali di eccelsafattura rigorosamente italiana.Il fine ultimo è quello di coccolarele future spose, accompagnarlepasso dopo passo fino alfatidico sì, esaudendo tutti i lorodesideri per l'abito più importanteche ricorderanno persempre. Linee sobrie, delicateed essenziali, stoffe prevalentementeavorio e una manifatturainteramente artigianale napoletana,sono da sempre l'unicaprerogativa di un abito «LuisaChirico».La collezione 2007 - 2008 segnauna svolta decisiva nello stiledella maison; lo studio stilisticopredilige l'utilizzo di tessuti ricercativalorizzati nell'originalitàdei tagli e nella cura dei piccoliparticolari anche nell'utilizzodi pizzi delicati, che per laloro preziosità non necessitanodi ulteriori arricchimenti; piccolipunti luce, sottili passamanerie,originali accessori trasformabilie combinabili contribuisconoad esaltare la particolaritàdei singoli capi rendendoliunici. Modelli moltopuliti, mai troppo ampi, lineemorbide adatte ad una sposache desidera essere semplice enel contempo raffinata e chevuole valorizzare il proprio corpocon un abito realizzato esclusivamenteper lei. Il segreto delsuccesso della maison è racchiusonella soddisfazione dellesue clienti ed è determinatodal fatto che Daniele e Luisamettono a disposizione delleproprie frequentatrici, in unambiente elegante e riservato,l'esperienza maturata in tantianni di attività, consigliando loromodelli che si addicono alleproprie esigenze, suggerendoanche tutto ciò che ruota attornoall'abito come scarpe, acconciatura,velo e accessori vari.Si riceve solo su appuntamentoal numero 081-4104489,al fine di non trascurare le futurespose e dar loro tutte le attenzionidel caso.LIBRIDINECarratelli sulle tracce del «leopardo» WinnebaAURORA CACOPARDOSe è vero che tante frontieresono state cancellate dalpotere sottile della parola,che è l’elemento descrittivo dipoesia, terre sconosciute maanche snodo di sentimenti, dicomportamenti, allora il libroè un luogo letterario senzaconfini, un occhio aperto sulmondo, ricchezza dell’animae perché no antidoto allasolitudine. Tutto ciò è quantosi coglie leggendo «L’ombradel leopardo» di Mimmo Carratelli (Edizione Compagniadei Trovatori, Napoli 2006, 8 euro). L’autore - unadelle penne più brillanti del giornalismo partenopeo -vive a Napoli e ha al suo attivo una decina di libri,prevalentemente «sportivi» ed ha avuto due premiimportanti: Premio Unione Stampa Sportiva nel 1972 ePremio Coni per la storia della Nazionale italiana dicalcio. Il romanzo «L’ombra del leopardo» è la storia diun giovane promettente calciatore che dal Ghana sitrova per caso ad essere protagonista nella «Scala delcalcio», la Milano dei primati e aspirazione di ognisportivo. Nel romanzo, che qualche critico ha definitofavola, si notano presenze totemiche, figure-stereotipebuone a inscenare, anche con ironia, una molteplicità direlazioni di coppia (Lilly e Winneba) o parentali (Winnebae il nonno), simboli di una esistenza che rimanda aisuoi termini primi. Una sorta di particolare autoritrattoo il desiderio sotteso in tutto il racconto di indicare uniter morale e civile, che può ancora far sì che il calcio siaun gioco fatto di passione civile, lealtà e rispetto delleregole. L’incipit del libro è suggestivo: «La prima voltache vide il leopardo aveva dieci anni e gli sembrò unacosa magnifica...». La relazione uomo-animale è un’autenticacategoria interpretativa. Il leopardo diventastrumento del destino e legato a doppio filo alle vicendedi Winneba. Pretesto per una lettura etico-didascalica,ma anche immagine prestata al linguaggio umano indifficoltà di fronte a concetti troppo complessi. Simbolodi qualcosa di diverso: del cammino di Winneba versouna conversione piuttosto che verso la perdizione, dellafedeltà invece del tradimento: «... gli schemi ucciderannoil calcio. Ricordati questo, Geppino... echeggiò l’ultimoavviso per il volo di Accra. Fu il giorni in cui Winnebatorno in Ghana».


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 15Dalisi, il visionario che disegnava cavalliL’INTERVISTA. Professore di architettura e artista eclettico è diventato un puntodi riferimento internazionale nel design. «La mia arte? Sfida continua alla realtà»ANTONELLA CARLOProsegue il nostro viaggionella galleria dei personaggiche tengono viva la culturaa Napoli (puntate precedenti:Silvio Perrella, MimmoJodice, Sergio Piro,Roberta Carlotto). Quintapuntata: a colloquio conRiccardo Dalisi.Una montatura di occhiali,al posto del nasello, hauna piccola figura stilizzatache va in bicicletta. Unacollana è un insieme di filiintrecciati, che si concludonoin un ciondolo particolarissimo,quasi una virgola oun punto interrogativo. Unacaffettiera è una strampalatasagoma a braccia aperte, chesaluta centinaia di foglicolorati e leggeri, in bilicosulla scrivania.Lo studio del professor RiccardoDalisi (nella foto) aCalata San Francesco è unagalassia di emozioni: ti perdiad inseguire opere diverse,frammenti creativi che sinascondono in ogni centimetroquadrato delle librerie,degli scaffali, dei pavimenti.Dalla finestra, il golfo diNapoli inondato di soleconcretizza l'idea di arte dicui ci parla Dalisi: un'arteL’ISTITUTOL’I.P.E. TRA MASTERE RESIDENZEInizia l'anno accademico eriprendono le attività delleresidenze universitarie dell'I.P.E.- Istituto per ricercheed attività educative -, centridi eccellenza riconosciuti dalministero dell'Università.Presso i Collegi Villalta(www.villalta.it ) e Monterone(www.monterone.it ) studentifuori sede e napoletani animanoconvegni, seminari,sale di studio, biblioteche,aule informatiche.Per info: 081 2457074.L'I.P.E. realizzerà, in collaborazionecon l'Università SuorOrsola Benincasa, il masterMedia Education: Didattica eComunicazione, di 1500 ore(nov. 2007 - lug. 2008), sultema delle nuove tecnologieapplicate alla didattica.Scadenza: 19 ottobre 2007.Per info: www.ipeistituto.it.Aperto il bando di concorsoProf. Roberto Marrama per30 posti di studio presso leResidenze Universitariedell'I.P.E.(Napoli e Bari) perl'Anno Accademico 2007-2008, per l'importo di euro5.000 ciascuna. Possonopartecipare studenti di qualunqueUniversità o Facoltà.Scadenza: 30 settembre 2007magica, sempre sospesa frasogno e realtà. «Da piccolodisegnavo, disegnavo, disegnavo:soprattutto crocifissie cavalli. Nella complessitàdelle forme coglievo, forse,ab origine, quel dissidio inquietoche mi ha accompagnatonegli anni: bellezza edannazione, leggerezza edolore, tutti i sentimenti piùforti hanno una contraddizioneintrinseca, che li rendevivi e veri», dice Dalisi.Professore alla facoltà diArchitettura dal 1969, eglipropose, a partire dagli anniSettanta, un nuovo tipo diinsegnamento: collettivo,FRESCHI DI STAMPAValtrend riscopre l’anticaPozzuoli di Charles DuboisNICOLA SELLITTIIl culto di Demetra, Core e Dioniso.Le religioni. <strong>Gli</strong> elementigreci, orientali, romani ed iltempio di Serapide, incoronatodi raggi, che tiene nella manodestra un timone, con Iside alsuo fianco. Charles AntoineDubois con «Culti e Dei a Pozzuoli»(Valtrend Editore), a curadi Francesco Pisano - traduzionedi Gabriella Pisano e introduzionedi Maria Teresa MocciaDi Fraia - è autore difficilmentetrascurabile, sebbene dimagra bibliografia.Parigino, laureato in Lettere, insegnaprima al «Liceo Beauveais»,poi al «Rollin», entrambinella capitale francese. La suafeconda attività matura tra il1901 ed il 1904, presso l'EcoleFrancaise, a Roma. Forte è lapassione dello studioso per l'areaflegrea, tappa fondamentaledel Grand Tour, il cui fascinoera costituito dalla molteplicitàdi fonti storiche e dai cospicuiriferimenti letterari dellaclassicità, dall'epos all'elegia,da Omero a Procopio. Un veropellegrinaggio laico che inducevai più curiosi intellettualieuropei a visitare la costa, tra ilaperto e curioso rispetto aicontributi degli studenti.«Durante i miei primi corsi,portavo i ragazzi a visitare iquartieri più disagiati esuggerivo di progettarne unanuova struttura, che rispondessealle esigenze ed aibisogni della popolazione.Erano fantasie, ma arricchivanolo spirito di una ricercasempre combattiva e grintosa»,racconta Dalisi.Nel frattempo, il viaggio nelmondo dell'arte continuava:dall'architettura al “designultrapoverissimo”, da Napolia Milano e poi ancora nelresto Europa, la sperimentazioneera tutta volta a cogliereil mistero ed il fascinodegli oggetti.Il conseguimento, nel 1981,del “Compasso d'oro”, ilpremio più importante didesign, ha proiettato Dalisi,con straordinario successo,in un contesto internazionale:«Quando, ad esempio, michiesero di partecipare aduna mostra sul gioiello,pensai che dovevo coglierel'aspetto più originale edinsolito del tema proposto.Scelsi materiali grezzi e prividi valore, ma cercai di conferireloro una bellezza atipica:il gioiello mi sembrava, forse,ciò che, come l'arte, ha ilcoraggio di sfidare e fecondarela realtà». L'idea di unfascino involontario, di unapurezza scontrosa e dolente,è alla base del lavoro cheDalisi realizza, da anni, allaSanità: «Qui, come in tuttaNapoli, ci sono energie nonsfruttate, lasciate appassire,senza opportunità di sviluppoe maturazione. Bisognerebbesaper cogliere questelinfe vitali, scommettendoanche su forze non iscritte inuna dimensione ufficiale: lacultura si trova molto piùspesso nelle strade di periferiapiuttosto che nei salottiordinati e puliti».'500 e l'800. «Culti e Dei a Pozzuoli»è un lavoro circoscritto epreparatorio, tappa del suo itinerarioscientifico, che meritadi essere studiato poiché offreintuizioni, analisi e soluzionidi sorprendente originalità riguardoa temi tuttora oggettodi ricerca e di dibattito internazionale.Fondata nel 3° annodella LXII Olimpiade (530 a.C.)da un gruppo di esuli aristocraticiprovenienti dall'isola diSamo, Puteoli, «pusilla Roma»ciceroniana, non rinuncia alglorioso passato ellenico, mantenendouna precisa identitàromana.Tuttavia, negli aspetti religiosi,la città flegrea tradisce la frequentazionecommerciale conil Settentrione d'Africa e conl'Oriente, per la presenza di cultidi provenienza levantina (Dusarese Sole d'Arepta), e per ilPorto, amato dai commerciantid'Arabia, di Palestina e Siria.La traduzione di questo lavoro,scritto da Dubois più di un secolofa, è non solo un dovutoomaggio ad uno studioso ingiustamentedimenticato, masoprattutto un riconoscimentoal valore delle missioni archeologichefrancesi che tuttoraoperano nel nostro Paese(Centre Jean Berard de Naplesed Ecole Francais de Rome). Alcuneforzature linguistiche presentinel testo (il busto d'Oceanodel Vaticano quale personificazionedel Golfo di Pozzuoli),oppure importanti cambiamentidi valutazione (i «retiarii»che, nel capitolo 5, pongonouna dedica a Mercurio, nonconsiderati come gladiatori) sonostati ritrattati, come l'omissionesulle origini cristiane dellacittadina flegrea, nella successivamonografia «PouzzolesAntique». Questa, edita a Pariginel 1907, revisione della tesiprodotta durante il suo soggiornoitaliano, sotto l'egidadell'École Française, rappresentail prologo di un nuovo livellod'analisi, che contemplal'ambizioso obiettivo di coniugarela storia con la topografia.IL PERSONAGGIORIZZO: LA SFIDAPIÙ DIFFICILE ÈFAR DIVERTIREGiacomo Rizzo (nella foto) è unodei più grandi interpreti napoletani:nella sua lunga carriera è riuscitosempre a viaggiare da unastoria all'altra, focalizzando la caratterizzazioneunica e profondadel «suo» personaggio. Tanti gli incontriche hanno costellato l'avventuraartistica di Rizzo: da Totòa Dino Risi, da Nino Manfredi aPier Paolo Pasolini, sino alla piùrecente collaborazione con PaoloSorrentino. «È fondamentale, perun attore - dice Giacomo Rizzo -adeguarsi alla varietas che si incontranel quotidiano. Si ride e sipiange, le sensazioni si mescolanoin maniera stupefacente senza realibarriere. Nella mia esperienza lavorativa,viaggio da un ruolo all'altro:tra il comico e il tragico forseci sono maggiori punti di contattodi quanti immaginiamo». Applauditoa Cannes per la sua intensainterpretazione ne «L'amicodi famiglia» di Sorrentino, Rizzo èora in tournée teatrale con «Il custode»di Harold Pinter, riadattatoper la scena da Pier Paolo Sepe; all'attorepartenopeo tocca la parte diDavies, delinquente di bassa legache si impone nella esistenza didue fratelli, Mick (Maximilian Nisi)e Aston (Paolo Sassanelli). «Anchese il mio volto è ricollegato quasisempre alla commedia - continuaRizzo - ho sempre amato ilgrande teatro di Pinter, Beckett, Ionesco.Negli ultimi tempi ho connotatola mia esperienza per interpretazionipiù drammatiche,eppure credo sempre che far divertiresia la sfida più difficile edimpegnativa».Nonostante il successo, però, l'attoremantiene legami forti con lasua città: «Amo Napoli, ma non negoche qui si attraversa una fase diriflusso pauroso. Bisognerebbe trovare,forse, una nuova impostazioneamministrativa, più nordica estringente, in grado di mettere a taceregli aspetti beceri della napoletanità.I luoghi e i quartieri dellacittà sono belli: le persone, spesso,contribuiscono a rovinarli».Antonella Carlo


RELAX&MOVIDA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 16Apre la prima champagneria del GolfoNOVITÀ. All’Hotel Parker’s successo per i giovedì dedicati all’aperitivo, tra bollicinee finger food dello chef Baciòt. Il 27 insolito abbinamento con la pizza fritta di CocciaCOMPLEANNI1 2 3LAURA COCOZZANon solo Hotel di lusso maanche luogo di incontro cittadinoper aperitivi e cene dalloscenario mozzafiato: è l'offertache il Grand Hotel Parker'srivolge ai napoletani per tuttol'anno, ma in particolare questosettembre, mese dedicato alla«Flûte con vista», ovvero quattrogiovedì alla scoperta delle piùsofisticate maison de champagne,sulla terrazza delle Muse(foto 1), in abbinamento a musicae gastronomia.Le prime bollicine sono già state«liberate» il 6 settembre alleore 20, quando il brand ambassadordella Perrier Jouet ha dato ilvia alla degustazione della Cuvéede prestige Belle EpoqueBlanc 1998, millesimata, emblemadella maison. La pioggiaimpietosa che ha impedito l'accessoalla terrazza, non ha scalfitoil sorriso della padrona di casa,Sissi Avallone (foto 2), che haprovveduto a sistemare gli ospitinei sofisticati ambienti delBidder's bar. Degno accompagnamentogastronomico, il fingerfood dello chef VincenzoBacioterracino, in arte Baciòt,alla guida del ristorante George'sdello stesso Parker's, che haconcluso gli appetizers con un insolitogelato di mozzarella accompagnatoda marmellata dipomodori acerbi. Le signorehanno anche sperimentato unassaggio di «trattamento di bellezzaallo champagne», un peelinged un massaggio alle manicon vinaccia di pinot bianco enero offerto dalla Day Light Spaospitata nell'hotel (foto 3). Il secondogiovedì è stata la volta dellaMumm celebration ed il Parker'ssi è fatto teatro di un rito secolare:il sabrage, l'apertura,cioè, delle bottiglie di champagnecon la sciabola, come usavanogli ufficiali napoleonici. Alprezzo di 20 euro, si poteva assistereal sabrage, bere due flûtedi Mumm e gustare piccoli assaggidi buona cucina. C'è statochi ha voluto cimentarsi personalmentein questo difficile ritoe poi conservare la bottiglia,aumentando il budget a 100 euro,e chi si è accontentato di bereuna semplice coca cola.Giovedì 20 alla ribalta un'altraprestigiosa maison, la AlainThienot. In degustazione Brut,Rose Millesime e Cuvée Stanislas.Per finire, l'ultimo giovedì disettembre sarà caratterizzato daun abbinamento quanto menoardito e, forse per questo, taleda stuzzicare la curiosità di molti:champagne e pizza. In omaggioalla tradizione partenopea,infatti, Enzo Coccia, maestro discuola della pizza, preparerà gustose«pizze fritte» di marottianamemoria, con ricotta, cicoli, pecorinoe pepe. Al posto della solitabirra un prestigioso LaurentPerrier nelle versioni Brut, UltraBrut o Cuvée Rosé Brut. Molto«à la page».SALEMME&PARTNERS, CREATIVITÀ IN FESTANell'accogliente cornice dell'Alcott Arena, al Magic World, si èfesteggiata l'inaugurazione dell'agenzia di comunicazioneSalemme&Partners, nata dall'esperienza del direttore creativoNino Salemme insieme ad Arturo Sanguineti, protagonistidella scena imprenditoriale partenopea da molti anni.L'agenzia pur essendo diretta da giovani, vanta esperienza eprofessionalità, conquistate sul campo, nel corso degli anni, esi propone tra i suoi obiettivi, di apportare novità nel campodella comunicazione non solo al sud, ma sull'intero territorionazionale, una sfida che intende portare avanti con tutte lesue forze facendo leva su un personale altamente creativo.Ma la creatività da sola non basta, infatti il successo dellaSalemme&Partners si concretizza in affidabilità, chiarezza eserietà, ingredienti fondamentali per godere di tale stima efiducia sul territorio napoletano. Nell'occasione dell'inaugurazione,si è festeggiato anche il trentasettesimo compleannodi Nino Salemme (nella foto insieme a Sanguineti, Lucio Luongoe tutto lo staff dell’agenzia); ovviamente l'inaugurazione diun'agenzia creativa non poteva che assecondare il suo modod'essere brillante. Una serata vintage dall'atmosfera fresca edalla musica rigorosamente anni '70, un party divertentissimoed esplosivo, un banchetto sontuoso ed invitante. Tantissimigli ospiti di eccezione: imprenditori, professionisti e tanticari amici di Nino e Arturo, si sono scatenati in pista a ritmodi musica fino a tarda ora, quando, sotto una cascata dichampagne, hanno dato un «frizzante» benvenuto alla Salemme&Partners.


SALUTE&BENESSERE <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 17Sport e verdure nella ricetta antistressLA DIETA. Dopo le vacanze è necessario riprendere un regime alimentare riccodi fibre e povero di grassi. I consigli per rimettersi in forma senza grandi sacrificiANNA LICIA MOZZILLO*Siamo tornati dallevacanze e c’è chi èriuscito, avendo piùtempo a disposizione, aperdere un po’ di pesopraticando nuoto,tennis, corsa, beachvolley... conducendo,insomma, una vita piùdinamica, e controllando,ovviamente, anchela propria alimentazione.Invece coloro che sisono lasciati un po'andare all’ozio e aipiaceri della tavola eora si ritrovano conqualche chilo in più,possono rimediareseguendo i sempliciconsigli riportati nellascheda a destra.Ricordiamo, infatti, chei maggiori effetti positivisulla salute del nostroorganismo si hannoseguendo uno stilealimentare ricco difibre, povero di grassianimali e di zuccheri arapido assorbimento.Suggeriamo, infine,oltre a una dieta sanaed equilibrata, di inserirenella classica listadei buoni propositi perl’inverno uno sport chediverta e distraggadallo stress dei ritmilavorativi.*dietistaColazione- latte parzialmente scremato (un bicchiere) o unbicchiere di succo di frutta- fette biscottate o biscotti integrali semplici- caffé o tè con poco zucchero.Metà mattina- un succo di fruttaPranzo- un primo a base di pasta, di riso o di legumi converdure (la porzione non deve superare il bordodel piatto fondo)- contorno di verdure cotte o crude a volontà- olio extravergine d’oliva per condireMetà pomeriggio- uno yogurt magro alla frutta.Cena- un secondo a scelta tra carne bianca, pesce, oformaggi freschi (ricotta, fior di latte, crescenza)- verdure cotte o crude a volontà- pane integrale o una porzione di patate- olio extravergine d’oliva per condire- un frutto.BELLEZZAAL «MIRAGE» SCATTA IL TEMPO DELLE MELEUna mela al giorno leva il medico di torno, e a quanto pare, fa ritrovare la bellezza.La day spa Mirage, l’isola del benessere di Posillipo, si dà alla frutta e proponeuna nuova ricetta di bellezza a base di estratti di «mela annurca». <strong>Gli</strong> estrattidella buccia e della polpa della mela annurca, infatti, ricchi di potenti antiossidanti,sono una risposta naturale per combattere gli eccessi delle vacanze, glieffetti nocivi del sole e quelli di una alimentazione irregolare. L'equipe delMirage ha messo a punto, quindi, una formula speciale disintossicante e rigeneranteil cui programma base comprende: pediluvio depurativo caldo/freddoseguito da un thè antiossidante e antiacido alla mela; dolce e caldo idromassaggionella vasca jacuzzi, dermopurificante all'estratto di mela; massaggio rilassanteall'aceto di mela e menta e maschera depurativa per il viso alla polpa di mela.LA POLEMICALa Regione abbandonail popolo dei dializzatiANGELA IANNIELLO*Puntualmente ogni anno, come se fosse un rito daripetersi, i 5000 dializzati della Campania - tra cuici sono anch’io - sono costretti a scendere in campoper difendere il sacrosanto diritto alla vita. Quest'annoil problema è ancora più grave di quanto si pensasse.Al contrario degli altri anni, infatti, allorquando leASL pagavano i rimborsi viaggio ai dializzati e leterapie dialitiche con enormi ritardi, quest'anno,invece, le aziende sanitarie, non avendo ricevuto dallaRegione Campania la proroga del regime indiretto perle emodialisi (la delibera è scaduta il 30/04/2007)rifiutano di accogliere le domande per i rimborsiviaggio ai dializzati e le fatture di pagamento per leprestazioni dialitiche effettuate, nonostante la dialisirappresenti una terapia salvavita. Abbiamo sollecitatopiù volte l'assessore Angelo Montemarano a risolvereil problema, ma senza ottenere risultati. I centri didialisi, di fronte a tale incresciosa situazione, potrannoerogare la terapia dialitica solo se essa verrà pagata dalpaziente che vi si sottopone. Si fa presente che inCampania (nonostante sia tra le regioni con più bassocosto per dialisi), il prezzo di una terapia ammonta a167,45 curo. Se si tiene conto che in un mese si effettuanominimo 13 dialisi, si evince che la spesa mensilea cui dovrà far fronte ogni paziente è di 2176,85 euro.Come faremo noi pazienti ad anticipare somme didenaro di tale entità? Dovremmo forse organizzarel'esodo in altre regioni (per chi ne ha la possibilità) ocome ultima spiaggia dovremmo lasciarci morire perabbattere i costi della sanità in Campania? Solo i centridialisi hanno dimostrato finora comprensione edhanno continuato ad erogare le prestazioni dialitichepur senza essere remunerati.*presidente Associazione A.N.E.R.C.


EVENTI&CURIOSITÀIL CAVALLETTOParata di stelle per i 50 anni di CapodimonteSarà la perla dell'autunno culturale napoletano.Dal 26 ottobre al 20 gennaio, in occasionedei cinquant’anni di attività del Museodi Capodimonte, le sale della pinacoteca collinareospiteranno «Omaggio a Capodimonte»,esposizione straordinaria con le opere(da privati e da musei internazionali) di Cézanne,Corot, Degas, Delacroix, Goya, Caravaggio,Picasso, Rembrandt, Rubens, Tiepolo,Toullouse-Lautrec, van Gogh, Velazquez,Turner, Boccioni. Da non perdere.Infotel. 081.7499111ESTRO-VERSIAldo Di Mauro e «la vogliadi ballare in riva al mare»“Vorrei incamminarmi con te\ lungo un discorso, senza saperedove ci porta,\ senza sapere dove possa sfociare,\ ma con la vogliadi andare lontano.\ (...) per poi avventurarci\ tra il verde deiboschi, approfondendo concetti ed emozioni....” L'orma onirica esensuale che percorre i bei versi di Aldo Di Mauro, autore diTracce di vita; (Pironti editore, 95 pagine euro9,30) riverbera una delle componenti più caratteristichedella poesia decadente della prima metàdel '900 di stile dannunziano: l'identificazionedella vegetazione con l'essenza della naturaumana. Ma oltre alla riflessione sull'amore e sullacoppia, Di Mauro affina le sue armi psicologicheper scandagliare il suo «io», che è poi l'io di molti iquali non si rassegnano a vivere in modo superficialel'esistenza: «Riuniti in un salotto tanti amici\e ognuno parla con tante parole\ che nonriescono a logicizzarsi,\ per diventar l'accenno diun pensiero.\ E tutti parlano e sputano parole,\ma c'è un problema, un gravissimo problema:\manca chi ascolta e tace silenzioso». La nostalgia,i ricordi, le emozioni e i sogni sostengono etrattengono Aldo Di Mauro come una ragnateladorata attraverso la quale guarda il mondo con occhi disincantatie a volte tristi, ma con la consapevolezza di aver saputo interiorizzarei momenti più importanti della propria vita. C'è però unasperanza per il futuro, il desiderio di riprovare ciò che apparivaperduto, di stupirsi ancora: «Quell'imprevisto che non m'aspettavo,\quell'emozione che io non speravo, ciò che non si potrebbeimmaginare.\ Sì sei tu,\ la voglia di ballare in riva al mare...”Rosemary JadiciccoISTITUTI DI CULTURACERVANTES (via N. Sauro, 23)Infotel 081.19563311dal 20 settembre al 31 ottobreL'autunno di eventi dell'Istituto Culturale dilingua spagnola decolla con la mostra «VolcanesConstruidos» di Vicente Rojo, artista chesvolge la sua attività creativa in Messico. Inesposizione pitture, sculture e incisioni. Il lavorodi ricerca plastica di Rojo si incentra su unmotivo ricorrente: l'immagine del vulcano.GRENOBLE (via F. Crispi, 86)Infotel 081.66966528 settembreTerza edizione della «Notte del ricercatore». L'eventonasce dall'intento di avvicinare il grandepubblico ai diversi e affascinanti aspetti delmondo della ricerca e di accostare, attraversoincontri e manifstazioni, i giovani ai protagonistidella scienza. Il programma della serata:alle 20 proiezione dei documentari «La Recherche:une quete sans fin», «Le voyage auxcinq écoles” e «Sur la traces de Jean-Claude Golvin».Subito dopo, alle 22, il dibattito.MOSTREdal 21 settembre al 21 ottobreSTUDIO TRISORIO (riviera di Chiaia 215)Rebecca Horn, santona dell'arte contemporanea,di nuovo a Napoli. Stavolta per esporre alcunenuove sculture in movimento ed alcuni lavorisu carta di grandi dimensioni della serie«Bodylandscapes», vere e proprie costellazioni disegni colorati sparsi sulla superficie fino a saturarla.Nelle sculture in movimento - violini,farfalle, pianoforti, specchi, piume, libri, pennelli,piccoli martelli metallici, imbuti di vetroo di rame - gli oggetti sono trasposti in un mondoimmateriale e poetico ad evocare temi mitici.Infotel 081.414306dal 6 ottobre al 24 novembreT293 (piazza Amendola 4)Il suo nome di limita a due sillabe: così Dan Rees,giovane creativo anglosassone, forse per compensazione,predilige per le sue esposizioni titolichilometrici. Quella di stavolta, che bagna il debuttoitaliano dell'autore, si chiama «Somethingto fill that empty feeling» e si riassume in un'unicainstallazione: si tratta una composizione intre riprese in 16 mm, proiettate con l'ausilio di altrettantiproiettori. Il primo filmato, che ritrae lagalleria completamente vuota, è riprodotto suuna parete di fondo. Il secondo e il terzo filmato,proiettati sulla pareti laterali, mostrano rispettivamentel'attività del primo proiettore e di quest'ultimoinsieme al secondo. Insomma: una spiazzante,ambigua sciarada di immagini ai confinicon l'illusione ottica. Infotel 081.295882fino al 3 ottobreMASCHIO ANGIOINONella Sala delle Loggia mostra antologica del poliedricoGianni Lizio: l'artista, versatile interpretedei più svariati linguaggi espressivi, espone infatticirca 90 «pezzi» tra cui sculture, carboncini,tempere e videoinstallazioni. Infotel 081.7955877


EVENTI&CURIOSITÀ <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 19OCCHIO DI RIGUARDOIl genio di Reinhart a Castel dell’OvoTEATRISAN CARLO (via San Carlo, 98)Infotel 081.797233122,25,27,30 settembre e 2 ottobreRecital del soprano Mariella Devia. Basso Ugo Guagliardo.Direzione di Michael Guettler. Orchestra e corodel San Carlo. In programma musiche di WolfgangAmadeus Mozart (Il ratto del serraglio, «Basta vincesti…Ah,non lasciarmi», Le nozze di Figaro, «Chi sa, chisa qual sia», «Vado, ma dove? Oh Dei», «Misera! Doveson?») e di Vincenzo Bellini (I Capuleti e i Montecchi, IPuritani, Il Pirata). Lo spettacolo sostituisce «Torvaldoe Dorlisca».MUSICA JAZZ E POP24 settembreDaniele Sepe e l'«Art Ensemble of Soccavo» in concerto nelcortile del Maschio Angioino in occasione della VII edizionedel «Napoli Jazz Festival». «Totò Sketches» è il titolodella performance e preannuncia in modo eloquente l'obiettivodel sassofonista partenopeo e dei suoi partner dipalco: musicare la maschera di Totò, interagendo tra lesmorfie comiche dell' indimenticato artista e i riferimentialla musica di Beethoven, Duke Ellington, Miles Davis eKhaled. Infotel 334.1020004A Castel dell'Ovo, fino al 7 ottobre, il geniocreativo di Fabio Reinhart, l'architettoticinese noto per la sua attività progettualenel campo dell'architettura civile:un'architettura che non cancella,ma si innesta intelligentemente sul passato.In mostra 60 disegni originali, oltread una ventina di modelli di studio,emblematici per la comprensione deipiù importanti lavori di Reinhart (tra essiil piano di recupero delle celebri Latomiedi Siracusa). Infotel 081.7640590.6 ottobreSound per intenditori negli spazi del Castel Sant'Elmo. Sulpalco: «Hypnos», progetto musicale nato dall'idea di mescolarele atmosfere freddamente elettroniche della musica«dance» con i suoni tipici di strumenti tradizionali,prima «sintetizzati» e poi suonati «live» con basi ritmichetecnohouse. Autori, ideatori ed esecutori del progetto sonodue veterani della musica colta moderna: il dj TullioCiampa e il polistrumentista-compositore Luigi Stazio.La serata, ideata da «Flyaway», vedrà come ospite il percussionistaCiccio Merolla. Info: www.flyaway.itLIBRERIA FELTRINELLISEDE DI PIAZZA DEI MARTIRIInfotel 081.402395carnet di settembre20. «Il Vesuvio»: il vulcano riletto da un'insolita prospettivanarrativa, quella della sua influenza sul costume. La pennadi Vittorio Paliotti ripercorre le vicende della montagnadi fuoco. L'autore ne parla col vulcanologo Giuseppe Luongo.Con le musiche di Mario Maglione. Ore 18.25. «Non avevo capito niente» è il romanzo di Diego De Silva.Storia di un avvocato semidisoccupato: un po' misterBean, un po' Holden. De Silva leggerà alcuni passi. Ore 18.26. «Le Fànfole», brevi gemme in versi, un po' spiritate, unpo' demenziali, uscì nel '94. Un breve, delicato testo che oraè stato musicato da Massimo Altomare e Stefano Bollani:i due presentano la nuova edizione e…la suonano. Ore 18.27. Presentazione del libro «Totò. Parole di attore e poeta»,curato da Patricia Bianchi e Nicola De Blasi. Il testo analizzal'influsso della comicità verbale del Principe nella storiadella lingua italiana: una sorta di agile anatomia linguisticadei lazzi surreali e delle invenzioni estemporaneecon cui l'artista rileggeva comicamente la realtà. Se neparla coi curatori. Ore 18.Fino al 30. «Booktowns e villages du livre» è il titolo dellamostra fotografica di Andrea Battaglini. E' il resoconto perimmagini, tracciato dal fotoreporter, sulle cosiddette “booktowns”,piccoli borghi di campagna abitati dai “mangialibri”,individui estroversi e colti dediti alla lettura e alla collezionedi testi esauriti e introvabili. Scatti di viaggio in bilicotra turismo e cultura.LA BACHECA DImagazine<strong>CHIAIA</strong>• DOVE PUOI TROVARCIIn oltre 5000 punti selezionati: negozi, teatri,cinema, bar, discoteche, banche, boutique, studiprofessionali, gallerie d’arte, ristoranti, circolisportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani.Distribuzione capillare palazzo per palazzo;gazebi nei punti strategici della città per lapresentazione del numero e delle iniziative delmensile.• CONSULTACI ON LINEIl mensile Chiaia Magazine è interamente e gratuitamentescaricabile in formato pdf suwww.chiaiamagazine.it.• VUOI ANCHE TU IL GIORNALE?Vuoi Chiaia Magazine nel tuo studio professionale,nel tuo negozio? Chiamaci (081.19361500)o mandaci una mail (info@chiaiamagazine.it)• ACQUISTA LA EXCLUSIVE CARDPer legare ancora di più i nostri lettori a ChiaiaMagazine, abbiamo pensato di creare la ExclusiveCard di Chiaia Magazine. Tra i vantaggiper chi sceglie di acquistare la card: 1o% disconto in tutti i negozi convenzionati; specialesconti nello Shopping Day; eventi esclusiviriservati ai soli Soci. Se vuoi saperne di più contattacial numero 081.19361500 oppure consultail sito www.chiaiamagazine.it cliccandola sezione «Card».• SOS <strong>CHIAIA</strong>: ISTRUZIONI PER L’USORingraziamo i nostri lettori per le segnalazioni(da inviare a info@chiaiamagazine.it o all’indirizzovia dei Mille 59 - 80121 Na) sulle emergenzee problematiche della città. Una raccomandazione:lettere più brevi (max 1000 battute).• INVIACI LE FOTO DELLA TUA FESTAPer rendere unica la tua festa o quella di un tuoamico puoi inviarci le foto (max 3, in formatojpg) a info@chiaiamagazine.it, indicando anchei nomi delle persone fotografate.FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARDScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiLE CONVENZIONIPer i possessori della Card sconto del 10% nelle seguenti strutture:• NINO DE NICOLA - abbigliamentoVia S. Caterina 69 - P.zza dei Martiri• LUCIA DE VINCENZO - abbigliamentoVia Calabritto 24/25• GLAMOUR - abbigliamentoVia Calabritto 20• LOLA - calzature per giovaniVia Filangieri 6• MARINO - abbigliamentoVia S. 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