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Atti del Convegno Pro Loco di Breonio -Fumane di Valpolicella (VR ...

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Plinio Pancirolli [giornale Il Compascuo, <strong>di</strong>ario <strong>del</strong>l'associazione fra piccoli produttoribiologici <strong>del</strong>la Montagna Veronese, Antica Terra Gentile]- Buongiorno, sono presenti tutti gli oratori, ci è stata segnalata anche la presenza <strong>del</strong>signor Cera<strong>di</strong>ni per la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina che è impegnata altrove col suo presidentee col suo vicepresidente e passo la parola a Roberto Marchesini.Roberto Marchesini [Presidente <strong>di</strong> Antica Terra Gentile - conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Marano <strong>di</strong><strong>Valpolicella</strong> - Verona]- Buongiorno a tutti, saluto i nostri amici che sono venuti dal Piemonte, dalla Liguriae anche dalle altre località che sono state menzionate sul nostro convegno cheabbiamo deciso <strong>di</strong> fare. Una cosa importante per la nostra giornata, la nostra realtà,la nostra realtà che è un'associazione piccolissima che però ha la volontà <strong>di</strong> dare unpo' <strong>di</strong> impulso a questo territorio. Noi abbiamo visitato in aprile un'altra realtà checi è sembrata veramente importante da far portare a visitare anche la nostra. Noipresentiamo quest'oggi una cosa abbastanza importante perchè i conta<strong>di</strong>ni europeisono sull'orlo <strong>di</strong> una montagna <strong>di</strong> leggi, ecco questo è il tema <strong>del</strong> convegno,inizialmente. Noi siamo in una montagna dove c'è una gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>fficoltàburocratica per riuscire a fare <strong>del</strong>le piccole cose, poi ne parlerà il nostro Ivano eanche Giovanni. Ecco, il percorso per capire come in montagna non si deve maiandare da soli. Ecco queste sono le cose che ci servono. Adesso ci saranno loro chefaranno due parole, poi c'è Massimo Angelini <strong>del</strong> Consorzio <strong>del</strong>la Quarantina chearriva da Genova, Francesco Benciolini che è un veronese che parlerà dei conta<strong>di</strong>ni inEuropa e Roberto Schellino che viene dalla Valle Stura in Piemonte che parlerà <strong>di</strong>Asci, Associazione <strong>di</strong> solidarietà con la campagna italiana. Ecco, io <strong>di</strong>rei <strong>di</strong> partire conGiovanni o con Ivano come hanno voglia <strong>di</strong> partire e dare un contributo a questoconvegno. Grazie intanto e buon proseguimento.(applausi)Ivano Gasparini [<strong>di</strong> Antica Terra Gentile - conta<strong>di</strong>no dei piani <strong>di</strong> Navesa <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong>,Comune <strong>di</strong> <strong>Fumane</strong> - Verona]- Buongiorno mi chiamo Ivano Gasparini, faccio parte <strong>del</strong>l'associazione Antica TerraGentile che è nata da un'esigenza <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni e si è imbarcata inun'avventura insieme alla <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong>, che è quella <strong>di</strong> mettere in pie<strong>di</strong> unamanifestazione che si chiama La Fiera <strong>del</strong> Rosario [ogni terza domenica d'ottobre]; è nataper andare incontro a una necessità che è quella <strong>di</strong> vendere i prodotti dei piccoliproduttori <strong>del</strong>la <strong>del</strong>la montagna veronese, <strong>del</strong>la Lessinia, ed è stata un'esperienzamolto importante perchè ci ha permesso <strong>di</strong> maturare alcune cose. Una <strong>di</strong> queste ci hafatto capire un po' la nostra storia, gli errori che sono stati fatti in passato e trovare ilsistema per andare avanti cercando <strong>di</strong> non ripetere questi errori. Le piccole realtàconta<strong>di</strong>ne hanno grosse <strong>di</strong>fficoltà a confrontarsi col mercato, hanno grosse <strong>di</strong>fficoltàa fare <strong>del</strong>le produzioni trasformandole e vendendole <strong>di</strong>rettamente. La maniera cheabbiamo escogitata e l'esperimento con la Fiera <strong>del</strong> Rosario è stata quella <strong>di</strong> vendere<strong>di</strong>ettamente, però unendo le energie. I conta<strong>di</strong>ni non devono andare da soli.


Luca Piccoli [Presidente <strong>del</strong>la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong>, Comune <strong>di</strong> <strong>Fumane</strong>]- Naturalmente si unisce anche l'augurio <strong>del</strong>la pro <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong>. Benvenuto atutti, buona giornata, sono rappresentante <strong>di</strong> un'associazione <strong>di</strong> volontariato, la <strong>Pro</strong><strong>Loco</strong> <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong> che qui in paese si pro<strong>di</strong>ga molto per organizzare un'occasione <strong>di</strong>incontro, per dare quegli piccoli spazi <strong>di</strong> solidarietà che sono necessari in una piccolarealtà come la nostra. Io ho poco tempo a <strong>di</strong>sposizione anche perché tutti i nostrivolontari in giro per il paese, si stanno pro<strong>di</strong>gando molto per riuscire a garantire lariuscita <strong>del</strong>la manifestazione <strong>di</strong> domani. Con questa manifestazione la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong><strong>Breonio</strong> affianca o nelle proprie specificità <strong>di</strong> promozione territoriale... Vuole offrireun'occasione o vuole sfruttare insieme ai piccoli conta<strong>di</strong>ni, le realtà economiche chestanno qui nel nostro ambiente, l'occasione per avere visibilità. I segnali che ciprovengono come ha detto Ivano [Gasparini] poco fa, <strong>del</strong>la riuscita <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>Rosario, sono molto positivi, ci incoraggiano ad andare avanti e naturalmente inumeri crescono, crescono <strong>di</strong> anno in anno. Questà è l'un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, per chinon ricordasse, sono un<strong>di</strong>ci anni che riusciamo a mettere in pie<strong>di</strong>, <strong>di</strong>ciamo, siamoriusciti a riformare un po' la tra<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>l'Antica Fiera <strong>del</strong> Rosario perchènaturalmente le ra<strong>di</strong>ci vanno in<strong>di</strong>etro nel tempo e la manifestazione è unamanifestazione che esisteva già tanti anni fa a <strong>Breonio</strong> e poi è andata persa latra<strong>di</strong>zione, insomma anche nei perio<strong>di</strong> <strong>del</strong>la guerra e le <strong>di</strong>fficoltà. E' stato ripresovolendo dare questo senso, volendo dare questo motivo insieme agli agricoltori, <strong>di</strong>Fiera per un momento <strong>di</strong> celebrazione <strong>del</strong>l'agricoltura. I numeri crescono,quest'anno, per il primo anno, abbiamo ottenuto il riconoscimento <strong>di</strong> manifestazionefieristica <strong>di</strong> carattere locale ai sensi <strong>del</strong>la legislazione sul comparto fieristico <strong>del</strong>laRegione Veneto. Questo ci spinge, ci riempie <strong>di</strong> orgoglio e dà una forma <strong>di</strong>riconoscimento come fiera-mercato in sè e non è una semplice sagra paesana comein molti posti viene organizzata. Gli espositori aumentano via via, da un po' <strong>di</strong> anniper far numero, si è aperta la fiera mercato anche a mostre culturali perchè si sainsomma, ad un prodotto tipico è naturale che si accompagnino manifestazioniculturali, quin<strong>di</strong> rappresentazioni <strong>di</strong> antiche arti e mestieri. Sono insommamanifestazioni prettamente <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione locale e il pubblico, il pubblico, insommal'anno scorso abbiamo superto abbondantemente le 4.000 presenze solo nellagiornata <strong>di</strong> domenica. C'è stato amico nelle ultime e<strong>di</strong>zioni il bel tempo e insommal'augurio che facciamo alla Fiera e che ci facciamo, è che insomma anche domani ilbel tempo ci accompagni nella giornata <strong>di</strong> festeggiamento. Ecco io penso <strong>di</strong> averdetto quello che mi sentivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, vi auguro buon lavoro e buona prosecuzione <strong>del</strong>convegno perchè in questo momento ci sia anche l'utilità che nascano <strong>del</strong>le idee perpoter andare avanti e per rendere più leggero il lavoro <strong>di</strong> tutti. Buona giornata.(applausi)Roberto Marchesini - Adesso parlerà Massimo Angelini <strong>del</strong> Consorzio <strong>del</strong>la patataQuarantina <strong>di</strong> Genova. Con le sue esperienze e le sue certificazioni <strong>di</strong> origine <strong>di</strong>qualità, prego.


Massimo Angelini [Ruralista ricercatore. Consorzio <strong>del</strong>la Quarantina - Genova - <strong>Pro</strong>motore<strong>del</strong>la campagna popolare per il riconoscimento <strong>del</strong>l'agricoltura conta<strong>di</strong>na e per la liberazione<strong>del</strong> lavoro conta<strong>di</strong>no dalla burocrazia ]- Buongiorno a tutti. Io e Chiara [dottoressa Chiara Basadonne, psicologa <strong>del</strong> lavoro,forestale, curatrice insieme al marito, <strong>del</strong>la versione informatica <strong>del</strong>la prima raccolta italianadegli alberi fruttiferi - Pomona italiana (Pisa 1817-1839 - <strong>del</strong> genovese Giorgio Gallesio ecoautrice <strong>del</strong> lunario agricolo <strong>del</strong>la Liguria, "Il Bugar<strong>di</strong>no"] siamo contenti degli amici checi hanno invitato. Non eravamo mai stati nel Veronese e quin<strong>di</strong> anche una bellaoccasione per guardare un nuovo pezzo d'Italia e <strong>del</strong> mondo rurale. Io faccio parte<strong>del</strong> Consorzio <strong>del</strong>la Quarantina non <strong>del</strong>la patata quarantina, perchè quarantina, da noi,è anche la fagiolana e anche la meliga, abbiamo anche il frumento. Quarantina ètutto ciò che, nel linguaggio dei conta<strong>di</strong>ni, è <strong>di</strong> breve ciclo e quin<strong>di</strong> ben si adatta danoi, all'agricoltura in montagna; poi vedo che all'interno <strong>del</strong>la nostra attività, c'è laconservazione <strong>di</strong> una particolare varietà <strong>di</strong> patata che è la Quarantina bianca, che è<strong>di</strong>ventata un po' la nostra ban<strong>di</strong>era, ban<strong>di</strong>era e occasione economica per i conta<strong>di</strong>niche la vendono a due euro al chilo, loro, ed è un bel prezzo! Non è alto, è un prezzogiusto, perché vuol <strong>di</strong>re il riconoscimento, fatti tutti i nostri conti, <strong>di</strong> 7 euro all'ora enoi abbiamo costruito questo prezzo, ragionando sul lavoro, sulle spese, emoltiplicando il tempo <strong>del</strong> lavoro per 7 euro, che è quello che fino a pochi anni fa sipagava a chi faceva la collaborazione domestica in casa, per chi faceva le pulizie, e<strong>di</strong>cendo che il conta<strong>di</strong>no non deve guadagnare <strong>di</strong> meno e su questa base abbiamofatto tutte le nostre somme ed è uscito il prezzo <strong>di</strong> 2 euro che abbiamo spiegato aGenova, intorno a Genova. E con pazienza la gente lo ha capito, tanto che ora, quasitutta la nostra produzione <strong>di</strong> Quarantina bianca è venduta su prenotazione. Quasiprima <strong>di</strong> essere cavata e non basta alla richiesta. Questo lo <strong>di</strong>co semplicemente persegnalare che esiste la possibilità <strong>di</strong> costruire un valore anche sulla produzione <strong>del</strong>leterre più povere, sulle terre più <strong>di</strong>fficili. Da noi le terre sono proprio povere, c'èscoglio e a volte non c'è lo spazio per lavorare neanche con la motozappa. Quello <strong>di</strong>cui vorrei parlarvi brevemente, è una proposta, è una proposta che ci si lavora dapiù <strong>di</strong> un anno e che ha dato vita all'inizio <strong>del</strong> mese <strong>di</strong> ottobre, a metà settembreanzi, a una campagna nazionale <strong>del</strong>la quale facciamo parte per ora, noi comeConsorzio, l'associazione Civiltà conta<strong>di</strong>na, la Rete Bioregionale, la Rete corrispondenze einformazioni rurali e non ultima l'associazione Antica Terra Gentile e speriamo che siaggiungano anche altri. La campagna è per il riconoscimento <strong>del</strong> lavoro deiconta<strong>di</strong>ni, <strong>del</strong> ruolo dei conta<strong>di</strong>ni e per liberare il lavoro dei conta<strong>di</strong>ni dallaburocrazia. Due parole, così si capisce bene, forse, ciò che vorrei <strong>di</strong>re ed è questo.Secondo la nostra normativa, oggi, i conta<strong>di</strong>ni, scusate, gli impren<strong>di</strong>tori agricoli cheora sono tutti impren<strong>di</strong>tori agricoli, che abbiano tanta terra come questo sagratoqua, come questo spazio o che ne abbiano per centinaia se non migliaia <strong>di</strong> ettari,sono soggetti alle stesse regole. Noi che lavoriamo in Liguria su terre gran<strong>di</strong> cometerrazzini, siamo soggetti alle stesse regole normative, alla stessa burocrazia, allestesse regole sanitarie <strong>di</strong> chi magari in Pianura Padana, fa il conta<strong>di</strong>no facendo


moduli, ma non che bisogna essere conta<strong>di</strong>ni, poi siccome ci sono i Farmers markets,anche commercianti e poi bisogna essere anche un po' avvocati e un po'commercialisti. Bisogna riconoscere per i conta<strong>di</strong>ni quello che è sempre stato, cioè ilsacrosanto <strong>di</strong>ritto ad aiutarsi a vicenda senza avere timore che se qualcuno viene adaiutarmi nel mio campo o che non è un mio familiare, ti tocca metterlo in regola conla paura che mi arrivi anzi, l'ispettorato <strong>del</strong> lavoro. Ecco queste sono tutte le cose. Iocredo molto concrete. Se ci riusciamo, dovremmo riuscire a raccogliere <strong>di</strong>eci, venti,trentamila firme e andare da Zaia [Luca Zaia ministro per le politiche agricole nelGoverno Berlusconi], dagli assessori <strong>del</strong>le Regioni. In Liguria abbiamo già cominciato.E <strong>di</strong>re, sentite, c'è un mondo <strong>di</strong> gente che vi piaccia o no, sono persone, sono numeri,per voi sono consenso, avete bisogno <strong>del</strong> consenso come l'acqua e come l'aria perchèci vivete <strong>di</strong> consenso e vivete <strong>di</strong> consenso elettorale che vuole esattamente questo enon chiede un privilegio, ma chiede semplicemente che non siano fatte parti ugualifra <strong>di</strong>suguali e <strong>di</strong> avere un riconoscimento separato. Ne parliamo? Ci mettiamoattorno a un tavolo? Ma questo lo si può fare se <strong>di</strong>etro non c'è il rappresentante <strong>di</strong>Antica Terra Gentile o <strong>del</strong>l'Asci o <strong>di</strong> chissà cosa, ma se hai la certezza che ci sonotante persone che questa cosa la hanno con<strong>di</strong>visa e la desiderano con te. Finisco qua,<strong>di</strong>cendo che poi, chi vuol saperne <strong>di</strong> più, può leggere la proposta, può chiederci, atutti noi, chi vuole aderire, laggiù c'è un modulo per le firme. E' una cosa semplice,non è... Non ci vuole il notaio, basta avere la certezza che la gente ci sia <strong>di</strong>etro. E poivi <strong>di</strong>co ancora una cosa, che, se Zaia o gli assessori <strong>del</strong>le Regioni, un domani, nonvolessero prendere in considerazione queste cose, noi un risultato lo avremocomunque raggiunto, perchè avremo imparato tutti insieme a cominciare, noi chesiamo tanto <strong>di</strong>visi e tanto <strong>di</strong>stanti - a concludere qualcosa in comune (pubblico) - adavere un promemoria per ricordarci chi siamo e cosa vogliamo. E questo sarebbegià un risultato, avere qualche obiettivo comune. E se si riesce, poi si potrà chiederealtro e parlare <strong>di</strong> usi civici e parlare dei negozi <strong>di</strong> paese, <strong>del</strong>le scuole <strong>di</strong> paese, mabisogna cominciare da qualche parte. Ultimo, e vi chiedo ancora pazienza. Solo per<strong>di</strong>rvi cosa è quel manifesto laggiù in fondo e questi pieghevolini che abbiamo messoa <strong>di</strong>sposizione che, se volete, sono per chi li prende. Sono legati all'esposizione <strong>del</strong>lepatate dal mondo che organizziamo vicino a Genova, sarà un'occasione unica maunica in tutto il mondo perchè arriveranno più <strong>di</strong> 700 varietà <strong>di</strong> patate da tutto ilmondo, <strong>di</strong> tutte le forme e i colori e sarà la più grande cosa fatta in questo anno,dovunque. Allora siete tutti invitati perchè sarà un modo, non per parlare <strong>del</strong>labio<strong>di</strong>versità ma per vederla, per toccarla, per averla lì davanti. Grazie perl'attenzione.(applausi, applausi)Roberto Marchesini - Adesso fra un attimo parlerà Francesco Benciolini, unveronese, prima però Plinio voleva fare un piccolo appunto.Plinio Pancirolli - Anche per introdurre Francesco, volevo levare un'ombra, che èun'ombra che viene <strong>di</strong>ffusa. Ci pensano sopra. Questi movimenti <strong>di</strong> piccoli conta<strong>di</strong>ni


perchè parlano <strong>di</strong> queste piccole cose, <strong>di</strong> una vita semplice, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>gnità da<strong>di</strong>fendere, no? Mi è piaciuto anche il riferimento a una vita povera fatto da MassimoAngelini. Nel Me<strong>di</strong>o Evo <strong>di</strong>stinguevano il pauper che era quello che viveva <strong>del</strong>proprio lavoro e non <strong>di</strong> più, dal miser. Ecco noi ve<strong>di</strong>amo quanta miseria c'è in città,<strong>di</strong> gente che non riesce, non ha niente, non ha sede, non ha luogo, non può prodursinulla, può soltanto chiedere la carità, deve andare a domandare. E la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong>pauper col suo campicello, col suo orto, con la sua casa, la sua stalla, la sua famiglia e isuoi bimbi riesce a dare una vita piena <strong>di</strong> valori. Ecco questo movimento, questimovimenti insomma, vengono a volte, visti come attimo <strong>di</strong> estremisti, <strong>di</strong> bellepersone. Vorrei invece farvi riflettere come ad un grande movimento <strong>di</strong> governo,perché quando ci si rifà, per mettere <strong>di</strong>fficoltà, ad alcune regole europee, esiste anchela Convenzione <strong>del</strong>le Alpi che è un trattato internazionale firmato anche dall'Italia equesta Convenzione <strong>del</strong>le Alpi che è <strong>del</strong> '91 prevede 9 <strong>Pro</strong>tocolli <strong>di</strong> attuazione, quelloche ci interessa qui, è il <strong>Pro</strong>tocollo per l'agricoltura <strong>di</strong> montagna. Il <strong>Pro</strong>tocollo perl'agricoltura <strong>di</strong> montagna prevede le colture estensive, prevede che le razze che sipossono allevare devono essere le razze tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> montagna... Qui sulla nostramontagna fanno ancora, e questa è forse una cosa che non la <strong>di</strong>ffondono, una festadove danno il premio per la miglior Frisona [razza bovina <strong>di</strong> origine nordeuropea,straor<strong>di</strong>naria lattifera selezionata ad in<strong>di</strong>ci foraggieri non certo tra<strong>di</strong>zionali <strong>del</strong>la montagna],bene, nel <strong>Pro</strong>tocollo per l'agricoltura <strong>di</strong> montagna, questa razza non è contemplata eanche nel Piano <strong>di</strong> sviluppo rurale [ azioni a favore <strong>del</strong> "benessere animale"] la Frisona èban<strong>di</strong>ta da qualsiasi provve<strong>di</strong>mento perchè non è una razza tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong>montagna. In un convegno <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> anni fa ad Asiago ["Quale zootecnia da latteper la montagna alpina ?" Asiago 22-23 settembre 2005. Evento organizzato dal <strong>di</strong>rettivoSaZooAlp con il patrocinio Regione Veneto, <strong>Pro</strong>vincia <strong>di</strong> Vicenza, Comunità MontanaSpettabile Reggenza dei VII Comuni, Comune <strong>di</strong> Asiago], è stato <strong>di</strong>mostratoeconomicamente come il piccolo allevamento <strong>di</strong> mucche, estensivo, fatto con le razzetra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> montagna, sia conveniente rispetto al grosso allevamento, a parte poitutto quello che va sull'ambiente. Ecco, questo protocollo non è stato ancoraratificato dall'Italia, è stato firmato ma non ratificato. Il fatto che manchi questaratifica, vuol <strong>di</strong>re che questo protocollo per l'Italia non è operante e se fosseoperante, gli altri paesi <strong>del</strong>l'Arco Alpino potrebbero esercitare <strong>del</strong>le funzioni <strong>di</strong>controllo sull'inadempienza <strong>del</strong> nostro Paese. Per cui noi abbiamo da una partegovernanti, anche il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, noi ve<strong>di</strong>amo che vogliamo essere iprimi <strong>del</strong>la classe in Europa, poi, nei fatti che ci chiamerebbero ad essere coerenti conquello che proclamiamo, noi non ratifichiamo questo protocollo. Scusate, aFrancesco.(applausi)Francesco Benciolini [<strong>del</strong>l'Associazione rurale italiana, conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Lazise <strong>del</strong> Garda]Plinio mi aveva chiamato perchè spiegassi cos'è questo Manifesto <strong>di</strong> Annecy che forsequalcuno lo ha già ricevuto perchè Plinio lo ha <strong>di</strong>ffuso. Allora è qualcosa che sorgecome una tappa <strong>di</strong> un cammino che si sta facendo come gruppi <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni, ci tengo


tentativo che non è nuovo, ma già da vari anni, è quello <strong>di</strong> mettere assieme questigruppi, queste associazioni piccole, non sempre piccole, ad esempio in Francia c'è laConfédération paysanne che forse tanti conoscono perchè ormai si conosce bene JoséBové perchè è uno <strong>di</strong> Confederation paysanne e loro là sono già da tempo molto attivicon azioni che vanno sulla stampa, là ci sono i falciatori volontari, quelli che vanno a<strong>di</strong>struggere le colture <strong>di</strong> organismi geneticamente mo<strong>di</strong>ficati e poi adesso ci sonoanche i seminatori volontari, quelli che vanno a seminare invece le varietàtra<strong>di</strong>zionali. Là sono molto organizzati, sono molto attivi proprio per farsi sentire.In Italia purtroppo, non so il sindacalismo, non se ne abbiano a male i nostrisindacalisti, se ci sono, ma a volte i nostri sindacati non sono stati attivi in questosenso, cioè ci aiutano perchè ci fanno le carte, perchè ci preparano le domande, peravere i contributi eccetera, no? Però non c'è un'attività <strong>di</strong> sensibilizzazione e <strong>di</strong>portare le conoscenze <strong>del</strong>la vita concreta dei conta<strong>di</strong>ni a livello più <strong>di</strong> politicheinsomma, <strong>di</strong> scelte politiche, no? E allora c'è questo tentativo. Mi sono <strong>di</strong>lungato suquesto, per <strong>di</strong>re, cosa è successo ad Annecy? Allora, il 20 e 21 settembre appenapassati, ci siamo riuniti ad Annecy in Alta Savoia, perché là? Perché il 23 ci sarebbestata la riunione dei ministri <strong>del</strong>l'agricoltura europei che in questo periodo sonocoor<strong>di</strong>nati dal ministro <strong>del</strong>l'agricoltura francese Barnier [Michel Barnier]. Si riunivanoperchè con le politiche agricole comunitarie hanno deciso <strong>di</strong> fare lo stato <strong>di</strong> salute,cioè per <strong>di</strong>re, fino a questo punto cosa abbiamo fatto con le politiche comunitarie?Che cosa hanno determinato? Allora i ministri europei si riunivano per fare il puntoe per <strong>di</strong>re, da da adesso in avanti cosa faremo? Perché nel 2013 finisce un ciclo edovrebbe cominciare un altro ciclo <strong>di</strong> politiche agricole. Si sono riuniti il giorno 23 eallora le nostre organizzazioni hanno deciso <strong>di</strong> fare il 21 e il 22, un raduno. Ci siamotrovati, boh, i numeri? Qualcuno <strong>di</strong>ce 3000, qualcuno <strong>di</strong>ce 5000, comunque in un belnumero e lì c'erano non solo organizzazioni conta<strong>di</strong>ne ma anche organizzazioni <strong>di</strong>consumatori, organizzazioni ambientaliste, organizzazioni non governative <strong>di</strong>solidarietà coi paesi <strong>del</strong> terzo mondo, proprio perchè si <strong>di</strong>ce, i problemi<strong>del</strong>l'agricoltura riguardano tutti ed è importante trovarsi tutti assieme per farepressione perché l'agricoltura che riguarda tutti, riguarda i conta<strong>di</strong>ni, ma riguarda icitta<strong>di</strong>ni, riguarda le popolazioni europee ma riguarda le popolazioni <strong>del</strong> terzomondo, per trovarsi e fare <strong>del</strong>le proposte. Allora da qui è sorto il Manifesto <strong>di</strong>Annecy che è stata la base per una presentazione <strong>del</strong>le nostre proposte ai ministri.C'è stata una <strong>del</strong>egazione che si è incontrata con il presidente <strong>del</strong> consiglio deiministri europei, che è il ministro <strong>del</strong>l'agricoltura francese, Barnier e questa<strong>del</strong>egazione ha presentato le osservazioni e le proposte perchè ci sia una politicacomunitaria <strong>di</strong>versa da quella che c'è adesso. Io adesso non so se sia il caso che leggaqualcosa <strong>di</strong> questo manifesto. Molto sinteticamente, il manifesto comincia col <strong>di</strong>re larealtà. Noi ci troviamo in un mondo in cui un miliardo <strong>di</strong> persone sta soffrendo per<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> alimentazione, ci troviamo in una situazione in cui la miseria spingemasse <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni a lasciare il proprio lavoro, ad andare nelle città o ad emigrare. Sepensiamo anche in Europa, alla caduta <strong>di</strong> piccole aziende che continuamente c'è. InEuropa, si <strong>di</strong>ce, adesso non mi ricordo i dati, che ogni giorno, ma credo <strong>di</strong> più, ogni


ora, una piccola azienda sparisce e va beh, c'è una situazione <strong>di</strong> crisi energetica, <strong>di</strong>riscaldamento <strong>del</strong> pianeta, eccetera <strong>di</strong> inquinamento e così via e nonostante questo,non si fanno <strong>del</strong>le politiche perchè l'agricoltura in questo, contrasti questicambiamenti nocivi, invece continuano a crescere le gran<strong>di</strong> aziende, i gran<strong>di</strong>allevamenti, le concentrazioni eccetera. Allora ci si chiede e si <strong>di</strong>ce ai ministri, cosadovrebbe fare la politica agricola comunitaria? Prima <strong>di</strong> tutto assicurare laalimentazione, assicurare l'alimentazione nel proprio territorio, non è tanto <strong>di</strong>re chel'agricoltura europea deve nutrire il mondo, come a volte i politici <strong>di</strong>cono, non devefare tante produzioni, aumentare la produttività per essere pronta a esportare iprodotti, no, deve nutrire qui, prima <strong>di</strong> tutto e deve invece permettere che anchenegli altri paesi, negli altri continenti si produca. Non sta a noi produrre per gli altrima rendere possibile la produzione dove c'è la fame, dove c'è l'autoconsumo. Oltreall'alimentazione c'è il <strong>di</strong>scorso <strong>del</strong>l'agricoltura come presi<strong>di</strong>o dei territori,<strong>del</strong>l'ambiente, <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità e tutto questo, no? E per far questo però, cosa civuole? Che l'agricoltura sia <strong>di</strong>ffusa in tutti i territori, che ci siano numerosi conta<strong>di</strong>ni,in ogni ambiente, non solo dove c'è facilità <strong>di</strong> coltivare. Allora, i conta<strong>di</strong>ni voglionoprodurre e vivere <strong>del</strong> proprio lavoro, non <strong>di</strong> contributi. Non essere dei beneficiati,così detti, perchè ci danno dei contributi. Che poi transitano dall'agricoltura, non èche si fermino lì! Transitano dall'agricoltura perchè si possa vendere a bassissimiprezzi, in modo che industria e commercianti possano comperare a bassi prezzi.Allora, favorire l'accesso alla terra , favorire l'accesso al cre<strong>di</strong>to. Favorire l'accesso allesementi non monopolizzate, quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> produrre le sementi nella propriaazienda e <strong>di</strong> venderle agli altri o <strong>di</strong> scambiarle. Ecco per fare questo però, ecco lapolitica agricola dove manca a volte, bisogna anche regolare le produzioni. Cioè leproduzioni non possono essere lasciate ad avere degli alti e bassi da un anno all'altrocon penurie o con eccessiva produzione perchè si sa che così i prezzi sono instabili,invece chi vive in agricoltura deve avere una garanzia <strong>di</strong> prezzi stabili. Per far questoallora bisogna regolare le produzioni, regolare le esportazioni e le importazioni.Non possono invaderci con prodotti che vengono da paesi dove l'agricoltura costameno perchè hanno gran<strong>di</strong>ssime estensioni, perchè sono supermeccanizzateeccetera e far abbassare i prezzi nelle nostre zone dove ci sono <strong>del</strong>le regole, ci sono<strong>del</strong>le superfici limitate eccetera. Quin<strong>di</strong> i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> dogana non sono cose da eliminarema sono da attuare in modo intelligente. Logicamente nella stessa maniera noidobbiamo evitare <strong>di</strong> fare danni ai paesi terzi. Che stiamo facendo questi danni!Perchè tante volte esportiamo le nostre produzioni che sono sostenute, che possonoavere dei prezzi molto bassi perchè sono sostenute. Le man<strong>di</strong>amo in Africa dove iconta<strong>di</strong>ni non hanno le possibilità <strong>di</strong> produrre a prezzi bassi, inva<strong>di</strong>amo il mercato,<strong>di</strong>struggiamo quel tessuto <strong>di</strong> piccole aziende conta<strong>di</strong>ne che esistono in Africa e chenon possono più produrre, per cui sempre <strong>di</strong> più <strong>di</strong>vengono <strong>di</strong>pendenti da noi.Questo si chiama dumping con termine tecnico. Ecco dopo c'è il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>preservare il nostro ambiente. Anche lì, tante volte si favoriscono <strong>del</strong>le produzioni<strong>del</strong>la pianura ad esempio, mais trinciato, no? Con aiuti. Adesso, c'è il premio unicoche aiuta anche queste aziende a produrre gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> trinciato che dopo


magari vengono portate su in montagna e invece non si favoriscono i pascoli.Orientare la ricerca. Anche quella, la ricerca è importantissima ma se la ricerca lafanno per fare le sementi mo<strong>di</strong>ficate geneticamente e non la fanno invece per la lottabiologica alle malattie, per <strong>del</strong>le varietà adatte ad ogni zona... La ricerca èimportantissima ma bisogna vedere come viene orientata! Ecco, dopo c'è tutto il<strong>di</strong>scorso dei mercati, favorire i mercati locali, favorire le piccole trasformazioni.Come <strong>di</strong>ceva prima Angelini, se ci sono <strong>del</strong>le regole per le gran<strong>di</strong> industrie <strong>di</strong>trasformazione, non devono essere le stesse per le piccole industrie e se parte inzona una piccola impresetta per trasformare i prodotti locali, non devono avere <strong>del</strong>leregole uguali alle gran<strong>di</strong> industrie. Dopo, nel Manifesto <strong>di</strong> Annecy si parla <strong>del</strong>lavicinanza fra produttori e consumatori, quin<strong>di</strong> favorire questi gruppi <strong>di</strong> acquisto,eccetera. Penso <strong>di</strong> aver detto tutto molto in sintesi. Ecco vorrei sottolineare ancora,ci sono queste bellissime esperienze fatte localmente in tantissime parti <strong>del</strong>l'Italia e<strong>del</strong>l'Europa. Se si riuscisse a mettersi più in rete e far sentire la nostra voce a livelloanche europeo e anche più in là, mon<strong>di</strong>ale. Gli strumenti ci sono, ci sono questeorganizzazioni. Cerchiamo <strong>di</strong> utilizzarle perché a volte è importante vedere anchepiù in là e metterci insieme, come ci si mette insieme localmente, mettersi insiemeanche più globalmente. Grazie.(applausi)Plinio Pancirolli - Ancora un minuto, è nato a Madrid il Coor<strong>di</strong>namento europeo, tu cisei stato, puoi <strong>di</strong>rci appena due cose ?Francesco Benciolini - Esisteva già da circa quin<strong>di</strong>ci anni, la Coor<strong>di</strong>nation paysanneeuropéenne, coor<strong>di</strong>namento conta<strong>di</strong>no europeo, e esisteva anche Via Campesina, peròa Madrid, questa estate, dopo un percorso che è durato qualche anno, si è mo<strong>di</strong>ficatoil nome e la realtà <strong>del</strong> Coor<strong>di</strong>namento conta<strong>di</strong>no europeo, Cpe. Siamo entrati a farparte, cioè si è fondato un nuovo coor<strong>di</strong>namento in pratica, dove sono entrati la Coac[Coor<strong>di</strong>nadora de organizaciones de Agricultura y Ganaderia], una grande organizzazionespagnola, la Soc [Sin<strong>di</strong>cato de Obreros <strong>del</strong> Campo], un'altra grande organizzazionespagnola <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti agricoli, in più l'Aiab e altri gruppi, cioè si è allargato questocoor<strong>di</strong>namento perchè si vuole avere più forza, più voci. Ecco questo un po', equesto è nato a Madrid, appunto.Roberto Marchesini - Adesso parlerà Roberto Schellino nella sua esperienza sullamontagna <strong>del</strong> Piemonte, una montagna abbastanza <strong>di</strong>fficile. Poi comunque, chivorrà intervenire per <strong>di</strong>re <strong>del</strong>le parole, sarà sempre una cosa importante, perché ilnostro è un convegno ma è una cosa fra <strong>di</strong> noi. Rispetteremo un po' gli orari manon è che dobbiamo per forza <strong>di</strong> cose decidere cosa e come facciamo. Importante èche ognuno <strong>di</strong> noi senta la voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>re quello che pensa e che si aspetta <strong>di</strong> trovareanche nelle altre realtà, perché se riusciamo a parlare fra <strong>di</strong> noi troveremo qualchesoluzione, perché per affrontare le realtà amministrative, le realtà politiche,


dobbiamo continuamente, continuamente insistere <strong>di</strong> stare assieme. Ecco più stiamoassieme e più troveremo la possibilità <strong>di</strong> fare. Ecco comunque ora do lo spazio aRoberto Schellino che <strong>di</strong>rà un po' <strong>del</strong>le nostre esperienze.Roberto Schellino [<strong>del</strong>l'Associazione <strong>di</strong> Solidarietà con la Campagna Italiana, conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>Demonte Valle Stura - Cuneo]- Salute, io vi racconto solo due cose tanto ci conosciamo personalmente anche secon altri no, penso che parleremo molto più liberamente a tavola o in giro per ilpaese. Io non ho niente <strong>di</strong> nuovo da aggiungere e non sono un conta<strong>di</strong>no cosìesperto da insegnare qualcosa agli altri conta<strong>di</strong>ni che son qua, però mi importarinforzare alcune <strong>del</strong>le cose che sono state dette qua perchè secondo me sono moltoimportanti e meritano appunto <strong>di</strong> essere sviluppate. Sul <strong>di</strong>scorso <strong>del</strong> temaburocrazia, no, penso che ognuno <strong>di</strong> noi le sue esperienze ce le ha ed è inutileraccontare le <strong>di</strong>sgrazie che porta ognuno, però, al limite, già che c'ero, vi raccontosolo un piccolo aneddoto, che parte da un pezzo <strong>di</strong> stoffa, questo che c'è qui. Unpezzo <strong>di</strong> stoffa ricuperato da una vecchia camicia. A casa noi usiamo le stofferitagliate per fare le cuffie dei vasetti <strong>di</strong> erbe aromatiche che ven<strong>di</strong>amo e le hosempre fatte tranquillamente, no? E' successo che quest'estate, in uno dei mercati èpassato un finanziere che ha cominciato a controllarmi tutto e mi <strong>di</strong>ceva, questi doveli ha presi, e io gli faccio vedere i vasetti eccetera, e poi mi chiedeva tutti i materiali.Noi abbiamo detto, ma vuole sapere anche <strong>del</strong>le cuffie con le quali orno i vasetti? Sì,mi ha detto perchè è materiale che lei usa in azienda, no, ma io ho detto, questi sonomateriali che ritagliamo a casa nostra, così, facendo dei vecchi pezzi e lui mi ha detto,ma la cosa non è tanto apposto, dopo<strong>di</strong>chè mi ha lasciato e io sono andato al miosindacato agricolo, gli ho chiesto un po' <strong>di</strong> cose e gli ho detto, ma io come devo farecoi materiali che uso e gli ho rifatto questo stesso esempio. La signora gentile, si èinformata e dopo un po' mi ha detto che effettivamente lei, visto che si procura questipezzettini <strong>di</strong> stoffa e questi, che so, me li aveva regalati mia nonna, le camicie noi ce lepassiamo in famiglia e quando sono un po' lise le teniam da parte e le mettiamo lìper far queste cose e mi ha detto che effettivamente io, se questo era mio, io come RobertoSchellino, privato citta<strong>di</strong>no dovrei lasciare un documento a me Schellino Roberto titolare<strong>del</strong>l'Azienda agricola Falerin, in cui cedo gratuitamente <strong>del</strong> materiale <strong>di</strong> stoffa che poi vieneutilizzato in azienda, in modo che chiunque possa verificare il mio volume <strong>di</strong> affari, no, inbase... se io faccio <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> cosi <strong>di</strong> stoffa, si presumerà che io venda <strong>di</strong>eci milioni<strong>di</strong> vasetti, non è che quin<strong>di</strong> avrò un importo minimo <strong>di</strong> fatturato in modo che lafinanza o chiunque possa attraverso questo ed altri elementi, stimare quale è il miorale volume <strong>di</strong> affari. Io a questo non ci avevo mai nemmeno pensato, da conta<strong>di</strong>nobituato a riciclare quello che c'è in natura e riprodurlo in un altro modo, ad ognimodo, adesso dovrò stare attento a quanti ritagli faccio <strong>di</strong> stoffa <strong>del</strong>le camicie <strong>di</strong> mianonna, per essere, come <strong>di</strong>re, in regola con le norme burocratiche <strong>di</strong> cui MassimoAngelini giusto ci parlava. Ecco questo è un aneddoto, chissà voi se scrivessimo unlibro <strong>di</strong> questi aneddoti e chissà dove si arriverebbe, solo per <strong>di</strong>re il problema in cuinavighiamo tutti, no, ci navigo io, ci naviga chiunque, però mi sembrava


particolarmente curioso anche se si potrebbe risolvere subito, infatti ho pensato <strong>di</strong>scrivere una vecchia pergamena, in cui, bruciacchiandola un po', <strong>di</strong>co che io cedoquesta cosa all'azienda agricola Falerin, no? Prima o poi gliela farò vedere eccetera,però questo è un problema serio, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>l'aneddoto, che stiamo soffrendo tutti, èuno dei problemi fondamentali ai quali dobbiamo dare una risposta <strong>di</strong> superamentoin positivo. L'altra questione fondamentale... Questioni fondamentali ce ne sonoaltre, però, mi fermo, voglio solo citare una cosa per capire se ci stiamo parlando fraquattro gatti o se in qualche modo rappresentiamo <strong>del</strong>le realtà grosse sul territorio.Allora io mi sono letto i dati Istat <strong>del</strong> 2005 sui censimenti, dati sulla struttura <strong>del</strong>leaziende agricole all'anno 2005 su tutto il territorio italiano e lì, su un milione esettecentomila aziende agricole presenti nel 2005, oggi saranno già un po'<strong>di</strong> meno,perché c'è un calo <strong>del</strong> 3/4 % ogni anno, numericamente, su 1.7000.000 aziendeagricole, il 10% <strong>di</strong> queste, sono classificate come aziende agricole esclusivamentevolte all'autoconsumo, il 40% aziende agricole che fanno sia autoconsumo cheven<strong>di</strong>ta sul mercato, un 10% sono classificate come aziende multifunzionali cioè chefanno <strong>di</strong>verse attività e un 40% <strong>di</strong> aziende agricole completamente rivolte almercato, esclusivamente. Il che vuol <strong>di</strong>re che circa la metà <strong>del</strong>le aziende agricoleitaliane sono piccolissime aziende che vivono o <strong>di</strong> autoconsumo o <strong>di</strong> autoconsumo e<strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta al mercato. Un altro dato, sempre rivolto al 2005 <strong>di</strong>ceva che ad<strong>di</strong>rittura il67% <strong>del</strong>le aziende agricole ha un fatturato non superiore ai 10.000 euro all'anno. Oraquesto vuol <strong>di</strong>re che il bacino <strong>del</strong>le piccole aziende agricole, nonostante storicamentevengano falci<strong>di</strong>ate ogni anno, come statistiche aggiornate <strong>di</strong>mostrano che c'è unamoria <strong>del</strong>le aziende, forse anche fisiologica per certi aspetti, sono ancora tante, sonoveramente tante! I problemi che abbiamo, <strong>di</strong> cui abbiamo parlato qua, non sono iproblemi <strong>di</strong> 4 persone, sono problemi che riguardano ancora un'enormità <strong>di</strong>agricoltori sul territorio, numericamente la maggior parte! Manca una coscienza <strong>di</strong>questo, effettivamente e purtroppo l'atteggiamento dei gran<strong>di</strong> sindacati... Io sonoiscritto alla Col<strong>di</strong>retti per una faccenda funzionale, ho partecipato anche per laburocrazia, se vuoi risolvere burocraticamente, ho partecipato anche a dei corsi <strong>di</strong>aggiornamento... Purtroppo la politica dei gran<strong>di</strong> sindacati, confermo quello che si<strong>di</strong>ceva prima, è <strong>di</strong> gestire l'impresa. Per loro, l'azienda agricola è ormai un'impresache deve stare sul mercato, quin<strong>di</strong> il sindacato ci fornisce gli strumenti se tu vuoicompetere sul mercato. Il resto non riesce a vederlo, lascia perdere tutto quello che èinvece la realtà <strong>di</strong> cui noi stiamo parlando adesso e questo vuol <strong>di</strong>re che la piccolaazienda o tenta <strong>di</strong>speratamente <strong>di</strong> buttarsi sul mercato o chiude e non ha nessunriferimento, né nessuna rappresentanza collettiva ed è questo che sarebbeveramente prezioso, che le piccole realtà si unissero, si federassero e riuscissero afare un lavoro <strong>di</strong> rappresentanza collettiva anche perchè c'è un bacino <strong>di</strong> possibilerappresentanza molto più grande <strong>di</strong> quello che siamo noi qui che possiamorappresentare una punta <strong>di</strong> interesse, <strong>di</strong> elaborazione culturale. Ma il territoriosprime ancora un numero enorme <strong>di</strong> realtà agricole che potrebbero essererappresentate e potrebbero riven<strong>di</strong>care ancora l'agricoltura che effettivamentestanno portando avanti! Quin<strong>di</strong> questo è un lavoro sicuramente enorme da fare, no,


partendo dalle singole esperienze. Voglio solo aggiungere un paio <strong>di</strong> cose, oltrequin<strong>di</strong> al tema istituzionale, burocratico, fondamentale, quin<strong>di</strong> le norme cheMassimo prima ha sinteticamente espresso. Secondo me, l'altro punto <strong>di</strong> enormelotta per la sopravvivenza <strong>del</strong>la nostra agricoltura è la <strong>di</strong>fesa, quella che chiamiamola <strong>di</strong>fesa dei semi. Ma non solo <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> seme, intendo dai semi, dal piantino, dallalibertà <strong>di</strong> riprodurre sia i semi che i piantini, perchè senza <strong>di</strong> questo, l'autonomiaconta<strong>di</strong>na muore! Lo sappiamo, no, eppure siamo in una fase tremenda, io mi stoaccorgendo, non so se voi potete farlo, guardando i cataloghi <strong>di</strong> tutti i centri <strong>di</strong>sperimentazione pubblici, per esempio i centri <strong>di</strong> sperimentazione <strong>del</strong>le nuovevarietà frutticole, se voi andate a vedere, l'80% <strong>del</strong>le varietà che stannosperimentando sono protette da brevetto! Quin<strong>di</strong> il <strong>di</strong>scorso dei semi, oltre ariprodurre i semi in sè, liberi <strong>di</strong> prendere il seme <strong>di</strong> fagiolo e seminarlo, c'è unproblema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la libertà no, <strong>del</strong> vivente, quin<strong>di</strong>, in questo caso o <strong>del</strong> seme o<strong>del</strong>la piantina, perchè una volta che tutto sarà brevettato saremo fregati tutti, penso.In Piemonte ad esempio, ci sono esperienze e stiamo arrivando al parossismo, c'èuna varietà <strong>di</strong> mele che viene <strong>di</strong>ffusa a livello industriale, si chiama Ambrosia,l'Ambrosia, che è un brevetto <strong>di</strong> cui solo 2 aziende hanno la titolarità <strong>del</strong> brevetto.Questa pianta è stata sperimentata coi sol<strong>di</strong> pubblici in un centro <strong>di</strong> ricerca pubblico ei risultati sono tutti a favore <strong>del</strong>le due aziende che la hanno brevettata e loro la fannoprodurre, danno le piante a <strong>del</strong>le aziende agricole che stanno a questo gioco, ma conl'obbligo <strong>di</strong> contratto per cui, loro danno le piante ma gli agricoltori sono obbligati aconferire all'azienda tutto il prodotto, quin<strong>di</strong> non sono nè liberi <strong>di</strong> riprodursi lapianta, nè liberi <strong>di</strong> vendersi la mela, sono ormai l'anello tecnico <strong>di</strong> un meccanismoindustriale che sta impazzendo e molti agricoltori stanno a questo gioco, no!Soprattutto quelli che sono rivolti al mercato. Quin<strong>di</strong> questo tema <strong>del</strong>la libertà <strong>del</strong>seme, sintetizzata nel seme ma non è solo il seme, <strong>del</strong>la non brevettabilità!Continuare a mantenere specie che si possono produrre liberamente, secondo noi,non è una battaglia altamente meno importante e strategica <strong>di</strong> quella <strong>del</strong> <strong>di</strong>scorsoburocratico. L'ultima cosa, quin<strong>di</strong> spero che si crei un coor<strong>di</strong>namento, che si allarghila possibilità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>narsi. Volevo però dare una parte <strong>del</strong> mio spazio aun'esperienza che è nata da poco nel nostro Cuneese e <strong>del</strong>egata al tema dei mercaticonta<strong>di</strong>ni, sapete che in seguito alla legge, al decreto legge <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong>l'anno scorso[Decreti attuativi: G.U. 30/12/97 - Legge n. 296 <strong>del</strong> 27/12/2006] a livello locale si puòchiedere <strong>di</strong> istituire questi benedetti spazi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta conta<strong>di</strong>na che se un tempo cisono sempre stati, adesso vengono introdotti in forma nuova, no. Devo <strong>di</strong>re cheanche qui c'è stata una caduta culturale, nel senso che qualcuno ha cominciato achiamarli farmer market. La legge non cita assolutamente questo termine, se lo èinventato qualcuno da qualche parte e questa è una brutta tendenza perchè tende adare un'immagine come <strong>di</strong>re...da supermarket, da logica, proprio industriale e soloin Italia succede, perchè i cosiddetti mercati conta<strong>di</strong>ni, negli altri paesi, in Francia, inInghilterra e in Germania, usano la loro lingua locale, non usano un'altra parola, no.Solo noi Italiani usiamo questa terminologia, però a Caraglio, nella nostra zona, ènata un'esperienza che secondo me è molto interessante, tanto che adesso verranno


loro a raccontarcela anche semplicemente come esperienza, perché un gruppo <strong>di</strong>produttori agricoli si è organizzato e ha fondato un mercato conta<strong>di</strong>no che si chiamaMercato Conta<strong>di</strong>no! Ha costruito un'associazione e soprattutto ha interpretatosecondo me nel modo più intelligente questa legge nazionale che badate bene permercato conta<strong>di</strong>no e produzione locale, intende la produzione in ambito regionale,quin<strong>di</strong> in realtà al mercato conta<strong>di</strong>no si potrebbero portare prodotti prodotti aduecento chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, che <strong>di</strong> per sè nel mercato nazionale sta bene, però ilsenso <strong>del</strong>la località si perde un po', no? Mentre loro hanno messo nel loro statuto ilfatto che i produttori agricoli sono vincolati a portare sul loro mercato, solo edesclusivamente i prodotti <strong>del</strong>la loro azienda e tutti quin<strong>di</strong> effettivamente locali. A mequesto sembra un segnale, oltre che pratico, anche culturalmente importante.Adesso venite qua a raccontare un po' la vostra storia e poi chiu<strong>di</strong>amo.(applausi, applausi)Mara Alessandra Otta [segretaria <strong>del</strong> mercato conta<strong>di</strong>no <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Caraglio - Cuneo,conta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Valgrana - Cuneo]- Ciao a tutti io sono Mara, lui è Daniele e lui Pierre. A un certo punto, abbiamo fattoun giro abbastanza grande, prima siamo andati a Milano, poi siamo andati a Trento,per cui, insomma ma ce la abbiamo fatta, eccoci qua. Noi ce la abbiamo fatta.Avevamo dunque un progetto (non si capisce...)... e adesso il comune <strong>di</strong> Caraglio, il12 luglio per la prima volta siamo andati in piazza e possiamo vantare <strong>di</strong> essere ilquarto mercato conta<strong>di</strong>no in italia e il primo nella Regione Piemonte. E'un'esperienza bellissima, è un'esperienza che ha dato energia alle nostre aziendeperché ha permesso a molte aziende piccole, microaziende, <strong>di</strong> poter valorizzare ilproprio lavoro, valorizzare il proprio prodotto e quin<strong>di</strong> anche creare un futuromigliore per la campagna <strong>del</strong>l'anno prossimo, perchè ci sono <strong>del</strong>le aziende che primadovevano basarsi sul commercio, a darsi a un commerciante, invece adesso riesconoa mettere tutti i loro prodotti sulla loro piattaforma, utilizzando le 4 ore <strong>del</strong> mercatosulla piazza <strong>di</strong> Caraglio e utilizzando anche il sistema <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta aziendale. Quin<strong>di</strong>noi, io almeno sono orgogliosa <strong>del</strong> lavoro che ho dato e sono convinta che questimercati devono nascere dappertutto perché, perché noi siamo quello cheproduciamo, noi siamo energia che mettiamo nel nostro lavoro e non è gusto chealtri godano <strong>di</strong> questo, perché i nostri prodotti sono nostri, la mia mela è la mia melae messa insieme ad altre mele, non è più la mia mela ma <strong>di</strong>venta, fra parentesi, unamela e non capiamo dove va a finire e a un certo punto ce la pagano a un prezzoirrisorio e ce la troviamo magari in un altra regione a <strong>di</strong>eci volte e non ha senso,perchè io ho lavorato, non ha lavorato il commerciante coi suoi venti passaggi e perquesto che io lotterò fino all'ultimo per cercare <strong>di</strong> aiutare altri gruppi e altre zone acreare filiere corte. Vi presento il nostro presidente è un ragazzo che ha un'aziendaagricola e che è in piazza come filiera corta, così potrà raccontarvi quello che vede luisul suo lavoro che viene fatto in piazza.(applausi)


Daniele Giorgis [Presidente <strong>del</strong> Mercato Conta<strong>di</strong>no <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Caraglio, conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>Valgrana - Cuneo]Quello che abbiamo cercato noi è dare un valore soprattutto ai nostri prodotti edare una cre<strong>di</strong>bilità al nostro prodotto perchè quello che ha comperato fino adessonei negozi è rimasto in<strong>di</strong>gnato, fregato, si è preso tantissime fregature, hacomperato un prodotto a prezzi esorbitanti e non sa quello che prende e non sa dadove viene, noi cerchiamo <strong>di</strong> dare una tracciabilità aperta <strong>del</strong> prodotto, da chi viene,da chi lo ha prodotto, e soprattutto a livello <strong>di</strong> gusto avere un prodotto con un gustoche è naturale, non è con tanti passaggi da frigorifero. Questo è quello che conta,quello è che noi abbiamo cercato <strong>di</strong> fare e funziona bene, adesso sono <strong>di</strong>versi mesiche lo facciamo e quin<strong>di</strong> va benissimo. C'è chi era intenzionato a non tenere piùl'azienda perchè non riusciva più ad avere uno spunto, a non abbassarsi troppo coicommercianti e invece adesso, col nostro mercato, riesce anche a venire con la suapoca roba e a venderla tutta E' stato un po' <strong>di</strong>fficile all'inizio perché la gente eraincredula, però sarà due mesi che la ven<strong>di</strong>ta è raddoppiata. La gente, quando haprovato, adesso ci crede, vede le cose come stanno e ci crede tanto e funziona bene.Abbiamo preso anche Biovalgrana che lavora con noi, è il nostro punto <strong>di</strong> riferimento<strong>del</strong>la Valle Grana e ci aiuta un po' in tutto, ci aiuta perché sia a livello bio, sia per altrecose, qualsiasi cosa che abbiamo bisogno, ci danno una mano. E'una cooperativa laBiovalgrana, sotto la Comunità Montana e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo penso parli lui.(applausi)Pierre [citta<strong>di</strong>no europeo francese, lavora alla cooperativa Biovalgrana ]Due parole, non produciamo <strong>di</strong>rettamente, appoggiamo le aziende piccole che nonriescono ad andare in piazza, ven<strong>di</strong>amo servizi per le aziende che non hanno<strong>di</strong>sponibilità umana per andare, che riescono così a essere presenti lo stesso. Altroruolo <strong>del</strong>la cooperativa quel che... scusate per l'Italiano, ogni tanto ho qualche<strong>di</strong>fficoltà, sono Francese e.. Di cercare in tutti altri mo<strong>di</strong> e in particolare sulle filierecorte <strong>di</strong> ridurre i costi, perché il mercato conta<strong>di</strong>no permette <strong>di</strong> vendere, <strong>di</strong> far viverealcune aziende, permette a tutte le aziende <strong>di</strong> vivere solo <strong>di</strong> quello. La cooperativa èorganizzata un po' come tutte cooperative, con <strong>di</strong>fficoltà, va a zone, <strong>di</strong> riuscire acoinvolgere la gente su un progetto comune. La nostra, sono <strong>di</strong>eci anni che esiste estiamo vedendo <strong>di</strong> trovare la organizzazione giusta per mantenere la cooperativa e<strong>di</strong> aiutare le aziende <strong>di</strong> svilupparsi, le aziende che stanno invecchiando e permetterecosì <strong>di</strong> continuare ad esistere.(applausi)Daniele Giorgis - Il nostro problema <strong>di</strong> vallata è che comunque gente giovane checontinua a lavorare la terra non ce ne è più. Di giovani siamo solo io e altri tre equattro ragazzi che hanno continuato. L'unico grande problema che abbiamo noi invallata è che le persone con tuttto il rispetto, sono anziane, possono andare avanticon l'azienda ancora due, tre o quattro anni, poi chiudono. Però adesso con questomercato conta<strong>di</strong>no, quello che abbiamo fatto, molta gente che prima lo faceva come


secondo lavoro o lavorava in fabbrica o cosa, ha ricominciato a rimettere roba,magari un pezzettino a zucchini, un pezzo <strong>di</strong> patate, va al mercato e riesce avenderlo lì, quin<strong>di</strong> è un aiuto anche a rivalorizzare il territorio. Quella è la cosamolto importante ed è forse un po' lo scopo <strong>del</strong> mercato conta<strong>di</strong>no, quello <strong>di</strong> noncontinuare a guardare avanti sempre, avanti e non guardare mai in<strong>di</strong>etro e tornareinvece un po' in<strong>di</strong>etro, magari tornare in<strong>di</strong>etro per valorizzare le cose, i prodotti cheavevamo prima. E' un mercato settimanale, ogni sabato mattina. Lo apriamo allesette e chiu<strong>di</strong>amo all'una.(applausi)Mara Otta - Nel nostro mercato abbiamo... la nostra associazione <strong>di</strong> produttori vantacirca 35 aziende. In piazza, sul mercato a fare ven<strong>di</strong>ta, abbiamo 12/13 banchi perchècre<strong>di</strong>amo molto nel sistema <strong>di</strong> sinergia, nel senso che è inutile che un'azienda chenon ha prodotti venga a perdere quattro ore in piazza, quin<strong>di</strong> subentra l'altraazienda che ha più prodotto e la sostituisce a nome <strong>del</strong> produttore che producequella poca roba e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> aziende ne abbiamo tante ma come banchi siamo pochi.Abbiamo prodotti che sono nostri, prodotti esclusivamente aziendali e sono prodottiche vengono raccolti massimo il giorno prima e portati freschi sul mercato.Vogliamo insegnare alla gente cosa vuol <strong>di</strong>re mangiare ancora verdura buona,vogliamo insegnare alla gente cosa significa mangiare una pesca maturatasull'albero. Noi vogliamo insegnare alla gente questo e la gente piano, piano stacapendo che la pesca ha un gusto che è <strong>di</strong>verso da quello che per anni hannomangiato perchè comperavano tutti pesche che stavano nel frigo 3/4/5 mesi e allafine il gusto <strong>di</strong> pesca perde e invece la gente, la gente ci ringrazia per questo, ci <strong>di</strong>ce,ma le fragole sono buone, certo che sono buone! Perché io le avevo comperate che nonsapevano <strong>di</strong> niente e adesso sanno <strong>di</strong> fragola. Quin<strong>di</strong> noi vogliamo insegnare che ci sonoancora aziende che lavorano bene, ci sono ancora prodotti buoni. Noi abbiamoancora prodotti buoni ed è giusto che la nostra gente lo sappia nel nostro piccolo. Lanostra clientela, la nostra clientela spazia spesso da una clientela <strong>di</strong> paese. Sispostano dai paesi vicini e iniziano a conoscerci e arrivano. All'inizio facevano laspesa con quattro cinque, sei pomodori, poi sono arrivati al punto <strong>di</strong> prendere lacassetta <strong>di</strong> pomodori, la cassetta <strong>di</strong> mele e non le quattro mele, perchè fanno mentecomune che sono appena raccolte, quin<strong>di</strong> hanno una maturazione molto lunga,rispetto a quella in un supermercato che chissà quando è stata raccolta e chissàquante volte ha sbattuto insieme. La gente ci crede ed inizia ad avere fiducia perchève<strong>di</strong>amo che ricordano, portano gli amici e si crea un giro sempre più largo <strong>di</strong> questaclientela. Vengono in azienda, vedono esttamente dove è stata piantata la testa <strong>di</strong>insalata che hanno visto al mercato, che hanno comperato e questo crea fiducia, unrapporto <strong>di</strong> fiducia fra produttore e consumatore che è la cosa più importante efondamentale. Come prodotti <strong>di</strong> banco abbiamo tutti i prodotti <strong>del</strong>la nostraagricoltura locale e in più abbiamo un'azienda agricola <strong>di</strong> un paese vicino che fa un360 gra<strong>di</strong> aziendale e produce pasta, pasta fatta in casa, piantano il grano, piantano ilmais, essiccano, hanno un laboratorio <strong>di</strong> essicazione, hanno il mulino a pietra per


preparare le farine, impastano e rimpastano per preparare i lavorati <strong>di</strong> pasta, liessicano e li insacchettano e questa è l'altra grande azienda cha abbiamo in piazza.Abbiamo un'azienda <strong>di</strong> conigli che produce salame <strong>di</strong> coniglio, prosciutto <strong>di</strong> coniglio,conigli e uova. Abbiamo un'azienda che vanta novecento capi <strong>di</strong> bufale nelCaragliese e ci porta la mozzarella fesca, abbiamo un banco <strong>di</strong> formaggio e questo,la possibilità <strong>di</strong> vendere anche il latte fresco e nel nostro piccolo siamo riusciti a darvia cento litri in 4 ore. Quin<strong>di</strong> per noi, una giornata eccezionale, riuscire venderecento litri <strong>di</strong> latte fresco! E poi abbiamo due gran<strong>di</strong> aziende che fanno frutta. Il nomeè cambiato perchè è inutile mettere il nome <strong>di</strong> azienda grande grande e noiutilizziamo queste aziende per fare sinergia nel senso che il banco che ha la verdurae proprio non ha la frutta, utilizza queste aziende per vendere sul mercato tutti iprodotti allargando la gamma dei prodotti. E funziona, funziona, però, bisognalavorare, lavorare, lavorare, crederci e oltre a crederci cercare <strong>di</strong> fare molta sinergia,avere un bel rapporto <strong>di</strong> amicizia. Io non ho l'aglio, per <strong>di</strong>re, sul banco non ce lo hoperché non lo ho piantato ma il banco vicino ce lo ha . Non vado a rifornirmi <strong>di</strong>aglio da chissà chi quando lì c'è aglio, non è il mercato dove tutti cercano <strong>di</strong> vendere,è il mercato dove tutti cercano <strong>di</strong> sopravvivere. Sono cose ben <strong>di</strong>verse. Piano pinoingraneremo. Adesso abbiamo avuto degli agganci con <strong>del</strong>le agenzie turistiche <strong>del</strong>Torinese e dal mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre in collaborazione con tutte le associazioni culturali<strong>del</strong> paese, avremo la possibilità <strong>di</strong> crearci un gruppo turistico <strong>di</strong> pullman da poterfare compraven<strong>di</strong>ta nelle aziende agricole, quin<strong>di</strong> da <strong>di</strong>cembre, il mercato conta<strong>di</strong>nonon sarà più solo sabato mattina ma sarà anche sabato mattina e domenica e pianopiano ci svilupperemo, vorremmo arrivare a tutti i giorni, ad avere la possibilità <strong>di</strong>avere un angolo dove gli agricoltori possano portare la roba fresca tutti i giorni ecomunque dobbiamo lavorare tanto sodo.Daniele Giorgis - La gente che ha provato continua a tornare e torna volentieri.Noi abbiamo sempre cercato <strong>di</strong> mantenere un prezzo che sia almeno almeno il 30%in meno <strong>di</strong> quello che c'è sui negozi. Tanto per fare un esempio, ho portato per tantianni i pomodori all'ingrosso, a 25 centesimi al chilo, quando poi sui negozi lirivendono a 2 euro e mezzo o a 3 euro, cioè una cosa insensata. Il pomodoroquando si vende a un euro, un euro e venti, un euro e trenta è un guadagno ottimoper noi che lo produciamo ed è ottimo per quello che lo acquista, sapendo checomunque è fresco, non è passato in frigo, non ha avuto un viaggio massacrantecome è arrivato alla fine. Noi abbiamo avuto problemi coi prezzi bassissimi, siamoandati a 15 centesimi. Anch'io fornivo una pedana un giorno sì e un giorno no <strong>di</strong>pomodori, arrivavano dalla Cina e li vendevano a un euro al chilo anche suisupermercati. Una cosa insensata credo. E adesso funziona. I prezzi cercheremosempre <strong>di</strong> mantenerli un 30% in meno <strong>di</strong> quello dei negozi, altrimenti la gente... E' unmercato conta<strong>di</strong>no.Plinio Pancirolli - Vorrei soltanto <strong>di</strong>rvi una cosa, mi ha telefonato, <strong>di</strong>spiacendosi <strong>di</strong>


non poter essere presente, un'amministratrice <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Caraglio e se potetespendere un minuto <strong>di</strong> parole, perché trovo che sia molto importante avere unComune che vi ha aiutato, che vi ha favorito, che non fa magari convegni <strong>di</strong> facciatama fa che nel suo paese, il libero mercato conta<strong>di</strong>no, <strong>di</strong>venga punto <strong>di</strong> riferimentoanche per gli altri paesi vicini.Daniele Giorgis - Noi possiamo ringraziare tanto il Comune perché ci crede e ci hadato la forza <strong>di</strong> tirare avanti anche quando eravamo scettici. Io sulle prime almercato conta<strong>di</strong>no non ci credevo. Ci ha sempre dato un ottimo spunto e quin<strong>di</strong>possiamo ringraziare il nostro Comune che ci crede, continua a darci una mano,fornirci i posti gratuitamente, la piazza, ha fornito anche le tavole perchè ha visto chegente che non aveva il banco, non aveva niente, non aveva esperienze da mercataro,ha fornito le tavole perfino per due mesi e adesso piano piano ognuno si crea laroba.Mara Otta - Il nostro Comune ha fatto un lavorone, ci ha messo a <strong>di</strong>sposizionel'assessore all'agricoltura, ci ha messo a <strong>di</strong>sposizione consiglieri <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong>Caraglio, il vicesindaco <strong>del</strong> comune <strong>di</strong> Caraglio che fra parentesi è avvocato, ci hapreparato lo statuto, ci ha aiutato tantissimo, ci ha creato la classica botte <strong>di</strong> ferro, cilascia la piazza gratis. Abbiamo bisogno <strong>di</strong> qualsiasi cosa, c'è un problema, cirivolgiamo al Comune e il Comune si mette in quattro per noi. Abbiamo bisogno <strong>di</strong>farci <strong>del</strong>la pubblicità, <strong>di</strong> continuare a insistere sul fatto che siamo lì tutti i sabatimattina, eccetera eccetera, se ne occupa un assessore <strong>del</strong> comune e secondo me èstata una <strong>del</strong>le energie più importanti per la realizzazione <strong>del</strong> progetto e dall'altraparte anche noi dobbiamo lavorare bene, lavorare con sincerità, essere onesti,ringraziare, ringraziare l'energia che ci ha dato. Fino all'anno scorso, la Fiera <strong>di</strong>Caraglio, la Fiera che si tiene all'ultima settimana <strong>di</strong> settembre... Ero sola con unbanco brutto, con le mele. Io e le mele. Con questo mercato conta<strong>di</strong>no, perchécredevo nel progetto, sono passati 12 mesi ed eravamo 17 banchi con scritto MercatoConta<strong>di</strong>no. Non ero più sola e la gente ha creduto e ha creduto facendosi tanta grana.Io, è questo un grosso ringraziamento che devo fare e farò sempre al nostroComune. Io vivo in valle, non vivo nel Comune <strong>di</strong> Caraglio, sono residente nelComune <strong>di</strong> Caraglio ma vivo in una piccola valle dove vive anche Daniele, in unapiccola valletta dove ci sono piccole, piccole aziende che stanno morendo, perchéstanno invecchiando, perchè invecchiano le piante, invecchiano anche i titolari <strong>di</strong>queste aziende e avrei avuto piacere comunque <strong>di</strong> portare su in paese a Caraglioqueste aziende. Io sono convinta che, magari quest'anno non ce la ho fatta, l'annoprossimo non ce la farò ma nel giro <strong>di</strong> 4 o 5 anni porterò i nipoti e verranno inpiazza a <strong>di</strong>re, noi abbiamo le marmellate, noi abbiamo un po' <strong>di</strong> lamponi, noiabbiamo ancor un po' <strong>di</strong> castagne. L'obiettivo è quello <strong>di</strong> cercare i farli vivere <strong>del</strong>poco prodotto che ci rimane perché sennò dobbiamo fare le valigie. E a far le valigieo an<strong>di</strong>amo a stare al mare o in città ma poi alla fine <strong>di</strong> che se magna? Non riusciamo


più a mangiare, perchè noi siamo quello che produciamo, bisogna produrre un po'per noi e un po' per gli altri Non dobbiamo strafare, non è necessario strafare malavorare il giusto, tutto lì.(applausi, applausi)Plinio Pancirolli - Volevo ringraziare il signor Flavio Kaisermann che è venuto atrovarci. Era venuto con noi anche in Piemonte, viene anche con l'associazioneMosaico, che raggruppa aziende trentine e <strong>del</strong>l'Alto A<strong>di</strong>ge. E' venuto a trovarcianche Lorenzo Albi, presidente <strong>di</strong> Lega Ambiente <strong>di</strong> Verona. Adesso ognuno èlibero <strong>di</strong> intervenire, soltanto con la preghiera <strong>di</strong> presentarsi. Ha chiesto la parolaAndrea Tronchin <strong>del</strong>l'Associazione rurale italiana.Andrea Tronchin [<strong>del</strong>l'associazione rurale italiana ]Rubo cinque minuti, mi chiamo Andrea Tronchin, faccio parte <strong>del</strong>l'Associazione ruraleitaliana ma rappresento anche l'associazione Naturalmente Verona e l'associazione IlSelese <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> economia solidale <strong>di</strong> Verona e provincia. Io mi ritrovotantissimo con tutto quello che è stato detto e <strong>di</strong>co subito che la esperienza <strong>del</strong>mercato conta<strong>di</strong>no che è stata descritta mi è molto vicina e molto cara a un ideale chemolti abbiamo e si parla <strong>di</strong> sovranità alimentare perché questa è un'espressione <strong>di</strong>sovranità alimentare. Il mo<strong>del</strong>lo che impone tutte queste carte, tutta questaburocrazia ai conta<strong>di</strong>ni è un mo<strong>del</strong>lo che punta al sistema neoliberista, al mo<strong>del</strong>lounico e non c'è possibilità <strong>di</strong> uscire da questa situazione. All'interno <strong>di</strong> questomo<strong>del</strong>lo, i conta<strong>di</strong>ni saranno sempre schiacciati. La competitività favorirà sempre ipiù forti e schiaccerà sempre i più deboli, quin<strong>di</strong> serve fare un altro mo<strong>del</strong>lo appostaper i conta<strong>di</strong>ni, questa è l'unica soluzione che oggi si può intravedere. Si è parlato <strong>di</strong>coesione sociale, questo è il fondamento cioè l'unione <strong>del</strong>le persone. Quando c'è unostato <strong>di</strong> crisi, è l'unione che ci permette <strong>di</strong> uscirne, questo è proprio <strong>del</strong>la culturaconta<strong>di</strong>na. C'è un'unione a livello locale come abbiamo sentito qui a <strong>Breonio</strong>, si sonoriuniti, hanno creato questa unità interessantissima, c'è voglia <strong>di</strong> aggregarsi in tutta laprovincia <strong>di</strong> Verona, in esperienze <strong>di</strong>verse, e io vorrei, arrivo appunto alla propostache volevo farvi, arrivare al <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> economia solidale <strong>di</strong> Verona. Il <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong>economia solidale <strong>di</strong> Verona è in pratica il mercato conta<strong>di</strong>no che è stato descrittoprima, però con in più tutta una serrie <strong>di</strong> beni e servizi che vanno ben al <strong>di</strong> là<strong>del</strong>l'importante ma semplice alimentazione, dunque un sistema molto più complessoe tale che non solo il piccolo conta<strong>di</strong>no ma anche la piccola azienda familiare cheproduce le scarpe, riesca ad uscire dalla burocraticità e riesca ad affermarsi con ilproprio lavoro che ha una pari <strong>di</strong>gnità, il lavoro è uguale per tutti, quin<strong>di</strong> l'economiasolidale, questo sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>stretto, propone un'alternativa, a partire dalla sovranitàalimentare, economica e politica. Abbiamo un insieme <strong>di</strong> agricoltori che già hannoaderito, abbiamo più <strong>di</strong> venti gruppi <strong>di</strong> acquisto solidale <strong>di</strong>spersi in tutta la provincia,sono circa 400 famiglie e devo <strong>di</strong>re che come nel mercato locale che è stato descrittoprima, quello conta<strong>di</strong>no, c'è stato uno sviluppo in 12 mesi dei banchetti, <strong>del</strong>lepersone che andavano a comperare. Lo stesso si sta assistendo per quanto riguarda


i gruppi <strong>di</strong> acquisto solidale, l'organizzazione <strong>del</strong>la piccola <strong>di</strong>stribuzione organizzata<strong>del</strong>le filiere corte. Faccio solo un esempio per capire quanto siamo vicini, il <strong>di</strong>stretto<strong>di</strong> economia solidale <strong>di</strong> Verona sta progettando, stiamo mettendo in atto una filieracorta <strong>del</strong> pane cioè dai conta<strong>di</strong>ni che si producono le sementi locali <strong>di</strong> frumento, almulino, ai panificatori, alla <strong>di</strong>stribuzione, tutto al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>le leggi neoliberiste inquanto si tratta <strong>di</strong> una filiera all'interno <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto. Il <strong>di</strong>stretto è considerato un clubprivato cioè un accordo fra produttori e consumatori <strong>di</strong>retto che non ha bisogno <strong>di</strong>leggi perchè è un accordo <strong>di</strong>retto che va bene così, ce lo vogliamo fare così, questa èla nostra sovranità. Quin<strong>di</strong> un sistema dove si può uscire da un meccanismo che<strong>di</strong>strugge, da un'economia neoliberista. Aggiungiamo che stiamo facendo partire unprogetto <strong>di</strong> buoni locali solidali che praticamente danno la possibilità a chi appartieneal <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> economia solidale, che si iscrive, <strong>di</strong> riceverli gratuitamente, <strong>di</strong> utilizzarliall'interno <strong>del</strong> sistema. Questo serve per rafforzare e favorire proprio le piccoleaziende, le piccole imprese, in quanto solo queste sono quelle che possono far parte<strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> economia solidale e i consumatori ottenendo questi, saranno proprio<strong>di</strong>rezionati proprio verso queste aziende e quin<strong>di</strong> consideriamo il mercato conta<strong>di</strong>no<strong>di</strong> prima con molta più gente che può risparmiare oltre a quel 30% che voi <strong>di</strong>cevate,ci aggiungiamo un 10%, un 20% in base alla volontà <strong>di</strong> accettazione <strong>di</strong> questi, chepossiamo chiamare moneta locale ma se le chiamiamo monete, c'è il rischio chevengano a prendermi e che mi mettano dentro, per cui sono degli abbuoniriutilizzabili che non sono soggetti a regimazione fiscale. Abbiamo controllato ericontrollato mille volte con i nostri avvocati a livello nazionale, quin<strong>di</strong>, la Festa <strong>del</strong>Rosario che si è venuta a costituire qui, come la festa <strong>di</strong> Naturalmente Verona sono<strong>del</strong>le forme <strong>di</strong> espressione <strong>del</strong>la resistenza e <strong>del</strong>la volontà <strong>di</strong> cambiamento, <strong>del</strong>larichiesta <strong>di</strong> un nuovo mo<strong>del</strong>lo per garantire tutto quello che è stato detto prima allefamiglie e agli agricoltori conta<strong>di</strong>ni e ai consumatori nel congiunto, perchè come<strong>di</strong>ceva Francesco, è necessario creare <strong>del</strong>le alleanze, i conta<strong>di</strong>ni da soli non possonofarcela, quin<strong>di</strong> io concludo invitandovi ad aderire al <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> economia solidale,già siamo in contatto con Antica Terra Gentile e ci sono parecchi contatti e a crearequesta rete, questo sistema tutti insieme, l'abbiamo detto, funziona nel mercatoconta<strong>di</strong>no, ha funzionato a <strong>Breonio</strong>, può funzionare nella provincia <strong>di</strong> Verona e <strong>di</strong>coancora, può funzionare a livello nazionale perchè ci sono venti <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong> economiasolidale in tutta italia che si stanno sviluppando come qua a Verona. Esiste una retenazionale collegata allla fine con Via Campesina e alla sovranità alimentare e si chiudeil cerchio, quin<strong>di</strong> stiamo costruendo un altro mondo possibile, un altro mondo èpossibile perchè c'è già il progetto, perchè ci stiamo costruendo, basta crederci.Grazie.(applausi)Plinio Pancirolli - Adesso dovrei dare la parola al signor Cera<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong>Molina ma vorrei prima darla al signor Flavio Kaisermann per precedenza, ecco,<strong>di</strong>ciamo, <strong>di</strong> ospitalità.


Flavio Kaisermann [Istituto agrario <strong>di</strong> San Michele all'A<strong>di</strong>ge - Trento] - Io volevo faresolo 2 considerazioni, io lavoro per la <strong>Pro</strong>vincia autonoma <strong>di</strong> Trento, per l'Istituto <strong>di</strong>San Michele, faccio assistenza tecnica e per l'ufficio sviluppo socio-economico. Devofare 2 piccole considerazioni, conoscevo già l'esperienza <strong>del</strong> mercato perchè neabbiamo parlato tempo fa e da noi è da un po' che funziona ma mi interessava farealtre osservazioni. Primo, domenica scorsa a Pergine che è un comune <strong>di</strong> Trento, èstata organizzata una festa <strong>del</strong>le zucche dove sono state esposte due zucche, alcunistand. Bene, 30mila persone. La hanno fatta in un parco. Perchè <strong>di</strong>co questo, perchèl'importante in questo settore, sia far conoscere, cioè esiste un mucchio <strong>di</strong> gente chevorrebbe comperare, vorrebbe andre a vedere e visitare ma non sa dove andare.Come c'è una cooperativa a Trento, a Caldonazzo, che è una Famiglia cooperativanormale [l'istituzione <strong>del</strong>la "Famiglia cooperativa trentina", fondata dal sacerdote donLorenzo Guetti, risale al 1890 con la prima cooperativa <strong>di</strong> consumo nel Comune <strong>di</strong> Bleggioche conserva ancora e<strong>di</strong>fici intatti coi ballatoi esterni <strong>di</strong> legno, tipici <strong>del</strong>la vecchia casa ruraletridentina] e, però, ha anche un settore biologico che fa 400.000 euro all'anno, è moltoquotata e questa, dall'anno scorso, in pratica, organizza alla domenica le visite, cheorganizziamo noi in realtà a San michele, organizziamo le visite per i propri soci eperchè facciamo dei percorsi che si chiamano aziende alla mattina o un ristorantebiologico o un agritour a mezzogiorno e al pomeriggio un'altra azienda e lepersone... limitiamo le iscrizioni perchè non an<strong>di</strong>amo in giro con più <strong>di</strong> 20 persone,ma voglio <strong>di</strong>re, la richiesta è fortissima. Poi queste persone chiedono alla cooperativa<strong>di</strong> fare avere i prodotti in azienda, cioè in cooperativa i prodotti <strong>di</strong> queste aziende,cioè credo che sia veramente il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> informare e rendere noto, perchè è unarealtà che altrimenti, anche perché soverchiata in Trentino dalle Cavit e così, nonriesce a farsi sentire e quando riesce a farsi sentire, i risultati, ripeto, vengono.Abbiamo aperto contro l'ostilità <strong>di</strong> tutta la <strong>Pro</strong>vincia e solo col parere favorevole <strong>di</strong>alcuni veterinari, do<strong>di</strong>ci punti ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> latte fresco, ne abbiamo aperto uno <strong>di</strong>biologico e in 20 giorni, 350 litri al giorno. Vengono dai paesi vicini e insomma unnotevolissimo successo, ripeto, contro i volantini contrari dei consorzi <strong>del</strong> latte, <strong>di</strong>raccolta <strong>del</strong> latte. La gente ci crede a questo <strong>di</strong>scorso e chiede sempre <strong>di</strong> più, in alcuniabbiamo messo anche un <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> yogurt che un'azienda produce proprio aRiva e proprio ieri sono andati. Dato che la gente, nello yogurt standard è previstoanche un antiossidante, allora ha chiesto se era possibile eliminarlo quello là, alloralo abbiamo eliminato e allora adesso sono tutti contenti perchè, anche se il atte non èbiologico, non abbiamo usato insilato, ma non è biologico, è fatto con un certomodo, però voglio <strong>di</strong>re, il mercato c'è. Questi hanno messo in un anno 4 <strong>di</strong>stributorie viaggiano a mille trecento litri al giorno. Noi abbiamo però intenzione <strong>di</strong> ampliare,<strong>di</strong> fare <strong>di</strong>ventare questo punto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> latte, qualcosa <strong>di</strong> più, un punto <strong>di</strong>riferimento. Di fatti usiamo una parte come bacheca per informare sulle iniziativeche più o meno sono, fra virgolette, naturali e poi possano interessare, proprio perquesta necessità che c'è <strong>di</strong> rispondere e <strong>di</strong> dare queste informazioni, che altrimenti lagente, non sa veramente dove andare a prendere, perchè si confonde fra tutti imarchi che ci sono e non sa perchè non esiste neanche da parte <strong>del</strong>l'Unione


Consumatori, vengono a chiedere a me le persone per le biologiche. Ecco quin<strong>di</strong>credo vada fatta soprattutto un'informazione perchè la gente l'aspetta.(applausi, applausi)Plinio Pancirolli - Adesso, la parola a Leonardo Cera<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina.Adesso chiederei se può <strong>di</strong>rci due cose anche la signora Lucia Caregnato degliArtigiani <strong>di</strong> Verona perché cre<strong>di</strong>amo che anche la battaglia dei piccoli artigiani possaessere solidale con la battaglia dei piccoli conta<strong>di</strong>ni.Leonardo Cera<strong>di</strong>ni [<strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina, Comune <strong>di</strong> <strong>Fumane</strong>, Verona] -Io mi chiamo Leonardo Cera<strong>di</strong>ni , chi è <strong>del</strong> posto sa che veniamo tutti da Molinaanche se non ci abitiamo più in molti, da parecchio tempo. Tanti saluti dal presidentee dal vicepresidente, dal Gigi e dal Pier che sono ad Assisi per conto <strong>del</strong>la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>,in quanto, come <strong>di</strong>re, la <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina ha prodotto materiale per un'iniziativaed è entrata a ar parte <strong>di</strong> 8 finalisti per un premio alle <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> dove hannopartecipato un certo numero <strong>di</strong> <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> venete che quest'anno sono state 7 perfornire l'olio <strong>del</strong>la lampada <strong>del</strong>la basilica, insomma, e detto questo però, non milimito ai saluti, vorrei portare anche un contributo. Sono entrato nel <strong>di</strong>rettivo <strong>del</strong>la<strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina da circa un anno, neanche, e ci sono entrato e dall'assemblea <strong>del</strong>levotazioni è emerso che non solo siamo in grande <strong>di</strong>fficoltà ma riusciamo anche adessere molto <strong>di</strong>visi fra noi, riusciamo anche ad essere molto.. tutti contro tutti comespesso succede quando non si sa in<strong>di</strong>viduare una via <strong>di</strong> uscita. L'unica via d'uscita èsempre quella che fa riferimento, lo <strong>di</strong>cevo prima all'amico <strong>di</strong> San Michele all'A<strong>di</strong>ge,sempre nella <strong>Pro</strong>vincia <strong>di</strong> Trento, fa riferimento a Trento, tanto è vero che, mezzoVeneto fa anche, come <strong>di</strong>re, <strong>del</strong>la montagna nobile , non solo quella proletaria doveci troviamo qui, ma Cortina per <strong>di</strong>rla, l'Altopiano <strong>di</strong> Asiago, anche quelli <strong>di</strong> Lamonmangiano i fagioli a Lamon e vogliono andare a scoreggiare a Trento,no, fanno ireferendum, tutti vogliono fare i referendum perché vogliono passare con Trentoperchè lì c'è il ragionamento <strong>del</strong> sostegno dei contributi e <strong>di</strong> quant'altro. Io potreistare qui a parlare un mese, sulla questione dei problemi <strong>del</strong>la montagna e deitentativi <strong>di</strong> soluzione. Naturalmente, visto che è previsto anche il pranzo, cerco <strong>di</strong>essere anche più sintetico e allora <strong>di</strong>rò cosa stiamo facendo, le iniziative che abbiamointrapreso come <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> Molina. Abbiamo organizzato un convegno, questaestate il 5 <strong>di</strong> luglio, abbiamo utilizzato anche un professore <strong>del</strong>l'università <strong>di</strong> Trento<strong>di</strong> economia montana, il professor Nar<strong>di</strong>, non so se qualcuno lo ha sentito nominare,per appunto approfon<strong>di</strong>re un po' i temi. Abbiamo coinvolto la Comunità Montana,abbiamo coinvolto le autorità, chi è che parlava prima <strong>del</strong>le autorità che sonolatitanti, sono riuscite a litigare anche queste perchè abbiamo invitato uno invece<strong>del</strong>l'altro oppure gli abbiamo dato più importanza e quello meno, ma questo derivadal fatto che in Italia abbiamo, vado un po' a spanne, qualcuno mi potrò contrad<strong>di</strong>rema non è molto importante, abbiamo il 60% <strong>del</strong> territorio che è montano dove ciabita però il 10% <strong>del</strong>l'elettorato. Per cui non c'è da girarci molto intorno perchèabbiamo un bel <strong>di</strong>re <strong>di</strong> contare ma se per mettere insieme 30 persone, come <strong>di</strong>re


abbiamo razziato tutta l'Italia <strong>del</strong> Nord, e non è andata molto meglio nel convegnoche abbiamo fatto a Molina dove c'erano, come <strong>di</strong>re, anche le autorità ma perriempire la sala ho messo sotto la mia organizzazione che ha fornito come <strong>di</strong>re, ilmateriale umano. Tanto per <strong>di</strong>re. Comunque è stato un bel convegno, prezioso. Ilprofessor Nar<strong>di</strong> è partito da una considerazione o si parte, o non si parte, dallacultura locale, da quello che c'è. Per cui già qui abbiamo messo le basi che c'èqualcosa <strong>di</strong> prezioso anche dove sembra che non ci sia nulla. Da lì sono nate alcunealtre iniziative, adesso io ho lasciato lì alcuni depliant <strong>di</strong> un corso per apicultori che èpartito ai primi <strong>di</strong> ottobre, abbiamo tenuto la terza lezione adesso, an<strong>di</strong>amo avanti,poi <strong>di</strong>rò qualcosa ma credo che si possa pensare allo sviluppo <strong>di</strong> un'attività conta<strong>di</strong>nain montagna se si riesce a coniugare o se si riesce a far girare un volano, che siacomposto <strong>di</strong> ambiente che è un bene rinnovabile, <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> turismo che siacompatibile, perchè non possiamo pensare <strong>di</strong> andare a Rimini e <strong>di</strong> una agricoltura e<strong>di</strong> una produzione che sia anche questa compatibile e che <strong>di</strong>a una possibilità <strong>di</strong>red<strong>di</strong>to. Io assieme alla <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> abbiamo organizzato questo corso <strong>di</strong> apicolturaperchè riteniamo... Ecco, Molina per chi non la conosce è un paese che sta qui sotto, èpoco <strong>di</strong>stante a chilometri molto <strong>di</strong>stante come <strong>di</strong>re a.. Io sono venuto a piantare lepiantine alla festa degli alberi quando andavo a scuola a Molina, quando siamotornati dai piani, dove si può <strong>di</strong>re siamo tutti scesi <strong>di</strong> corsa perché i numeridetestavano, ecco mio padre portava il pane da Molina a <strong>Breonio</strong> e adesso il fornonon c'è più. Comunque detto questo, cerchiamo <strong>del</strong>le produzioni a Molina, come<strong>di</strong>re, Molina ha una sua notorietà perché è titolare <strong>di</strong> un Parco <strong>del</strong>le Cascate che unavolta faceva funzionare un numero molto alto <strong>di</strong> mulini, oggi è visitata da 80.000persone all'anno, 80.000 persone sono un volano che può generare una serie <strong>di</strong> altreattività. Si sono provate tante esperienze, viti e compagnia bella, si sono trovate<strong>di</strong>fficoltà, ecco io non vorrei davvero tirarla lunga ma alcuni problemi vanno posti,l'eccessivo frazionamento dei terreni, tutti piccoli pezzi, il grande posto <strong>di</strong> fareagricoltura e la <strong>di</strong>fficoltà, come <strong>di</strong>re <strong>di</strong> fare alcune produzioni. Abbiamo come <strong>Pro</strong><strong>Loco</strong> scelto l'ape perché per produrre il miele basta un piccolo appezzamento e bastaun piccolo investimento per partire e riteniamo che il miele sia anche un prodottoche rappresenta bene un territorio, però la risposta, come <strong>di</strong>re, lo facciamo a Molina,abbiamo, la maggioranza dei partecipanti che vengono dalla pianura. Questo la <strong>di</strong>celunga anche su quanto, come si <strong>di</strong>ce, sia <strong>di</strong>fficile, coinvolgere, la maggioranza è così,però ci sono ventiquattro persone che partecipano assiduamente per cui c'è lapossibilità che qualcosa parta e qualcosa nasca. Credo che sia un'impresa molto<strong>di</strong>fficile, ma va fatta anche testimonianza, va fatto quello che si può, io, i miei sonoandati verso la pianura quando, come <strong>di</strong>re, si è vuotata veramente la montagna,adesso che io sto cercando <strong>di</strong> tornare per fare quello che posso, per dare una mano,come ho detto non è semplice e però si cerca <strong>di</strong> fare quello che si può: le <strong>di</strong>fficoltàsono tante. Io credo, concludendo, che l'agricoltura in montagna avrà un suosviluppo perchè legata anche alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l'ambiente, con<strong>di</strong>vido tutte le coseche sono state dette, no, la presenza. Non è, non sono i cento forestali, i cento operaiforestali che lavorano nella <strong>Pro</strong>vincia <strong>di</strong> Verona che tengono bene il territorio, fanno


la loro parte, fanno cose egregie ma è la presenza <strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>l'uomo chetrovando anche un elemento <strong>di</strong> economia, no, trova le sue ragioni, ma credo che losviluppo che va oltre la testimonianza si può trovare o perchè <strong>di</strong>ventiamo tuttitalmente ricchi che ci possiamo permettere <strong>di</strong> comperare prodotti che costano <strong>di</strong> piùin quanto, come <strong>di</strong>re, sono prodotti in modo più naturale anche per quanto riguardala meccanizzazione o perchè le cose andranno talmente male per cui torneremo,come <strong>di</strong>re a una sorte <strong>di</strong> autarchia dove dobbiamo produrci tutto. Questa la mia,come <strong>di</strong>re, questo è il mio pensiero un po' triste, però voglio anche <strong>di</strong>re che io cicredo perchè l'anno scorso ho prelevato i miei risparmi che avevo, come <strong>di</strong>re, inbanca e ho comperato un pezzo <strong>di</strong> terra, un pezzo <strong>di</strong> campo e un pezzo <strong>di</strong> bosco aMolina, dove adesso, questa primavera intendo partire con un piccolo intantoallevamento <strong>di</strong> api, appunto perché se ho proposto il corso sono io il primo acrederci, grazie.Plinio Pancirolli - Ecco, fino a che la signora Caregnato arriva qui, vorrei <strong>di</strong>rvianch'io due parole sui corsi. <strong>Pro</strong>prio oggi, avremmo dovuto esserci anche noi due,perché stiamo facendo un corso <strong>di</strong> trazione animale che è stato propostodall'Associazione Veneta <strong>Pro</strong>duttori Biologici e sono arrivate richieste perfino dallaSicilia. Abbiamo iniziato le prime lezioni e c'è gente che viene da Mestre, da Venezia,da Montebelluna e da Ferrara, per cui anche queste cose servono e dò subito laparola ma devo <strong>di</strong>re che quando ho parlato <strong>di</strong> quella amministratrice <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong>Caraglio, mi hanno fatto vedere adesso, una sua lettera bellissima, in cui si scusa <strong>di</strong>non avercela fatta ad arrivare [Consigliere comunale signora Na<strong>di</strong>a Dalmasso promotrice<strong>del</strong> mercato Conta<strong>di</strong>no <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Caraglio]. Scusate.Lucia Caregnato [Confartigianato - Camera <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Verona]- Buongiorno a tutti sono Lucia Caregnato, faccio parte <strong>del</strong>la Confartigianato <strong>di</strong>Verona, però qui sono in veste <strong>di</strong> rappresentante <strong>del</strong>la Camera <strong>di</strong> Commercio. Quioggi ho sentito cose molto belle e interessanti perché comunque per conto mio lacultura <strong>del</strong>la terra è affascinante e sono le nostre ra<strong>di</strong>ci alla fine. Io sono nell'ambito<strong>del</strong>l'artigianato per cui non riesco a entrare nelle vostre competenze anche perché iomi occupo <strong>di</strong> trasporti, per cui siamo lontani, però vi <strong>di</strong>co proprio perché nell'ambito<strong>del</strong>l'artigianato abbiamo gli stessi problemi che avete voi, perché mai comenell'artigianato c'è il piccolo impren<strong>di</strong>tore, l'Italia è fatta in gran parte da piccoli epiccolissimi impren<strong>di</strong>tori dove ci sono tutti i problemi burocratici dei quali ho sentitoparlare prima anche da voi. Vi porto una piccolisssima esperienza che abbiamo fattofresca fresca la settimana scorsa e siamo state insieme alla Camera <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong>Verona, nel Montenegro. Nel Montenegro siamo andate per incontrareimpren<strong>di</strong>trici <strong>del</strong> Montenegro. E più che altro le impren<strong>di</strong>trici <strong>del</strong> Montenegro sononell'ambito agricolo perché il paese è ormai quasi tutto acquistato dai Russi che sisono comperati le parti più belle <strong>del</strong> paese, le costiere, ci sono alberghi a cinque stelleche sono incre<strong>di</strong>bili e sono tutti ormai esteri e queste impren<strong>di</strong>trici locali allora <strong>di</strong>cosa si occupano? Si occupano <strong>di</strong> pastorizia, si occupano <strong>del</strong>la coltura degli ulivi e


<strong>del</strong>le viti. Loro hanno voluto incontrare noi per avere un'idea, un sostegno, lorovorrebbero venire in Italia per conoscere le realtà nostre e sarebbero andate primain Toscana, perchè loro da là, sentono parlare <strong>del</strong>la Toscana anche dal punto <strong>di</strong> vista<strong>del</strong> vino e abbiamo detto perché non Verona? Abbiamo il Vinitaly, abbiamo vini, imigliori vini, per conto mio sono i veronesi, e ci trovano un po', loro, <strong>di</strong>ciamo, allosbaraglio perché non hanno ancora capito le cose che sono state dette qui da voioggi, nel senso che loro dovrebbero far valere la propria cultura, i propri prodotti,che sono lì sul posto e invece... Mi ricordo ad esempio, l'esperienza che ha portatouna signora, perchè lei era fiera e orgogliosa perchè imbottigliava l'olio, però l'olioche faceva venire le olive dalla Grecia, e allora le <strong>di</strong>cevo, ma perchè non ti coltivil'olio tuo? E imbottigli le tue cose? E le ren<strong>di</strong> particolari perchè sono le tue e sono qui<strong>del</strong> posto? Anche perché poi, loro, con il turismo avrebbero il modo <strong>di</strong> collocarle sulposto. Ecco è stata una bella esperienza, è stato un bello scambio anche se noneravamo proprio <strong>di</strong>ciamo nel loro ambito; e' venuta con noi una persona che eranell'ambito <strong>del</strong>l'agricoltura però non è servito. Adesso le aspetteremo qui in Italia eve<strong>di</strong>amo che a loro serve, serve vedere anche quello che avete fatto voi qui, pervedere i mercati che vengono fatti qui, perché loro non sono al corrente che anchequi esistono questi mercati locali, loro pensano che ci siano soltanto le grosse catene<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. Insomma, queste cose non sono sapute all'estero. Ecco, tutto qua,vi ringrazio <strong>del</strong>l'invito, è stato interessante e speriamo che le cose continuino perchésecondo me, siete sulla strada giusta, ecco. Grazie a tutti.(applausi, applausi)Roberto Marchesini - Ringrazio allora un po' tutti quelli che hanno deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>requalcosa, però se c'è ancora la volontà <strong>di</strong> parlare, ci troviamo mentre mangeremoqualcosa insieme. Una cosa che tengo a <strong>di</strong>re, io sono agricoltore da parecchiegenerazioni. Queste esperienze che ho sentito oggi sono tutte interessantissime daquesto punto <strong>di</strong> vista. Insisterò e continuerò a insistere finché ho la possibilità per<strong>di</strong>re che dobbiamo come agricoltori, come produttori, come conta<strong>di</strong>ni, comepersone fisiche, sostenere la terra, ma la terra <strong>del</strong>la montagna, perchè comunquel'uomo è sceso nella valle dalla montagna, ma prima c'era il mare, c'era il lago, c'eral'acquitrino, poi la natura ha fatto sì che, aiutata dall'uomo, si è ritirata, ha fattoqueste cose, però, dobbiamo <strong>di</strong>re che la montagna è quella parte più vecchia <strong>del</strong>mondo che deve rimanere. Le persone che sono in montagna, sono veramente lepersone che hanno il carattere, il sangue e il cuore <strong>di</strong> tutta l'umanità. Alloradobbiamo insistere, dobbiamo far capire al politico o a chi è l'amministratore, chesiamo noi che dobbiamo dare vita a questo sistema, no, che ci vogliono soffocare.L'evento che mi dà <strong>di</strong>sturbo è quello che purtroppo con questo tipo <strong>di</strong> intervento cheabbiamo fatto, convegno, come si vuol <strong>di</strong>re, nessun amministratore si è presentato.Ecco questo è un grosso guaio, noi comunque continueremo a insistere perchécomunque io credo che e credo anche voi, queste sono le soluzioni per riuscire atirare fuori i problemi, ecco, poi i temi saranno i più vasti possibili, comunquerestiamo assieme, parliamo, cerchiamo <strong>di</strong> alzare anche la voce comunque. Ecco,


questo è l'aspetto. Non scannandoci, non <strong>di</strong>cendo <strong>del</strong>le cose assurde, parlando <strong>del</strong>reale che si trova, le problematiche <strong>di</strong> questi territori. Comunque faccio ancora unaugurio ai piccoli fondatori <strong>di</strong> Antica Terra Gentile e gli altri che hanno partecipatooggi che con la volontà si riesce ad arrivare come la Fiera <strong>del</strong> Rosario <strong>di</strong> <strong>Breonio</strong> stariscontrando in questo momento. Grazie a tutti e ci rivedremo anche fra poco.Grazie.(applausi, applausi)

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