molti, il lavoro e la famiglia finiscono per assorbire la maggiorparte del tempo a disposizione in una settimana. D’altra parte,sempre secondo quanto riportato dagli intervistati, la chiesa diLonguelo è frequentata anche da persone che vengono da fuoriprovincia appositamente tutte le domeniche per seguire le funzioni,perché dove abitano non ci sono le chiese o non ci sonopreti ortodossi per celebrare le funzioni.“E’ un po’ difficile parlare della comunità rumena, perché noi non siamoorganizzati come i Marocchini o gli Africani. Siamo delle persone,abbastanza, come dire, individuali. La comunità vera e propria non sochi la frequenta, io la vedo solamente nella Chiesa, perché sono quelgruppo di persone che si incontrano. Ma qui ce ne sono parecchie,sono pochissime quelle che frequentano la Chiesa” (int. 2).“La chiesa a Longuelo è secondo me il punto più importante di riferimento.Poi c’è un ristorante che si trova a Dalmine, dove c’è ancheun mini complesso di musica rumena” (int. 3).Frequentate tante persone rumene?“Purtroppo io personalmente non tante, perché il tempo non me lopermette, perché lavoriamo otto ore al giorno e sai bene, la donnache lavora otto ore, la casa, le faccende domestiche, i figli che devonostudiare, stare dietro a loro...poco. Prima di più. Viviamo una difronte all’altra ma ci vediamo chissà quando, ci vediamo ogni tanto,la domenica magari ci fermiamo, due parole perché siamo sempredi corsa purtroppo”.Quali sono i punti di ritrovo dei <strong>Rumeni</strong> a <strong>Bergamo</strong>?“Io frequento la chiesa, per cui alla domenica ci vediamo lì, poi dellevolte si va in giro insieme. E allora ci vediamo in chiesa sempre. Ripeto,prima si usciva insieme, si organizzava la domenica, poi si andavain giro insieme. Ultimamente lo faccio meno perché non ho più tantotempo, dobbiamo fare i compiti e altre cose” (int. 5a).“Ho trovato le amiche, con qualcuno stai bene insieme con altri no.[Appena arrivata a <strong>Bergamo</strong>] io andavo alla chiesa e ho trovato personebravissime, perché alla chiesa vengono solo le persone che60
hanno la fede. Io sono molto religiosa, perché io quando sono venutaqui volevo farmi monaca, dopo ho cambiato la idea. Perché iopensavo che faccio, risolvo questo problema, compro la terra vado acasa e apro questa fondazione, ma non è così, perché quando sogniè tutto bello, ma nella realtà un problema si divide in dieci o quindiciproblemi e allora...[...]da noi, la nostra religione ortodossa si fannoper i morti, si fa, si dà da mangiare in nome di quelli morti, così conquesta scusa diciamo si sta insieme, si parla, si legano le amicizie.In chiesa anche chiedono lavoro, affitto. È duro che non ci siamobene organizzati perché sai, si lavora tanto e non c’è il tempo e ladomenica già è tanto che vai alla chiesa. Non ci siamo organizzatiperché tutti siamo qui per lavoro e non per fare un’altra cosa, mancail tempo” (int. 6a).“Di solito non vedi quelli che lavorano, vedi quelli che vanno a chiederela carità, avete un po’ di lavoro...Li vedi là che aspettano tuttiche casca qualcosa dal cielo, mamma mia. Andate a lavorare, dopovedete” (int. 8).La chiesa, insomma, oltre che ad essere un luogo di culto, rappresentaper i <strong>Rumeni</strong> presenti sul territorio un punto di riferimento,dove socializzare con i propri connazionali, ma anche una risorsaa cui attingere in caso di bisogno. In chiesa ci si scambiano informazioni,si trovano contatti, si cerca un lavoro. Essa, tuttavia,sembra rivestire questo ruolo solo durante la prima fase di necessitàsuccessiva all’arrivo o per quelle persone che non riesconoa raggiungere una certa stabilità nonostante un soggiorno dilungo periodo o che, per vari motivi, si trovano in una situazionedi bisogno. Altrimenti, dopo questa prima fase, le esperienze e ipercorsi dei <strong>Rumeni</strong> a <strong>Bergamo</strong> sembrano parcellizzarsi e individualizzarsi.In alcune ricerche su questo collettivo di passaporto (E. Zucchetti,1997) è stato ipotizzato che questo individualismo caratterizzi lerelazioni sociali in Romania dopo il crollo del regime comunista eche produca una certa resistenza a consociarsi e stabile rapportidi fiducia. Per questo, e per il timore di un’eccessiva esposizionesociale, al collettivo di passaporto in questione viene imputata61
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