Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006
Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006 Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006
importante, qui, verificare o meno l’appropriatezza della definizione,ma è utile chiedersi perché questa espressione venga utilizzataper descrivere la presenza dei Rumeni nel nostro Paese.Per rispondere a questa domanda è opportuno domandarsi, inprimo luogo, quali sono i rapporti che i Rumeni intrattengono coni loro connazionali presenti su un dato territorio. Da un lato, èpossibile affermare che questo tipo di rapporti sono più frequentinella prima fase del proprio soggiorno a Bergamo, specie se esistevanogià dei contatti con qualcuno presente su quel dato territorio.Quando sono stati aiutati nel corso della loro migrazione daqualche connazionale già in Italia, gli intervistati hanno dichiaratodi aver usufruito, almeno in un primo momento, delle reti in cuiesso era inserito, per poi provvedere a farsene delle proprie unavolta reso più stabile il proprio soggiorno. Tuttavia, per tutti quelliche sono arrivati soli e, specie, per le donne che sono arrivate inItalia per seguire il proprio marito e fidanzato, soprattutto quandoitaliano, l’isolamento è soprattutto iniziale ed è solo con il tempoche queste persone riescono ad entrare in contatto con alcuni deiloro connazionali.Quindi qua conoscevi Italiani ma non Rumeni?“No, nessuno, prima Rumena che ho conosciuto è stata lei. Ho sentitoper la strada e ho capito che era rumena, arrivava suo marito egli diceva -ti preparo cosa per cena stasera da mangiare?-, ho dettoè Romena e mi sono girata. Perché a quei tempi non c’erano tantiRumeni, ero contento di poter parlare Rumeno con qualcuno. E cosìci siamo conosciute, perché abitiamo sulla stessa strada. Per caso,certo. Ci siamo conosciute così, abbiamo cominciato ad uscire un po’.È la prima Rumena che ho conosciuto”.Dopo quanto tempo dopo il tuo arrivo?“Dopo cinque anni”.Quindi dal ’92 al ’97 non hai frequentato altri Rumeni?“No, perché non conoscevo nessuno”.E come ti sentivi?“Mah, devo dirti che un po’ mi mancavano, però io sono anche unapersona che ero già abituata, venivo, giravo, per cui non ho senti-58
to tanto la mancanza, mi mancavano però stavo molto bene anchequi”.E finché non ti sei sposata sei stata a casa dei tuoi amici?“Sì, sono stata lì, 6 mesi, poi sono andata a vivere da mio marito”(int. 5b).A parte tuo marito conoscevi altre persone?“Il primo mese che ci siamo trasferiti lì dove abitava lui, perché poiabbiamo...per un mese siamo stati là tutti insieme. Vedevo i ragazzi,ma ragazze poche, erano proprio...la L...che era venuta insieme ame, un’altra ragazza, lei non era sposata e quindi...pochissimi, unadecina, che va beh ci incontravamo sempre così, nei week-end oqualche compleanno, perché lavorando non riesci, quindi più di tantonon...” (int. 5a).In questo senso la chiesa o, meglio, il ritrovarsi per seguire lefunzioni, gioca un ruolo cruciale. Poiché la maggior parte di loroè di religione ortodossa, i Rumeni si recano in alcune chiese specifiche,dove si celebra la messa con rito ortodosso. A Bergamoquesto è possibile nella chiesa vecchia di Longuelo, il mercoledìe la domenica mattina. L’importanza della chiesa come punto diriferimento per i Rumeni presenti sul territorio, a Bergamo ma,più in generale, in tutta Italia, potrebbe essere dibattuta ipotizzandoche persone a cui per tanto tempo è stato negato di praticareil proprio culto religioso sotto il regime comunista abbianoriscoperto e riconoscano una centralità all’interno della propriaesperienza migratoria alla propria appartenenza religiosa. Nonsiamo in grado qui di falsificare o meno questa ipotesi, ma èvero che all’interno delle interviste il riferimento alla chiesa èemerso quando agli intervistati è stato chiesto di parlare deipropri contatti a Bergamo, specie nelle prime fasi del loro soggiorno.Questo significa che in molti racconti la frequentazionedella chiesa risulta un’esperienza legata soprattutto alle primefasi del proprio arrivo a Bergamo e alla ricerca di nuovi contatti,che perde la sua centralità man mano che la permanenza sulterritorio diventa di lungo periodo, perché, come raccontano in59
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importante, qui, verificare o meno l’appropriatezza della definizione,ma è utile chiedersi perché questa espressione venga utilizzataper descrivere la presenza dei <strong>Rumeni</strong> nel nostro Paese.Per rispondere a questa domanda è opportuno domandarsi, inprimo luogo, quali sono i rapporti che i <strong>Rumeni</strong> intrattengono coni loro connazionali presenti su un dato territorio. Da un lato, èpossibile affermare che questo tipo di rapporti sono più frequentinella prima fase del proprio soggiorno a <strong>Bergamo</strong>, specie se esistevanogià dei contatti con qualcuno presente su quel dato territorio.Quando sono stati aiutati nel corso della loro migrazione daqualche connazionale già in Italia, gli intervistati hanno dichiaratodi aver usufruito, almeno in un primo momento, delle reti in cuiesso era inserito, per poi provvedere a farsene delle proprie unavolta reso più stabile il proprio soggiorno. Tuttavia, per tutti quelliche sono arrivati soli e, specie, per le donne che sono arrivate inItalia per seguire il proprio marito e fidanzato, soprattutto quandoitaliano, l’isolamento è soprattutto iniziale ed è solo con il tempoche queste persone riescono ad entrare in contatto con alcuni deiloro connazionali.Quindi qua conoscevi Italiani ma non <strong>Rumeni</strong>?“No, nessuno, prima Rumena che ho conosciuto è stata lei. Ho sentitoper la strada e ho capito che era rumena, arrivava suo marito egli diceva -ti preparo cosa per cena stasera da mangiare?-, ho dettoè Romena e mi sono girata. Perché a quei tempi non c’erano tanti<strong>Rumeni</strong>, ero contento di poter parlare Rumeno con qualcuno. E cosìci siamo conosciute, perché abitiamo sulla stessa strada. Per caso,certo. Ci siamo conosciute così, abbiamo cominciato ad uscire un po’.È la prima Rumena che ho conosciuto”.Dopo quanto tempo dopo il tuo arrivo?“Dopo cinque anni”.Quindi dal ’92 al ’97 non hai frequentato altri <strong>Rumeni</strong>?“No, perché non conoscevo nessuno”.E come ti sentivi?“Mah, devo dirti che un po’ mi mancavano, però io sono anche unapersona che ero già abituata, venivo, giravo, per cui non ho senti-58