Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006
Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006 Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006
ino, provo a dicembre, se guadagno un quarto, no, un quarto è pocodai, metà di quello che guadagno qua non torno più. Neanche nonvoglio vederla più l’Italia. Meglio a casa...e in più non sono i problemi.E adesso è proprio un brutto momento per i soldi, sto aspettandosempre. Avevo un’attività in Romania, ma prima ero giovane, noninteressava niente. I miei mi aspettavano, aspettano ancora”.E’ migliorata la situazione della Romania da quando è entrata afar parte dell’Unione Europea?“Si guadagna di più, però cosa succede? I costi...tutte le cose costanodi più, sono più care[...].Prima pagavano pochissimo, adesso comincianoa pagare anche là, è un altro prezzo, piano piano va avanti. [...]Se li raddoppiano è poco, è pochissimo, però non si sa mai, se trovila persona giusta. Non è che là non sono dei ladri, però è un’altracosa”.E allora perché vuoi tornare?“Meglio mangiare una patata a casa mia, che un maiale qua in Italia”(int. 8).Le parole di questo ragazzo fanno riflettere e mettono in lucealcuni elementi, che affliggono l’occupazione nel settore edile: illavoro nero, quello grigio e alcuni sotterfugi dei datori di lavoroper imbrogliare i propri lavoratori. Il problema degli infortuni sullavoro e delle morti bianche e le conseguenze del recente ingressodella Romania in Unione Europea sullo statuto dei lavoratorirumeni non emergono da questo racconto, ma sono ugualmentecentrali. Si è cercato di analizzare questi elementi con l’aiuto diun delegato sindacale che si occupa propri del settore edile e cheha segnalato la presenza sempre più importante dei lavoratorirumeni, mettendola in relazione con l’ingresso della Romanianell’Unione Europea.“Adesso come adesso la manodopera a livello dell’edilizia sta crescendocome nazionalità i rumeni. Dall’entrata in vigore di quella leggelì...dal momento che sono entrati in Europa. Perché primi eranoi marocchini e gli egiziani e poi se facciamo un calcolo per tutta lamanodopera straniera nel settore dell’edilizia erano più del 37%. Non48
sono dati certi...E adesso comunque sta aumentando questa comunitàrumena. Non so, può darsi perché anche loro hanno un’esperienzae poi con la lingua...il problema della lingua...loro diciamo che conla lingua latina sono facilitati, invece per le altre comunità, araba eegiziana, c’è questo problema qua” (int. 4).La tendenza alla concentrazione dei lavoratori rumeni in questosettore, in realtà, era già in atto prima dell’ingresso della Romaniain Unione Europea ed è diventata, negli anni, un fenomeno semprepiù importante. Secondo un’indagine condotta dall’OsservatorioRegionale per l’Integrazione e la Multietnicità 14 , in Lombardia trale donne provenienti dall’Est Europa il 22,7% lavora come collaboratricedomestica e il 14,4% come domestica ad ore e l’8,8% comedomestica fissa e tra gli uomini provenienti dalla stessa macroarea geografica addirittura il 40,6% lavora come operaio edile,mentre l’11,5% svolge mestieri artigianali. Questo significa chequasi la metà dei lavoratori rumeni uomini è occupato nel settoreedile ed appare chiaro come un fenomeno di queste dimensioninon possa essere imputato solamente all’ingresso della Romanianell’Unione Europea, anche solo per il fatto che si tratti di un fenomenodi lungo periodo. Più in generale, è lo stesso settore dellecostruzioni, in base ai dati riportati da una ricerca svolta dall’IresCgil nel 2005, ad aver visto un incremento dei lavoratori stranierisuperiore a quello di tutti gli altri settori del mercato del lavoro;tra questi lavoratori il 61,5% proviene dall’Europa, soprattutto daRomania ed Albania (E. Galossi, Mora R. 2005).Un elemento che è importante considerare quando si parla dilavoratori stranieri, specie in questo settore, sono i comportamentiscorretti che certi datori di lavoro hanno nei confronti dellepersone che assumono. Se i lavoratori rumeni uomini appaionomeglio inseriti delle loro connazionali nel mondo del lavoro, essisono anche maggiormente esposti a dei rischi, che sono al tempostesso legati al tipo di settore in cui lavorano e alla maggiorericattabilità dei lavoratori stranieri.14www.ismu.it49
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sono dati certi...E adesso comunque sta aumentando questa comunitàrumena. Non so, può darsi perché anche loro hanno un’esperienzae poi con la lingua...il problema della lingua...loro diciamo che conla lingua latina sono facilitati, invece per le altre comunità, araba eegiziana, c’è questo problema qua” (int. 4).La tendenza alla concentrazione dei lavoratori rumeni in questosettore, in realtà, era già in atto prima dell’ingresso della Romaniain Unione Europea ed è diventata, negli anni, un fenomeno semprepiù importante. Secondo un’indagine condotta dall’OsservatorioRegionale per l’Integrazione e la Multietnicità 14 , in Lombardia trale donne provenienti dall’Est Europa il 22,7% lavora come collaboratricedomestica e il 14,4% come domestica ad ore e l’8,8% comedomestica fissa e tra gli uomini provenienti dalla stessa macroarea geografica addirittura il 40,6% lavora come operaio edile,mentre l’11,5% svolge mestieri artigianali. Questo significa chequasi la metà dei lavoratori rumeni uomini è occupato nel settoreedile ed appare chiaro come un fenomeno di queste dimensioninon possa essere imputato solamente all’ingresso della Romanianell’Unione Europea, anche solo per il fatto che si tratti di un fenomenodi lungo periodo. Più in generale, è lo stesso settore dellecostruzioni, in base ai dati riportati da una ricerca svolta dall’IresCgil nel 2005, ad aver visto un incremento dei lavoratori stranierisuperiore a quello di tutti gli altri settori del mercato del lavoro;tra questi lavoratori il 61,5% proviene dall’Europa, soprattutto daRomania ed Albania (E. Galossi, Mora R. 2005).Un elemento che è importante considerare quando si parla dilavoratori stranieri, specie in questo settore, sono i comportamentiscorretti che certi datori di lavoro hanno nei confronti dellepersone che assumono. Se i lavoratori rumeni uomini appaionomeglio inseriti delle loro connazionali nel mondo del lavoro, essisono anche maggiormente esposti a dei rischi, che sono al tempostesso legati al tipo di settore in cui lavorano e alla maggiorericattabilità dei lavoratori stranieri.14www.ismu.it49