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Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006

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precarietà e flessibilità e che sono disposto a adattarsi a qualsiasitipo di lavoro, anche poco qualificato. Questi fenomeni riguardano,in particolar modo, il settore edile, dove la manodopera rumenaè particolarmente numerosa. La storia di questo ragazzo, che almomento dell’intervista lavorava in un grosso cantiere a <strong>Bergamo</strong>,è particolarmente esemplificativa. Si trova in Italia da 8 anni,in Romania ha interrotto l’università, dove studiava informaticae contabilità, ed ha deciso di venire in Italia per caso, dopo unlitigio con i propri genitori, che avevano alcune attività in proprioin Romania.Come mai sei venuto in Italia?“Ho litigato con loro [i genitori]. Dovevo non venire, dovevo stare coni miei”.Quindi hai litigato con loro e hai deciso di partire?“Ma proprio in 3 giorni”.E dove sei andato?“Prima sono stato a Roma. Madonna che fame che ho fatto, madonnamia”.Lavoravi a Roma?“Lavoravo ma...pagavano pochissimo, ma proprio poco, pochissimo.Un brutto periodo, mangiavo solo patate, non scorreva più il sangue”.Ma sei andato a Roma perché conoscevi qualcuno?“Sì, avevo un amico e siamo stati insieme. Stavo da lui, in quel periodolà. Dopo dovevo tornare in Romania e ho avuto un altro amicoche si è stabilito qua e sono rimasto”.E il lavoro a Roma come l’avevi trovato?“Il lavoro a Roma in quei tempi là...avevo uno zainetto con i vestiti peril lavoro e andavi davanti a un posto e ti prendevano. Perché neanchesapevo l’italiano, non sapevo niente. Mi hanno imparato a dire solo disì. Ogni cosa sì. E così ho cominciato a lavorare?”.Ma tutti i giorni riuscivi a trovare lavoro?“Un giorno sì, un giorno no, due giorni sì, 3 giorni dopo, avevano i piccolilavori da fare, negli appartamenti, dove era la polvere, dove era illavoro più brutto venivano a chiamare. Prendeva uno e andava”.45

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