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Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006

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sul posto di lavoro partecipavo a dei concorsi per andare più su. Quiquattro anni ho fatto il responsabile di produzione, tre anni fa mi èstata affidata questo laboratorio, un laboratorio metallografico dovefaccio esami sulle saldature. L’azienda siccome è cresciuta molto,è esigente in qualità e in mercato, avevano proprio bisogno dellafigura tecnica che faceva queste analisi di laboratorio e mi hannoproposto questo, e ho accettato al volo. Anche perché sinceramenteero un po’ stanca, perché non avevo orari, dalle 7 del mattino finoalle 9 di sera ero sempre in azienda. E adesso diciamo che faccioesattamente quello per cui ho studiato, ma mi rimane del tempoche dedico all’associazione, alla comunità romena [...].Il percorsonon è facile, io sono stata fortunata perché ho avuto un marito, unfamiglia bergamasca, non ho avuto problemi di inserimento, non homai sentito cose di razzismo o cose del genere, forse anche perchéessendo moglie di un italiano bergamasco forse è stato un bigliettoda visita. Sicuramente mi ha aiutato questo, ma so di persone checonosco che non hanno avuto la mia fortuna ma sono altrettantoinserite, forse hanno anche attività in proprio, sono riusciti ad integrarsidiscretamente” (int. 3).Le storie di queste donne raccontano una faccia dell’immigrazionerumena in Italia e, nello specifico, in provincia di <strong>Bergamo</strong> di cuisi parla poco e che gode di scarsa visibilità. E lo stereotipo delladonna rumena colf o assistente familiare finisce per totalizzarel’insieme delle esperienze lavorative, spesso rilevanti, di questedonne nel nostro Paese. Allo stesso modo, lo stereotipo che caratterizzale esperienze maschili finisce per nascondere una realtàche, purtroppo, a volte è meno positiva di quanto si vorrebbecredere. Se apparentemente sono gli uomini, operai o muratori,ad essere meglio inseriti delle loro mogli, figlie, sorelle nel mondodel lavoro e, quindi, nella società più in generale, spesso illoro inserimento lavorativo nasconde, però, fenomeni di lavoronero, sovraesposizione agli infortuni sul lavoro e di disonestà daparte dei loro datori di lavoro italiani. Un relativamente alto tassodi occupazione tra gli uomini rumeni, infatti, potrebbe indicare,infatti, che questi lavoratori sono caratterizzati da una maggiore44

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