Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006
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il mio stipendio, poi ho detto vengo qua, faccio un corso di specializzazione,perché era proprio in ingegneria elettronica, perché aMagrini si occupavano di queste cose, però è andato tutto...ancheperché dopo finito il liceo sono andata a lavorare subito, per cui a 18anni già lavoravo. Per cui l’università l’ho fatta la sera, mi sono fattaun mazzo così, ho sputato sangue, perché elettronica come facoltàè difficile, però alla fine...per cui ho detto fino a 30 dopo mi diverto,perché lavoravo dal lunedì al venerdì, sabato e domenica dovevistudiare perché c’erano gli esami, per cui io sono stata molto moltolimitata per quanto riguarda il tempo libero. Ho detto fino a 30 annimi diverto, non mi sposo...invece a 24 anni mi sono sposata. [...] Mapraticamente, prima quando non avevo ancora i documenti appostoho fatto la babysitter, dopo sono rimasta incinta, ho avuto la bambina,sono stata tre anni a casa. E dopo ho cominciato a lavorare, eragià cominciata la crisi, erano sempre queste agenzie temporanee,quindi praticamente ho lavorato per un anno alla Loveble, all’ufficioacquisti, perché prolungavano 3 mesi, 3 mesi, 3 mesi, dopo tilasciavano a casa perché per la legge non puoi prolungare più ditre volte. E per un anno ho lavorato lì, per 6 mesi alla Fidelitas enessuno voleva più assumere. Poi alla fine tramite qualche amicomi hanno detto di fare una domanda presso un’azienda, ho fatto ladomanda e mi hanno preso subito, lavoro nell’ufficio commerciale.E sono rimasta lì per sempre. Non era più tramite agenzie, percui tempo indeterminato, bellissimo, faccio otto ore continuato, vabeh la pausa che ci vuole e verso le cinque sono già a casa. Mi trovobene, un bell’ambiente. Poi quando ero a casa con la bambinaimpartivo lezioni di matematica, perché quando ero studentessaimpartivo ai ragazzi delle superiori lezioni di matematica per portareancora due soldini a casa. Poi ho lavorato, sempre quando eroa casa con la bambina, lavoravo per la prefettura e per la questura,per il tribunale di <strong>Bergamo</strong> come interprete, andavi a fare le direttissimequando c’erano i casi. Un’esperienza nuova, purtroppo doponon sono più riuscita, perché praticamente non è che erano tuttidelinquenti rumeni per cui io tutti i giorni dovevo andare, non erauno stipendio, non potevo vivere...mi chiamavano quando avevanobisogno per cui non potevo” (int. 5b).40