adesso con l’apertura delle frontiere con la Romania [...] Abbiamovarie età, dalla ragazza di 25, 30 anni che però in Romania, in Biellorussia,in Ucraina è già laureata, quindi ha già una cultura suaalla base, come arrivano persone di 40, 50 anni che però sono giànonne. Anche perché là si sposano molto presto e partono già con laconvinzione ben precisa di rimanere qui anche solo pochi anni, permettere da parte il gruzzolo, i soldi che a loro servono per realizzareun sogno, per realizzare una cosa, vuoi per far sposare i figli, vuoi farcontinuare gli studi ai figli, vuoi finanziare, finire di pagare il mutuodella casa e poi basta, loro prendono e se ne vanno. Rispetto a personeche sono qui da tanti anni, africane, peruviane, boliviane, chesono già insediate nel territorio di <strong>Bergamo</strong> con la famiglia, quindirimangono per più anni. Invece come dicevo prima c’è un via vai incredibiledelle persone dell’Est [...] Beh, abbiamo visto allargare leporte notevolmente, questo non so se è una cosa positiva o negativa.Anche perché sinceramente alcuni contratti non sono ben chiari, cioènon sai se ti serve esclusivamente perché rientri nella categoria perrinnovare o per fare la carta di soggiorno oppure se è una scelta dilavoro vera e propria. Anche perché c’è un turnover incredibile, cisono persone che rimangono qui a lavorare 1 mese, 2 mesi, 3 mesi,quindi poi se tornano nel loro Paese e basta, non tornano più, o sehanno sistemato la loro posizione a livello di documenti. Questo comedomanda ce la poniamo, ce la stiamo ponendo, sopratutto con lepersone più giovani. Anche perché la carta di soggiorno diciamo chenon serve, ma se decidi di aprire un mutuo o un contratto d’affittote la chiedono. Quindi le assunzioni non sai fino a che punto sonoveritiere” (int. 1).Quello che è importante mettere in luce qui, al di là delle esperienzelavorative spesso difficili e pesanti di queste donne, sono glieffetti imprevisti dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea.Innanzitutto, è opportuno ricordare che per i Paesi neocomunitarila libera circolazione dei lavoratori si applica solo ad alcunisettori, tra cui quello di cura. Per questo l’intervistata ipotizzala possibilità che stipulare dei contratti in questo settore possadivenire un modo per ottenere una carta di soggiorno. L’ingresso36
della Romania nell’Unione Europea può creare anche altre dinamiche:alcuni intervistati, hanno, infatti, messo in luce come,contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, proprio il fatto diessere facilmente regolarizzabili possa diventare un incentivo peril lavoro nero. Se, quindi, da un lato, l’ingresso della Romania, chesnellisce di molto le pratiche per l’assunzione regolare delle assistentifamiliari e delle colf rumene, le avvantaggia sul mercato dellavoro rispetto alle loro colleghe di altre nazionalità, dall’altro propriola facilità con cui le lavoratrici rumene possono regolarizzareil proprio soggiorno in Italia potrebbe esporle al rischio del lavoronero o a quello di vedersi preferire lavoratrici di altre nazionalitàche, presenti irregolarmente in Italia, non avrebbero altra sceltache accettare condizioni di lavoro non regolari. Di questo avvisoè la persona le cui riflessioni vengono riportate di seguito, unadonna rumena particolarmente impegnata nel tessuto societarioe nella vita della comunità e, quindi, a contatto con un elevatonumero di persone.“Ci sono state delle cose positive, ma anche negative. Negative...èun dato di fatto, più persone sento più emerge questa cosa qua, c’èmolto sfruttamento della manodopera. C’è ancora molto lavoro innero. E in più adesso, parlando con diverse donne, prima comunquelavoravano in nero, come motivazione da parte delle famiglie eraquella che non potevano sai, i flussi e le altre cose, ma io dico checomunque è un peso per le famiglie che hanno in casa, mi riferiscoa questa categoria in questo caso, che hanno in casa le persone a cuiaffidano gli anziani e cosa del genere farle lavorare a libri. Perchéci sono, oltre...aumenta la spesa. E io ho visto, ho sentito dei casi incui praticamente le signore sono state lasciate a casa per esseresostituite da persone che arrivano dai Paesi che non sono europei.Perché costano di meno, naturalmente come era la Romania prima.Poi c’è anche l’altra cosa, nel senso che è più facile assumere, perchéci sono operai, personale specializzato, che è più facile anche per ildatore di lavoro...è più facile l’assunzione, è più semplice anche laregolarizzazione” (int. 3).37
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