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Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006

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Un brutto periodo, mangiavo solo patate, non scorreva più il sangue”.Ma sei andato a Roma perché conoscevi qualcuno?“Sì, avevo un amico e siamo stati insieme. Stavo da lui, in quel periodolà. Dopo dovevo tornare in Romania e ho avuto un altro amicoche si è stabilito qua e sono rimasto[...]”.Perché l’Italia? Cosa pensavi di trovare?“La verità è che non è che ho saputo cosa trovavo qua, mamma mia,se sapevo non andavo via da casa. Stavo là, come diceva mio padre,come un verme, non avevo problemi, appena mi mancava qualcosa...-papà, sai ti voglio bene” (int.8).In nessuno dei casi il viaggio è stato segnalato come un passaggioproblematico della migrazione. Questo può essere ricondotto adiverse ragioni. Per coloro i quali il viaggio è avvenuto prima del2001, prima cioè di quando venisse abolito l’obbligo di visto peri <strong>Rumeni</strong> in ingresso in Italia, le difficoltà di passare le frontieresono tali da far ipotizzare una sostanziale reticenza nel forniredettagli e spiegazioni. Solo gli intervistati da più tempo in Italiahanno accennato al proprio viaggio “da clandestino”.“Ho pagato 2000 dollari, ho pagato la Visa, neanche non mi ricordo,avevo una Visa per andare in Lussemburgo, qualcosa del genere, doponon mi ha fermato nessuno, non mi ha chiesto niente nessuno e sonovenuto qua. Però dopo dal 2000 fino al 2003 non sono andato in Romania,perché se andavo non potevo più tornare. Erano quelle leggi là...che non si poteva fare niente. Dopo è cambiato tutto” (int. 8).Per tutti gli altri il viaggio è avvenuto abbastanza semplicementee l’ingresso in Italia è cominciato come un soggiorno turistico, poiprolungatosi. Questo non significa, comunque, che al momentodella partenza e al viaggio non siano legati sentimenti forti, emozionie paura...paura della nuova vita che attende, paura di passarele frontiere. Perché, come dice questa signora, nonostantesia partita con un visto turistico “ma io tremavo perché sai, vediquello della frontiera e ho paura”.L’arrivo a <strong>Bergamo</strong> e, quindi, in questa città piuttosto che in un’al-23

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