Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006

Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006 Rumeni a Bergamo - Rapporto Immigrazione 2006

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concesse 6 cittadinanze italiane a persone di nazionalità rumena,tutte donne ed esclusivamente per motivi di matrimonio. Questodato può stupire rispetto all’entità di quello relativo al Marocco:nel 2004 sono concesse 33 cittadinanze a persone marocchine:15 per matrimonio, di cui 4 a uomini e 11 a donne e 18 per naturalizzazione.Se questo divario è senz’altro dovuto alla diversa“anzianità” della migrazione marocchina e rumena, d’altro cantoesso conferma che il fenomeno dei matrimoni misti riguardaquasi esclusivamente le donne rumene e non gli uomini. Ancora,l’assenza di cittadinanze richieste per naturalizzazione può essereimputata a una più tarda emersione dall’illegalità da partedei migranti rumeni rispetto a quelli provenienti dal Marocco, mapuò anche far ipotizzare un minor interesse all’acquisizione dellacittadinanza italiana, legato all’ingresso della Romania nell’UnioneEuropea e alla non necessità di visto per entrare in Italia otornare in Romania o, ancora, a progetti migratori non definitivie più mobili rispetto a quelli marocchini. Nel 2005, a conferma diquanto detto, il numero delle richieste di cittadinanza da parte dipersone di nazionalità rumena diminuisce ancora e la Romaniapassa al settimo posto, con solo 17 richieste, superata anche daCuba, Argentina, Senegal e Brasile. Nello stesso anno sono concesse16 cittadinanze italiane a persone rumene, di cui 12 permatrimonio (2 a uomini e 10 a donne) e 4 per naturalizzazione (3a uomini e 1 a donne).I progetti migratoriA partire dalle conclusioni alle quali sono giunte varie ricercherealizzate su gruppi di migranti rumeni e da quanto emerge dalleinterviste realizzate, è possibile affermare che i progetti migratoridei Rumeni presenti in Italia e, nello specifico, sul territoriobergamasco sono molto vari e differenziati per quanto riguardal’organizzazione della mobilità. Nonostante questo, è evidentecome esistano delle catene migratorie e delle persone che hannofatto da esploratore sul territorio, che sono arrivate per primee che hanno in seguito richiamato familiari, parenti, amici, co-20

noscenti. Eppure, nel caso di Bergamo la figura dell’esploratoresembra svolgere la sua funzione più nel fornire un supporto ainuovi arrivati che non nel richiamarli in una città specifica dopoun’esperienza migratoria positiva. Questo non significa che tra imigranti rumeni queste dinamiche, che sono state messe in luceda altre ricerche, ma che, probabilmente, l’anzianità di migrazionedi questo collettivo di passaporto in Italia le rende meno visibilio meno rilevanti nei racconti dei Rumeni intervistati. Quello cheemerge in maniera preponderante è il ruolo che chi è già insediatosul territorio svolge nell’aiutare i nuovi arrivati, grazie alla risorsea sua disposizione. È il caso di un gruppo di Rumeni intervistatinel corso di questo lavoro, le cui relazioni sono tutte successiveall’arrivo a Bergamo e ruotano tutte intorno ad una stessa persona,una donna rumena presente in Italia da molti anni, che haaiutato molti membri del gruppo nella fase del loro insediamentoa Bergamo. In alcuni casi, il rapporto di conoscenza era antecedentealla migrazione, in altri i rapporti sono indiretti, mediatidalla conoscenza di altre persone che hanno fatto da tramite, inaltri ancora la conoscenza e la nascita del rapporto di amicizia èstata successiva all’emigrazione a Bergamo. La donna ha messoin relazione tutti i membri del gruppo, che ora intrattengono traloro relazioni autonome, ma che dichiarano tutti che questa donnaè stato il loro punto di riferimento iniziale. A parte il caso delle dueconnazionali sopra citate, solo pochi tra gli intervistati dichiaranorapporti con persone provenienti dalla propria città o dal propriovillaggio a Bergamo. Le persone intervistate arrivano tutte da partidiverse della Romania, fatta eccezione per una leggera sovrarappresentazionedelle persone provenienti da Brasov 13 .La decisione di migrare rimane qualcosa di estremamente individuale,che differenzia ognuno degli intervistati. Bisogna, tuttavia,distinguere tra chi, come alcune delle intervistate, è venuto inItalia in seguito al fidanzamento o al matrimonio con un italiano13Non è probabilmente un caso se la neonata associazione Dacia stiaportando avanti il progetto di un gemellaggio tra Bergamo e questa cittàrumena della Transilvania.21

noscenti. Eppure, nel caso di <strong>Bergamo</strong> la figura dell’esploratoresembra svolgere la sua funzione più nel fornire un supporto ainuovi arrivati che non nel richiamarli in una città specifica dopoun’esperienza migratoria positiva. Questo non significa che tra imigranti rumeni queste dinamiche, che sono state messe in luceda altre ricerche, ma che, probabilmente, l’anzianità di migrazionedi questo collettivo di passaporto in Italia le rende meno visibilio meno rilevanti nei racconti dei <strong>Rumeni</strong> intervistati. Quello cheemerge in maniera preponderante è il ruolo che chi è già insediatosul territorio svolge nell’aiutare i nuovi arrivati, grazie alla risorsea sua disposizione. È il caso di un gruppo di <strong>Rumeni</strong> intervistatinel corso di questo lavoro, le cui relazioni sono tutte successiveall’arrivo a <strong>Bergamo</strong> e ruotano tutte intorno ad una stessa persona,una donna rumena presente in Italia da molti anni, che haaiutato molti membri del gruppo nella fase del loro insediamentoa <strong>Bergamo</strong>. In alcuni casi, il rapporto di conoscenza era antecedentealla migrazione, in altri i rapporti sono indiretti, mediatidalla conoscenza di altre persone che hanno fatto da tramite, inaltri ancora la conoscenza e la nascita del rapporto di amicizia èstata successiva all’emigrazione a <strong>Bergamo</strong>. La donna ha messoin relazione tutti i membri del gruppo, che ora intrattengono traloro relazioni autonome, ma che dichiarano tutti che questa donnaè stato il loro punto di riferimento iniziale. A parte il caso delle dueconnazionali sopra citate, solo pochi tra gli intervistati dichiaranorapporti con persone provenienti dalla propria città o dal propriovillaggio a <strong>Bergamo</strong>. Le persone intervistate arrivano tutte da partidiverse della Romania, fatta eccezione per una leggera sovrarappresentazionedelle persone provenienti da Brasov 13 .La decisione di migrare rimane qualcosa di estremamente individuale,che differenzia ognuno degli intervistati. Bisogna, tuttavia,distinguere tra chi, come alcune delle intervistate, è venuto inItalia in seguito al fidanzamento o al matrimonio con un italiano13Non è probabilmente un caso se la neonata associazione Dacia stiaportando avanti il progetto di un gemellaggio tra <strong>Bergamo</strong> e questa cittàrumena della Transilvania.21

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