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Audio Review 12/2007 - Unison Research

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U NISON RESEARCH UNICO 100a stabilire la qualità del prodotto.Ora che l’ho aperto posso riprendere leosservazioni sulla particolare regolazionedel volume, aiutato in questo dall’ispezionevisiva dello châssis e dalla lettura delloschema elettrico: e così si svela l’arcano.Le manopole del volume e del selettoreingressi fanno, infatti, capo a due encoderdi fabbricazione Alps, a loro volta controllatida un circuito a microprocessore, unAtmega16 prodotto da Atmel, programmatoper il governo della totalità dellefunzioni di gestione dell’amplificatore. Lascelta di una sezione a microprocessore sirivela quanto mai intelligente, dato checon tale soluzione diventa possibile implementareuna raffinata versione di funzioniindispensabili quali, ad esempio, laregolazione del volume che, abbandonatii pur ottimi potenziometri motorizzati firmatida Alps tradizionalmente impiegatinegli altri apparecchi della famiglia Unico,continua ad utilizzarli anche se in forma“virtuale” per mezzo del programmadi gestione che ne simula il comportamento,coniugando così l’affidabilitàdell’encoder con la precisione del softwarecon la pressione del pulsante posto sulfrontale. Anche se la potenza erogata dalnuovo <strong>Unison</strong> non è di quelle definibiliesigue, 180 W di targa e 220 W misurati albanco sono infatti numeri importanti, perAndamenti frequenza/distorsione per potenze diuscita da 1 a 180 watt su 8 ohm. Ai bassi livellidi segnale il residuo è percentualmente quasiinvariante con la frequenza, solo approssimandola piena potenza si nota un certo incrementodella THD verso le alte, senza peraltro maivarcare la soglia dello 0.1%.le particolarità dello schema elettrico èstato possibile disporre i necessari radiatoriper i transistor finali all’interno dellochâssis, mantenendo perciò all’esterno delcontenitore un aspetto pulito e privo dispigoli. E la sua lineare concezione ha tuttal’aria di un chiaro invito, per cui... manoal giravite e diamoci da fare. Una decinadi viti dopo, allo sguardo del curiosoredattore si presenta una realizzazioneche senza esitazione possiamo definireencomiabile, governata dalla strutturacompletamente dual-mono dell’amplificatore;secondo la più ortodossa delle interpretazioni,qui dual-mono significa esattamenteil raddoppio di tutti i componentied i complementi a cominciare dal trasformatoredi alimentazione che, guarda unpo’, come nella migliore tradizione <strong>Unison</strong><strong>Research</strong> è di tipo toroidale. La densitàdi componenti sulle basette a circuitostampato parla di un progetto particolare,che si concretizza in uno schema ricco diparecchie brillanti soluzioni, il che in findei conti costituisce la caratterizzazionetecnica dell’apparecchio, alter-ego dellasua impronta sonica con la quale concorreLa struttura completamente dual-mono è visibile già dalla presenza di due trasformatori toroidali edalla ripartizione dello spazio in due metà che appaiono identicamente occupate: per essere quelle diun integrato, le basette sembrano piuttosto densamente popolate, e la ragione di questo va ricercatanelle particolarità progettuali quali il sistema di controllo della polarizzazione.Andamento potenza/distorsione su carico di 8ohm, frequenza 1 kHz, 0 dB pari a 180 watt.L’andamento di questa curva è nella buonamedia, con decrescita percentuale dei residuilegata all’aumento del segnale utile; l’unicaparticolarità è costituita da una saturazione unpo’ più dolce di quella tipica di gran parte deifinali a stato solido, per la presenza di un brevetratto a pendenza minore.Spettro di un tono da 1 kHz, carico 8 ohm,potenza erogata 10 watt. I modesti residuinonlineari sono eminentemente composti daarmoniche dispari di basso ordine (terzo equinto in questo caso).AUDIOREVIEW n.285 dicembre <strong>2007</strong> 79


Quattro ingressi single-ended ed uno bilanciato: la dotazione è abbastanza simile a quelladell’Unico Secondo anche per quanto riguarda la presenza dell’uscita per il subwoofer.Le differenze sono infatti interne allo châssis e, ad esempio, il segnale del sub viene prelevato dallostesso regolatore integrato che controlla il volume generale.re. Ma sarebbe legittimo chiedersi, ora, comesi faccia a tradurre un controllo digitalequale quello dell’accoppiata microprocessore-encodernella regolazione analogicarichiesta dalle applicazioni audio diqualità. La risposta, semplice ma efficientee sofisticata, viene da un particolare circuitointegrato, in questo caso prodotto daTexas Instruments e siglato PGA2311, cheoffre un’attenuazione puramente resistivail cui valore è controllato a passi discretida un codice digitale: se non è la quadraturadel cerchio, questa soluzione è parecchiointelligente, perché da un lato offre laprecisione tipica dei circuiti digitali, e laregolazione a passi di soli 0,5 dB sta lì adimostrarlo, e dall’altro introduce sul percorsodel segnale soltanto elementi resistiviche, alla peggio, dissipano ma non distorcono.Nel pieno rispetto dell’ortodossiaaudiophile. Ma, ovviamente, non disolo volume si occupa il processore checontrolla anche la selezione degli ingressipilotando i relè di commutazione, ancheessi sdoppiati per ciascun canale in omaggioall’impostazione generale dell’amplificatore,e i LED che fungono da spia, oltrea gestire la decodifica dei telecomandi, ildisplay e l’accensione dell’apparecchio.Anche per queste funzioni la flessibilitàdel sistema a microprocessore ha permessosoluzioni di notevole raffinatezza, emblematicadella quale è la gestione dellafase di accensione sequenziale dei due canali,che così non si trovano a gravarecontemporaneamente sulla linea di alimentazione,al termine della quale iniziail riscaldamento necessario per portare icomponenti nelle condizioni di funzionamentoottimali. E parlando di flessibilità,si deve anche citare la possibilità di modificadi alcuni particolari di funzionamentotra cui l’illuminazione del display, chepuò essere temporizzata.Torniamo per un attimo al regolatore divolume PGA2311, che contiene una retedi resistori di precisione la cui inserzioneè controllata da una struttura di interruttorianalogici, a sua volta comandata daidati digitali elaborati dal processore, perosservare che la configurazione stereo delcomponente permetterebbe l’uso di un solointegrato per entrambi i canali. Mal’Unico 100 è progettato seguendo l’impostazionea canali separati e, dunque, unadelle due sezioni rimane inutilizzata. Ottimaoccasione, che gli ingegneri <strong>Unison</strong>non si sono lasciati sfuggire, per dotarel’amplificatore di una ulteriore funzionalità:un’uscita subwoofer il cui livello siaagganciato a quello generale. In realtà c’èanche di più, perché essendo i due encoderdotati di un interruttore a pressione,nel firmware del processore è stato possibiledefinire una speciale funzione di controllodell’offset per il segnale destinato alsub, così da rendere il sistema compatibilecon il maggior numero possibile di componentidi tale tipo; per questa regolazioneè necessaria una pressione di un paiodi secondi e viene utilizzato anche il display,che dalla sua indicazione normalepassa a visualizzare il guadagno della sezionesub. Con una pressione di breve durata,invece, si abilita il silenziamento(muting) dell’amplificatore, mentre premendola manopola preposta alla selezionedegli ingressi ad essere abilitato è ilmonitoraggio dell’anello di registrazione.A parte la sezione di controllo, sviluppata“ad hoc”, lo schema elettrico dell’Unico100 presenta varie altre particolarità tecniche,alcune delle quali ereditate dagli appartenentialla famiglia: è il caso, ad esempio,della struttura ibrida che nello stadiodi segnale impiega un doppio triodoECC83 (<strong>12</strong>AX7) in un circuito essenzialmentedello stesso tipo di quello già vistonel caso dell’Unico Secondo. Inedito è invecelo stadio buffer di ingresso, basato suun operazionale da strumentazioneAD8221, che provvede anche alla conversionedel segnale bilanciato nella formasingle-ended utilizzata in tutto il circuito.E infine, mutuati da altri modelli sono icircuiti di controllo della polarizzazionedinamica dello stadio finale, che impiegaben tre coppie di MosFet complementariIRFP9240/IRFP240 collegate in parallelo.ConclusioniEvoluzione di concetti che l’azienda trevigianaha evidentemente posto a fondamentodella propria produzione, l’Unico100 rappresenta l’integrato tecnologicamentepiù avanzato della pur numerosafamiglia, continuando al contempo ad utilizzaresoluzioni circuitali che hanno mostratosul campo il proprio valore, in quellamiscela di tradizione ed innovazioneche costituisce un necessario presuppostoalla validità dei prodotti. Giancarlo CorsiL’ASCOLTOCatena di ascolto tutta italiana quella in cui l’Unico 100 ha avuto modo dimostrare le sue doti, comprendente, a monte dell’amplificatore, il lettoreLector CDP 7 provato su AR 282, ed a valle, nel ruolo di traduttori del segnaleelettrico in pressione, quelle seducenti Auditor M di Sonus Faber dicui GPM ci ha parlato su AR 284; una volta installato il sistema ci si accorgeche, oltre alla nazione d’origine, i tre componenti condividono ancheuna certa continuità nell’estetica, fatta di materiali intuitivi, legno emetallo, e rigore. Che dire, non ci vuole molto a capire che questa nuovacreatura <strong>Unison</strong> <strong>Research</strong> porta con orgoglio il blasone di famiglia, soprattuttoper la generosità che dimostra in quanto ad erogazione in potenza,che è sempre di quella “buona”, non soltanto e banalmente muscolare.È insomma, un ascolto molto piacevole, per nulla stancante, quello che miconcedo nella sala della redazione, comodamente seduto sul divano: unodopo l’altro passo nel lettore i titoli che solitamente impiego per questeoccasioni e, non ci sono dubbi, il 100 non si fa intimorire dai brani ancorchédalla struttura complessa come quella delle grandi pagine orchestrali,delle quali dimostra di saper ottimamente gestire la risoluzione e la ricchezzatonale. Mi perdo nei dettagli e nei colori, come davanti ad un dipintodi Bruegel o Bosch che, con la scena occupata da una moltitudine di figureumane e non, disposte su tutti i possibili piani prospettici, vicine, sovrappostema sempre perfettamente riconoscibili l’una dall’altra e minuziosamentecolorate, mi obbliga ad un continuo gioco di scoperta. Giocoche continua anche quando, in una situazione per certi versi più sempliceda dipanare, i suoni vengono prodotti dalla voce, accompagnata da uno odue strumenti, ovvero essa stessa orchestra, dunque nel coro: la sensazionerimane, infatti, la stessa di grande dettaglio e vivacità, cosicché nonsi può non essere coinvolti da un tessuto sonoro fine e brillante. Dalla spiritualitàdelle atmosfere del Canto Gregoriano alla potenza della grande orchestra,passando per la pulizia ed il rigore del pianoforte, si è portati ameditare su una riproduzione equilibrata, sicuramente equilibrata, in cui lagamma media brillante ma non fastidiosa o sovraesposta si propone comeelemento di continuità tra le basse frequenze, restituite con la giustaenergia e durata, e la gamma alta, che non mostra le asperità tipiche dimolte delle elettroniche a stato solido. È una bella sensazione di pienezzaquella che la musica riprodotta dal 100 riesce a suscitare, pienezza dellevoci degli strumenti naturali, comprese anche alcune “sgradevolezze” dellatromba o del violino, ma pienezza anche del tessuto musicale governato,nel tempo, da netti istanti di attacco e decadimento dei suoni. Possentee vibrante, ma al tempo stesso gentile e delicato, l’Unico 100 è un esecutoredi notevole classe che non mancherà di regalare soddisfazioni. G.C.

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