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Opera Tebaldi Audio Review septe... - 4Audio

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degli altoparlanti paghi sempre in moneta contante.A 90 decibel di pressione possiamo notarecome la seconda armonica, in genere la più elevatadelle componenti visualizzate, sia attestata avalori così bassi da essere direttamente confrontabilicon quelli delle armoniche superiori su altridiffusori di pari caratura. La terza armonica, addirittura,sparisce in gamma medio-bassa, convalori ben al di sotto della dinamica del grafico.Le armoniche superiori ovviamente si trovanoancora più in basso, e danno segno della loropresenza soltanto in gamma bassissima. Aumentandoil segnale di ingresso fino a far emetterealla <strong>Tebaldi</strong> 100 decibel di pressione media,possiamo notare come sia soltanto la secondaarmonica a salire di livello, rimanendo comunquesempre inferiore all’uno per cento da 80 a20.000 Hz, con una sola esitazione a cavallo dei4000 Hz. La terza armonica è praticamente immobile,e le armoniche superiori appena visibiliin gamma media completano un quadro di disarmantenaturalezza e linearità. Ovvio che i duegrafici delle alterazioni dinamiche non si spostanodalla linea dello zero nemmeno pregandoli inginocchio. Con due grafici di distorsione dinamicadi questo tipo è naturale che la misura dellaMIL e della MOL si preannunci di gran livello. Allebassissime frequenze il livello sale velocemente,condizionato ovviamente dalle sole secondearmoniche dei toni di prova. A 63 Hz le tensioniai morsetti del diffusore iniziano a salire velocementefino alla massima potenza disponibile, eparimenti la massima pressione indistorta riproducibilesupera di slancio i 100 decibel. Dopo unsolo terzo di ottava, i 110 decibel vengono oltrepassati,con la pressione che si attesta, in lineacon la risposta sul livello medio dei 116 decibel,fino ai 120 dB raggiunti in gamma altissima.G.P. MatarazzoAnalisi del filtro crossoverPrima di descrivere e tentare di spiegare la circuitazionedel filtro crossover, bisogna ricordare che non possiamocontare su un solo grande supporto su cui sono sistematitutti i componenti del filtro, ma su ben cinque supportiseparati, sistemati ognuno nella posizione più adatta amassimizzarne l’operato. L’interazione tra le induttanzedelle varie vie viene così scongiurata, così come più agevolerisulta la sistemazione dei vari componenti di ognisingola via. La cella passa-alto dei tweeter posteriori prevede,come potete vedere dallo schema, una connessionein serie dei quattro trasduttori, con le fasi a due a due opposte.Notiamo che si tratta di una cella del secondo ordineelettrico centrata, a detta del costruttore, attorno aiTweeter posteriori2000 Hz e caratterizzata da inusuali valori sia dell’induttanzache del condensatore, giustificati dall’elevato valoredell’impedenza complessiva del carico. La resistenza da15 ohm in questa stessa ottica attua una limitazione moltominore di quello che potrebbe apparire, e presenta ildeviatore in parallelo che ne esclude l’azione. Il passa-altodel tweeter frontale è tutto sommato simile, con ilgruppo condensatore-induttanza separato dalla resistenzadi attenuazione. Il passa-banda dei midrange ed il pas-Tweeter frontalesa-basso dei woofer sono connessi alla stessa coppia dimorsetti. Il filtro del midrange è costituito da una primacella passa-basso ben smorzata dalla rete RC, che vede laresistenza coerente con l’impedenza del circuito successivoe dei due woofer posti in semiparallelo. La cella successivaè costituita da un passa-alto del secondo ordineelettrico abbastanza distante, come frequenza di intervento,dal passa-alto naturale dei due trasduttori, chiusi inun volume di circa venti litri. Come possiamo notare dalloschema, due dei condensatori da 33 microfarad sonoescludibili per ottenere un diverso andamento della rispostaall’incrocio ed attuare un certo alleggerimento a questefrequenze. La cella LC successiva compensa in manierapiuttosto drastica il picco di risonanza caratteristicodei due midwoofer, allocato in verità molto in alto a circa7500 Hz, a quasi quattro volte la frequenza di taglio. Tra idue midwoofer troviamo una sola induttanza che piega inmaniera leggermente diversa il midwoofer inferiore evitandoproblemi di dispersione verticale, sempre in agguatoquando i trasduttori sono due e le frequenze di incrocionon sono basse. La cella passa-basso dei due wooferè molto simile, ad eccezione ovviamente del passa-alto,che comprensibilmente è assente. Il primo stadio è costituitoda un passa-basso molto blando nel taglio elettrico,seguito da un notch da un andamento anche in questocaso estremamente drastico e stretto, anche se centratoad una frequenza prossima ai 4500 Hz, a cui corrispondeun picco di emissione abbastanza deciso dei woofer conla membrana in alluminio. Anche qui notiamo una induttanzaposta tra i due woofer, che in questo caso trova motivazioni dalla differentequota dei trasduttori attivi, con conseguente diverso carico acustico.Buona la componentistica, con dielettrici pregiati tra le armature deicondensatori dalla tensione di esercizio elevata e con induttanze di buoneSchema elettrico crossover : <strong>Opera</strong> <strong>Tebaldi</strong>0,73mH15uF3,3ohmWooferlaterali15ohm 1uF 4.7ohmS16 x 33uF6mH40uF4,7ohm6.8uF1ohm10 wS22.2ohm3mH+1.2mH1,1mH0,3mH0,03mH15uF2mH0,1mH15uFdimensioni a dispetto dei valori sensibilmente elevati. Le induttanzedel gruppo medio-alti sono avvolte in aria, mentre quelle di valoremaggiore sono avvolte su nuclei di ferro ad alto punto di saturazione.Gian Piero Matarazzo++++++++AUDIOREVIEW n. 260 settembre 2005 63


O PERA TEBALDIIl trasduttore passivo è costituito da un woofer a cui è stato rimossoil complesso magnetico. Quello usato sulla <strong>Tebaldi</strong> è dicostruzione Seas, con la membrana di otto pollici.posteriormente una emissione di pressioneche non interferisce con l’emissioneanteriore. Non è raro incontrare diffusoridotati di tweeter posteriori chiamatia riprodurre utilmente soltanto lefrequenze alte, dove i lobi di radiazionenon interferiscono con i driver anteriori.Il discorso diventa più complessoquando il pannello frontale è di dimensionicontenute e si vuole far scendere i driverposteriori a frequenze medie, dove la lunghezzad’onda diventa coerente con la dimensione del pannello.L’interferenza tra l’emissione anteriore e quella posterioreha il potere di deteriorare e ridurre la scena ricreata.I progettisti <strong>Opera</strong> hanno pensato di costruire un arraycaratterizzato da una emissione praticamentenulla sull’asse, e tale quindi da non interferirecon l’emissione anteriore, e di emettereviceversa verso l’alto e verso il basso perampliare la scena. A questo scopo duetweeter sono stati invertiti in fase rispettoagli altri due, in modo da ottenere,a detta del progettista, una emissionepraticamente nulla sull’asse di emissioneed una risposta ben più evidente acirca 30° sopra e sotto l’asse. Sul pannelloposteriore sono alloggiati due deviatori per ilcontrollo della gamma medio-bassa a cavallo dei200 Hz e l’attenuatore dei tweeter posteriori per posizio-L’ASCOLTO di Marco CicognaDopo le “Divina”, il dinamico Giovanni Nasta di <strong>Opera</strong> propone le “<strong>Tebaldi</strong>”, diffusoreda pavimento “importante” che vanta soluzioni decisamente interessanti.Anche questa volta, e ben prima che giungessero nella nostra redazione per laprova, ho avuto modo di ascoltare le grandi <strong>Tebaldi</strong> in assoluta anteprima nelcorso del consueto meeting primaverile organizzato da <strong>Opera</strong>-Unison Researcha Preganziol. Come scrivevo in quel resoconto, stampa ed operatori esteri nonavevano apprezzato un’altra significativa tappa di un percorso che ha visto nellerealizzazioni dell’azienda azienda veneta affiancare ai tradizionali diffusori compattidai toni raffinati sistemi da pavimento che puntano alla fascia alta del mercato.Pur conservando un’impostazione musicale di notevole eleganza, possonoproporre un campo sonoro più generoso in grado di sollecitare con convinzioniambienti d’ascolto impegnativi. Non ho motivi per celare la mia passione per igrandi diffusori, i soli che possono esibire la quantità di informazioni necessarieper riproporre in modo esaustivo ogni genere musicale. Le <strong>Tebaldi</strong> appartengonosenza dubbio a questo prezioso sottoinsieme, permettendosi con disinvolturadi affrontare le peggiori (o migliori, se preferite) tracce dai miei CD di riferimentoopportunamente rimasterizzati in temibili dischi test che porto semprecon me. Tanto con le elettroniche Unison della serie valvolare, quanto con i potentiMosfet della serie “Unico”, ogni brano ha ricevuto il giusto trattamento, perla coerenza del timbro e impostazione prospettica. Le nostre <strong>Tebaldi</strong> all’occorrenzasanno suonare anche “forte”, aspetto non meno importante per una corretta(e coinvolgente) riproduzione musicale.Altra conseguenza delle maggiori dimensioni e dello spiegamento di driver è lamaggiore estensione della risposta lato basse frequenze. Qui dobbiamo dire cheil Dr. Bon, progettista di tutta la nuova linea di diffusori, è riuscito ad evitare alle<strong>Tebaldi</strong> ogni velleità di gigantismo sonoro, ottenendo discrezione ed equilibrionella gamma affidata ai woofer. L’incostante presenza di basse frequenze nelleincisioni discografiche (per non dire dell’influenza dell’ambiente d’ascolto) nonconsente a priori di poter stabilire il giusto apporto di emissione in gamma bassa.Qui siamo nel genere “asciutto e controllato”, tanto da apparire persino “reticente”con registrazioni di basso profilo. Che non sia così lo dimostra l’ascoltodi passaggi autenticamente ben impostati in senso tecnico, con la presenza ditoni fondamentali autentici. Basta la pedaliera dell’organo della chiesa di St.John the Divine a New York ad impressionare, con un’ottava bassa che senzaparticolarmente eccitare la sala d’ascolto si lascia sentire oltre che con le orecchienell’intimo della cassa toracica. Di pari è lo spunto dinamico delle percussioninella “Sagra della Primavera” (Järvi, Telarc), con timpani di spessore “autentico”,pieni e vibranti, ed una grancassa che si proietta in ambiente dall’interopavimento. È chiaro allora che la storica bellissima registrazione dello “SheffieldDrum Record” (nella rimasterizzazione XRCD, che poco lascia sul terreno rispettoall’originale LP ad incisione diretta) presenta pelli ben tirate ed esuberanteimpatto. Qui notiamo anche la buona presenza della gamma acuta, mai lasciatain disparte e rifinita con cura. Le elettroniche usate sono molto buone, esaltandola matericità dei piatti, esuberanti ma non frizzanti, tangibili nel dettaglio. Attenzioneagli abbinamenti, perché questi tweeter nulla perdonano al resto della catena.Impatto e prestazioni dinamiche a parte, si avverte che le <strong>Tebaldi</strong> fannoparte di una linea di diffusori che da sempre hanno avuto un punto di forza nellapiacevole naturalezza della gamma media, trasparente senza eccessi da repartoradiologia. Bello il timbro degli archi (Beethoven, Nona Sinfonia, Decca), condei convincenti primi piani sulla massa di violini. L’energica lettura di Solti evidenziauna concertazione serrata ed una microfonazione accurata, con sezionebassi ben presente e la fine percezione del ritmo condotto dai timpani. Non siperde nulla, e ad alto volume si avvertono semmai i limiti del software, un digitaledella prima ora. Quando c’è aria attorno agli strumenti (Mahler, Quinta,Decca) le <strong>Tebaldi</strong> non si tirano indietro nel fornire quel respiro dimensionaleche allarga i confini della scena sonora e fa scomparire le sorgenti e le paretidella sala. A questi livelli si può giocare con un finale sinfonico impegnativo emagari con la superbia di voler riprodurre un gran coda a livelli praticamentereali, magari con il nostro disco dedicato a Liszt e curato dalla Velut Luna di Padova,in una catena musicale tutta veneta che dovreste ascoltare tutti.64 AUDIOREVIEW n. 260 settembre 2005


I quattro tweeter posteriori sono identici aquello anteriore, e lavorano secondo unamodalità originale che evita interazioni conl’emissione anteriore.Sempre eleganti e versatili i connettori deidiffusori <strong>Opera</strong>. Nella <strong>Tebaldi</strong> sonoaddirittura sei, e consentono il doppiocablaggio del sistema frontale e la completaesclusione dei tweeter posteriori.Il trasduttore attivo per le note basse daotto pollici ha la membrana in alluminioed alcuni particolari costruttivimodificati appositamente per ilcostruttore trevigiano.namenti del diffusorenelle vicinanze di pareti posteriori particolarmenteriflettenti. Sotto i deviatori, infine,tre coppie di eleganti connettori, ponticellaticon sei barrette dorate. Va notato che unacoppia di contatti è usata soltanto per i tweeterposteriori, così da poterne eliminarel’emissione rimuovendo soltanto i ponticelli.ConclusioniIl diffusore più grande mai prodotto dalcostruttore trevigiano conferma edestende le prestazioni dei diffusori dapavimento prodotti recentemente, purcontinuando in un cammino coerentee costante verso la corretta riproduzionedella musica. La <strong>Tebaldi</strong>esce dalle due sale da test,quello strumentale e quellodi solo ascolto, con la sicurezzae l’apparente distaccodelle primedonneche una volta tanto nonhanno reso evidente questoloro status con prestazionio manie particolari.La resa, l’interfacciamentocon l’ambiente e le prestazioni finaliappaiono viceversa poco inclini alsensazionalismo caratteristico di chi sipreoccupa di apparire piuttosto che di“essere”, finalizzate ad una prestazioneche non trascura alcun particolare e che fadella completezza e dell’equilibrio le suemassime doti. Gian Piero MatarazzoL’ASCOLTO di Gian Piero MatarazzoI due diffusori sono stati sistemati in sala d’ascoltocon relativa facilità grazie alle piccole ruote di cuiè dotata la cassa, ruote appena sporgenti dal fondoche consentono agevolmente lo spostamentosu superfici lisce, moquette compresa. I quattrotrasduttori da otto pollici sono rivolti verso l’interno,ed entrambi i diffusori sono ruotati verso ilpunto di ascolto. La distanza dalla parete di fondoè stata variata ad intervalli di una decina di centimetriper volta, fino ad ottenere un buon equilibriofra ampiezza e smorzamento della gamma profonda.Per le posizioni più vicine al fondo della salaabbiamo provato anche ad attenuare la gamma medio-bassa,grazie al deviatore posteriore. Benedetticontrolli, ti consentono posizionamenti e regolazioniche normalmente non ti potresti permettere! Ilcontrollo della gamma medio-bassa in attenuazioneammorbidisce l’emissione delle frequenze a cavallodei 200 Hz in un intervallo di funzionamento sufficientementelargo, e consente, ove necessario, dipoter tenere i diffusori ad una distanza inferiore dalfondo del nostro ambiente di ascolto, attenuandouna gamma che, se malamente tarata, potrebbesporcare la prestazione acustica. In un ambiente dibuone dimensioni e con i diffusori sufficientementedistanziati dalla parete posteriore la variazione diquesto deviatore immette invece una caratterizzazionesulla gamma medio-bassa, che può essere consideratasoddisfacente per molti generi musicali, efrancamente ammetto di averla usata per quelle dueregistrazioni di musica rock dal vivo che mi sonoportato dietro per questo test. L’attenuatoredell’emissione dei tweeter posteriori, invece, consenteuna limitazione del campo riverberato allefrequenze medio-alte, ma nel nostro ambiente di ascolto non se ne è reso necessariol’intervento. Le condizioni ottimali di riproduzione della scena si ottengonoin poco tempo, molto meno di quanto ne avessi personalmente messo in cantiereper un componente che comunque è di dimensioni molto generose. Ruotandouno solo dei diffusori sono riuscito ad ottenere in monofonia una prestazionestabile e precisa al centro della scena in pochissimo tempo, ed una volta sconnessaquesta pratica opzione ho potuto annotare una scena di grandi dimensioniche spaziava tra le due casse ed uno spazio grande compreso tra la parete posterioreed il fondo probabile della ripresa microfonica originale. Un diffusore docileda condurre alle massime prestazioni in ambiente, dunque, a dispetto delle dimensionie della presenza di ben otto membrane da venti centimetri. La timbrica,pur manipolabile con i deviatori, appare immediatamente sana, bene articolata epossente. Insomma, anche ad occhi chiusi ti accorgi del suono grande, potentee soprattutto ben equilibrato tra le varie porzioni di frequenza. Il basso profondoè… profondo, e comunque smorzato, una condizione difficile da ottenere con undiffusore di grandi dimensioni, ove si corre il rischio di attraversare facilmente ilconfine lecito tra una prestazione corretta ed una esageratamente presente. Vacomunque notato che i woofer laterali danno un segnale della loro presenza soltantovisiva, visto che per la buona regolazione delle fasi acustiche sembra chetutto l’intervallo di frequenze venga riprodotto dai due midwoofer frontali. Il medio-bassolega alla perfezione con le frequenze più profonde, con una emissioneparticolarmente bilanciata fino alla gamma media. La riproduzione della bandavocale appare corretta e ben bilanciata sia per le voci maschili che per quellefemminili, con una resa sostanzialmente ben equilibrata ed un’articolazione eduna grana fuori dal comune. La gamma alta, in virtù delle scelte operate dai progettisti,è pulita e ben distribuita nell’ambiente senza essere mai identificabile,per fortuna, nelle vicinanze dei due tweeter frontali. La musica delle grosse masseorchestrali sembra trovare nella <strong>Tebaldi</strong> la sua riproduzione naturale, sia intermini di spazio ricreato sullo stage, di rispetto delle dimensioni, che di escursionetimbrica, dalla gamma profonda a quella altissima. Devo ammettere diaver disinserito per prova i tweeter posteriori rimuovendo i ponticelli del collegamentotra i connettori, ma devo riconoscere, dopo averne testato l’efficacia, dinon voler rinunciare al loro contributo in termini di disegno dello stage e di ariatra i vari esecutori. Non credo francamente che si tratti affatto di un maggior bilanciamentotimbrico ben equilibrato dall’emissione dell’unico tweeter frontale,quanto di un superiore disegno della scena sul palco con una ricchezza di particolari,lo ripeto, diluita su tutto lo stage ricreato. La dinamica sembra non possedereun vero e proprio limite da non superare, tanto che attingendo ad una riservadi potenza pur esuberante non ho potuto annotare effetti particolari dicompressione o di variazione della scena acustica, che non altera mai il suo disegno,nemmeno spingendo l’amplificatore verso il suo massimo consentito.Piuttosto posso dire che, ad alta potenza, la gamma media tende, se possibile,ad apparire ancora più chiara e definita. Stesso discorso per la gamma bassa,messa a dura prova da consistenti bordate di percussioni e di note d’organo.

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