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LA CENTRALITA.pdf - Operai Contro

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<strong>LA</strong> <strong>CENTRALITA</strong>’ OPERAIA E IL MINESTRONE DEI <strong>LA</strong>VORATORI<br />

Su facebook e’ stata resa pubblica la seguente proposta<br />

Proposta per una riunione nazionale autoconvocata<br />

dei coordinamenti e dei comitati di lotta dei lavoratori e delle aziende in<br />

crisi.<br />

Come Coordinamento dei Lavoratori del Piceno e Coordinamento Lavoratori Uniti<br />

<strong>Contro</strong> la Crisi di Milano, riteniamo che per far fronte all'attacco<br />

generalizzato al salario e ai diritti di tutti i lavoratori da parte dei padroni<br />

e dei loro governi, attacco di portata nazionale e internazionale, è necessario<br />

ricostruire, il più velocemente possibile, un´unità sempre maggiore della classe<br />

lavoratrice a prescindere dal comparto lavorativo, dall'appartenenza sindacale,<br />

dalla nazionalità, ecc.<br />

Dopo essersi arricchiti per anni con i frutti del nostro lavoro, aziende e<br />

imprese varie vogliono ora approfittare dell´acuirsi di questa profonda crisi<br />

economica per farne pagare interamente a noi lavoratori i costi. Tutto questo<br />

mentre spudoratamente chiedono a governi compiacenti nuovi sgravi e aiuti<br />

statali. Le speculazioni, le svendite, le delocalizzazioni, le cassa<br />

integrazioni ed i licenziamenti collettivi in atto stanno cancellando centinaia<br />

di migliaia di posti di lavoro e quasi tutti i diritti in termini di<br />

contrattazione, diritti, sicurezza. Milioni di persone sono di fronte all´unica<br />

prospettiva della miseria e della disoccupazione di massa, quando già la<br />

precarizzazione e la flessibilità degli ultimi hanno duramente compromesso il<br />

futuro delle giovani generazioni di lavoratrici e lavoratori.<br />

È proprio il riconoscimento della necessità di una risposta unitaria alla crisi<br />

da parte dei lavoratori che ha ispirato la costruzione del coord. del Piceno e<br />

quello milanese, e di tanti altri comitati e coordinamenti di lotta che si<br />

stanno spontaneamente organizzando dal Lazio alla Sardegna, dalla Basilicata al<br />

Friuli, nel nord e nel sud Italia.<br />

Ognuno di noi, nel proprio posto di lavoro ha scelto legittimamente come<br />

impostare la propria vertenza sindacale e da quale organizzazione farsi<br />

rappresentare. Tutti abbiamo bisogno di un forte sindacato di classe a livello<br />

di massa, ma non ci interessa qui costruire un´ennesima sigla. Al contrario,<br />

pensiamo che gli strumenti sindacali vadano rafforzati e condizionati con una<br />

forte spinta dal basso e una vasta unità delle lotte.<br />

Riteniamo quindi che per rafforzare queste reti nate dal basso, per costruire<br />

legami unitari ancora più grandi e incisivi, per stimolare la costruzione di<br />

coordinamenti in ogni distretto produttivo, sia necessario organizzare un<br />

momento di confronto diretto e autoconvocato tra tutte queste realtà di lotta<br />

contro la crisi per tentare di costruire un coordinamento nazionale che ci<br />

permetta di condividere maggiormente informazioni, iniziative, momenti comuni di<br />

lotta che diano visibilità alle nostre ragioni troppo spesso oscurate e<br />

trascurate.<br />

Un movimento fatto da lavoratori per difendere meglio lavoro e salario.<br />

Proponiamo di organizzare una riunione nazionale per delegati rappresentanti di<br />

tutti i coordinamenti e comitati di lotta nati in tutto il paese.<br />

Proponiamo che la riunione si tenga a Roma sabato 23 gennaio a partire dalle ore<br />

11.<br />

Vi invitiamo quindi a mettervi in contatto con noi per organizzare nel modo più<br />

condiviso e unitario possibile questa riunione<br />

Ascoli-Milano 03/12/2009


Coordinamento dei Lavoratori del Piceno: Manuli - Maflow - IKK - Cartiera<br />

Alstrom- PAL Italia - Bentel - Itac - Prisman - Deatec<br />

Coordinamento Lavoratori Uniti <strong>Contro</strong> la Crisi di Milano: Marcegaglia Buildtech<br />

- Maflow - OMNIA Service - Lares - Metalli Preziosi - Bitron<br />

La Lettera degli operai della INNSE di Milano, Ansaldo-Mangiarotti di Milano, Jabil-<br />

Siemens di Cassina de Pecchi (Mi), ai promotori della riunione.<br />

Ai promotori della riunione del 23 gennaio Milano 9 gennaio 2010<br />

Abbiamo appreso con interesse la vostra proposta di una riunione nazionale per il 23 gennaio.<br />

Come operai della INNSE di Milano, Ansaldo-Mangiarotti di Milano, Jabil-Siemens di Cassina de<br />

Pecchi (Mi), stiamo valutando la possibilità di un nostro intervento diretto all’iniziativa, per cui vi<br />

chiediamo alcune delucidazioni.<br />

La prima. La centralità degli operai, delle loro lotte contro i licenziamenti in che modo avete<br />

intenzione di farla manifestare? Vi diciamo apertamente che da quando la figura del “lavoratore” ha<br />

inglobato capi, impiegati degli strati superiori fino ai funzionari delle forze dell’ordine, parlare<br />

genericamente di “lavoratori” e non espressamente di operai ci sembra di finire in un calderone<br />

senza distinzioni. Ristabilire la centralità operaia è interesse di tutti i lavoratori sfruttati e immiseriti<br />

dalla crisi. Appellarsi genericamente ai lavoratori vuole ancora dire sottomettere gli operai<br />

all’egemonia di altri strati e pensiamo che come operai non ci convenga proprio andare in questa<br />

direzione. Oggi che la crisi ci impone di muoverci su un terreno proprio indipendente alla ricerca di<br />

un alternativa al sistema.<br />

La seconda. Ad un assemblea operaia parlano gli operai. Nessuna passerella di rappresentanti di<br />

Partito, né funzionari di sindacati grandi e piccoli, hanno fallito con le loro chiacchiere riformiste e<br />

non saremo certo noi a dar loro nuovi spazi. Già saremo costretti ad ascoltare filastrocche di<br />

“militanti” che parlano di lotte e di coordinamenti, di iniziative generalizzanti, anche se nei loro<br />

luoghi di lavoro sono incapaci di una benché minima iniziativa, ma saremo pazienti, può darsi che i<br />

colpi della crisi li faccia scendere con i piedi per terra e al posto della solita fraseologia antagonista,<br />

si mettano a costruire l’antagonismo nella realtà dello scontro tra operai stabili e precari, regolari e<br />

clandestini e i loro rispettivi padroni.<br />

Il viaggio da Milano non è cosa da poco per noi, se pensate che la nostra presenza serva<br />

effettivamente e ritenete che ci siano le condizioni che abbiamo accennato non mancheremo<br />

all’appuntamento.<br />

Aspettiamo una vostra risposta, saluti e solidarietà.<br />

Luigi, Massimo, Vincenzo della INNSE, Rosario dell’Ansaldo-Mangiarotti, Ciccio della Jabil-<br />

Siemens.<br />

Milano 9 gennaio 2009<br />

La risposta del sig. Massimiliano (uno dei promotori della riunione del 23<br />

Gennaio 2010<br />

Oggetto: riunione nazionale<br />

"1) Sul primo punto di discussione che ponete rispondiamo che nell'appello ci<br />

rivolgiamo a tutti i lavoratori salariati in lotta, principalmente agli operai<br />

ma non solo a chi è nella produzione. A meno che non si parli genericamente di


"figure operaie" per lavoratori della grande distribuzione come quelli che<br />

parteciperanno di Auchan, gli insegnanti precari come quelli del Coord Precari<br />

della Scuola, operatori dei call center come Answers e Atesia, tecnici come<br />

quelli di Eutelia e Telecom, lavoratori dei trasporti come quelli di Alitalia,<br />

ecc...). Quindi non c'è una discriminante stabilta da un "centro organizzativo"<br />

ma non inglobiamo "capi, impiegati degli strati superiori fino ai funzionari<br />

delle forze dell´ordine" ma operai e lavoratori salariati fino agli impiegati e<br />

tecnici degli strati bassi (in via di "proletarizzazione" si diceva un tempo)<br />

sia precari che stabili. 2) Sul secondo punto parleranno solo i suddetti<br />

lavoratori di differenti aziende e sigle sindacali, non ci importa se con ruoli<br />

o meno, purchè esprimano un punto di vista dei lavoratori della propria azienda<br />

e non della propria sigla (grande o piccola, confederale o di base).Comunque<br />

all'odg si parlerà proprio di di lotte e di coordinamenti, di iniziative<br />

generalizzanti, appelli e assemblee e assolutamente non di forme di<br />

organizzazione politica. Speriamo con chi mobilita qualcosa, ma certo al primo<br />

incontro eviteremo di fare l'analisi del sangue su questo, ma verificheremo la<br />

fattibilità delle proposte sulle capacità di mobilitazione reali che si potranno<br />

esprimere. Per il resto si vedrà dalle risposte all'appello e dalle presenze<br />

reali.<br />

quindi sarete i benvenuti ad intervenire su questo terreno come tutte le realtà<br />

di lotta dei lavoratori che interverranno."<br />

La risposta degli operai della INNSE di Milano, Ansaldo-Mangiarotti di Milano, Jabil-<br />

Siemens di Cassina de Pecchi (Mi), al sig. Massimo.<br />

Oggetto: riunione nazionale 23 gennaio 2010 Milano 14 gennaio 2010<br />

Egregio signor Massimo,<br />

se le risposte alle nostre note sull’iniziativa del 23 gennaio sono quelle che ci ha inviato, abbiamo<br />

capito che il viaggio sarebbe inutile. Abbiamo parlato e non a caso di centralità operaia, perché è<br />

tempo che gli operai ricostituiscano la loro indipendenza dalle altre classi, anche dalla piccola<br />

borghesia stipendiata, immiserita e disperata. La crisi impone agli operai il riconoscersi come classe<br />

e con ciò in partito, e di questo è necessario discutere, invece ci viene riproposta la solita minestra<br />

delle iniziative di lotta da coordinare tra i diversi lavoratori senza distinzione.<br />

Qualunque operaio sa che anche i tecnici e gli ingegneri delle fabbriche in crisi, quando rischiano di<br />

perdere il loro posto di lavoro diventano cattivi, gridano contro le multinazionali, contro la<br />

speculazione finanziaria, diventano accesi nazionalisti per difendere la loro professionalità.<br />

trascinandosi dietro anche qualche operaio………..Ma noi sappiamo da dove vengono, per anni<br />

hanno guardato gli operai di traverso, ci hanno misurato i tempi di produzione, usato scienza e<br />

tecnica per rendere più intenso il nostro sfruttamento. Hanno sostenuto o semplicemente accettato<br />

senza fiatare che se le aziende non rendevano era colpa degli operai. La crisi butta anche loro in<br />

mezzo ad una strada, lavora con metodo. Una buona parte di questi può unirsi alla lotta?<br />

Sicuramente, ma alla sola condizione che siano gli operai a dettare la condotta, che gli operai siano<br />

forti, indipendenti, che sappiano dove andare. Viceversa questi lavoratori della mente o aspiranti tali<br />

sono disposti a seguire chiunque, a sostenere qualunque avventura per difendere i loro trascorsi<br />

piccoli e grandi privilegi di uomini di scrivania. Certo è, che chi ha la vocazione del commesso<br />

viaggiatore della merce “siamo tutti lavoratori” per ritagliarsi, senza tanto successo, un posto<br />

primario sulla scena, farà fatica a capire il significato di questa rivendicazione di orgoglio operaio<br />

che si sta affermando a cominciare dalla INNSE. Ma non disperiamo.<br />

Luigi, Massimo, Vincenzo della INNSE, Rosario dell’Ansaldo-Mangiarotti, Ciccio della Jabil-<br />

Siemens.


Milano 14 gennaio 2010<br />

La risposta del sig.Massimiliano<br />

R: Oggetto: riunione nazionale 23 gennaio 2009<br />

"GRAZIE PER AVERCI RISPOSTO!<br />

I NOSTRI MIGLIORI AUGURI PER IL PARTITO OPERAIO!"

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