la varroa - (IZS) delle Regioni Lazio e Toscana

CORSO BASE DI APICOLTURA ARAL - IZSLT 

Le malattie parassitarie delle api: la varroa 

IZS Regioni Lazio e Toscana 

20 marzo 2013 

Dott. Andrea Volterrani 

Azienda USL RM/F 

Co.V.A.L – Comitato Veterinario Apistico della Regione Lazio 

1

La varroasi 

Dott A.Volterrani - 

ASL RMF 2

Varroasi o Varroatosi 

Malattia parassitaria della covata e 

delle api adulte causata da un acaro, la 

Varroa destructor 


ASL RMF 3

Varroasi – Cenni storici 

Origine: Asia sudorientale - rapporto di 

equilibrio con l’Apis cerana, l’ospite 

originario, grazie a diversi meccanismi di 

difesa propri di queste api (comportamento 

di pulizia e minore durata del periodo di 

opercolatura della covata) 

Diffusione degli acari in tutto il mondo 

indenni solo alcune regioni dell’Africa 

centrale (segnalata in Australia di recente) 

col commercio e lo scambio di api 

Primo caso in Italia nel 1981 a Gorizia 


ASL RMF 4

Distribuzione varroa nel tempo 


ASL RMF 5

Morfologia 

La femmina della varroa si 

presenta come uno scudo 

di colore rosso brunastro, 

di forma ellissoidale, con 

dimensioni di 1,5-2 mm di 

larghezza e 1-1,5 mm di 

lunghezza. 

Il maschio ha invece una 

forma più rotondeggiante, 

di colore bianco grigiastro 

ed ha dimensioni inferiori, 

che raramente arrivano al 

millimetro. 


ASL RMF 6


ASL RMF 7

L’acaro presenta quattro paia di 

zampe, robuste e ricoperte di peli e 

setole. 


ASL RMF 8

Il corpo più largo e la presenza di quattro paia 

di zampe consentono facilmente di distinguere 

la Varroa dalla Braula coeca, un altro parassita 

delle api di importanza limitata 


ASL RMF 9

L’apparato boccale è 

di tipo pungentesucchiante 

ed è 

provvisto di cheliceri, 

lame dentate che 

lacerano il tegumento 

delle api e delle larve. 

Nel maschio 

l’apparato boccale è 

modificato, non ha la 

funzione alimentare 

ma riproduttiva e gli 

acari muoiono poco 

dopo la nascita, allo 

sfarfallamento 

dell’ape 


ASL RMF 10

Varroa - Ciclo biologico (1) 

è sincronizzato con quello delle api. Nella 

stagione in cui la covata è assente le varroe 

svernano sul corpo delle operaie, insinuandosi 

tra le lamine ventrali dei segmenti dell’addome 


ASL RMF 11


1. Fase Foretica 

fase in cui la 

varroa vive a 

spese delle api 

adulte 

1. Fase 

Riproduttiva in 

cui la varroa si 

riproduce a 

spese della 

covata 


ASL RMF 12


Durante la stagione apistica, 

coesistono sia la fase foretica che 

quella riproduttiva. In inverno, invece, 

in assenza di covata, si ha solo la fase 

foretica. 

Occorre approfittare di questo breve 

lasso di tempo per intervenire con la 

lotta all’acaro, che, trovandosi allo 

scoperto, non può sfuggire ai 

trattamenti. 


ASL RMF 13


1. Fase foretica 

In questa fase, la varroa si nutre 

dell’emolinfa dell’ape adulta 

Durante la stagione apistica, ha 

una durata variabile da qualche 

giorno a un paio di mesi. Un 

giorno o due prima 

dell’opercolatura della covata, 

la varroa entra nella cella dove, 

ad opercolatura completata, 

avviene la riproduzione 

in assenza di covata si 

prolunga di mesi, assicurando 

la sopravvivenza della varroa in 

inverno 


ASL RMF 14


La durata della fase foretica dipende da 

molti fattori: 

• le condizioni climatiche; 

• l’età degli acari; 

• l’attrattività della covata; 

• il periodo dell’anno; 

• le variazioni di umidità relativa. 


ASL RMF 15


Modalità di trasmissione 

Trasmissione diretta (da ape ad ape) 

Ad es. all’interno della famiglia, 

durante la bottinazione, per 

ingresso di fuchi in arnie diverse, 

deriva (entrata di bottinatrici in 

arnie diverse), a seguito di 

saccheggi etc. 

Trasmissione indiretta 

Ad es. attrezzature per l’apicoltura 

(raro), commercio di regine e 

sciami, nomadismo, raccolta di 

sciami etc. 


ASL RMF 16

Varroa - Ciclo biologico (7) – 2. fase riproduttiva 


ASL RMF 17

Varroa 

Ciclo 

biologico 

(8) 


ASL RMF 18

Varroa Ciclo biologico (8) 


ASL RMF 19


Fattori che influenzano la dinamica di 

popolazione 

A. Fattori intrinseci 

– Sterilità 

– Mancata deposizione dell’uovo maschile 

– Età 

– Durata della fase foretica 

– Tempi di sviluppo della popolazione di varroa 

– Numero di acari presenti nella cella 


ASL RMF 20


Fattori che influenzano la dinamica di 

popolazione 

A. Fattori estrinseci 

– Stagione (primavera +) 

– Disponibilità di polline 

– Razza dell’ape 

– Condizioni della colonia 

– Umidità (optimum 70%) 

– Temperatura 

– Durata periodo di opercolazione 

– Profondità della cella 


ASL RMF 21


Meccanismi di difesa attiva delle api 

Apertura e rimozione delle celle parassitizzate 

Spulciamento (grooming) 

– Self-grooming 

– Allo-grooming 

Meccanismi di resistenza della Varroa 

Mimetismo fisico (allineamento peli con quelli 

dell’ape) 

Mimetismo chimico (odore simile a quello 

dell’ape) 


ASL RMF 22

Varroa - patogenesi (1) 

Azione patogena diretta (azione spoliatrice e traumatica) 

23


Azione patogena diretta (azione spoliatrice e traumatica) 

morte della covata 

riduzione dimensioni e peso dell’ape dal 7% al 25% (mini 

fuchi) 

riduzione durata di vita fino al 50% 

riduzione e disfunzioni ghiandolari 

immunodepressione 

riduzione del glicogeno dei muscoli del volo 


ASL RMF 24


Azione patogena indiretta - trasmissione di: 

‣Batteri (Pseudomonas apiseptica; P. aeruginosa; Serratia 

marcescens; Hafnia alvei) E’ stato, invece, accertato che la V 

non è in grado di trasmettere la peste americana 

‣Virus (DWV - virus delle ali deformate; APV – virus della paralisi 

acuta APV + DWV = forte accorciamento della vita dell’ape – 

collasso famiglie in inverno quando il rimpiazzo è scarso; CWV – 

cloudy wing virus; SPV – virus della paralisi lenta; CPV – virus della 

paralisi cronica) Sono la causa principale della mortalità 

‣Funghi (Ascosphaera apis – responsabile della “covata 

calcificata”) Il ruolo della V. non è chiaro, ma in presenza di 

acari l’incidenza della patologia è doppia 


ASL RMF 25

Varroa 

sintomatologia 

(1) 

Morte della covata 

covata non 

compatta 

Irrequietezza 

Aggressività 

tendenza alla 

sciamatura 


ASL RMF 26

Varroa 


(2) 

api con deformazioni 


ASL RMF 27

Varroa 


(3) 

atrofia dell’addome, 

malformazione del 

pungiglione, delle ali, 

delle zampe 


ASL RMF 28

Varroa 


(4) 

incapacità di volare, 

presenza di api oziose sul 

predellino 

Api di dimensioni ridotte 

(mini fuchi) 


ASL RMF 29

Varroa 

diagnosi (1) 

Diagnosi diretta: 

visualizzazione della 

Varroa sulla covata o 

sulle api 

visualizzazione della 

Varroa sul fondo 

diagnostico 

antivarroa 


ASL RMF 30

Varroa - diagnosi (2) 

Esempio di fondo diagnostico antivarroa 

È costituito da un cassetto munito di rete con aperture di 

3 mm che impedisce la discesa della api. Sul fondo 

viene steso un foglio bianco cosparso di sostanza 


ASL RMF 31 

appiccicosa (ad es. vaselina filante) per impedire la 

risalita delle varroe


Valutazione del grado di infestazione 

Dal grado di infestazione, in funzione del periodo 

dell’anno, dipende il futuro della famiglia. 

1. Valutazione infestazione in celle da fuco 

2. Valutazione della caduta naturale 


ASL RMF 32



1. Valutazione infestazione in celle 

da fuco – più di 3 celle infestate su 

10 in primavera/inizio estate = 

grado di infestazione elevato; 


ASL RMF 33



1. Valutazione della 

caduta naturale - 

media varroe cadute in 

1 giorno x 100 = n. 

varroe presenti 

nell’alveare. In 

primavera/inizio estate 

>5 Varroe/giorno = 

grado di infestazione 

elevato 


ASL RMF 34

Varroa - profilassi (1) 

1. Applicare schemi di 

trattamento efficaci e 

rispettarne rigorosamente 

tempi e modalità; 

2. Evitare il saccheggio 

(mantenere le famiglie con 

forza simile tra loro; evitare 

la presenza di aperture nelle 

arnie); 

3. Limitare la deriva (predellini 

di diverso colore; rispetto 

delle distanze e della 

disposizione delle arnie); 


ASL RMF 35

Varroa - profilassi (2) 

1. Utilizzo di arnie razionali 

con fondo antivarroa; 

2. Eliminare i favi vecchi 

(sono più attrattivi dei 

nuovi per le varroe – 

22.6% contro il 9.7%) 


ASL RMF 36

Varroa – Terapia (1) 

1- Lotta biologica 

2- Lotta con acaricidi naturali e di sintesi 

3- Lotta integrata (Combinazione dei due 

metodi precedenti) 


ASL RMF 37


1- Lotta biologica Interventi alternativi o di sostegno alla 

lotta con acaricidi di sintesi. 

Attenuano l'impatto dovuto alle sostanze chimiche nell'alveare 

e riducono i rischi di resistenza delle varroe ai p.a. impiegati 

Comportano interventi manipolativi frequenti e quindi 

impegnativi e presentano un efficacia limitata 

• Eliminazione della covata maschile: 

• telaino trappola 

• telaino Campero (TIT3 - Telaino da nido Indicatore 

Trappola a 3 settori) 

• spazio Mussi 

• termoterapia 

• funghi entomopatogeni 


ASL RMF 38


1- Lotta biologica 

Eliminazione della covata 

maschile 

sfrutta lo spiccato tropismo 

della varroa (8 su 9) per la 

covata maschile. 

Occorre osservare i tre seguenti punti: 

Effettuare l’asportazione delle celle da fuco in modo tempestivo 

(marzo) 

Inserire i telaini da fuchi nelle immediate vicinanze del nido di 

covata per favorirne la rapida costituzione. 

Il favo deve essere ritagliato prima dello farfallamento dei fuchi, 

altrimenti si favorisce la moltiplicazione della Varroa. Rimuovere 

il telaino da fuchi dopo 

Dott 

l’ultimo 

A.Volterrani 

ritaglio 

- 

ASL RMF 39


- Lotta biologica 

Il telaino trappola (e il telaino Campero TIT3) Telaino da 

nido senza armatura con 5 cm di foglio cereo nella parte 

superiore. Viene inserito alla ripresa primaverile in 

prossimità della zona di covata. Dopo 10/12 giorni si asporta 

la covata da fuco. L‘intervento termina quando all'interno 

della famiglia cessa l’allevamento dei maschi. 

Permette di eliminare fino al 75% delle varroe. 


ASL RMF 40


1 - Lotta biologica 

Il telaino Campero TIT3 É un telaino da nido diviso in 

tre settori verticali da due listarelle; dopo otto giorni si 

ritaglia la prima sezione di favo, dopo altri sette giorni si 

ritaglia la seconda porzione di favo che possiede già 

numerose celle di covata maschile. Alla terza settimana 

si taglia il terzo settore e così si entra nel ciclo di 

asportazione di covata maschile 


ASL RMF 41


1 Lotta biologica - Lo spazio Mussi 

(F. Mussi, ApitaliA Vol. 4/2004, 29-31) 

Sfrutta il fenomeno del 

grooming accentuandolo: 

le api si staccano tra loro 

le varroe e le fanno 

cadere sul fondo dell’arnia 

(cassetto antivarroa). la 

distanza tra i due telaini 

laterali è normale e tra 

quelli al centro è 

maggiore, per un totale di 

9 telaini nell’arnia. Da 

centro a centro di ciascun 

telaino intercorre la 

misura di 45 mm. 


ASL RMF 42


1 Lotta biologica 

Lo spazio Mussi - Svantaggi 

1. Formazione di ponti di cera tra telaino e telaino e tra 

telaino ed escludiregina; 

2. la rottura di questi ponti comporta fuoriuscita di miele 

e reale pericolo di saccheggio per le famiglie più 

deboli; 

3. i favi costruiti nelle arnie che adottano lo spazio Mussi 

non possono essere posti in altre arnie non 

modificate o nelle posizioni laterali delle arnie con 

spazio Mussi se non dopo aver asportato la cera 

eccedente con un coltello; 

4. forti dubbi sull’efficacia del metodo 


ASL RMF 43


1- Lotta biologica - Funghi entomopatogeni 

Micromiceti studiati in quanto nemici naturali di 

acari (Lodesani et Al., APOidea Vol.1, 13-18, 2004) 

Fino a 100% di mortalità della v. in 7gg 

Metarhizium anisopliae: fungo cosmopolita, patogeno 

per più di 200 specie di insetti; assenza patogenicità 

per le api. Prodotti commerciali e : Bioblast® (USA) e 

Metaquino® (Brasile) 

Hirsutella thompsonii e spp.; Arthrobotrys 

oligospora; Verticillium leucanii; Beuveria bassiana 

etc 


ASL RMF 44


1- Lotta biologica - termoterapia 

I favi privati dalla api vengono posti in un cassone 

termico a 42-45 C° per 10-15 min. Le varroe non 

sopravvivono a T° superiori a 40 C°. Si 

colpiscono solo le varroe in celle opercolate, per 

cui contemporaneamente si deve effettuare un 

trattamento sulle varroe in fase foretica. La 

temperatura deve essere controllabile molto bene, 

per evitare danni 


ASL RMF 45


1- Lotta biologica – scenari futuri 

Selezione di sciami che presentino un’accentuazione dei 

meccanismi naturali di resistenza dell'ape alla Varroa 

Capacità di riconoscere, aprire e rimuovere le celle parassitizzate 

Spulciamento (grooming) 

Self-grooming 

Allo-grooming 

Accorciamento della durata del periodo di opercolatura della 

covata - Una riduzione del periodo di opercolatura di sole sei ore 

sembra già significativa per ridurre il numero di varroe. Secondo 

alcuni ricercatori una riduzione di 1 ora determina una riduzione 

del 9%, del numero totale di parassiti di una colonia 

Attrazione della covata - varia in funzione dell'età delle larve 

all’interno della stessa colonia 

Dott A.Volterrani 

ma anche 

- 

da una colonia all'altra 

ASL RMF 46


scenari futuri tra scienza e fantascienza 

Sintesi ed impiego di feromoni sessuali che immessi 

nell'alveare confondono il maschio che non è in grado di 

raggiungere ed accoppiarsi con la femmina (Germania) 

Selezione di sciami che presentino un’accentuazione dei 

meccanismi naturali di resistenza dell'ape alla Varroa 

Sintesi ed impiego di RNA interferente – Frammenti di RNA in 

grado di legarsi ed interferire con l'RNA prodotto 

naturalmente da un gene dell'acaro annullandone la 

funzionalità. L'RNA interferente viene somministrato alle api 

in soluzioni zuccherine (Israele) 


ASL RMF 47


3 Lotta integrata 

Blocco della covata mediante confinamento della 

regina ed intervento con acaricidi naturali o di sintesi 

Metodo Bozzi 

bigabbia Cassian, telaino E.T., gabbiette di vari tipi 


ASL RMF 48


3 Lotta integrata 

(Metodo Bozzi) 

La regina viene confinata su un telaino trappola formato 

da un favo di un solo lato (foglio cereo appoggiato a 

compensato) a contatto con la parete dell’arnia e 

protetto da escludiregina. Per evitare la costruzione di 

celle reali bisogna avvicinare i favi con covata e polline. 

A 21 gg (solo covata femminile) o a 25 gg (anche covata 

maschile) l’unica covata dell’arnia è quella su telaino 

trappola. 

Si libera la regina, si elimina la covata e si possono 

effettuare trattamenti in totale assenza di covata 

opercolata 


ASL RMF 49


3 Lotta integrata - Blocco della covata - Confino 

della regina (bigabbia Cassian, telaino E.T., 

gabbiette di vari tipi) 

La regina viene confinata su trappole commerciali di 

diverso tipo. Dopo 21 gg (in presenza di sola covata 

femminile) o 25 gg (se presente anche covata 

maschile) si libera la regina e si possono effettuare 

trattamenti in totale assenza di covata opercolata 

inconvenienti: Rischio di indebolimento della famiglia 

» Mortalità delle regine ingabbiate 

» Allevamento di nuove regine 


ASL RMF 50


3 Lotta integrata - Blocco della covata - Confino della regina 

(bigabbia Cassian, telaino E.T., gabbiette di vari tipi) 


ASL RMF 51


3 Lotta integrata - Blocco della covata - Confino della regina 

(bigabbia Cassian, telaino E.T., gabbiette di vari tipi) 


ASL RMF 52


2- Lotta con acaricidi naturali e di sintesi 

Principi generali: 

• Operare i trattamenti nei modi e tempi previsti, 

• Ruotare i principi attivi 

• Trattare tutti gli alveari e contemporaneamente agli 

altri apicoltori della zona 

Caratteristiche ricercate in un acaricida 

Efficacia almeno del 90% 

Non tossico per le api 

Di impiego sicuro per l’apicoltore e per il 

consumatore 

Economico 

Di facile impiego 


ASL RMF 53


specialità medico veterinarie autorizzate attualmente 

per l’apicoltura in Italia, non sottoposte all’obbligo di 

ricetta veterinaria e la cui vendita non è riservata alle 

sole farmacie: 

Apiguard® (timolo), 

ApiLife VAR® (timolo, mentolo, eucaliptolo e canfora), 

Apistan® (fluvalinate) 

Api-Bioxal® (acido ossalico diidrato) gazzetta ufficiale n. 2 DEL 03-01-2012 

In fase di autorizzazione: 

Exomite® Apis (timolo in polvere elettrostatica) 

MAQS (Mite-Away Strips Quick) (gel a base di vegetali 

contenente acido formico) 


ASL RMF 54


pecialità medico veterinarie autorizzate attualmente per 

l’apicoltura in Italia, sottoposte all’obbligo di ricetta 

veterinaria in copia semplice e in vendita solo in 

farmacia sono: 

ApiVar® (amitraz) 

Altre sostanze efficaci nella lotta alla varroa, non specificamente 

registrate per l’apicoltura, ma il cui impiego è consentito nel 

settore apistico: 

acidi organici (acido formico, acido acetico ed acido lattico) 

Usciti dal commercio: Perizin® (coumaphos), Apitol® (cimiazolo) 

e Bayvarol® (flumetrina) 


ASL RMF 55


DM 29 aprile 

2009, n. 

53 l'Apivar 

deve essere 

venduto con 

prescrizione 

veterinaria e 

solamente in 

farmacia. 


ASL RMF 56

trattamento dosaggi-peri. note modalità 

piretroidi 

(Fluvalinate- 

Apistan) 

principi attivi 

sintetici, 

(Amitraz – 

Apivar) 

(tossici) 

seguire i 

dosaggi del 

fabbricante. 

invernoprimavera 

Se usato con modalità scorrette 

può indurre fenomeni di 

tolleranza. Richiede trattamenti 

ripetuti se presente la covata. 

Richiede assoluta assenza dei 

melari e il non prelievo del miele 

dal nido. Può contaminare tutto 

quello che é all'interno dell'arnia. 

Ricordiamo che il rotenone non é 

autorizzato per uso apistico ed é 

tossico per gli insetti pronubi. 

per evaporaz. 

del principio 

attivo 

presente su 

supporti o per 

aspersione. 

Uccide per 

contatto gli 

acari, ma non 

quelli 

all'interno 

della covata. 

Ac. Ossalico 

(tossico) 

Soluz. 

acquosa 

zuccherata al 

10% con acido 

o. dal 4 al 

10%. 

Sgocciolamen 

to nello spazio 

interfavo 5cc 

favo. Inv.-prim. 

Se usato con modalità scorrette 

può indurre fenomeni di moria 

delle api. Richiede trattamenti 

ripetuti se presente la covata. I 

trattamenti ripetuti possono 

nuocere alle api. Se usato 

correttamente non inquina il 

miele. E' consigliabile l'uso 

alternato ad altri prodotti o 

metodologie di controllo della v. 


ASL RMF 57 

T° 

consigliata > 

ai 5-8 gradi. 

Uccide per 

contatto gli 

acari, ma non 

quelli 

all'interno 

della covata.

trattament 

o 

dosaggi-period. note modalità 

acido 

formico 

(in 

commerci 

o 

soluzione 

al 85%) 

(tossicoirritante) 

soluzione 

acquosa al 80% 

da sotto o 60% 

da sopra. 3cc 

per telaio, 

imbevendo un 

supporto. Si 

ripetono 4 

trattamenti ogni 

4-6 gg. Prim.- 

est.-aut. 

T° consigliata 10-25 gradi. 

Richiede trattamenti ripetuti se 

presente la covata. Se usato 




metodologie di controllo della 

v. 

Il principio attivo 

và cosparso su di 

un supporto tipo 

spugnetta di cm 

15x15 sopra i telai 

o nel cassettino 

antivarroa. Per 

evaporazione 

colpisce anche le 

varroe nelle celle 

opercolate 

timolo in 

cristalli 

(apiguard 

– Apilife 

Var) 

(irritante) 

si cospargono i 

telaini o si 

posiziona su un 

supporto sopra 

i telaini 0,25gr. 

telaio. 4 


4-6 gg. Prim.- 

est.-aut. 

T° consigliata 10-25 

gradi Richiede trattamenti 

ripetuti se presente la covata. 

Se usato correttamente non 

inquina il miele. Può lasciare 

odore al miele. E' consigliabile 

l'uso alternato ad altri prodotti 

o metodologie di controllo della 

v. 


ASL RMF 58 

Evaporazione. 

Puo' colpire 

anche le varroe 

nelle celle 

opercolate, ma 

l'effetto maggiore 

si evidenzia sulle 

v. in fase foretica

trattamento 

dosaggiperiodicità 

note 

modalità 

oli 

essenziali 

(canfora, 

eucaliptol 

o, 

mentolo, 

timolo) 

estateautunno 

Vi sono varie forme di 

somministrazione e dosaggi, 

nonché diversi tipi di oli 

utilizzati (timo, menta, lavanda, 

etc...). Rimandiamo a letture 

specializzate 

Per evaporazione, 

contatto, ingestione 

sali 

cuprici, 

gluconato 

e lattato 

0.5 gr. per 

litro di 

sciroppo 

primavera o 

autunno 

Attenzione il metodo é in fase di 

sperimentazione. Può inquinare 

il miele. Può provocare moria di 

api. 

ingestione di sciroppo 

addizionato con sali 

cuprici varia il tenore di 

rame nell'emolinfa delle 

api uccidendo le varroe 

acido 

lattico 

(tossico) 

soluzione 

acquosa al 

15% spruzzata 

sulle api 5cc 

per telaio. Si 

ripetono 


4-6 gg. se 

presente 

covata 

autunno 

Richiede trattamenti ripetuti se 

presente la covata. Se usato 




metodologie di controllo della v. 


ASL RMF 59 

temperatura 

consigliata > ai 5-8 

gradi. Uccide per 

contatto gli acari, ma 

non quelli all'interno 

della covata.Le api non 

devono diventare nere


NO AL “FAI DA TE”!!!! 

trattamenti effettuati con prodotti destinati ad 

altre specie animali o fitofarmaci etc per i 

quali non esistono informazioni per l’impiego 

sulle api (posologia, via e modalità di 

somministrazione, tempi di sospensione, 

etc.) 

es. stecche di pioppo imbevute di: 

mitraz (Taktic®), clorphenvinfos (Birlane® e 

Supona®), fluvalinate (Maverik® e Klartan®), 

acrinatrina (Rufast®), coumaphos (Asuntol®), 

trichlorfon (Neguvon®) 


ASL RMF 60



Della serie “come ti tano il Gargamella del paese” 


ASL RMF 61





ASL RMF 62





ASL RMF 63


ESEMPIO DI TERAPIA 

CONSIGLIATA 

Asportazione della covata da fuco: 

marzo – vari metodi) 

timolo, 

el) 

ApiLife VAR: dopo la smielatura 

eucaliptolo, mentolo,canfora) 

Apiguard: dopo la smielatura (timolo in 


ASL RMF 64 

Acido ossalico: a novembre (8-10 °C)


(1) Sostanze ad azione prolungata, le barre colorate 

indicano il periodo in cui i formulati possono essere 

presenti negli alveari (due interventi per ogni 

prodotto), tenendo conto dei tempi di esposizione 

degli stessi. L’Apiguard può essere utilizzato per 

interventi estivi anticipati 

(2) Sostanza ad azione rapida, la barra colorata indica il 

periodo di somministrazione (singolo intervento). Il 

trattamento deve essere Dott A.Volterrani effettuato, - per le differenti 

condizioni ambientali, ASL RMF prima in montagna 65 e poi in 

pianura


Il piano prevede un intervento estivo e uno autunnale. 

Nel trattamento estivo, eseguito al momento 

dell'asportazione definitiva dei melari e in presenza di 

covata, deve essere utilizzata una sostanza ad azione 

prolungata, in grado di abbattere le varroe che 

fuoriescono dalla covata che sfarfalla. L'acaricida deve 

essere somministrato contemporaneamente su tutte le 

colonie di un apiario, sciami e nuclei compresi. Fra i 

prodotti autorizzati e utilizzabili per i trattamenti estivi, 

non è stato inserito l'Apistan, a base di fluvalinate, per 

il rischio che si formino popolazioni di acari resistenti. 

Vengono invece consigliati gli interventi con le due 

formulazioni a base di timolo: l'Apiguard e l'Api Life 

Var 


ASL RMF 66


TRATTAMENTO ESTIVO 

Apiguard (p.a. timolo) Formulato in gel - rilascio ottimale anche con 

temperature elevate. 

Azione prolungata - efficace nei confronti 

della varroa che fuoriesce con la covata 

che sfarfalla. 

La formulazione in gel dell'Apiguard 

consente al timolo di essere ben tollerato 

dalle api ed efficace soprattutto con 

temperature elevate (>20 °C), 

prestandosi quindi per trattamenti estivi 

anticipati (fin dalla metà di luglio) e per 

eventuali interventi durante la stagione di 

importazione (giugno-luglio), se necessari 

per elevate infestazioni di varroa. In 

quest'ultimo caso sarà necessario 

rimuovere i melari, se presenti, asportare 

la covata opercolata, se Dott infestata, A.Volterrani ed - 

effettuare un trattamento 

ASL 

completo, 

RMF 67 

utilizzando due vaschette.



Apiguard (p.a. timolo) Formulato in gel 

L'intervento si esegue dopo 

asportazione definitiva dei melari; 

inserimento all'interno degli alveari di 

una prima vaschetta di Apiguard che 

va collocata aperta sopra i telai da 

nido. La vaschetta dopo 12-15 giorni 

viene ripulita del contenuto dalle api e 

deve essere sostituita con una nuova 

(2° intervento). Per eseguire 

correttamente il trattamento con 

Apiguard, bisogna creare uno spazio 

idoneo al contenimento della 

vaschetta capovolgendo il coprifavo; 

quest'ultimo, quindi, deve essere in un 

pezzo unico e deve avere una cornice 

sui quattro lati alta almeno Dott tre A.Volterrani - 

centimetri. 

ASL RMF 68



ApiLife Var (p.a.: timolo, eucaliptolo, mentolo e canfora) 

La formulazione consente un'azione prolungata e perciò in 

grado di abbattere le varroe che fuoriescono dalla covata che 

sfarfalla. Trattamento al momento dell'asportazione definitiva dei 

melari, con temperature comprese tra 16 °C e 28 °C (da inizio 

agosto in poi, a seconda delle diverse zone). L'ApiLife Var deve 

essere utilizzato più tardi nella stagione rispetto l'Apiguard in 

quanto, con temperature Dott elevate A.Volterrani (>28-30 - °C), il prodotto è 

spesso mal sopportato ASL dalle RMF api. 

69


TRATTAMENTO ESTIVO ApiLife Var (p.a.: timolo, eucaliptolo, mentolo e canfora) 

La T° condiziona la modalità di trattamento che 

si diversifica in relazione alla stessa. Infatti, se 

alla data di inizio (indicativamente dalla prima 

alla terza decade di agosto) e durante il 

trattamento la T° max è inferiore a 28 °C, 

bisogna inserire una prima tavoletta di ApiLife 

Var; la diffusione dei vapori può essere migliorata 

spezzando la tavoletta fino ad ottenere quattro 

parti che vengono posizionate separate sopra i 

telai da nido. Dopo 12-14 giorni dall'inserimento, 

asportare i pezzi di tavoletta rimasti e collocare 

una seconda tavoletta con le stesse modalità 

della prima (2° intervento). 

Per trattam. anticipati, effettuati dalla seconda decade di luglio alla prima 

decade di agosto, periodo in cui la T° max può rimanere per diverse ore 

superiore a 28 °C, per ridurre i danni alle api e alla covata, inserire mezza 

tavoletta di ApiLife Var sopra i telai da nido; per migliorare la distribuzione dei 

vapori, la mezza tavoletta può essere spezzata in due parti. Essa va sostituita 

dopo 8 giorni con ancora mezza tavoletta che deve rimanere nell'alveare per 8 

giorni; in seguito inserire una tavoletta intera per ulteriori 12-14 giorni. 


ASL RMF 70


TRATTAMENTO AUTUNNALE 

Acido ossalico 

Azione rapida ma limitata nel tempo 

I trattamenti devono essere effettuati alla fine dell'autunno 

(da inizio novembre a inizio dicembre), in assenza di covata 

opercolata e quindi con tutte le varroe in fase foretica (sulle 

api). 

Per limitare i danni alle api è preferibile eseguire la 

somministrazione nella tarda mattinata di giornate soleggiate. 

Modalità di somministrazione: 

1. Per nebulizzazione 

2. Per gocciolamento 


ASL RMF 71 

3. Per vaporizzazione o sublimazione


TRATTAMENTO 

AUTUNNALE 


Unico prodotto a base di acido 

ossalico autorizzato è l' 

Api-Bioxal 

Modalità di 

Somministrazione: 

Per gocciolamento 

Per sublimazione 


ASL RMF 72




Somministrazione per 

gocciolamento: gocciolare mediante 

siringa o flacone 5 ml di soluzione 

(100 g di ac. Ossalico + 1 lt di acqua 

distillata + 1 kg di zucchero) in ogni 

spazio fra i favi occupati dalle api, 

fino a un massimo di 50 ml di 

soluzione in alveari con 10 favi 

coperti Le famiglie deboli è preferibile 

trattarle con prodotti già pronti, o con 

soluzioni a concentrazione inferiore 

(es. 80 g invece di 100). 

La dose deve essere proporzionale al 

numero di favi occupati dalle api. 

Durante la stagione autunnoinvernale, 

è consigliato effettuare un 

unico intervento con acido Dott A.Volterrani ossalico - 

gocciolato per evitare ASL danni RMF alle api. 73




Somministrazione per 

nebulizzazione: con uno spruzzatore 

bagnare le api con una soluzione 

composta da 30 g di acido ossalico 

sciolto in 1 litro di acqua distillata, 

distribuendo 3 ml di soluzione per 

facciata di favo popolato; prima 

dell'intervento bisogna verificare la 

quantità spruzzata mediante un 

cilindro graduato. Considerate le 

difficoltà e i tempi richiesti per 

effettuare un trattamento, la 

metodica può essere indicata per 

intervenire su un numero ridotto di 

colonie. 


ASL RMF 74


TRATTAMENTO AUTUNNALE Acido ossalico 

Somministrazione per vaporizzazione: 

Sono utilizzati vaporizzatori elettrici 

(Varrox - Varrex), a gas (Isenring - 

Varrogaz) o a riscaldamento diretto con 

fiamma (varroglass) 

I vaporizzatori elettrici (Varrox) sono costituiti 

da piastrine riscaldabili su cui vengono posti 

cristalli di diidrato di acido ossalico, (fino a 1.8 

grammi d'ossalico per famiglia) che vengono 

collegate da un cavo a una batteria 12 Volt, 

115 Ah. Le piastrine vengono posizionate 

attraverso il foro di volo fin sotto al glomere. 

Nelle arnie razionali Dadant i vaporizzatori 

vanno inseriti dal retro nel cassettino antivarroa, 

dato che l’apertura del foro di volo è 

troppo piccola. Durante il trattamento tutte le 

aperture dell’arnia vanno chiuse con 

gommapiuma. Dopo un minuto e mezzo, si 

controlla che l'ossalico sia completamente 

evaporato e si sfila il Varrox lasciando chiuso 

l'alveare per altri 10-15 minuti 


ASL RMF 75




Sono utilizzati vaporizzatori elettrici 

(Varrox - Varrex), a gas (Isenring - 

Varrogaz). o a riscaldamento diretto con 

fiamma (varroglass) 

I vaporizzatori a gas, sono costituiti da un 

tubo di rame chiuso all’estremità inferiore. 

L’acido ossalico viene inserito nel tubo e 

fatto arrivare fino all’estremità inferiore del 

tubo. Quest’ultimo viene fatto passare nel 

foro di volo fino a posizionarlo al disotto del 

favo di covata. L’estremità inferiore del 

tubo, dove si trova l’acido ossalico e che 

sporge fuori dall’arnia, viene surriscaldata 

con una fiamma ossidrica. Nelle arnie 

razionali Dadant i vaporizzatori vanno 

inseriti dal retro nel cassettino anti-varroa, 

dato che l’apertura del foro di volo è troppo 

piccola. 


ASL RMF 76



Somministrazione per vaporizzazione: Sono 

utilizzati vaporizzatori elettrici (Varrox - 

Varrex), a gas (Isenring - Varrogaz). o a 

riscaldamento diretto con fiamma 

(varroglass) 

Il VarroGlass ® è un sublimatore 

interamente costruito in vetro 

termoresistente messo a punto da Aldo 

Frasca Apicoltore dell'ARAL. 

La dose acaricida di AO sublimato 

impiegata varia tra 2,5 e 3 grammi. Il 

beccuccio del sublimatore viene 

introdotto attraverso la porticina, chiusa 

con panni inumiditi e fatto evaporare 

con rapidi passaggi di fiamma da 

flambatore. Dopo la sublimazione, per 

consentire all’AO sublimato di agire, 

l’arnia deve restare chiusa Dott per A.Volterrani 10/15 - 

minuti. 

ASL RMF 77




Vantaggi: richiede più tempo rispetto allo 

sgocciolamento ma consente l’effettuazione 

durante l'intera giornata. E', infatti, 

sufficiente che la temperatura esterna sia 

superiore ai 5 gradi senza essere limitati 

alle ore più calde 

Svantaggi: rischio d'intossicazione grave 

dell'operatore. Va posta tutta l'attenzione a 

non inalare l'acido ossalico. Lavorare con 

attenzione sopravento e proteggersi con 

una maschera adeguata. sostituire 

periodicamente i filtri della maschera. 

Altamente corrosivo per i metalli 

Formazione di cristalli di ac. ossalico sulle 

pareti dell’arnia che possono 

Dott A.Volterrani 

dare rischi 

- 

di 

intossicazione all’apertura anche a distanza 

di tempo dal trattamento ASL RMF 78



Acido lattico 

Tra i diversi acidi organici utilizzati in apicoltura 

per la lotta alla varroa è quello più sicuro dal 

punto di vista tossicologico in quanto 

normalmente viene ingerito in dosi elevate con i 

derivati del latte fermentato, senza che si 

manifestino fenomeni tossici. 

Non deve, comunque, essere utilizzato in 

presenza di melario ed è necessario prestare 

attenzione a non respirare le goccioline che si 

formano durante il trattamento (utilizzo di 

occhiali e mascherina protettiva). 

La sua attività acaricida sembra essere dovuta al 

fatto che la varroa e le api hanno un sistema 

muscolare differente. L’acido lattico sembra 

bloccare i muscoli della varroa che si stacca 

dall’ape e cade sul fondo. 


ASL RMF 79 

Dal momento che l'acido lattico diluito al 15% è 

deperibile, è meglio non farne grandi scorte e 

prepararlo poco prima della somministrazione.




Il trattamento viene effettuato in ottobre-novembre, in 

assenza di covata e di volo delle api. 

La temperatura ottimale è compresa tra 5-15°C. Con 

temperature più alte, in presenza di covata vanno 

effettuate 4-5 somministrazioni. 

Caduta tra 1 e 3 giorni dopo il trattamento 

L'acido lattico, reperibile in commercio a varie 

concentrazioni, va utilizzato al 15%. 

Viene somministrato per nebulizzazione impiegando 

un semplice spruzzatore. Prima d'iniziare il 

trattamento è opportuno determinare, mediante un 

misurino, il quantitativo di acido lattico da spruzzare 

su ogni lato del favo. 

Si deve estrarre ogni telaino singolarmente e 

spruzzare uniformemente il prodotto in ragione di 5 ml 

per facciata. Due trattamenti a distanza di circa 7 

giorni sono sufficienti in assenza di volo e covata ad 

abbattere un gran numero di varroe. In famiglie 

numerose il dosaggio può essere aumentato fino a 8 

ml per facciata. 


ASL RMF 80 

Diversamente si devono eseguire 4-5 trattamenti a 

distanza di 4-7giorni. Ogni trattamento può essere 

eseguito in circa 4 minuti.




Trattamento: Colonie di produzione di piccoli 

apicoltori, sciami, sciami artificiali e nuclei. 

Epoca del trattamento: tutto l'anno, ad eccezione del 

periodo del raccolto. 

Temperatura: 7°C ed oltre. 

Periodo del trattamento: tutto il giorno, ideale in 

assenza di volo. 

Numero del trattamenti: 2-5 a dipendenza della strategia e dell'epoca del trattamento, 

nonchè del tasso di contaminazione. 

Dose: 5 ml di acido lattico al 15% per lato di favo; in estate in presenza di una forte 

densità sui favi: 8 ml. 

Tipo di trattamento: spruzzare mediante un polverizzatore tutte le api su ogni lato del 

favo e sulle pareti dell'arnia. 

Successo del trattamento: un trattamento in condizioni ideali, senza covata: fino 

all'80%; 

L'acido lattico al 15% si ottiene diluendo: 1l di acido lattico al 90 % in 6,0 l d'acqua 

1l di acido lattico all'80 % in 5,2 l d'acqua 

1l di acido lattico al 70 % in 4,3 l d'acqua 

1l di acido lattico al 60 % in 3,4 l d'acqua 


ASL RMF 81

Varroa - normativa (1) 

DPR 8 febbraio 1954, n. 320 Regolamento di polizia 

veterinaria 

TITOLO I Norme generali di polizia veterinaria 

Capo I - Malattie infettive e diffusive degli animali soggette a 

provvedimenti sanitari 

Articolo 1 Le malattie degli animali per le quali si applicano 

le disposizioni del presente regolamento sono quelle a 

carattere infettivo e diffusivo… omissis 

Capo II - Denuncia delle malattie infettive e diffusive 

Articolo 2 Qualunque caso, anche sospetto, di malattia 

infettiva e diffusiva degli animali di cui all'articolo 1 … 

deve essere immediatamente denunciata al sindaco che 

ne dà subito conoscenza al veterinario comunale 


ASL RMF 82


OM 21 aprile 1983 - Norme per la profilassi della varroasi 

Art. 2 - All’elenco delle malattia a carattere infettivo e 

diffusivo previste dall’art. 1 del vigente regolamento 

di polizia veterinaria è aggiunta la varroasi. 

DM 17 febbraio 1995 - Norme per la profilassi della 

varroasi 

Art.1 nei casi di varroasi, il Sindaco ricevuta la denuncia 

dispone: 

a) Il divieto di rimuovere o vendere alveari o api vive e di 

introdurre nell’apiario infestato nuove famiglie, prima 

che i relativi impianti siano stati disinfestati; 


ASL RMF 83


DM 17 febbraio 1995 - Norme per la profilassi della 

varroasi 

b) l’esecuzione di opportuni trattamenti disinfestanti 

nell’apiario parassitato ove non si ritenge più 

conveniente ordinare la distruzione dello stesso o di 

parte degli alveari nei casi di incontrollabile infestazione. 

Art. 2 – Il Sindaco dispone, altresì, l’esecuzione degli 

interventi diagnostici per l’accertamento del livello della 

parassitosi negli apiari situati in un raggio di almeno 5 km 

dal focolaio individuato. Gli interventi diagnostici e 

disinfestanti possono all’occorrenza coincidere. 

Art. 3 – i provvedimenti sanitari disposti dal Sindaco sono 

revocati dopo accertamento ufficiale dei risultati degli 

interventi effettuati da valutarsi mediante controlli clinici 


e parassitologici ovvero dopo l’avvenuta distruzione 

ASL RMF 84 

dell’apiario o di parte degli alveari


LEGGE REGIONALE 21 NOVEMBRE 1988, N.75 - Norme per 

l'incremento ed il potenziamento dell'apicoltura laziale 

Art. 8 Disciplina igienico-sanitaria dell'apicoltura 

…omissis… 

1. Le amministrazioni comunali, per il tramite delle unità sanitarie 

locali, attuano gli interventi sanitari e profilattici in materia di 

apicoltura e promuovono periodici accertamenti sanitari sugli 

apiari, anche in collaborazione con gli esperti delle 

associazioni di cui al settimo comma del precedente articolo 2. 

2. E' fatto obbligo agli allevatori di api di denunciare al Presidente 

della Giunta Regionale, al sindaco del comune, all'unità 

sanitaria locale competente per territorio, secondo quanto 

previsto dal regolamento di polizia veterinaria, le seguenti 

malattie sospette od accertate: acariosi, nosemiasi, peste 

americana ed europea, varroasi. 


ASL RMF 85




3. Agli interventi diagnostici ed a quelli necessari per il 

risanamento provvedono le unità sanitarie locali avvalendosi 

dei laboratori delle sezioni provinciali dell'istituto 

zooprofilattico del Lazio e della Toscana, dell'istituto 

sperimentale di apicoltura e degli esperti apistici delle 


… omissis… 

Art. 16 Sanzioni amministrative 

1. Per la violazione delle norme della presente legge sono previste 

le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie: 

…omissis… 

c. da L.10.000 a L.50.000 ad alveare riconosciuto infetto, per 

omesse denunce di malattia di cui al precedente articolo 8, 


secondo comma, e per la omessa presentazione del certificato 

ASL RMF 86 

sanitario; arnie);




3. Agli interventi diagnostici ed a quelli necessari per il 

risanamento provvedono le unità sanitarie locali avvalendosi 

dei laboratori delle sezioni provinciali dell'istituto 

zooprofilattico del Lazio e della Toscana, dell'istituto 

sperimentale di apicoltura e degli esperti apistici delle 


… omissis… 

Art. 16 Sanzioni amministrative 

1. Per la violazione delle norme della presente legge sono previste 

le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie: 

…omissis… 

c. da L.10.000 a L.50.000 ad alveare riconosciuto infetto, per 

omesse denunce di malattia di cui al precedente articolo 8, 


secondo comma, e per la omessa presentazione del certificato 

ASL RMF 87 

sanitario; arnie);


Regolamento 1804/99/CE che completa, per le produzioni animali, 

il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di 

produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di 

tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari 

C. APICOLTURA E PRODOTTI DELL'APICOLTURA 

6. Profilassi e cure veterinarie 

6.1. La profilassi nel settore apicolo si basa sui seguenti principi: 

a) selezione di opportune razze resistenti; b) applicazione di 

talune pratiche che favoriscono un'elevata resistenza alle 

malattie e la prevenzione delle infezioni, ad esempio: periodico 

rinnovo delle regine, sistematica ispezione degli alveari al fine 

di individuare situazioni anomale dal punto di vista sanitario, 

controllo della covata maschile negli alveari, periodica 

disinfezione dei materiali e delle attrezzature, distruzione del 

materiale contaminato o delle sue fonti, periodico rinnovo 

della cera e sufficienti scorte di polline e miele nelle arnie. 

… 


ASL RMF 88


Regolamento 1804/99/CE 

…omissis… 

6.3. …omissis… e) fatto salvo il principio di cui alla 

lettera a) nei casi di infestazione da Varroa jacobsoni 

possono essere usati l'acido formico, l'acido lattico, 

l'acido acetico e l'acido ossalico nonché le seguenti 

sostanze: mentolo, timolo, eucaliptolo o canfora. 

6.4. In aggiunta ai suddetti principi sono autorizzati i 

trattamenti veterinari o i trattamenti per arnie, favi 

ecc. che sono obbligatori ai sensi del diritto 

comunitario o nazionale. 


ASL RMF 89


Direttiva 2004/28/CE del 31 marzo 2004 che modifica la 

direttiva 2001/82/CE recante un codice comunitario 

relativo ai medicinali veterinari 

Due grosse novità anche per il settore apistico: 

La definizione di medicinale veterinario viene estesa a 

qualsiasi sostanza o associazione di sostanze, 

somministrata, od anche semplicemente “usata” 

sull’animale, “con lo scopo di ripristinare correggere o 

modificare funzioni fisiologiche mediante azioni 

farmacologiche, immunologiche o metaboliche, oppure 

avente lo scopo di stabilire una diagnosi medica”. 

La prescrizione veterinaria viene resa obbligatoria per la 

somministrazione di qualsiasi medicinale veterinario ad 

animali destinati alla 

Dott 

produzione 

A.Volterrani 

di 

- 

alimenti, anche per 

prodotti che attualmente 

ASL RMF 

sono di libera vendita 

90 

perché

Grazie per l’attenzione 

Scheda telefonica della Slovenia 


ASL RMF 91 

riportante l’immagine di una varroa

la varroa - (IZS) delle Regioni Lazio e Toscana

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