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I portinnesti del melo - InfoKeeper

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Melo<br />

1 2 3<br />

1 - 2 - 3 - Fruttificazione di Golden Delicious cl. B al 7° anno su Cover 2 (foto 1), Nakb 337 (foto 2) e Mac ® 9 Mark* (foto 3) nell’azienda<br />

di S. Michele, Trento (maso Parti)<br />

Materiali e metodi<br />

La prova <strong>portinnesti</strong> <strong>melo</strong>, ripetuta<br />

con eguale disegno sperimentale nei<br />

10 siti regionali o provinciali, è stata<br />

impiantata nel febbraio 1994. La cultivar<br />

Golden Delicious clone B era stata<br />

innestata sui seguenti <strong>portinnesti</strong>: Cover<br />

1 (= Burgmer 751), Cover 2 (=<br />

Burgmer 984), M 9 (selezione Emla), M<br />

26, Mac ® 9 (Mark*), Nakb T 337, Nakb<br />

T 338, Nakb T 339, Pajam ® 1 (Lancep*),<br />

Pajam ® 2 (Cepiland*), Jork 9. Ciascuna<br />

combinazione di innesto era rappresentata<br />

da 20 alberi suddivisi in 4 blocchi<br />

randomizzati di 5 alberi per parcella.<br />

Tra le parcelle è sempre stato messo<br />

un albero di Hi Early Delicious con<br />

funzione impollinatrice di bordo. I rilievi<br />

però sono stati eseguiti, singolarmente,<br />

nei soli 3 alberi centrali <strong>del</strong>la<br />

parcella (totale 12 alberi/tesi). Il sesto<br />

<strong>del</strong>la piantagione era, ovunque, di 4,5 ×<br />

2,5 m. Non si è riscontrata alcuna mortalità<br />

in 8 campi su 10, e anche dove si<br />

sono avute perdite queste sono rimaste<br />

entro livelli minimi, fisiologici; solo<br />

in un caso (Verona), a causa di una fortissima<br />

grandinata verificatasi nell’estate<br />

1994, si è preferito tagliare gli alberi<br />

e ripartire da terra con un nuovo<br />

fusto l’anno successivo. La forma di allevamento<br />

(fusetto), le tecniche di potatura,<br />

la conduzione degli alberi e <strong>del</strong><br />

suolo, al pari degli apporti idrici e fertilizzanti,<br />

sono stati concordati e osservati<br />

da ciascuna Unità. Ciononostante,<br />

a posteriori, occorre rilevare che qualche<br />

interferenza di fattori agronomicocolturali<br />

vi è stata, ad esempio, a livello<br />

di irrigazione, fertilizzazione e di carico<br />

di frutti, per le inevitabili diversità<br />

di situazioni venutesi a creare nei vari<br />

ambienti. Il piano sperimentale prevedeva<br />

una serie di rilievi biometrici, sia<br />

18<br />

S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002<br />

vegetativi che produttivi, eseguiti annualmente<br />

su ciascun albero. Quelli<br />

<strong>del</strong> primo quadriennio 1995-1998 sono<br />

già stati riportati nel precedente rapporto<br />

(Sansavini et al., 1999), mentre<br />

nella presente nota si riportano i dati<br />

dall’inizio <strong>del</strong>la prova fino all’ottavo<br />

anno (cioè l’intero periodo di osservazione<br />

1995-2001). I parametri vegetativi<br />

rilevati sono: circonferenza <strong>del</strong><br />

tronco, poi convertita in AST (area di<br />

sezione <strong>del</strong> tronco) e peso <strong>del</strong> legno<br />

asportato con la potatura invernale.<br />

Osservazioni estemporanee sono state<br />

compiute su entità di «burrknots» e<br />

polloni radicali riscontrati, nonché su<br />

aspetti fenologici, segnatamente date<br />

di fioritura e di raccolta, attacchi parassitari,<br />

peraltro non riportati o soltanto<br />

segnalati, se rimarchevoli, nei<br />

profili dei singoli <strong>portinnesti</strong>.<br />

I parametri produttivi registrati sono:<br />

peso <strong>del</strong>le mele prodotte da ciascun<br />

albero e peso medio dei frutti su<br />

campione o su tutti. Per ciascuna tesi è<br />

stato raccolto un campione di almeno<br />

120 e non più di 240 frutti (cioè da 10 a<br />

20 frutti per albero), al fine di ricavarne:<br />

la calibrazione, come si trattasse di<br />

simulazione commerciale; la classificazione<br />

<strong>del</strong>la rugginosità (espressa<br />

empiricamente da 5 classi, per crescente<br />

intensità ed estensione nella<br />

buccia); le analisi qualitative dei frutti.<br />

I dati relativi alla pezzatura e alla rugginosità<br />

sono riferiti a tre Unità (Ia TN,<br />

Ersa UD e Dca BO), mentre quelli <strong>del</strong>la<br />

qualità <strong>del</strong>le mele sono riferiti alla sola<br />

Unità di Cuneo.<br />

Separatamente vengono presentati<br />

in tabelle e, quando possibile, solo in<br />

grafico i confronti fra <strong>portinnesti</strong> e<br />

quelli tra siti. Nell’uno e nell’altro caso<br />

i livelli di significatività (P ≤ 0,05) sono<br />

stati calcolati con il metodo SNK.<br />

Risultati<br />

Variabile ambientale<br />

Innanzi tutto è stata rilevata, nell’insieme,<br />

una forte influenza dei siti di<br />

prova (scelti in modo da rispecchiare<br />

ambienti di coltura rappresentativi di<br />

ben 8 distretti melicoli), dislocati a<br />

Nord come a Sud, influenza risultata<br />

certamente superiore a quella dei singoli<br />

<strong>portinnesti</strong>; ciò a causa <strong>del</strong>le disparità<br />

climatiche e di inevitabili condizionamenti<br />

pedo-agronomici e colturali,<br />

nonché di eventi atmosferici avversi<br />

(abbassamenti termici, grandinate,<br />

stress idrici). Ai fini <strong>del</strong>l’analisi, l’aggregazione<br />

dei dati dei 10 siti in due distinte<br />

sub-prove, rispettivamente con 5<br />

siti ciascuna, si è rivelata utile e fruttuosa:<br />

ha consentito di interpretare<br />

meglio le cause degli scostamenti verificatisi<br />

in alcuni parametri (ad esempio<br />

fruttificazione), in quanto non dipendenti<br />

solo dalla combinazione d’innesto,<br />

ma anche, o piuttosto, dall’interferenza<br />

di altri fattori.<br />

Nel raggruppamento A sono stati<br />

compresi i siti di Cuneo (Creso CN),<br />

Trento (Ia TN), Udine (Ersa UD), Verona<br />

(Isf VR), Bologna (Dca BO); in quello<br />

B i siti di: Trento (Isf TN), Udine<br />

(Dpvta UD), Pisa (Dcdsl PI), Potenza<br />

(Reg. Bas.), Caserta (Isf CE).<br />

Nei siti A (tabella 2) gli alberi, oltre a<br />

essere entrati prima in fruttificazione,<br />

hanno prodotto di più, raggiungendo<br />

anche soddisfacenti pezzature <strong>del</strong>le<br />

mele, coerenti con lo standard pomologico<br />

<strong>del</strong>le varietà (peso frutto 200-<br />

250 g). Questa maggiore efficienza degli<br />

alberi dei siti A ha contribuito a far<br />

emergere alcune differenze fra i cloni e<br />

ne ha attutito altre, più evidenti, nei siti<br />

B, i cui alberi hanno dovuto fronteggiare<br />

qualche stress o fattore avverso,

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