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GEOmedia 2 2015

La prima rivista di geomatica e di geografia intelligente.

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Mappare a priori<br />

o a posteriori?<br />

Da un pò di tempo fa notizia<br />

l’applicazione delle tecnologie geomatiche nella<br />

gestione delle emergenze per disastri ambientali. Peccato<br />

che si tratti in maggioranza di interventi a posteriori. Si approntano<br />

mappe per analizzare la distruzione nei post-terremoto come abbiamo visto<br />

per il Nepal proprio in questi giorni, oppure per la gestione di inondazioni come<br />

l’esempio recentissimo del Texas di pochi giorni fa e così via, si potrebbe continuare a citarne<br />

all’infinito. La notizia di una mappa appena realizzata per la gestione di un terremoto fa notizia, più<br />

di quanto ci si possa aspettare.<br />

Molto meno invece la notizia relativa ad un sistema di prevenzione, come una mappa per i piani di fuga<br />

dalle inondazioni o dai maremoti, o dei siti sicuri per un certo tipo di evenienza disastrosa. Anzi, peggio ancora,<br />

si continua ad ignorare qualsiasi mappa del rischio sia sismico che idrogeologico, per il fatto che nessuno si vuol<br />

prendere la responsabilità di avvertire la popolazione e prendere gli opportuni provvedimenti. L’Aquila insegna.<br />

La prevenzione rimane, purtroppo, a carico di alcune amministrazioni che si dotano di sistemi informativi geografici ad<br />

uso interno, quasi mai messi a disposizione dei cittadini. Eppure è risaputo, anche sulla base di recenti esperienze, che un<br />

buon piano di prevenzione mitiga moltissimo gli effetti di qualsiasi disastro naturale.<br />

Se oggi si lodano le tecnologie geomatiche per gestire le emergenze, si dovrebbe anche pensare seriamente ad utilizzarle “prima”<br />

che queste succedano in un sistema organico che dia origine ad una vera politica di prevenzione.<br />

È necessaria una serie ampia di interventi inseriti in un programma nazionale di riforma di tutto il territorio per creare stabilità<br />

nella società, fornire opportunità per i cittadini a partecipare allo sviluppo economico, per promuovere una migliore gestione<br />

ambientale e responsabile per incoraggiare gli investimenti privati sul territorio.<br />

Una tassazione equa, ad esempio della proprietà, è in questo momento una priorità e si può basare solo su elementi caratterizzanti<br />

che devono essere rilevati con tecniche scientificamente validate per essere considerate obiettive. Ma anche le strategie di gestione<br />

sono necessarie in tutto il territorio in settori quali l'agricoltura, la silvicoltura, il turismo, le infrastrutture e la prevenzione dei<br />

dissesti idrogeologici e dei disastri naturali.<br />

Troppo spesso, questi interventi sono eseguiti in isolamento. La mancanza di una gestione congiunta del territorio conduce spesso<br />

a leadership disarticolate e frammentate negli accordi di settore istituzionali producendo anche quadri giuridici e normativi<br />

incoerenti. La mancanza di una vera infrastruttura completa di dati spaziali nazionali è causa del mancato “decision-making” che<br />

dovrebbe essere “evidence-based”.<br />

È necessario un approccio più olistico per realizzare una gestione integrata e sostenibile del territorio della nazione, la cui<br />

organicità vive di interrelazioni e di interdipendenze funzionali, tra le parti che la compongono, atte a dar vita ad un<br />

complesso organico, non riconducibili alla somma meccanicistica delle sue parti.<br />

Dovremo sicuramente ripensare i ruoli e le strutture delle istituzioni per adeguarle alla crescente capacità del cittadino<br />

nella amministrazione e gestione del territorio. Per questo servirà una revisione dei sistemi formativi atti a creare<br />

una nuova generazione di professionisti del territorio che vadano verso una più ampia comprensione della<br />

gestione integrata e sostenibile del territorio stesso.<br />

Le esperienze che riportiamo su <strong>GEOmedia</strong> confermano tutte l’importanza e la necessità di questa<br />

azione, anzi di approcciare un nuovo percorso.<br />

E questo cammino di cambiamento, che si deve attuare tramite tecnologie atte a fornire<br />

strumenti di decisionalità basati sull’evidenza, ha bisogno di iniziare ora.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci

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