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OUR GUESTS: ANTONELLA BASILICO JOHN BON JOVI MARIA GRAZIA CUCINOTTA 

ALAIN ELKANN BRUNO MANFELLOTTO LUCIANO PIGNATARO 

INES SASTRE MONICA SETTA FIONA SWAROVSKI VITTORIO PESCATORI VIOLA VALLI 

COPIA OMAGGIO EDIZIONI PRC COMPLIMENTARY COPY 

EDIZIONE INTERNAZIONALE 

19

SOMMARIO 

DA “VIAGGIO NELL’ISOLA” - LA CONCHIGLIA ED. 

CAPRI 

REVIEW 

Periodico di 

turismo, cultura, attualità 

Anno X - N. 19 - 2003 

Registrazione al 

Tribunale di Roma n. 83/94 

dell’11.3.94 

Editore, Direzione e Redazione 

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Direttore Responsabile 

Antonio Di Raimondo 

Traduzioni 

Scriptum - Roma 

Progetto Grafico 

Franco Originario 

Coordinamento Editoriale 

Rossella Funghi 

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Copertina 

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È vietata la riproduzione anche parziale 

dei testi senza il permesso dell’Editore. 

Chiuso in tipografia il 30.06.03 

PRESENTAZIONE 

Il “signore” della Piazzetta 6 

I LOVE 

di Alain Elkann 8 

INCONTRI 

Colpo di fulmine 

Incontro con Fiona Swarovski di Monica Setta 10 

ITINERARI 

Dove osano i turisti di Bruno Manfellotto 18 

ARTE 

Incanti capresi di Antonella Basilico 30 

FASHION 

Atutto lino di Rossella Funghi 36 

Non solo maglie di Camilla Contini 40 

Di colore in colore di Alice Martini 42 

SIMBOLI 

Le ore di Capri di Salvatore Borà 44 

PORTFOLIO 

Footnote in Capri 52 

BEAUTY 

Da Capri nel mondo di Camilla Contini 56 

SPORT 

La maratona del Golfo di Fabrizio Cerri 58 

Sognando la vittoria di Viola Valli 62 

JEWELS 

Passi preziosi di Rossella Funghi 68 

Sogni d’oro di Stella Chiodini 70 

Una gioia per gli occhi di Anna Maria Boniello 72 

ATAVOLA 

L’isola nel bicchiere di Luciano Pignataro 74 

SERVIZI 

A portata di mouse di Rossella Funghi 80 

INTERIOR 

Per vestire la casa di Alice Martini 82 

STORIE 

Un amore insolito di Giuseppe Mazzella 84 

La Piazzetta 94 

Shopping 98 

TUTTO CAPRI 

News 114 

Libri 118 

Hotel 120 

Ristoranti 124 

Tempo Libero 126 

Numeri Utili 128

6 

PRESENTAZIONE 

Il “signore” della Piazzetta 

Pochi mesi fa è scomparsa dal palcoscenico della Piazzetta di Capri una delle 

figure-simbolo dell’isola: Franco Occhiuzzi, una firma celebre del giornalismo 

che per oltre vent’anni ha raccontato l’America agli italiani. 

La sua personalità elegante ci manca molto, ma ci manca soprattutto l’intelligente ironia, 

che oltre ad essere il segno di una grande libertà intellettuale, consentiva di guardare 

con distacco il piccolo universo che affolla la Piazzetta. 

Di questo ombelico del mondo che in tutte le ore del giorno e 

della notte può apparire sguaiato e raffinato, Franco Occhiuzzi 

riusciva a cogliere le pieghe più misteriose. Dentro corpi sudati 

e complessi egli capiva al volo che c’erano soltanto anime semplici; 

sui volti abbronzati dal benessere leggeva il destino di chi 

è condannato alla pena di vivere sogni superflui. Con il dito indicava 

l’uomo politico che si batte per un’idea senza averne alcuna, 

e con gli occhi ti indicava le donne impegnate a stritolare 

sotto il tacco le cattive intenzioni. E quando da un tavolino del 

bar Tiberio sentiva l’eco volgare di un dialetto, ricordava che 

solo i popoli in discesa abbandonano la lingua madre. 

Franco Occhiuzzi era un maestro di savoir vivre, uno degli ultimi 

“signori” che capiva e amava i peccati di Capri. 

U. D’ANIELLO - CAPRIONLINE.COM 

Antonio Di Raimondo 

The “signore” of the Piazzetta 

Franco Occhiuzzi, one of the island’s most representative characters, disappeared 

from the stage of Capri’s Piazzetta a few months ago. Occhiuzzi was a renowned 

name in Italian journalism, who wrote about America for more than twenty years. 

Of course we miss his elegant figure, but we miss his intelligent sense of irony most of 

all. Irony, which was not only the mark of Occhiuzzi’s great intellectual freedom, but also 

helped us to see the small universe crowding the Piazzetta with a certain detachment. 

Franco Occhiuzzi managed to grasp the most mysterious depths of this centre of the 

world, which can appear vulgar or refined at any hour of the day or night. He understood 

at a glance that inside the many sweaty, convoluted bodies were only simple souls. On 

the sun-tanned faces basking in the good life, he read the destiny of those sentenced to 

live superficial dreams. He pointed the finger at the politician who fights for a cause of 

which he has no idea, and indicating with a nod, the women busily trying to cover up 

their petty concerns. And when, the vulgar echo of a dialect was heard from a table at 

the Tiberio Bar, he reminded you that only a people on the decline abandon their mother 

tongue. 

Franco Occhiuzzi was a master of savoir vivre, one of the last “signori” who understood 

and loved the sinful ways of Capri. 

Antonio Di Raimondo

8 

Alain Elkann a Capri 

con la moglie Rosi 

Greco, il figlio Yaki 

e Lavinia Borromeo. 

Alain Elkann in Capri 

with his wife Rosi 

Greco, his son Yaki 

and Lavinia Borromeo. 

I LOVE CAPRI 

Con Capri nel cuore 

di ALAIN ELKANN 

La mia Capri è quella dei ricordi 

giovanili, di quando avevo una 

piccola casa nella parte seicentesca 

dell’isola, a ridosso di Palazzo Cerio 

e Santa Teresa. Allora iniziavo a scrivere 

i romanzi che ho ambientato a Capri. 

Uno di questi, Delitto a Capri, scritto nel 

1992, verrà ripubblicato quest’anno. 

È una Capri che mi porto ancora dentro 

CAPRIPRESS - FOTOFLASH 

oggi quando ci ritorno ospite del Canile, 

la splendida casa di Dino Trappetti a ridosso 

dei Faraglioni, nell’incantevole 

scenario di Pizzolungo tra rocce ricoperte 

dalla profumata flora mediterranea. 

Quest’isola mi ha affascinato e continua 

ad affascinarmi, e ricordo con affetto i 

nomi dei personaggi insieme ai quali l’ho 

frequentata negli anni, da Albero Moravia 

ad Enzo Siciliano, da Umberto Tirelli 

ad Assunta Iacono, il nostro nume tutelare 

che ha “protetto” un’intera generazione 

di artisti e intellettuali che a Capri 

venivano e ancora tornano grazie a 

lei, ad Assunta, la regina di Tragara. 

Amo quest’isola ed è un amore che ho 

trasferito anche ai miei figli, a Yaki, Lapo 

e Ginevra e sono felice di vedere che 

proprio come me, appena possono, ci 

tornano sempre con grande gioia. 

With Capri in my heart 

by ALAIN ELKANN 

My Capri is the one in my youthful memories, when I had a little house in the seventeenth-century 

part of the island, behind Palazzo Cerio and Santa Teresa. At that time I began writing novels set 

in Capri, one of which – Delitto a Capri (Crime on Capri), written in 1992 – is being reissued this 

year. It is a Capri that still lives inside of me now when I come back as a guest at the Canile, Dino 

Trappetti’s magnificent house near the Faraglioni, in the delightful setting of Pizzolungo, among rocks 

covered with sweet-smelling Mediterranean flora. This island has always fascinated me, and it still does 

today. I remember fondly the names of the people with whom I spent time there over the years - Alberto 

Moravia, Enzo Siciliano, Umberto Tirelli and Assunta Iacono, our tutelary deity who “protected” an entire 

generation of artists and intellectuals who came and continue to come to Capri thanks to her, the queen of 

Tragara. I love this island and have passed this love down to my children – Yaki, Lapo and Ginevra. I am 

glad to see that they, like myself, always come back happily the first chance they get. 

■ 

■

INCONTRI 

Colpo 

di fulmine 

Per la “regina” del cristallo, 

Fiona Swarovski, 

Capri vuol dire amore 

incontro con FIONA SWAROVSKI 

di MONICA SETTA 

Èstato un amore a prima 

vista, un coup de foudre 

che dura nel tempo come 

una passione destinata 

a diventare eterna. «La prima 

volta che ho messo piede a Capri sono 

rimasta folgorata – racconta Fiona 

Winter Swarovski – e non sapevo 

che proprio qui, in quest’isola magica 

avrei trovato ancora una volta 

l’amore…». 

Bellissima – fisico statuario, lineamenti 

perfetti e occhi profondi, intensi, 

appena segnati dal filo di rimmel – 

Fiona è una donna che dà poco valore 

al denaro. «Se 

Fiona Winter 

dovessi scegliere, Swarovski, erede 

dell’omonima 

preferirei essere 

dinastia 

dei cristalli. 

libera», confessa. 

Fiona Winter 

Erede dell’omo- Swarovski, heir 

to the Swarovski 

nima dinastia 

10 

crystal dynasty. F. PESCE - PHOTO MEDIA

▼ 

(cristalli), Fiona era già sposata era solo un sogno, nulla più. Ma il te- dio. Lei, donna sensibile alla sua fami- 

quando ha conosciuto a Capri John nace John non aveva nessuna intenglia e molto concentrata nel ruolo di 

Balzarini che le ha fatto una corte zione di mollare, anzi. «Rimase sull’i- mamma, volle aspettare, verificare che 

serrata e decisamente romantica. «Mi sola più di una settimana e una sera il sentimento fosse maturo al punto da 

disse: resto qui finché non mi concedi io mi decisi ad accettare l’invito per mettere in gioco ancora una volta la sua 

un aperitivo insieme», ricorda lei. Ini- un drink al Quisisana. Fu una sco- esistenza, le sue certezze. Furono mesi 

zialmente, Fiona pensava ad uno perta, un uomo attento, gentile, mol- di riflessione sempre vissuti con un pie- 

scherzo, una casualità insospettabile to disposto a mettersi in gioco», comde sull’isola, il rito degli aperitivi, le pas- 

che le aveva provocato una vena di menta Fiona. 

seggiate per i percorsi meno mondani, 

ilarità. 

Fatale per la coppia fu l’atmosfera del un accenno di shopping, un maglione, 

In crisi con il precedente marito, l’im- Quisi Bar – tavolini all’aperto, tovaglie un paio di orecchini by Chantecler, i 

prenditrice non pensava a ricostruirsi color pesca –, un set che aveva fatto in- giornali in Piazzetta con il caffè da Ti- 

una vita né era sensibile alle lusinghe namorare negli anni tante celebrità. berio. «Capri ha assistito alla nascita del 

dei corteggiamenti o delle galanterie. Fiona e John cominciarono a chiacchie- nostro amore – sospira Fiona – e qui ci 

A Balzarini lei aveva detto più o merare e smisero solo a mezzanotte quan- siamo decisi, tempo dopo, a dirci sì in 

no esplicitamente che quell’aperitivo do era tempo per i saluti, non per l’ad- maniera definitiva, totale». 

11 

GIOVANNI SIMEONE - SIE

INCONTRI 

CAPRIPRESS CAPRIPRESS 

A Capri Fiona Swarovski possiede una 

splendida villa che è diventata – anche 

adesso che lei e John hanno messo su famiglia 

– il loro autentico nido d’amore. 

Le loro giornate scorrono serene, scandite 

dagli incontri con gli amici più cari: 

Tonino Cacace, proprietario del Palace 

di Anacapri (uno degli alberghi più chic 

del mondo, secondo una recente classifica 

di Fortune Usa) e la sua compagna 

12 

«La mondanità mi piace, ma a Capri 

preferisco vivere semplicemente, insieme 

alla mia famiglia e agli amici intimi» dice 

Fiona Swarovski. Nella foto sopra con 

Giovanni Soldini. 

“Although I enjoy the high life, 

on Capri I prefer to live simply 

with my family and close friends,” 

says Fiona Swarovski. Above, 

Fiona Swarovski and Giovanni Soldini. 

COUP DE FOUDRE 

MONICA SETTA 

meets FIONA SWAROVSKI 

Fiona Swarovski’s love of Capri 

is a lasting affair. She also found 

romance here 

It was love at first sight, a coup de foudre 

that has not lessened with time, but was 

destined to become a full-blown passion. 

“The first time I set foot on Capri I was 

stunned”, Fiona Winter Swarovski tells me, 

“and I didn’t know that right here on this 

magical island I would fall in love again...” 

She is very striking, tall and shapely with 

perfect features and deep intense eyes 

emphasized by barely a touch of mascara. 

Although Fiona is very wealthy, money does 

not interest her greatly. “If I had to choose, I’d 

rather be free,” she confesses. The heir to the 

Swarovski empire (crystal) was already 

married when she met John Balzarini on 

Capri. He set his sights at her and courted her 

in true romantic fashion. “He said, ‘I’m going 

to stay here until you agree to have an aperitif 

with me’.” Initially Fiona thought it was a joke, 

an innocent chance meeting she had found 

faintly amusing. 

Estranged from her previous husband, she 

wasn’t thinking about building another life, 

nor was she receptive to flattering advances 

or gallantry. She told Balzarini more or less 

straight out that the aperitif just wasn’t going 

to happen. But the tenacious John had no 

intention of giving up. Indeed, “He hung 

around on the island for over a week and 

one evening I decided to accept his 

invitation to go for a drink to the Quisisana. 

It was a revelation,” comments Fiona. “Here 

was an attentive, nice man who was ready 

to take a risk.” 

Of course the atmosphere at the Quisi Bar 

played a big part in this – the café tables 

outside covered in peach-coloured cloths, 

the bougainvillea on the walls. Many 

celebrities have fallen in love over the years 

against this backdrop. Fiona and John got 

talking and didn’t stop until midnight when it 

was time to say goodnight, but not goodbye. 

She cares a lot about her family and takes 

her role as a mother very seriously, so she 

wanted to wait, make sure that she was 

ready to put her feelings, her life and her 

certainties once more on the line. In the 

months of waiting and thinking that followed 

she spent time on the island: getting into the 

ritual of the aperitifs, walks in the less wellknown 

areas, the odd bit of shopping, a 

pullover, a pair of earrings by Chantecler, 

going along to the Piazzetta for the 

newspapers and a coffee at Tiberio’s. 

“Capri witnessed the beginning of our 

Roberta Capua, conduttrice di successo 

al timone di Uno mattina. Del piccolo, 

esclusivo club fanno parte anche l’im- ▼ 

▼

INCONTRI 

GRAND HOTEL QUISISANA 

prenditore Mas- La terrazza del “Quisi 

Bar” è stata il set 

simo Gatti, l’am- del primo incontro tra 

Fiona Swarovski 

ministratorede- e suo marito 

John Balzarini. 

legato della Tim 

Fiona Swarovski 

Marco De Bene- first met her husband 

John Balzarini 

detti, sua moglie 

here, on the 

“Quisi Bar” terrace. 

Paola Ferrari e 

la produttrice cinematografica Edwige 

Fenech. 

«La mondanità mi piace, ma a Capri 

preferisco vivere semplicemente, insieme 

alla mia famiglia e agli amici intimi» sottolinea 

Fiona. «Certo, organizziamo cene 

e gite in barca, ma niente di esagerato, 

tutto è tagliato a dimensione umana…». 

Dicono i bene informati che la Swarovski 

sia habitué della pizzeria Gemma 

dove ha un tavolo eternamente prenotato. 

Un tavolo ad angolo, appartato, 

accanto a quello – opzionato tutto l’an- 

14 

no – del presidente di Confindustria 

Antonio D’Amato e della sua compagna 

Marilù Faraone Mennella. La pizza 

napoletana, il gelato in via Camerelle, 

le cene sotto il pergolato dal mitico 

Paolino, tutte rigorosamente concluse 

con una pastiera doc che Fiona ha provato 

a rifare nella sua cucina – per i 

suoi bambini – seguendo alla lettera 

l’antica ricetta di “nonna Zietta”, una 

caprese che modificò le proporzioni tra 

ricotta, cioccolato e canditi inserendo 

nella lista degli ingredienti anche una 

goccia di… limoncello. 

E se dovesse rinascere, Fiona confida 

che verrebbe a vivere per sempre a 

Capri, perché in quest’isola lei ha trovato 

la strada del cuore. E come dice 

Buddha, trovare la via è andare vicinissimi 

alla felicità. ■ 

romance,” Fiona 

sighs, “And later on, it 

was here where we 

decided we were 

ready for a permanent 

commitment to each 

other.” 

Fiona Swarovski has a 

splendid villa on Capri, 

which has become – 

even now that she and 

John have started a 

family – their romantic 

hideaway. The days 

pass peacefully here 

and they spend time 

with their closest 

friends: Tonino 

Cacace, the owner of 

the Palace on 

Anacapri (one of the 

chicest hotels in the 

world according to a 

recent survey by 

Fortune USA) and his 

partner Roberta 

Capua, the successful 

anchorwoman on the 

breakfast TV show, 

Uno mattina. Other 

members of this small, 

closed circle include: 

Massimo Gatti, 

managing director of Tim, Marco De 

Benedetti, his wife Paola Ferrari and the film 

producer Edwige Fenech. 

But Fiona stresses, “Although I enjoy the 

high life, on Capri I prefer to live simply with 

my family and close friends. Sure, we 

organize dinners and trips on the boat, but 

nothing too grand, everything is on a very 

small scale...” 

Those in the know, say that Swarovski is a 

regular at Gemma’s where a table is always 

reserved for her, a corner table, set a little 

apart and next to another distinguished guest 

with a permanent reservation, the president of 

the Confindustria, Antonio D’Amato and his 

partner Marilù Faraone Mennella. Neapolitan 

pizza, ice-cream in Via Camerelle and dinner 

in the shade of the pergola at the legendary 

Paolino’s. And to end with, what else but the 

regional specialty, the pastiera, which Fiona 

has tried to reproduce for her kids at home in 

her kitchen, following to the letter the original 

recipe by “Nonna Zietta”, an islander who 

varied the amounts of ricotta, chocolate and 

candied peel and added a drop of limoncello 

to the list of ingredients. 

And if she were to be reborn, Fiona confides 

that she would come and live on Capri 

forever, because it was here where she 

discovered the way back to love. As Buddha 

says, to find the way is to be very close to 

happiness. 

■

ITINERARI 

Dove osano 

i turisti 

di BRUNO MANFELLOTTO 

Lo vedi lassù, aggrappato 

alle rocce a strapiombo 

sul mare, e ti chiedi come 

diavolo possa venire in 

mente a essere umano di tirar su pietre 

e tetti in un posto come quello. 

Cerchi di raggiungerlo incamminandoti 

per un viottolo stretto come una 

18 

mulattiera, ben attento a dove metti i 

piedi, e ti domandi perché mai persona 

vivente scelga di rintanarsi qui, tra 

la montagna e l’abisso. 

Be’, poi basta arrivarci, lassù, cioè all’eremo 

di Santa Maria a Cetrella, per 

avere la risposta. Basta affacciarsi alla 

piccola terrazza che s’apre dinanzi a 

una delle celle dei frati che abitarono il 

romitorio per abbracciare uno dei panorami 

più spettacolari del mondo: 

Marina Piccola, i Faraglioni, lo scoglio 

del Monacone e, più giù, Punta Campanella, 

i Galli, la costiera Amalfitana. 

Come si sa, ci sono molti modi di fare i 

turisti a Capri. Ed è anche questo che

G. ROLI - SIE 

Una passeggiata attraverso 

il Passetiello fino 

a Santa Maria a Cetrella, 

lontani dalla folla 

e dalle stradine vocianti 

L’eremo di Santa 

Maria a Cetrella. 

La chiesetta, eretta 

nel Quattrocento, 

è stata 

completamente 

rifatta nel Seicento. 

The hermitage 

of Santa Maria 

a Cetrella. 

The small church, 

erected 

in the fifteenth 

century, was 

completely rebuilt 

in the 1600s. 

Faro, riposo pomeridiano, a cena più 

tardi che si può e poi tutti in discoteca 

o in un localino a cantare Reginella. E 

c’è, infine, l’escursionista zaino e piccozza, 

sceso dal nord del mondo solo 

per cercare l’altra Capri, lontana dalla 

folla e dalle stradine vocianti. Magari 

quella del Monte Solaro, di Cetrella e 

del Passetiello. 

Laici come siamo, lungi da noi scegliere 

il turista che ci piace di più, ma 

avanzare un suggerimento si può: trasformatevi, 

almeno per un giorno in 

veri escursionisti, spingetevi nel punto 

più alto e spettacolare dell’isola e scegliete 

anche il percorso meno facile, 

ma più suggestivo: non sarà una fatica 

improba per chi ha portato da casa 

scarponcini e alpenstock (che però, 

giuro, proprio non serve); per gli altri 

sarà un’esperienza davvero indimenticabile, 

e in fondo sopportabile. Certo, 

bisogna essere in forma, calzare un 

buon paio di scarpe chiuse da sport o 

▼ 

rende unica quest’isola. C’è per esem- che scambia la Piazzetta per il palco- – meglio ancora – da montagna e capio, 

diffusissimo, il modello “mordi e scenico di uno straordinario teatro: pitare nel periodo giusto: i primi di 

fuggi”: arrivano a gruppi, a eserciti, caffè la mattina, aperitivo la sera, e settembre-ottobre, ma anche maggio è 

mattina-sera, più che vedere sfiorano, whisky dopo cena di ritorno da un stagione indicata. Mettete in conto 

più che capire ascoltano, la loro non è buon ristorante. È lì per lo spettacolo. quattro chilometri di salita a piedi, tre 

una visita, è una testimonianza. Sem- C’è naturalmente, tradizionale e im- ore buone di camminata impegnativa 

brano dire: qui sono passato anch’io. mutabile, il modello classico: ore e ore e – meglio – l’aiuto di una guida (per 

C’è poi il turista da tavolino, quello al sole della Canzone del Mare o del esempio, una di quelle dell’associa- 

19

ITINERARI 

zione culturale Oebalus: per conoscere 

giorni e orari basta rivolgersi all’Apt). 

Pronti, adesso? In marcia, allora. Ma 

con la promessa che alla fine vi sarà 

proposto anche un più accessibile itinerario 

alternativo. 

La scoperta della Capri com’era comincia 

lì dove si apre la Capri com’è, 

cioè dal Piazzale dei due Golfi dal 

quale scendono di qua e di là le strade 

per Marina Piccola e Marina Grande, 

parte quella per la Piazzetta e sale, infine, 

la provinciale per Anacapri. 

Appena imboccata la strada per Marina 

Piccola, si prende a destra la più 

piccola via Torina che comincia a salire 

alternando l’asfalto ai gradoni. 

Superata a destra la Villa Torre 

Quattro Venti – il tetto rosso ne è il 

segno distintivo – si procede ancora 

con gli scalini stando ben attenti ad 

affidarsi alle tracce di vernice rossa 

poste su alberi e rocce. Il Castiglione 

sullo sfondo e Villa La Petrara a picco 

sul mare e sul paese sembrano offrire 

un primo assaggio di ciò che ci 

aspetta. 

Dopo un po’ il sentiero diventa uno 

strettissimo viottolo di campagna (o di 

montagna?) che merita fino in fondo il 

nome popolare di Passetiello, piccolo 

passo. Ora i segni rossi, sempre più 

frequenti e vicini, sono verniciati sulla 

pietra puntuta. Dall’altra parte, la roccia 

cade a strapiombo: lo spettacolo 

della vegetazione e del panorama è assolutamente 

straordinario. Certi angoli 

di Capri, nonostante il sole e la luce 

del Golfo di Napoli, ricordavano a 

Peggy Guggenheim, che ha soggiorna- 

20 

G. SIMEONE SIE 

to a più riprese sull’isola negli anni 

Trenta, le brughiere della Scozia; 

quassù, invece, la vegetazione assomiglia 

addirittura a quella delle Alpi in 

un incredibile melange di boschi dolomitici 

e macchia mediterranea: nel fitto 

dei lecci e delle felci, dei castagni e 

delle querce, spuntano agglomerati di 

corbezzoli e ginestre. 

Il camminamento si fa stretto: da una 

parte incombe la fittissima vegetazione, 

dall’altra la costa precipita verso le 

case di Capri e il porto di Marina 

Grande. Ancora più 

Il bar 

“La Canzone 

avanti, il tracciato 

del cielo”, 

sulla cima 

si biforca e bisogna 

del Monte Solaro. 

fare attenzione a The “La Canzone 

del cielo” café 

non scegliere il 

at the top 

of Mount Solaro. 

sentiero più largo e 

invitante che ci si trova dinanzi, ma girare 

a sinistra (sempre seguendo i segnali 

rossi) per una stradicciola in salita 

sempre più stretta, ostica e completamente 

chiusa dalle piante. Ecco, siamo 

arrivati al valico e al doppio cartel- 

lo: da una parte per Capri, dall’altra 

continua il Passetiello. 

Fino alla seconda metà dell’Ottocento 

fu questa, assieme agli 881 gradini della 

Scala Fenicia, l’unica via di collegamento 

tra gli abitati di Capri e di Anacapri. 

Lungo il Passetiello salivano e 

scendevano i certosini che trascorrevano 

la loro vita meditativa nell’eremo di 

Santa Maria a Cetrella; lo usarono gli 

Aragonesi per sorprendere gli Angioini 

e conquistare l’isola; fu la via di fuga 

degli Inglesi sconfitti nel 1808 dai 

Francesi di Gioacchino Murat che ebbero 

l’ardire di attaccare la guarnigione 

di Sir Hudson Lowe dalla parte più difficile 

e ardua: quella senza approdi della 

Grotta Azzurra, sotto Anacapri, e che 

conduce fino al Castello Barbarossa 

dov’erano asserragliati i soldati di sua 

maestà Giorgio III; lungo questo sentiero, 

però, salivano anche, in pellegrinaggio, 

i pescatori dell’isola per ricevere la 

benedizione della Vergine scolpita in 

legno che si venerava a Cetrella. Oggi

vi si avventurano i turisti per una delle 

passeggiate più belle dell’isola. 

Continuando, dunque, per il Passetiello 

e superato il valico, si è ricompensati 

per tanta fatica: davanti a noi si apre 

uno stupefacente belvedere naturale 

che abbraccia quasi tutta l’isola: da 

una parte Marina Grande e, in alto, le 

rovine di Villa Jovis; di fronte i muri 

bianchi dell’abitato di Capri e il Monte 

Tuoro; dall’altra parte Marina Piccola e 

i Faraglioni. Se si ha la fortuna di capitare 

quassù a maggio, il giallo delle gi- 

nestre abbaglia. Solo il tempo di fotografare 

con la memoria uno scorcio irripetibile 

e di riposare un po’, e l’escursione 

continua, in salita: in lontananza, 

le rovine del Castello Barbarossa e la cima 

del Monte Solaro, il punto più alto 

dell’isola (589 metri). Seguendo ancora 

i segni rossi, si svolta leggermente a sinistra 

e, quasi in piano, si raggiunge finalmente 

l’eremo di Santa Maria a Cetrella. 

Il romitorio è delizioso, il posto sug- 

▼ 

WHERE TOURISTS 

DARE 

by BRUNO MANFELLOTTO 

At Santa Maria a Cetrella, 

far from the madding crowds 

You see it up there, perched on the sheer 

cliffs above the sea, and wonder how 

any human being could ever have 

thought of erecting walls and roofs in such a 

place. You try to reach it on foot along a path as 

narrow as a mule track, being very careful 

where you put your feet, and wonder why any 

living person should choose to hide away here 

between the mountain and the abyss. 

Well, all you have to do is get up there to the 

Hermitage of Santa Maria a Cetrella and your 

questions will be answered. Just look out onto 

the small terrace adjoining 

the cell of one of the hermit 

monks who lived here and 

enjoy one of the world’s 

most spectacular views: 

Marina Piccola, the 

Faraglioni crags and the 

Monacone cliff, with Punta 

Campanella, the Galli and 

the Amalfi Coast farther 

away in the distance. 

As we know, there are 

many ways to go 

sightseeing on Capri, 

which is another thing that 

makes this island unique. 

There is, for example, the 

very common “day-tripper” 

approach of the groups 

that arrive like invading 

armies, glancing rather 

than looking, hearing 

rather than understanding. 

Theirs is not a real visit but 

a quick trip so that they can 

say, “Been there, done that.” Then we have the 

café tourists, the ones who mistake the 

Piazzetta for the stage of an extraordinary 

theater: coffee in the morning, aperitifs in the 

evening, and whisky after dinner on the way 

back from a good restaurant. They are there for 

the show. There is, of course, the traditional, 

unchanging classic model: hours and hours in 

the sun at the Canzone del Mare or Faro 

beaches, an afternoon nap, dinner as late as 

possible, and then off to a disco or night club to 

sing “Reginella”. Finally, we have the pick and 

backpack brigade down from the North to look 

for the other Capri far from the madding crowd, 

the Capri of Monte Solaro, Cetrella and the 

Passetiello. 

Broad-minded as we are, far be it from us to 

say which type of tourist we prefer. But we can 

day as authentic explorers. Head for the 

highest and most spectacular vantage point on 

the island, and take the route that may be the 

most difficult but is also the most enchanting. It 

won’t be such hard work for those who have 

brought along boots and alpenstock (the latter 

will prove unnecessary, I promise you). For the 

others, it will be an unforgettable and 

essentially bearable experience. You have to 

be fit, of course, wear a pair of sneakers or – 

better still – hiking boots, and come at the right 

time. Early September or October and May are 

the best months. Allow a good three hours for 

the demanding climb of four kilometers on foot 

and if possible, take a guide (possibly through 

the Oebalus cultural association, details of the 

opening hours and days are available from the 

tourist bureau). Ready? Then off we go, but 

with the promise that a more accessible 

alternative route will be offered at the end. 

The discovery of Capri as it was starts from the 

beginning of Capri as it is; in other words, from 

the Piazzale dei due Golfi, the hub of roads 

leading to Marina Piccola, Marina Grande, the 

Piazzetta and Anacapri. 

Take the road for Marina Piccola and turn right 

almost immediately along the smaller Via 

Torina, which starts to climb with an alternation 

of blacktop and steps. Continue past Villa Torre 

Quattro Venti on your right – its red roof a 

distinctive landmark – and on up the steps, 

taking care to follow the signs in red paint on 

trees and rocks. The Castiglione in the 

background and Villa La Petrara perched 

above the sea and the town provide a taste of 

what’s in store. 

After a while, the trail becomes a very narrow 

country (or mountain?) path fully deserving its 

nickname “Passetiello” or short step. The 

increasingly frequent and closely spaced red 

signs are now painted on jagged stones. On 

the other side there is sheer cliff. The view and 

the vegetation make an extraordinary 

spectacle. Despite the sunshine and light of the 

Bay of Naples, certain corners of Capri 

reminded Peggy Guggenheim, who stayed on 

the island several times in the 1930s, of the 

Scottish moors. Up here, the vegetation is 

instead an astonishing mixture of Alpine 

woodland and Mediterranean scrub with 

clumps of arbutus and broom growing in the 

midst of thick ilex, ferns, chestnut trees and 

oak. 

The trail becomes still narrower with dense 

vegetation on the one side and the drop 

overlooking the houses of Capri and the harbor 

of Marina Grande on the other. At the fork a 

little farther on, be careful not to take the wider 

and more inviting trail in front but turn left 

(always following the red signs) along the uphill 

path that becomes increasingly narrow, difficult 

and overgrown with plants. On reaching the 

pass, we find two signs, the path for Capri on 

one side and the continuation of the 

Passetiello on the other. 

make a few suggestions. Set out for at least a ▼ 

21

ITINERARI 

gestivo, il panorama indimenticabile. 

Vi si accede 

oltrepassando un cancelletto 

che si apre su 

uno spettacolare sagratoterrazza 

a strapiombo 

sui Faraglioni. La chiesetta, 

a pianta quadrata, 

è divisa in due navate 

che si concludono su due 

altari. Eretta nel Quattrocento 

e completamente 

rifatta nel Seicento, risente 

del gusto tardo-gotico 

dei certosini (e infatti 

la pietra, le volte e le 

navate ricordano la Certosa 

di San Giacomo a Chi arriva 

ni forti. Viene a mente che 

Capri) che, alternandosi 

a Cetrella nel mese 

di maggio può non distante da qui sorse, ai 

nei secoli ai francescani e 

ammirare lo spettacolo 

delle ginestre in fiore. primi del Novecento, Villa 

ai domenicani, l’abitaro- A spectacular vista Cetrella eletta a dimora dal 

no del tutto incuranti 

of flowering broom 

welcomes visitors torrentizio scrittore scozzese 

delle mode architettoni- 

to Cetrella in May. 

Compton Mackenzie. 

che e degli orpelli che, in Italia, via via La moglie Faith aveva scelto di vivere 

condizionavano e abbellivano chiese e appollaiata sui Faraglioni, a Villa la 

conventi. Dalla cappella, superati po- Solitaria; lui, invece, volle un angolo da 

chi gradini, si arriva alle celle dei frati eremita dove poter scrivere in santa 

e da queste a un incredibile terrazzino pace. A testimonianza della Capri di 

dal quale sembra possibile spiccare il allora – eccessi, oppio e stravaganze – 

volo su Marina Piccola, i Faraglioni, la ci restano pagine e pagine, ma soprat- 

costa amalfitana… 

tutto il suo originale e ironico Donne 

Cetrella. Alcuni ne fanno risalire il no- pericolose dedicato alle protagoniste di 

me all’erba citronella che profuma l’a- quel dandysmo femminile che segnò 

ria tutt’intorno, ma è più ragionevole l’isola nei Venti e Trenta. Gli anni della 

pensare al tempio di Venere Citerea marchesa Casati che viveva chiusa a 

che qui sorgeva. E non può che essere Villa San Michele con il suo esercito di 

così: arrivati fin quassù, ci si rende servi e animali e compariva in Piazzet- 

conto che questo è un luogo dell’anita al braccio di un giovane efebo, con 

ma, di pace e di contemplazione. E, un leopardo al guinzaglio e seguita da 

per chi sa coglierle, anche di sensazio- un valletto con tanto di pappagallo 

22 

▼ 

Together with the 881 steps of the Phoenician 

Stairs, this was the only connection between 

the towns of Capri and Anacapri until the 

second half of the 19th century. The monks 

living a life of meditation in the Hermitage of 

Santa Maria a Cetrella climbed up and down 

the Passetiello. It was used by the Aragonese 

to surprise the Angevins and conquer the 

island. It was the escape route for the English 

troops defeated in 1808 by the French forces 

of Joachim Murat, who daringly attacked Sir 

Hudson Lowe’s garrison by the least 

accessible route, starting from the Blue Grotto 

below Anacapri, where there was no landing 

stage, and leading to the Castle of Barbarossa, 

where the soldiers of His Majesty George III 

were barricaded in. The island’s fishermen also 

climbed the Passetiello, however, to receive 

the blessing of the carved wooden Madonna 

worshipped at Cetrella. Tourists now venture 

along it for one of the finest walks the island 

has to offer. 

Having pressed on along the Passetiello after 

the pass, we are, however, rewarded for all our 

exertions on arriving at an astounding natural 

vantage point encompassing nearly all the 

island. Marina Grande lies to one side with the 

ruins of Villa Jovis above, the white walls of the 

town of Capri Monte Tuoro in front, and Marina 

Piccola and the Faraglioni on the other. If you 

have the good fortune to be there in May, the 

broom is a dazzling yellow. Take a moment to 

rest and imprint this unique view on your 

memory before setting off again uphill toward 

the ruins of Barbarossa’s castle and the peak 

of Monte Solaro in the distance, the highest 

point on the island at 589 meters. Following 


▼

ITINERARI 

sulla spalla; gli anni della sofferta pittrice 

Romaine Brooks; delle passioni 

saffiche dell’androgina Mimì Franchetti; 

della bellissima Renata Borgatti, figlia 

di un famoso tenore wagneriano, 

ospite a Villa Solitaria: «Giovane donna 

con gli occhi di un ragazzo e la voce 

di un uomo», scrive Mackenzie, «attaccava 

l’aria di Sigfrido, e i cani nei vigneti 

vicini si agitavano inquieti…». 

Stagioni lontane. Oggi, in cima a Santa 

Maria Cetrella, c’è un altro dilemma 

da risolvere: arrivati a questo punto, 

proseguire o tornare a casa? A un 

centinaio di metri dall’Eremo, alla 

I più pigri 

possono 

scegliere 

di salire 

al Solaro con 

la seggiovia. 

Crocetta, lì dove sorge un’edicola della 

Madonna, si può scegliere: a chi è 

stanco consigliamo di scendere ad 

Anacapri attraverso la via Monte Solaro 

fino a via Axel Munthe, e da lì raggiungere 

la vicina stazione degli autobus 

per Capri; a chi ha ancora forza 

nelle gambe suggeriamo invece l’ultimo 

sforzo per conquistare il Monte 

Solaro (da dove – lo diciamo solo per i 

più tenaci – è possibile proseguire fino 

al Belvedere della Migliara: un’ora e 

mezzo di cammino per un altro posto 

d’incanto). Via, ne varrebbe proprio 

la pena… 

Continuando il sentiero e passando vicino 

ai resti del Fortino di Bruto, si raggiunge 

finalmente la cima del paradiso. 

Qui, negli anni Cinquanta, in chiaro antagonismo 

con la famosa Canzone del 

Mare incastonata negli scogli di Marina 

Piccola, qualcuno pensò di inventare la 

Canzone del Cielo, con tanto di bar, piscina 

e ristorante. Oggi di quel progetto 

è rimasto solo il bar, ma il panorama 

che si gode da quassù è sempre quello 

incomparabile che spazia dalla penisola 

sorrentina alla Calabria, dagli Appenni- 

Anyone too 

lazy to walk 

can take 

the chairlift up 

Mount Solaro. S. CELLAI - SIE 

24 

ni al Golfo di Napoli, dalle isole alle due 

marine di Capri. In basso, l’Eremo di 

Santa Maria a Cetrella che ci siamo appena 

lasciati alle spalle. Da togliere il 

fiato. Ottant’anni fa, scendendo dal belvedere 

verso Capri, Alberto Savinio scriveva: 

«Il sole brilla sui campi e scintilla 

sul mare. Gran silenzio intorno. Ma l’ora 

non è morta. Un vento misterioso, divino, 

viaggia, ospite leggero, spiritoso, 

per questa meridiana pace a tutta l’anima 

di fresca follia». Verrebbe voglia di 

non muoversi più… 

▼ 

the red signs, turn slightly left and a walk over 

level ground will take you finally to the 

Hermitage of Santa Maria a Cetrella. 

The hermitage is delightful, the setting 

enchanting, and the view unforgettable. A gate 

provides access to a spectacular terrace 

forecourt overlooking the Faraglioni. The 

church is built on a square plan with altars at 

the end of its two aisles. Erected in the 15th 

century and completely rebuilt in the 17th, it 

displays the late Gothic taste of the Carthusian 

monks, with the stone, the vaults and the 

aisles all recalling the Carthusian monastery of 

San Giacomo in Capri. Alternating with 

Franciscans and Dominicans, the monks lived 

here for centuries, wholly indifferent to the 

architectural fashions and decorations that 

gradually altered and embellished the building 

of churches and monasteries in Italy. A few 

steps lead up from the chapel to the cells and 

then to an incredible little terrace from which it 

is almost as though you could take off and soar 

above Marina Piccola, the Faraglioni, the 

Amalfi Coast … 

Some derive the name Cetrella 

from the herb citronella, with 

which the air is redolent all 

around here, but it seems 

more reasonable to connect it 

with the temple of Venus 

Cytherea, that once stood 

here. It could not be otherwise. 

On arriving up here, you 

realize that this is a place of 

the spirit, of peace and 

contemplation, and also of 

strong sensations for those 

capable of grasping them. One 

is reminded that the prolific 

Scottish writer Compton 

Mackenzie lived not too far 

away at Villa Cetrella at the 

beginning of the 20th century. 

His wife Faith had chosen to 

live perched above the Faraglioni at Villa la 

Solitaria, but he wanted a hermit’s hideaway 

where he could write in peace and quiet. The 

Capri of the time, with its excesses, opium and 

extravagance, is documented in many of his 

pages but above all in the original and ironical 

work Extraordinary Women, devoted to the 

leading lights of the female dandyism that 

characterized the island in the 1920s and 

1930s. The years of the Marchesa Casati, who 

lived in seclusion in Villa San Michele with an 

army of servants and animals and appeared in 

the Piazzetta on the arm of a young man with a 

leopard on a leash followed by a valet with a 

parrot on his shoulder. The years of the 

tormented painter Romaine Brooks, the 

Sapphic passions of the androgynous Mimì 

Franchetti, and the beautiful Renata Borgatti, 

daughter of a famous Wagnerian tenor and 

guest at Villa Solitaria. Mackenzie described 

her as a young woman with a boy’s eyes 

▼

ITINERARI 

Mentre ci si avvia verso la 

seggiovia che in 12 minuti ti 

deposita ad Anacapri (a meno 

che non ci sia qualcuno 

che voglia rifare il percorso 

a ritroso…), si pensa a chi 

non sopporta pietre, polvere 

e arbusti: deve forse rinunciare 

all’Eremo e al Monte 

Solaro? Nemmeno per idea: 

offriamo subito due possibili 

alternative. La prima. Si 

può arrivare a destinazione 

partendo da Anacapri, cioè 

dalla via Axel Munthe, evitando 

quindi il più ostico 

Passetiello: passeggiata più 

abbordabile. O si può decidere 

di salire al Solaro con 

la seggiovia e quindi scendere in una 

ventina di minuti verso l’Eremo; da qui 

è poi possibile risalire alla seggiovia o 

percorrere la stradina fino alla via Axel 

Munthe. Soddisfatti? Prima della scelta 

finale, però, consigliamo a tutti la lettura 

dei deliziosi e spiritosissimi appunti 

di viaggio a Capri dello scrittore 

e illustratore americano Huck Scarry 

(Diario napoletano, Mondadori). Davvero 

illuminanti. 

«Si raggiunge Anacapri percorrendo 

una strada stretta e folle», scrive 

Scarry, «che aderisce magicamente alle 

scogliere come una striscia di velcro. 

Prima dell’avvento dell’automobile, 

l’unico modo per salire fin lì era percorrere 

una lunga rampa di scale di 

pietre che partono da Marina Grande: 

la cosiddetta Scala Fenicia. Senza un 

porto proprio e con solo queste scale 

26 

G. SIMEONE SIE 

come collega- 

Il Monte Solaro, 

con i suoi 589 metri, 

mento col mon- 

è il punto 

più alto dell’isola. 

do esterno, la 

Mount Solaro is 589 

vita ad Anaca- meters above sea 

level, and the highest 

pri deve essere place on the island. 

stata sempre molto tranquilla. C’è un 

secondo stretto passaggio attraverso 

una fessura nelle montagne, detto il 

“Passetiello”, in cui decido di avventurarmi. 

Oggi ho ceduto alla tentazione 

di fare un sonnellino e ho dormito 

troppo a lungo. Ormai sono quasi le sei 

del pomeriggio, la seggiovia chiude tra 

poco e il cielo è di un grigio che minaccia 

pioggia; ma metto da parte la prudenza 

e mi metto in marcia». 

Coraggio, Scarry: «La salita lungo la 

parte posteriore del Monte Solaro è 

piacevole, senza il sole che picchia. Ansimando 

un po’, mi faccio strada attraverso 

una densa nebbia che provie- 

▼ 

and a man’s voice who would start all the dogs 

in the neighboring vineyards whimpering 

whenever she broke into Siegfried’s aria. 

Bygone times. Up there at Santa Maria 

Cetrella, there is now another dilemma to face. 

Having come so far, shall we press on or head 

for home? The choice can be made about a 

hundred yards from the Hermitage at the 

Crocetta by the shrine of the Madonna. If 

you’re tired, I advise you to walk down toward 

Anacapri along Via Monte Solaro as far as Via 

Axel Munthe and take the bus for Capri from 

the nearby bus station. If your legs are still up 

to it, I would instead suggest one last effort to 

scale Monte Solaro. (The hardiest alone are 

advised of the possibility to carry on from there 

as far as the Belvedere della Migliara, a ninetyminute 

walk to another enchanting spot.) 

Come on, it’s really worth it. 

Continuing along the path and skirting the 

remains of the Fortino di Bruto, we finally 

arrive at the peak of paradise. In clear 

opposition to the famous Canzone del Mare 

establishment on the rocks of Marina Piccola, 

someone decided to set up a Canzone del 

Cielo here back in the 1950s with bar, 

swimming pool and restaurant. All that now 

remains of that venture is the bar, but there is 

still the incomparable view stretching from the 

Sorrento peninsula to Calabria, from the 

Apennines to the Bay of Naples, from the 

islands to the two marinas of Capri. Below us 

is the Hermitage of Santa Maria a Cetrella, 

which we have just left. A breathtaking 

spectacle. Eighty years ago, walking down 

from the belvedere toward Capri, Alberto 

Savinio wrote these words: “The sun shines on 

the fields and sparkles on the sea. Deep 

silence all around. But the hour is not dead. A 

mysterious, divine wind is blowing through this 

noontide peace, a light and frolicsome guest, a 

fresh breath of folly for the soul.” You will wish 

you could stay here forever. 

On our way to the chairlift that will take us 

down to Anacapri in just 12 minutes (unless 

you want to go back the way we came …), 

think for a moment of those who cannot handle 

the rocks, dust and undergrowth. Must they 

forgo a trip to the Hermitage and Monte 

Solaro? Of course not. Let us offer two 

possible alternatives straight away. The first is 

to start from Via Axel Munthe in Anacapri, thus 

avoiding the rigors of the Passetiello and 

enjoying a less demanding walk. The second is 

to take the chairlift to the top of Monte Solaro 

and walk down to the Hermitage in about 

twenty minutes. You can then climb back up to 

the chairlift or follow the lane as far as Via Axel 

Munthe. Happy now? Before you make your 

final choice, however, I would advise you all to 

read the witty and delightful travel notes on 

Capri by the American writer and illustrator 

Huck Scarry (published as Diario napoletano 

by Mondadori), which are truly illuminating. 

“One reaches Anacapri on a crazy, narrow 

▼

ITINERARI 

ne dai boschi. Si pensa che Capri, come 

le isole di Capraia e Caprera, abbia 

preso il nome dalla parola “capra”. Se 

questo è vero, i poveri animali sono 

stati sostituiti da orde di turisti. Ma qui 

ne incontro una, probabilmente l’ultima 

rimasta sull’isola. Mi fermo a farne 

un piccolo disegno, mentre lei mi osserva 

con aria perplessa. Non sarebbe 

saggio da parte mia continuare a procedere 

con questa nebbia. Ma la fortuna 

è dalla mia parte e il vento forte 

apre la coltre di nubi come la tenda di 

un palcoscenico, rivelando 

alla vista la baia di Napoli. 

Oltre la punta delle mie 

scarpe c’è la città di Capri. 

«Inizio la discesa. Il sentiero 

– se così si può chiamare – 

sale e scende ripido. Grazie 

al cielo non ho nulla in mano, 

giacché me ne servono 

due per aggrapparmi ai rami 

degli alberi quando scivolo 

su una pietra sconnessa 

e inciampo in un groviglio di 

rampicanti. Fortunatamente, 

la discesa non dura molto: non è 

stata affatto divertente. Mi viene da 

pensare che questa è una di quelle 

escursioni che è meglio fare da soli: 

rientra nella categoria di quelle esperienze 

che metterebbero senz’altro fine 

a una relazione». 

E così conclude, il sorprendente Scarry: 

«La mia famiglia ha riso di me quando 

mi ha visto partire per Capri indossando 

degli scarponcini, ma adesso sono io a ridere. 

È stata un’ottima idea portarli. Il 

sentiero scosceso su cui sto scendendo è 

28 

M. MASTRORILLO 

pieno di sassi appuntiti e taglienti. Quassù 

Capri sembra una vetta delle Alpi 

gettata nel mare. Sono riconoscente anche 

ai calzettoni spessi e lunghi che subiscono, 

al posto delle mie caviglie, i graffi 

degli aghi appuntiti dei cespugli… Mi 

chiedo se non ho commesso un errore 

scegliendo di scendere dal Monte Solaro 

da questa parte, ma alla fine raggiungo 

una piccola zona pianeggiante da cui si 

può ammirare una vista che scende fino 

alla punta più occidentale di Capri, Punta 

Carena, col suo faro. A parte le grida 

dei gabbiani è L’eremo di Cetrella. 

Il nome sembra 

un silenzio as- risalire alla presenza 

di un tempio dedicato 

soluto. Quando a Venere Citerea. 

comincia a fare 

The hermitage 

at Cetrella. The name 

buio mi incam- 

is said to derive from 

mino per tor- Cytheraea, to whom 

a former temple on 

nare ad Anaca- 

this site was 

dedicated. 

pri. Sono stanco 

e molto affamato. Graffiato, pieno di 

lividi e coperto di polvere dalla testa ai 

piedi, procedo zoppicando...». 

Ora, però, per piacere, non rinunciate 

né a Cetrella né al Solaro. 

■ 

road which magically sticks to the cliffs like a 

strip of Velcro. But before the automobile, the 

only way up was to climb on foot up a long, 

stone staircase from Marina Grande: the socalled 

Scala Fenicia. With no port of its own, 

and only these steps to the outside world, life 

in Anacapri must always have been rather 

quiet. There is a second narrow passage 

through a cleft in the mountains, called the 

Passetiello, which I have decided to walk 

myself. I succumbed to a little nap today and 

grossly overslept. It is now nearly six, and with 

the chairlift about to shut down, the sky 

outside a stormy gray, and nightfall just hours 

away, my hiking plans are evaporating. But I 

throw prudence aside, lace up my shoes, and 

charge off.” 

Hang in there, Huck! “The climb up the back of 

Monte Solaro is agreeable without the 

hammering of the sun. I puff my way up 

through a soup of fog pouring out of the 

woods. It is thought by some that Capri gets its 

name, like the islands of Capraia and Caprera, 

from the word for ‘goat’. If this be true, the little 

animals have all but been replaced here by the 

herds of tourists. But here I meet a goat – just 

possibly the last one on Capri. I stop to make a 

little sketch of her as she watches me 

quizzically. It would be unwise of me to 

continue over the top in this fog. But luck is 

with me, and the strong wind pulls apart the 

curtain-like clouds, revealing the Bay of Naples 

on stage. Beyond the toes of my shoes is the 

town of Capri. 

“I begin my descent. The path – what there is 

of one – goes straight up and down. Thank 

goodness I carry nothing in my hands, for both 

are indispensable for clinging to tree branches 

as I slide over loose stones and trip over 

tangles of vines. Happily, the descent doesn’t 

last very long – it is not terribly much fun. This 

is one of those hikes, I think, best done alone. 

It is of the category of those certain to end a 

relationship.” 

This is how the surprising Mr. Scarry ends: “My 

family laughed at me, watching me leave for 

Capri wearing hiking shoes, but now it is me 

who is laughing. How smart of me to have 

brought them! The path down is a clutter of 

jagged, spiky rocks. Up here, Capri feels like a 

peak of the Alps which has been tossed into 

the sea. I am also grateful for the long, thick 

socks, which take the needly brush instead of 

my legs. […] There are times when I wonder if 

I have made a mistake, coming down from 

Monte Solaro this way, but eventually I arrive 

at a little plateau with a view down to Capri’s 

westernmost tip, Punta Carena, and the 

lighthouse. Save for the cawing of gulls riding 

the wind, all is still. With darkness closing in, I 

set off back to Anacapri. I’m tired and very 

hungry. Scratched, bruised, and covered from 

head to foot with dust, I limp along …” 

But now promise me you won’t forgo either 

Cetrella or Monte Solaro. 

■

30 

ARTE 

Incanti capresi 

Scatole magiche e foto dipinte 

che raccontano una dimensione 

inedita dell’isola. Sono le opere 

di Vittorio Pescatori 

di ANTONELLA BASILICO 

Milanese di nascita ma 

con origini parmigiane 

e toscane, con un 

bisnonno pittore ufficiale 

di Maria Luigia di Parma da 

cui, forse, ha ereditato la vena artistica, 

Vittorio Pescatori intrattiene ormai 

da più di trent’anni un rapporto 

di grande amore con Capri, dove trascorre 

lunghi periodi. 

Personaggio a più dimensioni, dapprima 

giornalista poi scrittore, artista e fotografo, 

Pescatori ben conosce il fascino 

dell’isola, le sue usanze e i suoi luoghi 

mitici in cui, tra l’altro, ha ambientato il 

suo primo romanzo Pensione Nirvana. 

Ma la Capri che egli racconta nei suoi 

scritti e nelle sue immagini, non è quella 

solitamente rappresentata in vedute illustrative 

o banalmente accattivanti ma 

quella più autentica e vera. Infatti, in 

una dimensione inedita, l’artista prende 

in esame l’aspetto quotidiano e marginale 

della vita dell’isola, che fissa con 

l’obbiettivo e poi colora con gli acquerelli, 

fermando la sua attenzione su par- 

Tre monotipi 

fotografici 

colorati a mano 

opera 

di Vittorio 

Pescatori. 

Three 

hand-colored 

photographic 

monotypes 

by Vittorio 

Pescatori. 

ticolari, su “istanti” che a prima vista 

sembrano marginali, ma che rimandano 

a qualcosa di più profondo e concreto. 

La sua è una concezione dell’arte che, 

liberata da ogni schema, tende a recuperare 

le radici più profonde dell’umano 

e si esprime in ogni forma artistica da lui 

praticata, con un linguaggio personale, 

sintetico, ma estremamente poetico. Un 

acuto senso di osservazione, sempre permeato 

da una sottile ma bonaria ironia, 

muove tutta la ricerca di Pescatori, a co-

▼ 

minciare dalle sue prime opere lettera- sere un finissimo scrittore che sa ben ca- laffi Arte Moderna 1985, ha visto conrie, 

La maschia, L’odalisco e L’animalo, librare la propria scrittura. 

sacrata anche la sua attività di scultore. 

in cui egli esprime una concezione del- «Per la dolcezza, per l’ironia, l’intelli- Piccole ma vere sculture sono infatti da 

l’amore dolce ma al tempo stesso dispegenza delle sue invenzioni che cattura- considerare le “scatole magiche” a cui 

rata. Anche in Uranopoli, l’ultimo suo no, sotto forma di scatole magiche, il si riferisce la citazione riportata. In 

romanzo in cui sono descritte le vicende nostro cuore e i nostri segreti. Vere alle- queste bacheche sulle cui pareti sono 

di una comunità del Monte Athos e la gorie contemporanee», questa la moti- incastonati vetri riflettenti, l’artista, af- 

conflittualità tra mondo spirituale e vazione con cui Pescatori, inserito su fascinato dall’idea del riflesso e stu- 

mondo terreno, l’artista dà prova di es- segnalazione di Vittorio Sgarbi, nel Bodiando il complesso confronto arte- 

31

ARTE 

Vittorio Pescatori 

nel suo studio di Milano 

e, sotto, “Via Krupp”. 

Fino al 31 agosto 

il Palazzo Reale 

di Milano ospita 

la mostra “Il nuovo 

orientalismo di Vittorio 

Pescatori” dove 

sono esposti 

pastelli, scatole 

specchianti 

e monotipi fotografici 

opera dell’autore. 

Vittorio Pescatori 

in his Milan studio 

and, below, Via Krupp. 

The exhibition “Il nuovo 

orientalismo di Vittorio 

Pescatori”, featuring 

pastels, mirrored boxes 

and photographic 

monotypes by the artist, 

will run until 31 August 

at the Palazzo Reale 

in Milan. 

illusione, “imprigiona” i ritratti dei suoi 

personaggi, ritaglia le loro silhouettes 

che prendono corpo sulle pareti specchianti 

della scatola e, metaforicamente, 

ingigantiscono la loro presenza. È l’antico 

gioco illusorio degli specchi che si 

ripete, con il suo concetto di ambiguità 

tra illusione e realtà che amplifica la dimensione 

dello spazio, attirando lo spettatore 

nell’opera. Questi “ritratti allo 

specchio” iniziati, come racconta l’artista, 

quasi per gioco dopo aver osservato 

una foto che lasciata su un tavolo si rifletteva, 

quasi animandosi, in uno specchio, 

hanno trovato subito interesse e 

consenso, e anche personaggi famosi come 

Fellini, Moravia e molti altri hanno 

voluto essere protagonisti in questa sorta 

di ludica, ma significativa rappresentazione. 

Sono ritratti essenziali, certamente 

non estetizzanti, che colgono e 

definiscono il carattere e l’aspetto più 

intimo del personaggio, l’unica licenza 

estetica è data dall’immissione nella sca- 

32 

CAPRI CHARMS 

by ANTONELLA BASILICO 

Vittorio Pescatori’s magic boxes 

and painted photographs probe 

an unexplored dimension 

of the island 

Milanese by birth but with roots in 

Parma and Tuscany, Vittorio 

Pescatori may well have inherited his 

artistic talents from his great-grandfather, the 

official court painter to Maria Luigia of Parma. 

His love affair with Capri, where he spends 

long periods, has been going on for over thirty 

years now. 

This multifaceted figure started out as a 

journalist before becoming a writer, artist and 

photographer. He has a vast knowledge of 

the island, its ways and its legendary spots, 

where he also set his first novel, Pensione 

Nirvana. But the Capri he portrays in his 

tola di qualche elemento che l’artista ri- 

writing and images is the real thing, not the 

tiene sottolinei meglio la personalità del one normally shown in cute illustrations or 

banal views. Venturing into an unexplored 

soggetto e da tocchi di colore stemperati dimension, the artist examines the marginal, 

a mano. 

everyday aspects of life on the island, which 

he captures on film and then enhances with 

Ma tornando all’interpretazione che Vit- watercolors, focusing attention on details, on 

“instants” that may appear secondary at first 

torio Pescatori dà di Capri, va sottoli- 

glance but relate to something deeper and 

neata, ancora una volta, la scomparsa more concrete. His is a conception of art freed 

from all convention that probes the deepest 

nei suoi lavori di ogni luogo comune, di roots of the human dimension and expresses 

itself in every artistic form he practices in a 

qualunque inquadratura banale, cosa 

language that is personal and concise but 

certamente non facile per un contesto, extremely poetic. An acute sense of ▼ 

▼

ARTE 

“Villa Parente 

Falsitta” e, 

sotto, “Bagni 

Smeraldo”. I 

monotipi 

fotografici di 

Vittorio 

Pescatori a 

Capri si 

trovano alla 

libreria “La 

Conchiglia” in 

via Camerelle. 

Villa Parente 

Falsitta and, 

below, Bagni 

Smeraldo. 

Vittorio 

Pescatori’s 

monotypes can 

be found in the 

bookshop La 

Conchiglia in 

Via Camerelle. 

ormai da secoli, ampiamente rappresentato. 

Alla stregua di reportage, le sue immagini 

traducono con immediatezza il 

suo punto di osservazione attraverso il 

mezzo fotografico che, però, è usato dall’artista 

con assoluta spontaneità e senza 

particolari accorgimenti tecnici. Il suo 

occhio coglie con realismo pungente si- 

34 

observation, always permeated with subtle, 

good-natured irony, runs through all of 

Pescatori’s work, starting with his first literary 

endeavors, La Maschia, L’odalisco and 

L’animalo, where he expresses a 

simultaneously sweet and desperate 

conception of love. His latest novel Uranopoli, 

which describes events in a community on 

Mount Athos and the conflict between the 

spiritual and earthly worlds, again displays a 

fine talent for deftly calibrated writing. 

“For the sweetness, irony and intelligence of 

his inventions in the form of magic boxes, 

authentic contemporary allegories that 

capture our hearts and our secrets.” These 

are the reasons for including Pescatori’s 

sculptural works in the Bolaffi Arte Moderna 

1985 on the recommendation of Vittorio 

Sgarbi. The “magic boxes” referred to in the 

quotation are indeed to be regarded as small 

but authentic sculptures. Fascinated by the 

idea of reflection and intent on exploring the 

complex relationship between art and 

illusion, the artist uses these mirrored 

showcases to “imprison” the portraits of his 

subjects. The reflecting walls capture the 

cutout silhouettes and metaphorically enlarge 

their presence. The old illusionistic trick of 

mirrors and the ambiguity of the relationship 

between appearance and reality expand the 

spatial dimension and draw the viewer into 

the work. First produced almost for fun, as 

the artist tells us, after noticing the somehow 

animated reflection in a mirror of a 

photograph left lying on a table, these “mirror 

portraits” immediately aroused great interest, 

and famous figures like Fellini, Moravia and 

many others were also eager to be portrayed 

in this playful but significant form of 

representation. They are austere and 

certainly not beautifying portraits that capture 

and define the subject’s innermost character 

and aspects. The sole aesthetic license is 

the inclusion in the box of items that the artist 

regards as best emphasizing the subject’s 

personality and touches of attenuated color 

applied by hand. 

As regards Vittorio Pescatori’s interpretation 

of Capri, attention must be drawn once again 

to the way his works avoid every sort of banal 

setting or cliché, which is by no means easy 

with a place that has been depicted 

abundantly for centuries. As in reportage, the 

tuazioni consuetudinarie, luoghi e perso- 

artist’s viewpoint is immediately translated into 

naggi a prima vista banali, cattura mo- images through the medium of photography, 

which is used, however, with total spontaneity 

menti casuali di cui sottolinea l’aspetto and no particular technical devices. With 

pungent realism, his eye captures everyday 

con un particolare, un segno, ricco di 

situations, places and characters that may 

espressività esasperata, reso a volte appear banal at first sight, random moments 

underscored by means of a richly expressive 

drammatico da un tocco di colore che detail or sign, sometimes made dramatic with 

appare intimo, quasi segreto, se non fos- a touch of color that would seem intimate and 

almost secret were it not paradoxically 

se paradossalmente alla vista di tutti. visible to all. 

■ 

■

FASHION 

A tutto lino 

Per un’estate 

all’insegna 

del bianco 

con i capi firmati 

100% Capri 

di STELLA CHIODINI 

Indispensabile per il guardaroba 

dell’estate, ideale per la biancheria 

della casa, in camera da letto, 

in bagno o sulla tavola, che 

sia liscio oppure operato, il lino è il 

tessuto naturale per eccellenza. E da 

millenni è l’indiscusso protagonista 

della moda. 

ROX 

ROX 

Bianco totale per le creazioni 

“100% Capri”. 

All white for 

the “100% Capri” creations.

A Capri regna sovrano in via Fuorlovado 

dove si impone per la sua naturale 

bellezza nei capi firmati 100% 

Capri. Le linee proposte sono dritte, 

essenziali, perché il lino è un tessuto 

che non si piega all’esibizione, se non 

quella di sé. Candide sahariane da abbinare 

a short o a gonne longuette, 

morbidi pantaloni che ben si accompagnano 

alle numerose proposte di 

bluse e casacche. In ogni capo, ricercate 

rifiniture come piccoli alamari, impunture, 

bottoni in madreperla, cinturette 

in vita e la possibilità di avere le 

cifre ricamate in pochi minuti. 

ROX 

Accanto ai lini si trovano i classici sandali 

capresi. Vengono realizzati in 

esclusiva per 100% Capri da un artigiano 

dell’isola, hanno cuciture fatte a 

mano e intrecci in cuoio spesso illuminati 

da cristalli swarovski. 

Ampia la scelta anche per lui: giacche, 

pantaloni, camicie si alternano a bermuda 

e caffetani. Per i momenti più intimi 

ci sono pigiami, vestaglie, accappatoi 

e asciugamani per coccolare il 

corpo dopo un bagno rilassante. 

Nel candore del suo bianco inimitabile 

il lino risplende poi nella collezione per 

la tavola. Set da colazione, sottobicchieri, 

tovaglie e tovaglioli vengono 

confezionati anche su misura. E in occasione 

delle regate che a maggio hanno 

avuto come campo di gara le acque 

di Capri hanno vestito le eleganti tavole 

dello Yachting Club. ■ 

A CAPRI 

100% Capri 

è in via Fuorlovado, 29-42-44 

tel. 081.837.7008 

ALL LINEN 

by STELLA CHIODINI 

For a white summer with 

the 100% Capri line of fashion 

Indispensable for your summer 

wardrobe, perfect for your household 

linens, in the bedroom, bathroom or 

on the table, smooth or damask, linen is 

the natural fabric par excellence, and one 

that has played a major role in fashion for 

thousands of years. 

Linen reigns supreme on Via Fuorlovado, 

where its natural beauty makes it an 

inevitable choice for the 100% Capri line. 

The styles being offered are straight and 

essential, because linen is a fabric that 

speaks for itself. White safari jackets to 

wear with shorts or a longuette 

skirt, soft trousers that match 

perfectly with the many styles of 

blouses and jackets. Each item 

has its own elegant trimming, 

such as small braiding, 

attractive stitching, mother-ofpearl 

buttons, or delicate belts 

at the waist. And initials can 

always be embroidered in just a 

few minutes. 

And in addition to the linen 

items, you will find the classic 

Capri sandals. Made exclusively 

for 100% Capri by a local island 

shoemaker, the hand-sewn 

sandals have leather weaving, 

often decorated with Swarovski 

beads. 

There is also a full gamma of 

items for him – jackets, trousers, shirts, as 

well as Bermudas and caftans. For more 

intimate moments, you will find pajamas, 

dressing gowns, bathrobes and towels to 

pamper the body after a relaxing swim. 

The brightness of linen’s incomparable 

white also shines in our table collection. 

Breakfast sets, mats, napkins and 

tablecloths can also be custom-made. 

During the May sailing races held in the 

waters of Capri, these 100% Capri items 

graced the elegant tables of the 

Yachting Club. 

A ROMA 

i capi firmati 100% Capri 

si trovano nel punto vendita 

presso l’Hotel de Russie 

via del Babuino, 9 

■ 

37

FASHION 

Non solo 

maglie 

Si chiama Scapricciando 

il nuovo negozio che 

propone la linea per 

la casa di Farella 

di CAMILLA CONTINI 

Evidentemente le maglie iniziavano 

ad andare strette 

alle quattro sorelle Farella. 

Margherita, Gaetana, Elisabetta 

e Maria pensavano da tempo a 

realizzare una linea per la casa. E così i 

morbidi filati si sono materializzati e un 

arcobaleno di colori si è trasformato in 

caldissimi plaid di cashmere tessuti al telaio, 

in coloratissime coperte fatte all’uncinetto, 

in tovagliette all’americana in 

cotone grezzo. Dalle tinte pastello o in 

colori contrastanti. 

Nel nuovo spazio che hanno chiamato 

Scapricciando e che si trova accanto 

alla storica boutique dove continuano 

ad essere proposti capi di maglieria 

belli ed originali, le Farella 

hanno affiancato alla biancheria 

per la casa alcune proposte di cera- 

40 

ROX 

ROX

miche per la tavola. Sottili righe colorate 

illuminano piatti, tazze, ovaline da portata. 

Il rigato si ritrova anche nei tessuti 

di cuscini, portafotografie, sacche da 

mare e sugli zabbatigli, le leggerissime 

scarpe di corda e stoffa che richiamano 

un po’ le espadrillas spagnole. Le capresi, 

però, hanno una sottile striscia di tela 

che divide la palma del piede dalla corda 

e che fa sì che il piede rimanga fresco. 

ROX 

■ 

U. D’ANIELLO.CAPRIONLINE.COM 

NOT JUST 

KNITWEAR 

by CAMILLA CONTINI 

Scapricciando is the name 

of the new shop offering 

the Farella house line 

It seems that the four Farella sisters 

were beginning to grow out of their 

sweaters. In fact, Margherita, 

Gaetana, Elisabetta and Maria had been 

thinking of creating their own house line 

for a long time. 

And so they did. Soft yarns materialized 

and the rainbow of colours was 

transformed into the warmest of 

cashmere blankets woven on 

the loom, brightly coloured 


Farella e Scapricciando 

sono in via Fuorlovado 21/b-c 

tel. 081.837.5243 

crocheted covers, and raw cotton 

placemats. 

In the new space they have called 

Scapricciando, next to the historic 

boutique where they continue to offer 

beautiful, original knitwear, the Farella 

sisters have added a number of ceramic 

table items to their line of house linens. 

You’ll find plates, cups and serving 

platters enlivened by thin coloured stripes. 

The stripes reappear in the fabric of the 

pillows, in the wallets and beach bags and 

on the zabbatigli, the light fabric and rope 

shoes not unlike Spanish espadrilles. 

The ones from Capri, though, have a thin 

strip of fabric separating the sole of your 

foot from the rope to ensure that your 

feet stays cool. ■ 

41

FASHION 

Di colore 

in colore 

Riprendono le forme di modelli 

intramontabili o sono dipinte a mano 

le borse firmate Capri City 

di ALICE MARTINI 

Negli ultimi anni gli accessori 

sono diventati sempre 

più importanti e uno 

degli accessori più glamour 

è sicuramente la borsa. Una 

compagna inseparabile per ogni donna. 

Tra gli oggetti del desiderio di quest’estate 

ci sono le nuove borse proposte 

da Capri City che si trovano da 

Asperula Stellina e stanno riempiendo 

42 

le spiagge dell’isola e non solo. Riprendono, 

rivisitate e corrette, le forme 

di modelli intramontabili che hanno 

scandito l’eleganza per decenni e 

sono realizzate in glassgum, un nuovo 

materiale in pvc gommoso e satinato. 

Si possono scegliere in varie dimensioni 

e in una infinita varietà di colori. 

Arancio, porpora, turchese, verde 

brillante, bianca o nocciola. Comode e

divertenti, non si bagnano e sono l’ideale 

per il mare. 

Da Asperula Stellina, il negozio che si 

affaccia su via Camerelle accanto alle 

grandi griffe internazionali, insieme 

alle nuove borse in glassgum e a numerosi 

prodotti frutto dell’attenta ri- 

cerca di Silvio Staiano ci sono anche 

originali borse e cinture dipinte a mano. 

La giovane pittrice Patrizia Costante 

fa sì che i luoghi simbolo dell’isola 

vengano riprodotti, come quadri 

naif, su cinture di varie fogge e su 

borse di vari modelli. Alcune sere è 

possibile vedere Patrizia che dipinge 

nel negozio trasformando le borse in 

piccole opere d’arte, in 

magie di frutta, voli di 

gabbiani, incanti capresi. 

■ 


Asperula Stellina 

è in via Camerelle, 21 

tel. 081.837.7148 

www.capriwatch.com 

FROM ONE COLOUR 

TO THE NEXT 

by ALICE MARTINI 

Capri City bags take up 

the shapes of undying, 

classic designs, painted 

by hand 

Accessories have 

become more and more 

important in recent 

years and bags are surely one 

of the most glamorous 

accessory items – every 

woman’s inseparable 

companion. 

Among this summer’s soughtafter 

objects are the new bags 

proposed by Capri City, to be 

found at Asperula Stellina – 

and all over the beaches on 

Capri and elsewhere. 

Following reappraisal and 

modification, the bags take up 

the forms of the undying, 

classic models that have been 

a sign of elegance for 

decades, here made of 

glassgum, a new type of 

flexible, glazed PVC. 

There are many sizes and an endless 

variety of colours to choose from – 

orange, purple, turquoise, bright green, 

white and hazel. 

Convenient and fun, the bags are also 

waterproof, ideal for the seaside. 

In Asperula Stellina, the shop that opens 

onto via Camerelle, alongside the great 

international designer names, the new 

glassgum bags and the many products 

resulting from Silvio Staiano’s 

painstaking efforts, there are also 

original bags and hand-painted belts. 

The young 

painter Patrizia 

Costante 

reproduces the 

island’s 

symbolic 

locations, like 

in a naïf 

painting, on 

belts in a 

variety of styles 

and on bags of 

many different models. Some evenings 

you might catch Patrizia painting in the 

shop, transforming the bags into little 

works of art, with enchanting fruit, the 

flight of seagulls, and the charms of 

Capri. 

■ 

43

SIMBOLI 

Le ore 

di Capri 

di SALVATORE BORÀ 

Sono scandite dall’orologio 

della torre, uno dei simboli 

più famosi dell’isola 

Il solitario campanile con il suo 

artistico orologio che sembra essere 

attento custode delle vicende 

della Piazzetta definita da Norman 

Douglas «il teatrino del mondo», 

ha sempre suscitato interesse e curiosità 

per la sua collocazione inconsueta rispetto 

alla Chiesa. 

Spesso è stato confuso con l’antica torre 

di segnalazione che, invece, gli sta accanto 

inglobata tra le abitazioni e sovrastante 

la medioevale porta della città. 

Era, questa, una di quelle torri, come 

La Guardia e Damecuta, costruite dagli 

Angioini nell’XI secolo con la funzione 

di segnalare con il fumo di giorno e con 

fiamme di notte, l’avvicinarsi di navi 

nemiche. 

Edwin Cerio avanzava l’ipotesi che fosse 

il superstite campanile della scomparsa 

chiesetta bizantina di Santa Sofia, ubicata 

prope plateam come si legge nei 

44 

documenti che ne riportano la sua esistenza. 

Di essa, invece, non si è mai conosciuta 

l’esatta collocazione per la citata 

generica indicazione, né poteva essere 

addossata all’attuale campanile, perché, 

come riferisce l’arcidiacono Pagano in 

un interessante documento del Seicento, 

essa fu «demolita per far posto alla costruenda 

cattedrale di Santo Stefano», 

nell’ambito della quale andrebbe cercata 

qualche traccia seppur esistente. Le 

chiesette bizantine, poi, sono dotate di 

“campaniletti a vela” costituiti da un 

arco sovrastante le facciate e contenente 

una campana, come quelli che ancora si 

possono vedere sulle chiese di Sant’Anna 

a Capri e di Santa Maria a Costantinopoli 

ad Anacapri. 

È da ricordare che per difendere l’abitato 

dalle continue incursioni dei Saraceni 

e dei Turchi, i capresi chiusero la Piazzetta 

con un muro continuo, raffor- 

▼ 

U. D’ANIELLO - CAPRIONLINE.COM

SIMBOLI 

zato da tre torrette Il quadrante 

dell’orologio 

quadrangolari, che 

è arricchito 

dai colori policromi 

si estendeva dal tre- delle maioliche 

di Vietri. 

centesco Palazzo 

The clock face 

Arcucci (oggi Ce- is decorated with 

polychrome 

rio) fino al campa- majolica tiles from 

the factories 

nile che risulta es- 

in Vietri on 

sere una sopraele- the mainland. 

vazione della torretta di guardia quasi 

fusa alla porta della città. 

Il suo limite di altezza è ancora riconoscibile 

nella rientranza della costruzione 

al di sotto del quadrante dell’orologio. 

La sopraelevazione risale al 1689, come 

si legge nel Regio decreto del 21 

maggio di quell’anno, quando l’Università 

di Capri chiese e ottenne dal 

Regio Consiglio Collaterale l’autorizzazione 

a prelevare «dal guadagno dell’annona 

la somma di 116 ducati per 

accomodare il campanile et fare la cameretta 

et altro che bisogna per riporre 

l’horologio nuovo et altri 100 ducati 

per la elemosina della fabbrica della 

46 

THE HOURS 

OF CAPRI 

by SALVATORE BORÀ 

The passing of the hours 

is marked by the clock 

on the tower that has become 

one of the symbols of the island 

▼ 

chiesa pro cattedrale». 

The artistic clock on the solitary belltower 

that seems to keep watch over 

the goings on in the Piazzetta, 

described as “the theatre of the world” by 

Norman Douglas, has always aroused interest 

and curiosity because of its unusual position 

with respect to the church. 

It has often been confused with the ancient 

tower which stands next to it, crowded by the 

surrounding houses and overlooking the 

medieval gates of the town. And it was 

originally one of the lookout towers, such as 

La Guardia and Damecuta, built by the 

Angevins in the eleventh century to keep a 

watch for the approach of enemy ships; 

smoke signals were sent out by day and 

beacons were lit at night. 

Questi lavori avranno sicuramente Edwin Cerio suggested that it was the 

comportato l’aggiunta, al di sopra del- 

surviving belltower of the destroyed Byzantine 

church of Santa Sofia, situated “prope 

l’arco delle campane, della cupola che 

plateam” (on the square) as described in the 

documentation. But apart from this general 

ha la stessa forma dei lanternini della indication, the church’s precise collocation 

Cattedrale, anch’essa in costruzione 

has never been known, nor could it have 

stood alongside the present belltower, 

unitamente al Palazzo Vescovile che because, as Archdeacon Pagano mentions in 

an interesting seventeenth-century document, 

contorna la piazza e che ha conferito it was “demolished to make room for the 

ad essa l’attuale assetto. 

cathedral of Santo Stefano that was being 

built”, in the vicinity of which some trace of it 

Il civico desiderio di dotare di un orolo- should surely still exist. Moreover, these 

gio la torre campanaria, si inquadra nel 

Byzantine churches had bell gables on their 

façades, comprising an arch with a bell 

fervore quasi rinascimentale che caratte- 

suspended inside the arch, very similar to the 

bell gables that can still be seen in the 

rizzò la seconda metà del Seicento capre- churches of Sant’Anna in Capri and Santa 

se che vide la Venerabile Madre Serafina 

Maria a Constantinopoli in Anacapri. 

Nor should it be forgotten that islanders 

di Dio realizzare il Monastero di Santa enclosed the Piazzetta within a wall as part of 

the town’s defenses against the repeated 

Teresa con l’attigua chiesa del SS Salva- incursions of the Saracens and the Turks. The 

tore su progetto di Dioniso Lazzari, della 

wall, reinforced by three four-sided turrets, ran 

from the fourteenth-century Palazzo Arcucci 

scuola del Fanzago, e l’inizio ad Anaca- (now the Cerio) to the belltower, which 

appears to have been built onto the lookout 

pri dei lavori per la costruzione di un al- turret, while the turret itself is almost an 

tro monastero con l’annessa chiesa di 

integral part of the city gates. Evidence of its 

height is still visible in the recess in the tower 

San Michele Arcangelo su disegno di Do- below the clock-face. The addition to the 

menico Antonio Vaccaro. 

building dates from 1689, when according to a 

royal decree dated 21 May 1689, the 

Il quadrante dell’orologio, poi, colpisce 

Università of Capri requested and was 

granted permission by the royal Consiglio 

immediatamente per i colori policro- Collaterale to draw “from the income of the 

▼ 

M. MASTRORILLO

SIMBOLI 

mi delle sue maioliche importate dalle 

fabbriche di Vietri e il suo disegno è simile 

al quadrante posto sul campanile 

del Duomo di Amalfi. Amalfitano era, 

infatti, Mastro Marziale Aniello Desiderio 

che reinterpretando il progetto di 

Franco Antonio Picchiatti con estro e 

fantasia, ci ha regalato le armoniose cupole 

della chiesa pro-Cattedrale. 

Nella seconda metà dell’Ottocento, 

quando fu abbattuto il muro che chiudeva 

la cittadella medioevale ed ebbe inizio 

la costruzione della via Nuova, oggi via 

Roma, fu posto sul versante lato mare 

del campanile un quadrante di marmo 

bianco con numeri romani in piombo, 

come si vede nell’acquerello del 1888 del 

pittore Reginald Jones, mentre nel dipinto 

ad olio del peruviano Federico Del 

Campo, datato 1887, il campanile appare 

ancora spoglio, ma con la meridiana 

oggi sistemata sulla facciata del Municipio 

e recentemente restaurata. Il quadrante 

bianco fu allora prelevato dalla 

torre campanaria della Certosa per sottrarlo, 

unitamente ad altri oggetti di pre- 


48 

DA “PITTORI A CAPRI” - LA CONCHIGLIA ED. 

gio, al degrado Il dipinto di Federico 

Del Campo, 

e all’incuria in datato 1887, raffigura 

il campanile 

cui era caduto senza il quadrante 

dell’orologio. 

il complesso 

This painting 

conventuale 

by Federico 

Del Campo, dated 

dopo che i mo- 1887, depicts the bell 

tower without 

naci erano stati 

the clock face. 

costretti ad abbandonare 

l’isola per la conquista 

francese di Capri e la soppressione degli 

ordini monastici voluta da Gioacchino 

Murat. 

I Certosini lo avevano installato nel 

tempo in cui gli orologi sulle torri e 

▼ 

Annona (food office) the sum of 116 ducats to 

repair the belltower and carry out other 

necessary work to renovate the clock, and a 

further 100 ducats as a donation for the 

building work on the cathedral.” 

The repair work would certainly have included 

the addition of the cupola above the bell 

gable. It has the same shape as the 

clerestories in the cathedral, which was being 

built at the same time as the bishop’s palace 

that borders the square and creates its 

particular aspect. 

The town’s desire to put a clock on the bell 

tower was in keeping with the almost 

Renaissance fervour that characterized the 

second half of the seventeenth century on 

Capri. During this period the venerable Mother 

Serafina di Dio built the convent of Santa 

Teresa and the adjoining church of San 

Salvatore according to plans drawn by 

Dionisio Lazzari, one of Fanzago’s pupils; 

while in Anacapri construction work started on 

another monastery and the adjoining church 

of San Michele Arcangelo designed by 

Domenico Antonio Vaccaro. 

The clock-face with its polychrome majolica 

tiles imported from the workshops of Vietri is 

very striking and similar to the clock-face on 

the belltower of Amalfi’s cathedral. 

Mastro Marziale Aniello Desiderio did, in fact, 

come from Amalfi. Reworking Franco Antonio 

Picchiati’s project with creativity and 

imagination, he gave us the finely 

proportioned cupolas of the cathedral. 

In the second half of the nineteenth century, 

when the wall enclosing the medieval town 

was knocked down and work on building the 

Via Nuova (now Via Roma) commenced, we 

know from a watercolor painted in 1888 by 

Reginald Jones that a white marble clock-face 

with lead Roman numerals was added to the 

side of the belltower overlooking the sea. In 

an oil painting by the 

Peruvian artist Federico del 

Campo, dated a year earlier 

in 1887, there is no clockface 

on the belltower, only a 

sundial, which has since 

been removed to the façade 

of the Town Hall and has 

recently been restored. The 

white clock-face came from 

the belltower of the 

Carthusian Monastery. It 

had been salvaged from 

there along with other 

valuable objects to save 

them from the state of 

neglect and ruin into which 

the monastery had fallen 

after the monks’ forced 

departure from the island, 

following the French 

conquest of Capri and the 

suppression of the 

▼

SIMBOLI 

sui palazzi costituivano un segno di orgoglio 

e di agiatezza. Ed i suoi priori 

potevano ben dimostrarli se si considera 

che il reddito annuo del Monastero 

di San Giacomo, per le molte proprietà 

in loro possesso e i privilegi fiscali di 

cui godevano, ammontava alla cospicua 

somma di 15.000 ducati contro i 

3.000 della Mensa Vescovile che li racimolava, 

tra l’altro, dalla decima sulla 

caccia delle quaglie, motivo per cui il 

presule che reggeva la diocesi isolana ci 

è stato tramandato come “il vescovo 

delle quaglie”. 

Neppure l’Università poté permettersi 

prima questo lusso risultando essa, nella 

prima metà del Seicento, per dichiarazione 

dello stesso sindaco «la più povera 

che sia in regno, non havendo più di ottanta 

ducati d’entrata certi et duecentoventi 

di pesi certi senza l’incerti… et 

provvedere ai pesi della guardia per i 

Turchi alli quali continuamente sta soggetta… 

alla rifazione delle mura… spese 

di artiglieria… medico fisico et maestro 

di scola…». 

Agli albori del turismo, i pochi visitatori, 

per lo più poeti, scrittori ed artisti, 

che allora giungevano dalla Marina sulla 

Piazzetta a dorso d’asino o a piedi, 

potevano ancora essere accolti da un 

cordiale silenzio rotto soltanto dallo 

scandire delle ore dell’orologio che veniva 

regolato e caricato con amorevole 

sollecitudine da Giovanni Ferraro detto 

Cicione, «il cronocrate ed il pirocrate di 

Capri» come lo definì Edwin Cerio in 

Aria di capri. 

Oggi Salvatore Federico, il giornalaio 

che gestisce l’edicola posta proprio sotto 

50 

DA “PITTORI A CAPRI” - LA CONCHIGLIA ED. 

il campanile, ha L’assetto del sagrato 

della Chiesa 

preso il suo po- di S. Stefano a metà 

dell’Ottocento 

sto e si prende 

in un olio 

di Edward Binyon. 

cura del suo 

The parvis of the 

funzionamento. Church of S. Stefano 

in the 1960s, in an oil 

Negli anni Ses- 

painting 

by Edward Binyon. 

santa il quadrante 

bianco è stato rimosso per 

uniformarlo a quello di maiolica del 

lato interno della piazza. Dal 1985 

una compattissima scatola elettrica, 

al quarzo, comanda i movimenti dei 

due quadranti e il meccanismo dell’articolata 

suoneria, peraltro molto 

originale. Anche l’orecchio più distratto 

non può non accorgersi, prima 

del suono dei quarti, di un battito 

isolato. Si tratta infatti “dell’avviso”, 

scandito tre minuti prima di 

ogni quarto d’ora che avvisa, appunto, 

l’imminente partenza della funicolare 

e degli autobus di linea: un 

esempio evidente della personalizzazione 

cui possono arrivare le macchine 

del tempo e dell’uso pratico della 

segnalazione acustica. 

■ 

monastic orders ordered by 

Gioacchino Murat. 

The monks had erected it at a 

time when clocks on towers 

and buildings were a source of 

pride and a sign of affluence. 

And their priors were certainly 

affluent. Taking into 

consideration the many 

properties owned by the 

Monastery of San Giacomo and 

the tax exemptions it enjoyed, 

its annual income amounted to 

15,000 ducats. This was a vast 

sum compared with the 3,000 

ducats of the Mensa Vescovile 

(the bishop’s income), which 

the bishop scraped together 

from tithes on quail shooting. 

Indeed the prelate in charge of 

the diocese of Capri became 

known as “the bishop of 

quails”. 

Not even the University was able to afford 

this luxury since in the first half of the 

seventeenth century according to the mayor 

himself it was “the poorest in the realm, 

having a guaranteed income of no more 

than 80 ducats and burdened with a 

guaranteed 220 and no extras... and 

sustaining the cost of guarding against the 

Turks to which they are constantly subjected 

... the repair of the walls... expenditure on 

artillery... doctors, physicians and school 

masters...”. 

In the early days of tourism on Capri, the few 

visitors, mainly poets, writers and artists, who 

came up from the Marina to the Piazzetta 

riding on donkeys or on foot, could still be met 

with a cordial silence broken only by the 

chiming of the hours on the clock, which was 

regulated and wound up with loving care by 

Giovanni Ferraro, aka Cicione, “the 

chronocrat and pyrocrat of Capri” as Edwin 

Cerio described him in Aria di Capri. 

Nowadays Salvatore Federico, the newsagent 

whose stall sits at the foot of the belltower, 

has taken Ferraro’s place and looks after the 

clock. 

In the Sixties the white clock-face was 

removed and replaced with one to match the 

majolica on the side facing the square. Since 

1985 a very compact electric box with a 

quartz movement has controlled the hands of 

the two clock-faces and the highly original 

system of chimes. 

Not even the most inattentive listener can 

fail to notice the single chime before it 

strikes the quarter hours. This “warning” 

chime is sounded three minutes before 

every quarter hour to let people know that 

the funicular and local bus are about to 

leave. It is an interesting example of how 

time pieces can be personalized and the 

practical application of warning sound. 

■

PORTFOLIO 

52 

Footnote 

on CAPRI 

ieri pensavo di aver chiuso il mio “scriptorium” per sempre. È 

bastata un’occhiata a queste straordinarie fotografie per farmi cam- 

«Ancora 

biare idea, e portarmi alla considerazione che chi non avesse mai visto 

Capri o letto nessuno dei cento libri (forse sarebbe meglio dire cinquecento) 

che vi sono stati dedicati – insomma, che qualcuno di questi viaggiatori avrebbe 

gradito un breve profilo dell’Isola e della sua storia. 

Ecco da dove scaturiscono le pagine che seguono; giusto uno sguardo, un veloce 

coup d’oeil (...)». 

FOOTNOTE ON CAPRI 

di Norman Douglas 

fotografie di Umberto D’Aniello 

Edizioni La Conchiglia 

E 22 

Norman Douglas 

long ago I thought to have closed up my little writing-shop for good 

«Not 

and all. A glance at these admirable photographs has made me change 

my mind, and led me to think that many people who have never been to 

Capri or read any of the hundred (five hundred, more likely) books which have 

been written about the place – that some such visitor, I say, would be glad of a 

short sketch of the island and its history. 

Hence the following pages; just a glimpse, a rapid coup d’oeil (...)». 

Marina Piccola 

Norman Douglas 

Marina Grande 

I Faraglioni

Dall’Hotel Caesar Augustus 

La terrazza della Funicolare 

53

PORTFOLIO 

54 

Villa San Michele 

Anacapri “Casa Ciammurra” 

Dal Parco Astarita

BEAUTY 

56 

Da Capri 

nel mondo 

C ’è 

ROX 

aria di Capri in giro per 

il mondo. Un’aria profumata 

di fiori, agrumi, spezie 

e legni pregiati. Un mix 

di aromi che danno vita ad essenze che 

riportano alla memoria incontri, luoghi 

visti, persone amate. Sono le fragranze di 

Dal laboratorio 

vicino alla Certosa 

ai più importanti 

concept store. 

I profumi Carthusia 

Carthusia che per la prima volta sono 

“uscite” dall’isola e hanno raggiunto alcuni 

dei più importanti concept store in 

adesso 

si trovano 

giro per il mondo: da Londra a Roma, 

dal Giappone a Los Angeles. 

Fino ad ora le fragranze che nascono 

anche a Roma, 

Londra e 

nel piccolo laboratorio vicino alla Certosa 

erano entrate a far parte della 

memoria dei tanti amanti di Capri che 

Los Angeles 

li avevano incontrati sull’isola. Da 

di CAMILLA CONTINI

quel luogo magico, ricco di aromi ed 

emozioni, sobri e discreti, si sono affacciati 

al mondo i nuovi profumi 

creati con la collaborazione di Laura 

Tonatto, “naso” torinese tra i più prestigiosi 

del panorama europeo. Anche 

le nuove fragranze sono realizzate con 

gli stessi metodi di lavorazione di 

sempre e tutti i prodotti sono preparati 

con materie prime naturali e molte 

essenze, come il rosmarino colto sul 

Monte Solaro e il garofano selvatico di 

Capri, danno a questi profumi sfumature 

ineguagliabili. 

Ma Carthusia non è solo profumi. 

Nella Factory Store, il punto vendita 


Carthusia è in viale Parco Augusto, 2/c 

tel. 081.837.0368 

FACTORY STORE 

via F. Serena, 28 - tel. 081.837.5335 

SHOWROM 

via Camerelle, 10 - tel. 081.837.0529 

via Capodimonte, 26 

Anacapri - tel. 081.837.3668 

situato a pochi minuti dal laboratorio, 

in un ampio ambiente luminoso sono 

esposti una serie di originali complementi 

per la casa realizzati in ceramica 

di Vietri e numerosi prodotti dedicati 

al benessere, del corpo e della casa. 

Docciaschiuma in tutti gli aromi 

dei profumi, perle per il bagno, eleganti 

confezioni di pout pourri, spray 

per gli ambienti e tante candele profumate. 

Quelle della linea home-collection 

odorano di vaniglia, cannella, 

limone e pino e si possono accoppiare 

ad eleganti piatti in ceramica colorati 

negli stessi toni delle candele. 

■ 

ROX 

FROM CAPRI 

TO THE WORLD 

by CAMILLA CONTINI 

From a small laboratory near 

the Certosa to the most 

important concept stores 

around the world. 

Now you can find Carthusia 

perfumes in Rome, London 

and Los Angeles 

There’s something of the air of 

Capri on the move around the 

world. Air smelling of flowers, 

citrus fruits, spices and precious woods. 

A mix of scents that fuse to produce 

essences recalling encounters, places 

visited, lovers. These are the Carthusia 

fragrances, which have gone “off-island” 

for the first time and made their way to 

some of the most important concept 

stores around the world – in London, 

Rome, Los Angeles and Japan. 

Until now, the fragrances created in the 

small laboratory near the Certosa had 

become part of the memories of the 

many people who love Capri and who 

discovered these perfumes here on the 

island. From that magic spot, full of 

sweet smells and emotions, the subdued 

and discrete new perfumes made their 

first appearance, created with the 

collaboration of Laura Tonatto, the “nose” 

from Turin, among the most prestigious 

on the European scene, and began 

moving out into the world. 

The new fragrances are elaborated with 

the same methods as always. What’s 

more, all the products are prepared with 

natural raw materials and a quantity of 

essences, including rosemary gathered 

on Monte Solaro and pinks that grow wild 

on Capri, merging to give these perfumes 

their incomparable subtlety. 

But Carthusia is not only perfumes. In the 

large sunny space of the Factory Store, 

the sales outlet located just a few 

minutes from the laboratory, you will find 

a series of original Vietri ceramic objects 

for the house and many products 

dedicated to the well-being of your body 

and your home. Liquid soaps in the same 

fragrances as the perfumes, pearls for 

your bath, elegant potpourri 

arrangements, room sprays and many 

varieties of scented candles. The candles 

from the home collection line smell 

sweetly of vanilla, cinnamon, lemon and 

pine and can be matched with elegant 

ceramic plates of the same colours. 

■ 

57

58 

SPORT 

La maratona 

del Golfo 

Dopo undici anni torna a rivivere 

la mitica Capri-Napoli. 

36 chilometri a nuoto 

da Marina Grande a via Caracciolo 

di FABRIZIO CERRI 

Viola Valli me l’ha raccontata 

con un misto 

di incredulità e di sorpresa. 

Come a dire: 

possibile che solo lei non sappia del 

mio interessamento per la ripresa 

della Capri-Napoli? Nel corso dell’incontro 

con i giornalisti che la 

stringevano d’assedio dopo il suo 

“oro” a Berlino, alla fresca campionessa 

continentale del fondo 5 km 

(dopo che un anno prima aveva 

vinto il titolo mondiale di quella 

stessa specialità e della massacrante 

25 km) è sfuggito un quasi impercettibile: 

«Ed ora mi piacerebbe 

fare la Capri-Napoli». Ma quella 

gara – le è stato fatto notare – è un 

ricordo, ormai: è stata organizzata 

fino agli anni Novanta e dal 1992 

non è stata più disputata. «E allora 

OLYMPIA - PUBLIFOTO 

L’ungherese 

Laszlo Kovats 

vincitore 

dell’edizione 

del 1959 

della Capri-Napoli. 

Hungarian 

Laszlo Kovats, 

winner 

of the 1959 

Capri-Naples 

race. 

perché non la riorganizzano?». 

Vero o no che la storia stia proprio 

nei termini che abbiamo raccontato, 

la domanda di Viola non è comunque 

caduta nel vuoto. Tant’è che a 

settembre – l’episodio di Berlino ri- 

S. AMANTINI - SIE 

sale a luglio – la Federazione internazionale 

nuoto aveva già inserito nel 

calendario della Coppa del mondo di 

maratona 2003 anche la storica Capri-Napoli, 

che era stata organizzata 

per la prima volta nel 1954 e che do-

▼ 

po 37 edizioni spettacolari, affasci- ruolo di vero e proprio campionato tinuo a livello mondiale di una spenanti, 

faticose (anche per gli orga- del mondo di gran fondo – torna a cialità destinata a uomini (e donne, 

nizzatori…) era stata accantonata. rivivere. Con un ricco montepremi, naturalmente…) che definire ecce- 

Oggi quella mitica gara – alla quale fa ora parte del circuito, 12 prove zionali è forse poco. 

la stessa Federazione di nuoto aveva nel corso della stagione, che concor- In realtà, quei 30, 33, 36 chilometri 

fino agli anni Ottanta assegnato il rerà a scegliere il campione più con- di mare – la distanza effettiva, ri- 

59

SPORT 

spetto alle 18 miglia in linea d’aria, 

deve tener conto del percorso scelto 

dagli atleti – che separano le sponde 

di Capri e di Napoli hanno sempre 

assunto, e continueranno ad assumere, 

per ciascun atleta, significati personali 

diversi: dallo sforzo spaventoso 

che si protrae per molte ore, comune 

a tutti, al rischio di trovarsi in condizioni 

ambientali avverse; dalla ripetuta 

gestualità di un movimento atletico 

monotono e potenzialmente ossessivo 

alla voglia di abbandonare, di 

DA “NAPOLI E CAMPANIA” DI M. MASTRORILLO - MAGNUS 

60 

OLYMPIA - PUBLIFOTO 

lasciarsi andare; dalla tenacia del coraggio 

per chi lotta soprattutto contro 

se stesso alla frenesia di superare 

i propri stessi limiti… Che, a ben 

guardare, è la migliore vittoria, quella 

cui sono approdati, in fin dei conti, 

692 atleti, tutti quelli, cioè, giunti 

al traguardo di via Caracciolo dei 

968 partecipanti che hanno dato vita 

alle 37 edizioni della manifestazione: 

per due anni, nel 1984 e nel 1985, la 

gara non fu disputata, mentre nel 

1981 per le avverse condizioni clima- 

La nuotatrice tiche fu allestito un 

Judith De Njis circuito di soli 15 

(a sinistra) 

detiene chilometri nei pressi 

il record 

femminile del lungomare parte- 

di vittorie. 

Sotto, nopeo. 

Napoli vista 

dall’approdo Nella sua versione 

di Mergellina. diciamo così storica, 

Swimmer 

Judith De Njis la Capri-Napoli è 

(on the left) 

holds the stata anche oggetto 

women’s di una sceneggiatura 

record for 

victories. cinematografica (Sa- 

Below, Naples 

seen from rahsarà di Renzo 

Mergellina 

port. 

Martinelli, con la su- 

I numeri 

che hanno 

fatto storia 

4 il record femminile di vittorie 

riportate: Judith De 

Njis, Olanda. 

5 il record maschile di vittorie 

riportate: Giulio Travaglio, 

Italia. 

5 le edizioni in cui un atleta 

dilettante è giunto prima di 

un professionista: 1960, 

’61, ’62, ’65, ’77. 

6h 35’ 03” il record maschile 

della competizione: 

Paul Asmuth, USA, 1982. 

7h 11’ 10” il record femminile 

della competizione: 

Marian Cassidy, USA, 

1992. 

9 il record maschile di vittorie per nazioni: 

Argentina. 

9 il record femminile di vittorie per nazioni: 

Egitto e Olanda. 

10 il record di presenze donne: Gisela 

Ghebardt, Ungheria. 

12 il maggior numero di atlete donne 

portate da una nazione: Egitto. 

13 il record di presenze uomini: Claudio 

Plit, Argentina. 

37 le edizioni disputate in 39 anni (dal 

1954 al 1992: non disputata nel 1984 

e 1985). 

37 il record di presenze per nazioni: 

Italia. 

46 il maggior numero di atleti uomini 

portati da una nazione: Egitto. 

415 gli atleti partecipanti in tutte le 

edizioni (333 uomini, 82 donne). 

968 gli atleti partenti in tutte le edizioni 

(771 uomini, 197 donne). 

pervisione del premio Nobel per la 

letteratura Nadime Gordiner, cui fa 

riferimento Viola Valli nel suo saluto), 

che prendeva lo spunto dalla 

partecipazione alla competizione di 

una nuotatrice sudanese, Gadalla 

Gubara, per affrontare il tema del 

razzismo e dell’handicap.

Il 23 e 24 agosto Capri e il golfo di 

Napoli riabbracceranno quindi anche 

i ricordi d’un tempo. 

Era stato Il Mattino che agli inizi 

degli anni Cinquanta, seguendo la 

pazza idea di un suo redattore, Lello 

Barbuto, appassionato di mare, 

di nuoto e soprattutto di avventura, 

aveva deciso di organizzare una 

manifestazione che potesse, anche 

scimmiottando la già famosa Traversata 

della Manica, far convergere 

sul palcoscenico partenopeo ulteriori 

lustrini: una gara natatoria, appunto 

la traversata da Capri a Napoli, 

che doveva essere uno dei tasselli 

della “Settimana” di grandi 

eventi sportivi. 

Capri, teatro delle gesta più spettacolari 

di un mondo che amava circondarsi 

di miti e peccati, era frequentata 

all’epoca dai divi più acclamati e 

dai personaggi più in vista. Non è da 

escludere che la massiccia, e pluri- 

▼ 

THE GULF 

MARATHON 

by FABRIZIO CERRI 

The Capri-Naples is back after 

a gap of eleven years: 

a 36-kilometre swim from 

Marina Grande to Via Caracciolo 

Viola Valli told me about it in a tone of 

surprise and disbelief as if to say: you 

must be the only one who hasn’t heard 

about my interest in the revival of the Capri- 

Naples swim. When she was assailed by 

journalists at the press conference after 

winning a gold medal in Berlin, the new 

continental five-kilometer-champion (to add to 

her previous year’s world title in the same 

category and the gruelling 25 kilometers) 

quietly let slip, “And now I’d like to do the 

Capri-Naples”. But that race – it was pointed 

out to her – is nothing but a memory. It hasn’t 

taken place since the Nineties; the last race 

took place in 1992. “Well then, why don’t we 

bring it back?” 

Whether things went exactly as we have 

described or not, Viola’s proposal didn’t fall on 

deaf ears. And by September, a few months 

after Berlin, the International Swimming 

Federation had added the historic Capri- 

Naples race to the 2003 calendar for the 

marathon swimming world cup. The Capri- 

Naples was organized for the first time in 1954 

and was shelved after 37 exciting, spectacular 

and exhausting (also for the organizers) 

competitions. 

officially recognized as a long-distance 

championship by the Swimming Federation – 

has been resuscitated. It carries a generous 

prize and is now part of the circuit; twelve trials 

throughout the season, from which will be 

chosen the overall world-class champion in a 

sport for men (and women, of course...) who 

are, to say the least, exceptional. 

In reality, the 30, 33 or 36 kilometer crossing – 

the actual distance compared to the 18 miles 

as the crow flies, depends on the route chosen 

by the athletes – between the shores of Capri 

and Naples has always meant different things 

to different athletes: from the fierce effort that 

has to be maintained for many hours, common 

to all of them, to the risk of having to swim in 

bad weather conditions; from the repetitive 

action of a monotonous and potentially 

obsessive stroke to the moments when 

everything seems lost; from the tenacity and 

courage of those who battle against their own 

minds and bodies to the frenetic urge to push 

themselves beyond their limits... This, on 

second thoughts, is the greatest victory, a 

victory achieved by 692 athletes, that is, by all 

those who crossed the finishing line at Via 

Caracciolo, out of the total of 968 swimmers 

who participated in the 37 races in the event’s 

history. No race was held in 1984 and 1985, 

while in 1981 the race was shortened to 15 

kilometers because of bad weather conditions 

and took place along a stretch of the 

Neapolitan coast. 

In what we could call its most historic version, 

the Capri-Naples race was also the subject of 

a film script (Sarahsarà, aka The Waterbaby, 

by Renzo Martinelli, supervised by the Nobel 

prize-winner for literature, Nadine Gordimer, 

and mentioned by Viola Valli in her 

Now that legendary race – until the Eighties ▼ 

61 

A. VERGANI - SIE

SPORT 

vittoriosa, partecipazione dei nuotatori 

egiziani in quelle prime bracciate 

tra Marina Grande e via Caracciolo, 

fosse da attribuire proprio alla presenza 

a Capri del loro re in esilio, 

Faruk, con il rutilante seguito di una 

corte che ne seguiva i passi. E furono 

proprio i “coccodrilli del Nilo” a dettare 

le prime immaginifiche espressioni 

ai cronisti dell’epoca. Non senza 

qualche svarione di troppo: come 

quando fu attribuita al “proto” – come 

s’usava allora – una gaffe imperdonabile 

che confondeva colore della 

pelle e razza: «…i fortissimi atleti 

egiziani che, contrariamente a quanto 

ha scritto il proto, falsando le 

informazioni date, sono “neri”, cioè 

scuri di carnagione, ma non “negri” 

62 

Abbiamo chiesto a Viola Valli, campionessa 

europea e mondiale di nuoto 

nella specialità dei 5 e 25 chilometri di 

rivolgere un saluto per la ripresa della 

storica maratona che quest’anno, dopo 

un decennio di assenza, torna ad essere 

organizzata. La nuotatrice azzurra ci 

ha fatto pervenire questo testo. 

Dovevi tornare. 

Trentaquattro chilometri di bracciate 

che uniscono la fantastica Capri alla 

terraferma. 

Ti abbiamo aspettato. 

Hai “reso caimani” i nuotatori d’Egitto. 

Sarahsarà… 

Ma volevo esserci anch’io. 

Un urlo si è levato 

dopo l’oro europeo berlinese: 

“Sogno di nuotare la Capri-Napoli” 

“Ho già scelto il mio Caronte”. 

Lui, napoletano verace, mi condurrà 

nelle splendide acque. 

Sognando la vittoria. 

È nato tutto per gioco. 

Sognando la vittoria 

Un giorno Valerio Fusco, allenatore 

della squadra nazionale, 

si è proposto come mio accompagnatore, 

nel caso la gara fosse tornata. 

E nella conferenza stampa 

dopo l’oro europeo, 

ho espresso il mio desiderio. 

Impossibile? 

Per niente. 

Ho avuto una dolce sorpresa. 

La Capri-Napoli si farà. 

Grazie di cuore a chi ha creduto 

che questa gara potesse tornare. 

Buona fortuna Capri-Napoli. 

Torna bella e splendente e incorona 

i nuotatori italiani. 

Viola Valli 

di razza». Non ci La campionessa 

europea Viola 

fu alcun incidente 

Valli. 

diplomatico, ve- 

European 

champion 

rosimilmentean- Viola Valli. 

che per i “buoni uffici” dei rappresentanti 

consolari che intervennero al 

cocktail di saluto, la sera dopo la manifestazione 

inaugurale, negli splendidi 

giardini della Certosa di San 

Martino, «da dove hanno espresso 

tutta la loro ammirazione per il magnifico 

panorama». Erano i primi 

giorni di agosto del 1954 e la Ca- 

▼ 

salutation). The idea for the film, which 

examines racism and handicaps, came from 

the participation in the race of a female 

Sudanese swimmer, Gadalla Gubara. 

On the 23 and 24 August, Capri and the Gulf of 

Naples will once more embrace the past. 

In the early 1950s the daily newspaper Il 

Mattino took up the crazy idea of one of its 

editors, Lello Barbuto, who loved the sea, 

swimming and had a taste for adventure. He 

decided to organize a race in imitation of the 

already famous Channel swim that would add 

a bit more sparkle to the Neapolitan scene: a 

long-distance swim from Capri to Naples that 

would be one of the key contests in a weeklong 

calendar of major sporting events. 

At the time Capri, scene of the most 

spectacular feats in a world that loved to 

surround itself with myths and misdeeds, was 

frequented by the most celebrated stars and 

high-profile celebrities. And who can say, 

perhaps the Egyptian swimmers who came in 

such large numbers to swim, and frequently 

carried off the prize in those first races 

from Marina Grande to Via 

Caracciolo, were drawn by the 

knowledge that their exiled King Faruk 

had made his home on Capri, where 

his dazzling retinue was forced to 

follow in his footsteps. And it was 

these “Nile crocodiles” who inspired 

the reporters of the time with their 

highly imaginative expressions. There 

were also some blunders, such as 

when the unpardonable error of 

confusing skin colour with race was 

blamed on the typographer: “... the 

great Egyptian athletes, as opposed 

to what the typographer wrote, 

distorting the information given to him, 

are ‘neri’, that is, ‘black’ meaning 

dark-skinned, but not ‘negri’, that is, 

not of ‘Negro’ origin. There was no 

diplomatic incident probably thanks to 

the “good offices” of the consular 

representatives who attended a cocktail 

reception the evening after the opening race in 

the splendid gardens of the Certosa di San 

Martino, “where they were full of admiration for 

the magnificent panorama”. This was in the 

early days of August 1954 and the Capri- 

Naples race was a reality in spite of its “mere” 

ten participating athletes, a negative record, 

which has rightly been noted and which the 

organizers are proud of: no future race would 

ever beat that record! 

For some records and interesting statistics 

regarding the competition, see the 

accompanying inset. But one, in particular, is 

worth mentioning here. A few years after the 

race was instituted, the Hungarian Laszlo 

Kovats recorded his feelings on winning. He 

has gone down in the annals of the competition 

as the only Hungarian to win the Capri- 

Naples, although his country has 

▼

SPORT 

La costa 

napoletana 

con 

il Vesuvio 

vista 

da Capri. 

A destra, 

il nuotatore 

egiziano 

Marei 

Hassan 

Hammed. 

The 

Neapolitan 

coast with 

Vesuvius, 

seen from 

Capri. 

On the right, 

Egyptian 

swimmer 

SIE - 

Marei 

Hassan 

HUBER 

Hammed. J. 

pri-Napoli era di fatto una realtà, 

malgrado i suoi “soli” dieci atleti 

partecipanti, un record, negativo, che 

la competizione ha, giustamente, registrato 

e di cui ne va fiera: nessuna 

edizione, successivamente, avrebbe 

battuto quel primato! 

Quanto ai primati e ai numeri della 

traversata, il lettore può consultarne 

qualcuno nel riquadro. Qui merita 

invece riferire le sensazioni rivelate 

qualche anno dopo, a competizione 

consolidata, da un altro protagonista, 

l’ungherese Laszlo Kovats, che rimarrà 

negli annali della competizione 

per essere stato l’unico magiaro 

vincitore della Capri-Napoli, cui tuttavia 

il suo Paese ha partecipato con 

lodevole continuità e brillanti prestazioni, 

soprattutto nel versante femminile. 

Kovats, capotecnico, che prima di 

scendere in acqua a Marina Grande 

64 

▼ 

aveva mangiato lardo affumicato, 

pomodori con paprika e cento grammi 

di burro (sic!), nel corso della 

prova ha ammesso di aver pensato participated with great regularity and its 

molto all’evento che di lì a poco 

athletes, particularly the women, have given 

excellent performances. 

avrebbe allietato la sua famiglia Kovats, who before getting into the water at 

(«Mia moglie aspetta per settembre 

Marina Grande had eaten smoked lard, 

tomatoes with paprika and a hundred grams of 

un bambino. Nuotando pensavo al 

butter (wow!), admitted that during the race he 

had thought a lot about the happy event that 

mio primo figlio. Pensate: quando was about to take place in his family (“My wife 

aprirà gli occhi troverà un papà cam- 

was due to give birth in September. As I swam 

I was thinking about my first child. Just think, 

pione del mondo!») e che a metà ga- when he opens his eyes he will have a world 

champion for a father!”). And halfway through 

ra, convinto di aver sbagliato rotta, si the race, convinced that he had veered off 

era fatto prendere dallo scoramento e 

course, he became disheartened and wanted 

to give up. But his accompanying trainers were 

voleva ritirarsi. Ma ha trovato nei excellent psychologists; they spurred him on 

and encouraged him. “I started swimming 

suoi accompagnatori degli ottimi psi- again. And when I saw the finishing line up in 

cologi che lo hanno spronato e rin- 

front I realized that I had, in fact, taken the best 

route. I am not ashamed to say that I cried!” 

cuorato. «Ho ripreso a nuotare. E On the subject of diet, this is what the first 

quando ho visto profilarsi il traguar- 

winner of the Capri-Naples, the Egyptian 

Marei Hassan Hammed, ate during his 

do ho compreso che la rotta migliore 

crossing. Starting at nine o’clock and at 

regular intervals thereafter he had: a Cocaera 

proprio la mia. Non mi vergogno: Cola; a lump of sugar; tea with four lumps of 

ho pianto!». 

sugar (three times one after another); tea 

with four lumps of sugar and a pear; a Coca- 

A proposito di alimentazione, questo è Cola; a pear; tea with three lumps of sugar; a 

sugar lump; a Coca-Cola; a pear; a Cocainvece 

il menu del primo vincitore Cola; tea with three lumps of sugar; tea 

▼ 

PUBLIFOTO - OLYMPIA

SPORT 

della Capri-Napoli, l’egiziano Marei 

Hassan Hammed, durante la traversata, 

a cominciare dalle ore 9, e a seguire, a 

intervalli abbastanza regolari: una cocacola; 

una zolletta di zucchero; the con 

quattro zollette di zucchero (tre volte 

consecutive); the con quattro zollette di 

zucchero e una pera; una coca-cola; una 

pera; the con tre zollette di zucchero; 

una zolletta di zucchero; una coca-cola; 

una pera; una coca-cola; the con tre zollette 

di zucchero; the con quattro zollette 

di zucchero; una pera; una coca-cola. 

Prima a livello locale, poi col passare 

degli anni, con il rinnovarsi annuale 

di sfide in mare (talvolta pure fuori 

del mare) sempre più spettacolari e 

avvincenti, la Capri-Napoli ha allargato 

i suoi orizzonti ed il suo fascino, 

ha varcato i nostri confini, divenendo 

conosciuta e celebre in tutto il mondo, 

tanto che, come abbiamo riferito, 

è stata eletta dalla Federazione internazionale 

prova unica per l’assegnazione 

del titolo di campione/campionessa 

del mondo di lunga distanza, 

conservando tale caratteristica fino 

alla fine degli anni Ottanta. 

Il successo della competizione trova 

riscontro anche nei suoi numeri: 415 

atleti partecipanti (333 uomini e 82 

donne), con un computo di 968 partenti 

nelle 37 edizioni, appartenenti a 

48 nazioni di tutti i continenti. 

I “coccodrilli del Nilo”, i famosi atleti 

egiziani “inventori” di questo tipo di 

competizione, hanno lasciato il segno 

sulla gara: è loro la prima vittoria, è 

loro il record di atleti presenti (46) e 

di vittorie al femminile, ben 9. Agli 

66 

egiziani, si so- 

Il percorso 

della Capri-Napoli. 

nocontrappo- The route of 

sti i “caimani” the Capri-Naples race. 

argentini, detentori, invece, nel record 

di vittorie maschili riportate (9, anche 

in questo caso) e del record di presenze 

individuali, appartenente a Claudio 

Plit, che si è presentato ai nastri di 

partenza per 13 volte. Il record di vittorie 

individuali, invece, è di un italiano, 

il napoletano (di Baia) Giulio Travaglio, 

trionfatore cinque volte. Oggi 

56enne, ex carabiniere, ex assistente di 

volo di Alitalia, Travaglio è il presidente 

onorario della manifestazione 

che si svolgerà in una cornice di spettacolo 

e di attrazioni il 23 e 24 agosto. 

Sarà della partita, naturalmente, anche 

Viola Valli: «Mi sembrava un peccato, 

per noi che andiamo a nuotare in 

tutto il mondo, non poterci esprimere 

in questo paradiso che abbiamo sotto 

casa. Eppoi, mi dicono che mai un’italiana 

ha vinto la gara femminile: vorrà 

dire che cercherò di riempire questa 

casella vuota». ■ 

with four lumps of sugar; a pear; a Coca-Cola. 

First at the local level, then, as the years 

passed and ever more spectacular and daring 

challenges at sea (and indeed on land) 

became annual events, the Capri-Naples 

broadened its horizons. Its reputation spread 

beyond our borders and it became so wellknown 

throughout the world that, as we said, 

the International Federation named it the sole 

event for the title of long-distance world 

champion, a standing it maintained until the 

late Eighties. 

The statistics regarding the competition offer a 

further measure of its success: 415 

participants (333 men and 82 women), giving a 

total of 968 entries, representing 48 countries 

from every continent, over 37 competitions. 

The “Nile crocodiles”, the famous Egyptian 

athletes and “inventors” of this kind of 

competition, left their mark on the race: to 

them went the first victory, as did the records 

for the nation with the most participants (46) 

and female winners (9). On the other hand, 

the Argentinian “caimans” held the records for 

number of men’s victories (9) and the number 

of times a single swimmer participated, held 

by Claudio Plit who was present at the starting 

line 13 times. The record for individual 

victories goes to an Italian, the Neapolitan 

(from Baia) Giulio Travaglio, who won five 

times. Today the 56-year-old former 

policeman and Alitalia flight attendant is 

honorary president of the forthcoming race 

that will be accompanied by other events and 

attractions on the 23 and 24 of August. 

Naturally Viola Valli will be taking part: “It 

seemed a pity for those of us who compete in 

swimming competitions all over the world not 

to swim in this paradise on our own doorstep. 

And I have also been told that an Italian has 

yet to win the women’s race. I guess I’ll have 

to try and remedy this situation”. 

■

JEWELS 

Attraverso un percorso 

di creatività e di ricerca, 

Grazia Vozza affianca una nuova 

collezione di borse 

alle proposte di gioielli 

di ROSSELLA FUNGHI 

Sono trascorsi quattro anni 

da quando Grazia Vozza 

ha aperto il suo atelier in 

via Li Campi. Quattro 

anni durante i quali, affiancata 

68 

dalla sorella Marica, non si è mai 

fermata e ha continuato a sperimentare 

nuove soluzioni e disegni, 

ad abbinare pietre e medaglioni 

creando gioielli di grande impatto e 

Passi 

U. NATALIZIO 

bellezza. Lunghi fili di 

pietre si intrecciano, si annodano, 

si attorcigliano, spesso vengono interrotti 

da grandi medaglioni oppure 

ambre che sembrano sculture 

danno vita a collane oversize. Accanto 

alle collane ci sono i bracciali, 

a fascia alta con perle dorate e 

ametiste oppure con le acquemarine 

milk. E poi ciondoli, spille e 

tantissimi orecchini tutti frutto di 

una continua evoluzione. 

E dietro a ogni pezzo c’è un percorso, 

di creatività e di ricerca. Perché 

ogni pezzo è elaborato con pazienza 

e meticolosità in un continuo sperimentare 

di forme e un grande impe-

preziosi 

U. NATALIZIO 

gno è rivolto alla ricerca 

delle pietre. 

È da questo percorso, dai 

tanti passi che si devono mettere 

insieme per compierlo, che arriva 

l’idea di chiamare “I passi” la 

nuova proposta firmata Grazia 

Vozza. Si tratta di una borsa, o 

meglio di una serie di borse 

dato che in realtà nessuna 

è uguale all’altra. Un 

sacchetto in pelle, di 

dimensioni medie e in 

vari colori, reso unico 

dalla tracolla. Ambre, turchesi, 

ebano, coralli e giade rendono 

prezioso l’accessorio femminile 

per eccellenza che può essere reinventato 

ogni volta perché tracolle e 

sacchetti sono intercambiabili e 

consentono in un batter d’occhio di 

cambiare immagine. Da giorno o 

da sera, coloratissime o tono su tono, 

non c’è che l’imbarazzo della 

scelta. 


Grazia Vozza 

è in via Li Campi, 22 

tel. 081.837.4010 

www.graziavozza.com 

■ 

by ROSSELLA FUNGHI 

Continuing along her path 

of creativity and research 

Grazia Vozza offers a new 

collection of bags to join 

her jewelry creations 

Four years have passed since Grazia 

Vozza opened her studio on via Li 

Campi. In all these four years, she has 

never stopped working, along with her sister 

Marica, always trying out new solutions and 

designs to combine stones and medallions in 

the process of creating her impressive, 

beautiful jewelry. Long strings of stones that 

interweave, knot, or twist, often interrupted by 

large medallions or amber pieces, seem like 

sculpture but are in fact oversize necklaces. 

And in addition to necklaces, there are also 

bracelets, armbands with gilt pearls and 

amethysts or milk aquamarines. And then 

there are pendants, pins and a wide selection 

of earrings – all reflecting a continual stylistic 

evolution. 

U. NATALIZIO PRECIOUS STEPS 

Each piece is preceded by a long path of 

creativity and research, because each one is 

worked with the greatest care and patience, 

in a continual experimentation with forms and 

a deep commitment to finding the perfect 

stones. 

This path, and the many steps taken along it, 

suggested the idea of calling this new offer 

from Grazia Vozza “The Steps”. In this case, 

the novelty is a bag, or actually a series of 

bags, since each one is unique – mediumsized 

leather bags in a variety of colors, 

distinguished by their shoulder straps. 

Amber, turquoise, ebony, coral and jade 

embellish this female accessory par 

excellence that can be reinvented at will 

since the straps and bags are designed to be 

interchangeable, allowing you to change your 

image in no time at all. For daytime or 

evening, with bright colors or subtle tones – 

from the wide gamut of offers, the choice 

is yours. ■ 

69

JEWELS 

Tradizione locale 

e suggestioni 

moderne. 

L’artigianato caprese 

prende forme preziose 

da Puttini Gioielli 

di STELLA CHIODINI 

Sogni fatti d’oro, platino, 

gemme e pietre preziose. 

A Capri si possono trovare 

da Puttini, la piccola 

gioielleria di via Le Botteghe dove 

accanto ai monili che si rifanno alla 

storia e alla tradizione dell’isola 

70 

Sogni 

d’oro 

vengono proposti gioielli moderni e 

originali. 

L’oro è un costante punto di riferimento. 

Lega, incastona, raccorda, 

trattiene. E il suo splendore si accompagna 

all’arcobaleno degli 

smalti, delle pietre dure, diventa 


Puttini Gioielli 

è in via Le Botteghe, 23 

tel. 081.837.8907 

www.puttini.com 

info@puttinigioielli-capri.it

supporto di perle, coralli, brillanti. 

Proporzioni armoniose, scintillii abbaglianti 

nei pezzi lavorati con perizia 

da esperti artigiani orafi che 

sono esposti nelle vetrine del negozio 

dove quest’anno “brilla” l’ultima 

creazione di Antonella Puttini. 

Attenta osservatrice delle tendenze 

più attuali, Antonella ha creato un 

grande anello che come un cuscino 

accoglie splendide perle illuminate 

da preziosi brillanti. 

Tra le proposte di Puttini ci sono 

sempre i gioielli della linea “I puttini 

di Puttini”. Spille, ciondoli, anelli 

e collane dove i volti dei paffuti 

angeli fanno capolino, da soli o in 

coppia, sui toni del turchese e del 

corallo oltre alla collezione di anelli 

dedicata a Tiberio. Il pezzo più importante 

è quello con il profilo del- 

l’imperatore inciso nel 

corallo bianco, montato 

in oro e incorniciato 

da carré di rubini, 

zaffiri e smeraldi. 

Per gli scaramantici non 

mancano piccoli amuleti 

e ciondoli porte-bonheur 

da indossare o da custodire. 

C’è il portafortuna 

in corallo ispirato al tintinnabulum 

pompeiano, 

la manina scacciaguai in 

ebano che trattiene il 

corno di corallo, la biscia 

della fortuna. 

Del resto, chi non si è 

mai lasciato andare a 

qualche piccolo rito propiziatorio? 

■ 

GOLDEN DREAMS 

by STELLA CHIODINI 

Local traditions and modern 

appeal. The artisanwork 

of Capri takes on precious 

shape at Puttini Gioielli 

Dreams made of gold, platinum, 

jewels and precious stones. On 

Capri, these come true at Puttini, 

the small jewellery 

shop on via Le 

Botteghe, where 

jewels that embody 

the island’s history 

and tradition can 

be found beside 

original, modern 

pieces. 

Gold is the one 

constant, whether 

it serves to fasten, 

set, link, or hold. 

Its splendour joins 

up with a rainbow 

of enamels and 

precious stones 

and shows off 

pearls, coral and 

diamonds. 

You’ll find harmonious proportions and 

dazzling effects in the pieces worked 

masterfully by expert goldsmiths, on 

display in the windows of the shop where 

Antonella Puttini’s latest creation shines 

forth this year. As always with a watchful 

eye on the latest trends, Antonella has 

created a large ring with magnificent 

pearls lit up by precious diamonds, 

forming a kind of wreath.. 

Among Puttini’s jewellery offers, there 

are always pieces from the “I puttini di 

Puttini” line: pins, pendants, rings and 

necklaces, where the faces of chubby 

little angels peek out, alone or in pairs, 

from the subtle tones of the turquoise and 

coral. And finally there is the ring 

collection dedicated to Tiberius. 

The most important piece is an engraving 

of the emperor’s profile in white coral, 

mounted in gold and framed with ruby, 

sapphire and emerald carré. 

For the superstitious, there are any 

number of small amulets and good luck 

charms to wear or keep. 

There are coral good luck pieces inspired 

by the Pompeii tintinnabulum, protective 

small hands made of ebony and holding a 

horn of coral and snakes that ward off 

evil. And anyway, who among us has 

never performed some small 

propitiatory rite? ■ 

71

JEWELS 

Una passione di famiglia 

che si è trasformata in 

arte. «Regine, dame, 

cavalieri e un gallo 

molto speciale»; comincia con queste 

parole l’avventura artistica della raffinata 

gioielleria caprese, che iniziò nel 

1947 quando Pietro Capuano, eccentrico 

dandy e gioelliere napoletano, 

chiamato dagli amici affettuosamente 

Chantecler, aprì sull’isola insieme a 

Salvatore Aprea la sua prima gioielleria, 

che divenne tappa obbligata negli 

anni Cinquanta e Sessanta dei personaggi 

del jet set e della dolce vita caprese: 

Greta Garbo, Stravos Niarkos, 

Ingrid Bergman, Grace Kelly, Joan 

Crawford, Jacqueline Kennedy e 

Onassis. Ieri come oggi i personaggi 

straordinari di questo mondo fatto da 

attrici, nobiluomini, armatori, finanzieri 

e letterati, hanno coronato il soggiorno 

a Capri, con un gioiello griffato 

Chantecler. Monili di squisita fattura, 

unici e inimitabili come veri oggetti 

d’arte, un mix di pietre preziose dagli 

accostamenti policromi. 

72 

Dal 1947 Chantecler 

è il simbolo 

dell’alta gioielleria caprese 

di ANNA MARIA BONIELLO 

Una gioia 

per gli occhi

Uno stile che va avanti nel tempo dalla 

scomparsa di Capuano, che lasciò 

lo scettro a Salvatore Aprea che mirabilmente 

continuò il percorso artistico 

della gioelleria che è rimasta fedele a 

se stessa ad oltre cinquant’anni dalla 

sua nascita. 


Chantecler 

è in via Vittorio 

Emanuele, 51 

tel. 081.837.0544 

La passione e la linfa vitale dell’arte 

di Salvatore Aprea viene custodita ora 

dai suoi figli: Costanza, Gabriele e 

Maria Elena che hanno racolto l’eredità 

morale ed artistica del padre e 

continuano nel suo stile inimitabile, 

con lo stesso entusiasmo e la stessa 

dedizione. 

I tre fratelli, oggi alla 

guida delle gioiellerie 

di Capri e Cortina, 

sono riusciti a diventarecomplementari 

nei ruoli. 

L’anima creativa, 

responsabile dello 

stile e ideatrice delle 

preziose collezioni è Costanza, 

mentre Maria Elena è 

la consigliera, il punto di riferimento 

delle clienti Chantecler e 

segue con piglio dolce e personale 

le due gioiellerie. Gabriele, 

invece, insieme alla moglie Teresa 

è il manager, il nucleo amministrativo 

e di marketing. 

Due negozi, quelli di Capri 

e Cortina, chiamati i luoghi 

del sogno. 

Nella gioielleria di Cortina, 

nonostante la distanza 

e la posizione 

geografica, si respira 

la stessa aria 

di raffinata mondanità e la 

medesima naturale eleganza 

della boutique-gioielleria di 

via Vittorio Emanuele dove si incontrano 

i cultori del bello in visita 

a Capri. ■ 

A JEWEL 

FOR YOUR EYES 

by ANNA MARIA BONIELLO 

Chantecler has been a symbol of 

Capri’s fine jewellery since 1947 

Afamily passion that became a full-fledged 

art. “Queens, ladies, knights and a very 

special rooster”: with these words began 

the artistic adventure of the elegant Capri 

jewellery shop. It all started in 1947 when Piero 

Capuano, an eccentric dandy and jeweller from 

Naples, affectionately known as ‘Chantecler’ 

among his friends, opened the island’s first 

jewellery shop, along with Salvatore Aprea. The 

shop became a regular stop for the leading 

figures of the jet set and dolce vita on Capri in the 

50s and 60s - Greta Garbo, Stravos Niarkos, 

Ingrid Bergman, Grace Kelly, Joan Crawford, 

Jacqueline Kennedy and Onassis. Today, as in 

years past, outstanding figures from this world of 

actresses, nobility, shipowners, financiers and 

writers have crowned their stay on Capri with a 

piece of Chantecler jewellery - exquisitely worked 

jewels, exquisite and unique like proper objets 

d’art, a mix of precious stones of different colours 

tastefully brought together. This is a style that 

moves forward over time, from the passing on of 

Capuano, who left the reins to Salvatore Aprea, 

who then continued the shop’s artistic line 

marvellously. In all, the shop has remained true 

to its own traditions for over fifty years. The 

passion and lifeblood of Salvatore Aprea’s art is 

now in the care of his children. Costanza, 

Gabriele and Maria Elena, in fact, have 

assimilated the moral and artistic legacy of their 

father and keep up his incomparable style with 

his same enthusiasm and dedication. Capuano’s 

three children, who presently run the jewellery 

shops in Capri and Cortina, have managed to 

take on complementary roles. The creative force 

is Costanza, who is responsible for the style and 

who designs the highly prized collections. Maria 

Elena is the advisor and point of reference for the 

Chantecler clients, following the two jewellery 

shops in her gentle, personal way. And Gabriele, 

along with his wife Teresa, is the manager, the 

administrative and marketing team. Two shops – 

in Capri and Cortina – called the place of 

dreams. Despite its distance and geographic 

location, one feels the same air of refined 

sophistication and natural elegance in the Cortina 

jewellery shop as in the boutique-jewellery shop 

on via Vittorio Emanuele, where lovers 

of beauty meet when they come to Capri. 

■ 

73

A TAVOLA 

L’isola nel bicchiere 

Falanghina, 

greco 

e piedirosso. 

È con queste uve 

che nascono 

i vini Capri doc 

Tiberio il Giusto amava il 

vino di Capri e giudicava 

quello di Sorrento «mediocre 

aceto». Qualche secolo 

dopo quel perdigiorno di Norman 

Douglas lo insultò come solo lui sapeva 

fare quando era in preda ad una delle 

sue crisi isteriche: «Nell’interesse sia del 

paesaggio che la viticoltura sta rapidamente 

distruggendo, sia di quanti ancora 

bevono la nociva mistura di zolfo e 

aceto che si estrae dall’uva locale, c’è da 

rammaricarsi che la reputazione del vino 

di Capri sia durata oltre il suo limite 

legittimo e che la produzione del vero 

vino di Capri non possa essere lasciata 

in esclusiva ai distillatori del preparato 

napoletano relativamente innocuo che 

va sotto questo nome». 

Insomma, il riferimento è alla prima 

metà dell’Ottocento, l’isola era già diven- 

74 

BISCARO - SIE 

di LUCIANO PIGNATARO A. 

tata un marchio di garanzia e nella capitale 

c’era chi ne approfittava per concludere 

qualche buon affare turlupinando il 

cliente. Poi, come per Pompei e Paestum, 

è accaduto che la fama dei luoghi 

ha sovrastato il prodotto assegnandogli il 

ruolo di comparsa come souvenir usa e 

getta così come è da decenni consuetudine, 

da quando cioè i viaggiatori sono stati 

sostituiti dai turisti. La bottiglia di Capri, 

insomma, non è mai stata un oggetto 

del desiderio, un prodotto di charme 

da offrire, magari irraggiungibile e da 

comprare ad ogni costo, ma qualcosa da 

consumare alla buona nelle trattorie dell’isola 

o un sorso di sole da bere quando 

si è tornati in città. 

Eppure qualcosa di molto serio sta avvenendo, 

ancora nessuno lo sa ma la rivoluzione 

italiana del vino è arrivata anche 

qui. Le premesse al lavoro di Angelo 

Di Nardo e Roberto Mazzer, enologi da 

qualche vendemmia nelle due aziende 

isolane, le ha create Giovanni Leone, il 

Presidente che più di ogni altro ha amato 

l’isola di cui è stato non solo frequentatore 

ma anche fine conoscitore: fu lui 

infatti a firmare il 7 settembre 1977 il 

decreto istitutivo della doc Capri, a ben 

vedere una delle prime denominazioni di 

origine controllata della Campania. Noi 

sappiamo, per quelle strane astuzie della 

burocrazia italiana nata dal formalismo 

piccolo borghese sabauda e dal dispotisno 

paternalistico dell’aristocrazia borbonica 

e papalina, che un grande bicchiere 

non deve essere necessariamente 

doc o docg, spesso anzi un banale vino 

da tavola può far furore sulle guide specializzate 

come è avvenuto inzialmente 

con il Sassicaia o il Montevetrano. Però 

queste sigle (doc, docg e igt soprattutto)

M. TOMALTY - ZEFA ROMA 

sicuramente garantiscono il consumatore 

e questo oggi è davvero molto importante 

per il vino di Capri costretto a subire, 

dopo essere stato immeritatamente 

esaltato nell’Ottocento, le insidie dei 

luoghi comuni nati nei salotti borghesi 

insipienti nei quali per cortesia nessuno 

contesta le sciocchezze in libertà. Come 

quella che il vino doc dell’isola non sia 

fatto con le uve del posto: eppure i duecento 

ettari vitati hanno una potenzialità 

di gran lunga superiore alle centomila 

bottiglie complessivamente prodotte 

dalle due aziende, La Caprense e la 

Vinicola Tiberio. Dunque basta con le 

cattiverie gratuite alla Norman, o almeno 

usiamole solo per il famigerato vino 

della casa servito in brocca ammiccante. 

Il disciplinare prevedere per il bianco 

uve falanghina e greco con una presenza 

di quest’ultimo mai superiore alla 

metà. Nel bicchiere ci può essere anche 

un 20 per cento di biancolella, il tipico 

vitigno ischitano mentre il rosso vuole 

solo piedirosso con una presenza minima 

di altri vitigni autorizzati in provincia 

di Napoli. La resa massima consentita 

per ettaro è di 120 quintali. La viticoltura 

vive i suoi fasti nelle zone di Migliera, 

Guardia e Damecuta nel comune 

di Anacapri, a Villa Jovis, Vervoto, Maruscella 

e Lo Fuosso nel comune di Capri. 

Alle falde del Monte Solaro ci sono 

le radici terragne e contadine dell’isola, 

la coltivazione è difficile perché le proprietà 

sono estremamente parcellizzate 

e, come in quasi tutta la provincia di 

Napoli, raramente sono più grandi di un 

ettaro, cioè niente. Non lontano da Marina 

Grande, in una delle poche zone 

pianeggianti, ci sono le altre vigne, più 

facili da coltivare con un problema di 

non poco conto: il sole va via presto, sin 

dalle prime ore del pomeriggio. Ecco allora 

la necessità di fare discorsi radicali 

e difficili: abbassare le rese per ettaro, 

cercare per quanto possibile di creare 

nuovi impianti moderni sapendo che 

qui la terra ha costi assolutamente proibitivi 

e le tentazioni sono davvero tante. 

Il primo produttore commerciale di 

«La doc Capri è una delle prime denominazioni 

di origine controllata della Campania» 

«Capri DOC was one of the first Campania 

wines in this category» 

▼ 

75

A TAVOLA 

vino, ci ricorda Marino Barendson in 

Addio Cicerchia, piccola storia della 

cucina caprese edito da La Conchiglia 

nel 1991, fu Gennaro Arcucci, un medico 

laureato a Salerno da cui Capri 

dipendeva amministrativamente, poi 

commissario bonificatore per conto 

della Repubblica Partenopea, il quale 

inventò le Lacrime di Tiberio, contrapposizione 

laica al Lacryma Christi, e il 

Tiberino. Tornati i Borbone, finì impiccato 

dopo aver marcito un anno in 

prigione. 

Bisogna aspettare un secolo, anzi di 

più, perché fu nel 1909 che il Cavaliere 

Carlo Brunetti fondò la Cantina 

Isola di Capri nel centro di Anacapri 

in un ex monastero delle Vergini Teresiniane 

Calzate costruito nel 1683. 

Nel 1925, rimasto unico titolare, 

Brunetti decise di ribattezzare l’azienda 

Vinicola Tiberio, oggi condotta 

dai nipoti Lino, Carlo, Salvatore e 

Maria Laura Brunetti. Da qualche 

vendemmia è nata la collaborazione 

con Roberto Mazzer e dopo il mitico 

DA “CAPRI NELLE STAMPE” - PICCOLO PARNASO ED. 

Capri Blu so- “La vendemmiatrice 

di Capri”, 

no nati nuovi 

un’acquaforte 

prodotti in li- 

su acciaio da 

un disegno 

nea con le 

di Rodolph Lehman. 

The Grape-Gather 

nuove tenden- 

of Capri, 

ze produttive 

a steel-plate etching 

from a drawing 

mondiali. 

by Rodolph Lehman. 

Sulla stessa lunghezza d’onda l’altra 

azienda, La Caprense. La cooperativa, 

poco meno di una ventina di soci, 

ha avuto negli anni passati picchi 

▼ 

R. STROUD - ZEFA ROMA 

THE WINES OF CAPRI 

by LUCIANO PIGNATARO 

Falanghina, Greco and 

Piedirosso are the varieties 

of grapes used to make authentic 

Capri wines 

Tiberius the Just loved the wine of 

Capri and scorned the produce of 

Sorrento as “mediocre vinegar”. A few 

centuries later, the idler Norman Douglas 

insulted it as only he was capable of doing in 

one of his fits of hysterics: “In the interests 

both of the landscape, which vine growing is 

rapidly destroying, and of those who still drink 

the noxious mixture of sulfur and vinegar 

extracted from the local grapes, it is to be 

regretted that the reputation of Capri’s wine 

has dragged on beyond its legitimate limits 

and that the production of true Capri wine 

cannot be left exclusively to the distillers of 

the comparatively harmless Neapolitan 

concoction that goes by this name.” 

The reference is to the first half of the 19th 

century, when the island’s name had already 

become a guarantee of quality and there were 

those in the regional capital who exploited this 

to do good business by swindling their 

customers. Then, as also happened with 

Pompeii and Paestum, the fame of the place 

itself outstripped that of its produce, relegating 

it to the role of an extra, a disposable souvenir 

of the type that has been customary for 

decades now, ever since tourists took over 

from travelers. In short, a bottle of Capri wine 

has never been a coveted item, an exclusive 

and virtually unobtainable article to be 

snapped up regardless of cost, but rather 

something to be knocked back in the island’s 

trattorie, or a sip of sunshine to be enjoyed 

when back in the city. 

Well, something very serious is afoot. No one 

knows it yet, but the Italian wine revolution 

has reached Capri too. The foundations for 

the work of Angelo Di Nardo and Roberto 

Mazzer, the enologists employed by the 

island’s two wine producers for the last few 

years, were laid by Giovanni Leone, the 

former Italian president, who was second to 

none in his love and understanding of Capri, 

which he visited frequently. It was, in fact, 

Leone who signed the Decree of 7 

September 1977 instituting Capri DOC, one 

of the first wines of the Campania region to 

be granted the status of a controlled name of 

origin. Given the quaint tricks of the Italian 

bureaucracy born out of the petty bourgeois 

formalism of the Savoy dynasty and the 

paternalistic despotism of the Bourbon and 

papal aristocracy, we all know that a great 

wine does not necessarily have to have a 

controlled (DOC) or controlled and 

guaranteed (DOCG) name of origin. 

▼

di eccellenza 

La Migliera, 

una delle zone 

ma poi ciascu- 

nel comune 

di Anacapri 

no è stato as- 

dove viene 

coltivata l’uva. 

sorbito dalla 

La Migliera, 

propria atti- a wine-growing area 

at Anacapri. 

vità. Una situazione 

di stallo a cui per fortuna il 

giovane Giovanni Colavecchia ha 

scritto la parola fine chiamando Angelo 

Di Nardo a reimpostare tutta la 

linea produttiva. 

Oggi dunque siamo in una fase di 

transizione che lascia ben sperare: 

senza perdere la loro tipicità i bianchi 

dell’isola, che costituiscono l’80 per 

cento della produzione, si ammorbidiscono 

mentre i rossi acquistano grazie 

alle barrique e a una rinnovata attenzione 

al frutto quella complessità necessaria 

per uscire dall’anonimato. 

Provare per credere. 

78 

■ 

Products classified as simple table wines can 

win praise in the specialized guides, as 

initially happened with Sassicaia and 

Montevetrano. These acronyms (especially 

DOC, DOCG and IGT) do, however, certainly 

offer the consumer some guarantee, and this 

is very important today for the wine of Capri. 

Undeservedly extolled in the 19th century, it 

has since fallen foul of the clichés spouted in 

dull middle-class drawing rooms, where 

politeness forbids any rebuttal of nonsense. 

It has thus been rumored that Capri DOC 

wine is not produced from grapes grown on 

the island, and yet the two hundred hectares 

of vines have a potential output far greater 

than the total of one hundred thousand 

bottles produced by the two producers La 

Caprense and Vinicola Tiberio. So let us 

have no more gratuitous jibes à la Norman 

Douglas, or at least let us save them for the 

ill-famed house wine served in flashy 

carafes. 

The regulations for white wine require 

Falanghina and Greco grapes, with the latter 

never exceeding 50 percent. There can also 

be up to 20 percent of Biancolella, the 

characteristic variety grown on Ischia. The red 

must be produced exclusively from Piedirosso 

grapes, with minimal amounts of other 

varieties authorized in the province of Naples. 

The maximum yield allowed per hectare is 

12,000 kilos. Vine growing is at its best in the 

localities of Migliera, Guardia and Damecuta 

S. CELLAI - SIE 

Vervoto, Maruscella and Lo Fuosso in the 

commune of Capri. On the slopes of Mount 

Solaro, where the island’s rural, farming roots 

are embedded, cultivation is difficult because 

the properties are split up into tiny 

smallholdings seldom exceeding the 

negligible area of one hectare, as is the case 

practically throughout the province of Naples. 

The other vines are grown not far away from 

Marina Grande in one of the few flat areas. 

Though easier to cultivate, there is the by no 

means minor drawback of getting no sun after 

the early hours of the afternoon, which makes 

it necessary to put forward radical and highly 

demanding proposals to lower the yield per 

hectare and create new, modern enterprises 

while knowing full well that the land prices 

here are prohibitive and the temptations 

legion. 

As Marino Barendson notes in Addio 

Cicerchia, piccola storia della cucina caprese 

(La Conchiglia, 1991), the first commercial 

wine producer was Gennaro Arcucci, a 

physician who graduated in Salerno, where all 

administrative decisions regarding Capri were 

taken, and then became land reclamation 

commissioner of the Neapolitan Republic. 

Arcucci invented the wines known as Le 

Lacrime di Tiberio or the Tears of Tiberius, a 

secular version of Lacryma Christi, and 

Tiberino. He was hanged after rotting for one 

year in prison when the Bourbon monarchy 

was restored. 

It was not until 1909, over a century later, 

that Cavaliere Carlo Brunetti founded the 

Cantina Isola di Capri in the center of 

Anacapri in a former convent of the Calced 

Teresian Virgins built in 1683. In 1925, now 

the sole owner, Brunetti decided to rename 

the enterprise the Vinicola Tiberio, and it is 

now run by his grandchildren Lino, Carlo, 

Salvatore and Maria Laura Brunetti. Roberto 

Mazzer has been working with them for a few 

years now and the legendary Capri Blu has 

been followed by new products in line with 

the worldwide trends. La Caprense, the 

island’s other wine producer, is operating on 

the same wavelength. Started as a 

cooperative with just over twenty members, it 

reached peaks of excellence in the past 

before the partners all became too involved 

in their own separate activities. Fortunately, 

the young Giovanni Colavecchia has put an 

end to the ensuing period of stagnation by 

calling in Angelo Di Nardo to shake up the 

whole production line. 

We are thus now in a phase of transition that 

bodes well for the future. The island’s white 

wines, which account for 80 percent of total 

output, are becoming smoother without losing 

their characteristic qualities and the reds are 

acquiring the complexity needed to escape 

from anonymity through renewed attention to 

the grapes and use of the oak barrels for 

storage and aging. Just try them and see. 

in the commune of Anacapri and Villa Jovis, ■

di ROSSELLA FUNGHI 

Arrivare in fretta a quello 

di cui si ha bisogno. È 

questo l’assillo di tutti i 

navigatori della rete. Per 

velocizzare i tempi di navigazione e 

raggiungere quello che serve in modo 

facile e rapido ci sono i motori di ricerca, 

i cui indici vengono generati automaticamente 

basandosi sulle parole e 

sulle frasi trovate nelle pagine web. Se 

si stanno cercando, per esempio, notizie 

sull’isola basta digitare il nome 

“Capri” su uno qualunque dei più dif- 

80 

SERVIZI 

A portata 

di mouse 

Basta un click per collegarsi 

con Caprionline, il più completo 

sito Internet dedicato all’isola 

fusi motori di ricerca e si accederà a 

un’infinita lista di siti che comprende 

anche casinò, fan club della mitica 

Ford Capri, hotel e ristoranti sparsi per 

il mondo. Ma in cima a quella lista si 

trova praticamente sempre Caprionline, 

il più ampio e famoso sito dedicato all’isola 

azzurra. E anche il più cliccato, 

con gli oltre 3.000 visitatori giornalieri. 

Ad accogliere il navigatore una suggestiva 

immagine della Grotta Azzurra e 

un benvenuto in tre lingue: italiano, 

inglese e giapponese. I visitatori di solito 

non si fermano all’home page ma 

sfogliano una media di dodici pagine 

ognuno, “entrano” in un hotel, una 

boutique, in un ristorante. Sul sito si 

trovano infatti tutte le informazioni 

utili per raggiungere Capri, l’elenco 

degli alberghi con le schede informative, 

quello dei ristoranti, suggerimenti 

di escursioni in barca o in elicottero, 

mappe dell’isola e meteo. E tante, 

tante altre notizie oltre che a moltissime 

foto dell’isola. La Caprionline ha 

infatti creato sin dall’inizio una vasta 

ed esclusiva galleria fotografica, che 

viene continuamente aggiornata, con 

l’intento di diffondere al meglio l’immagine 

di Capri.

Nata nel 1996 Caprionline è una Net 

Company in puro stile caprese dove 

l’efficienza si coniuga alla disponibilità 

e alla cortesia. Gianni Chervatin 

(consulente marketing), Massimo Canale 

(amministratore), Nello Iaccarino 

(web designer), Umberto D’Aniello 

(fotografo), Alessandro Astarita 

(web developer), Romano Acampora 

(grafico) e Fabio Federico (grafico), 

formano l’affiatatissimo team che lavora 

a pochi passi dalla Piazzetta e 

che gestisce e cura la visibilità in rete 

per conto delle maggiori attività turistiche 

locali. Ha inoltre realizzato una 

Alcune 

delle pagine web 

di Caprionline.com. 

Sotto al titolo 

il team 

della Net Company 

caprese. 

Some of the web 

pages from 

Caprionline.com. 

Beneath the title, 

the Capri 

Net Company 

team. 

SURFING CAPRI 

by ROSSELLA FUNGHI 

Click on Caprionline, the most 

informative, complete website 

dedicated to the Blue Island 

Get what you need fast. This is what drives 

people who surf the net. To speed up 

navigation and access information easily 

and instantly, there are search engines whose 

indexes are generated automatically by keywords 

and phrases in the websites. If you want the 

lowdown on the Blue Island, for instance, all you 

have to do is type “Capri” on any one of the 

countless search engines to access an endless 

list of sites, including those of casinos, the 

legendary Ford Capri fan club, and hotels and 

restaurants scattered all over the world. At the 

top of this list, however, you will nearly always 

find Caprionline, the most wide-ranging and wellknown 

site dedicated to the Blue Island. It also 

gets the most visitors, with over 3,000 hits per 

day. The surfer is welcomed by a stunning image 

of the Blue Grotto, and can get his information in 

Italian, English or Japanese. Most visitors do not 

stop at the home page but surf an average of 12 

pages, “entering” hotels, boutiques and 

restaurants. The website also contains all the 

necessary information for getting to Capri, a list 

of all the hotels with detailed descriptions of each 

one, a list of restaurants, suggestions for boat or 

helicopter trips, maps of the island and weather 

forecasts, along with a wealth of other 

information and a vast selection of photos of the 

island. Right from the start, Caprionline has had a 

rich and exclusive image gallery that is constantly 

updated with a view to presenting the best image 

of Capri worldwide. Founded in 1996, Caprionline 

is a Net Company in pure Capri style where 

efficiency is combined with courtesy and 

enthusiasm. Gianni Chervatin (marketing 

consultant), Massimo Canale (managing 

director), Nello Iaccarino (web designer), 

Umberto D’Aniello (photographer), Alessandro 

Astarita (web developer) Romano Acampora and 

Fabio Federico (graphic designers), form the 

brilliant team that works a stone’s throw from the 

Piazzetta, and creates and manages the visibility 

of leading local tourist structures on the Net. 

These combined talents have also designed a 

number of websites for up-market businesses 

and associations, including: 

www.italytraveller.com dedicated entirely to 

exclusive Italian itineraries; www.abitarelastoria.it, 

the website of one of the most prestigious 

associations offering hospitality in historic houses 

and www.europeanfederation.com to which the 

various European associations occupied with 

traditional accommodation and historical houses 

belong. In a more lighthearted vein, there is 

www.capripress.com with all the latest news and 

gossip from the Piazzetta, provided by Anna 

Maria Boniella, the island’s online reporter. 

serie di siti web che rappresentano 

aziende e associazioni prestigiose, tra 

i quali: www.italytraveller.com interamente 

dedicato agli itinerari esclusivi 

sul territorio nazionale; www.abitarelastoria.it 

, il sito di una tra le 

più prestigiose associazioni di dimore 

storiche adibite all’ospitaliatà e 

www.europeanfederation.com che 

raccoglie le varie associazioni europee 

di dimore storiche. E poi c’è www.capripress.com, 

notizie e gossip in tempo 

reale dalla Piazzetta di Capri firmate 

da Anna Maria Boniello, la signora 

delle news dell’isola. ■ 

■ 

81

INTERIOR 

Per vestire 

la casa 

Oggetti di design e ricercati 

complementi d’arredo 

si trovano da La Bagattella 

di ALICE MARTINI 

Una dimensione del vivere 

la casa in cui lo stile è 

sempre più l’elemento 

centrale. È quella che 

propone La Bagattella con i tanti complementi 

d’arredo scelti con cura e attenzione. 

Proposte di design, articoli per 

la cucina, accessori per il bagno, vasi, 

candele e tutto quello che può servire 

per vestire la tavola. Una tavola made 

in Italy con le varie linee di piatti firmate 

Richard Ginori affiancate dalle posate 

di Casa Bugatti. Ce ne sono per tutti i 

gusti, c’è il modello Rinascimento in acciaio 

con manico in vari colori marmo- 

rizzati e il Botticelli, sempre in acciaio 

ma con il manico in acrilico madreperla 

con finiture in argento antico. Tante le 

tovaglie, in tinta unita o nelle fantasie 

più svariate. 

Immancabile il vetro. Leggero e prezioso, 

quello soffiato si accende di rosa, verde 

e azzurro nelle brillanti trasparenze di 

vasi, centrotavola, alzate di tutte le dimensioni. 

Che vengono proposti anche 

in cartapesta, leggerissimi ed originali. 

E per conservare le foto più care, cornici 

in tutte le versioni: ad intarsio in ulivo e 

in mogano, verdi, azzurre, grigio perla e 

avorio. 

■ 

TO DRESS UP YOUR 

HOUSE 

by ALICE MARTINI 

Elegant design items for your home 

can be found at La Bagattella 

Adimension of experiencing your home 

that focuses more and more on style. 

This is what La Bagattella proposes, with 

its many carefully chosen items for your home. 

Design objects, kitchen articles, bathroom 

accessories, vases, candles and everything you 

need to set your table – a ‘made in Italy’ table, 

with several lines of plates created by Richard 

Ginori to go with the Casa Bugatti cutlery. There 

are styles for every taste – the stainless steel 

Renaissance model with marbled handles in a 

variety of colours, or the Botticelli model, 

likewise made of stainless steel but with a 

mother-of-pearl acrylic handle with old silver 

details. There are also many tablecloths, in solid 

colours or with a wide choice of patterns. And 

then there is La Bagattella’s very special glass. 

Light and precious, the blown glass lights up 

with rose, green and blue in the gleaming 

transparency of vases, centrepieces, and fruit 

plates of all sizes, which are also available in 

very light-weight, unusual papier-mâché. 

And to keep your favourite photographs, frames 

of all kinds –olive or mahogany with inlays, 

green, blue, pearl grey and ivory. 


La Bagattella 

è in via Roma, 83 

tel. 081.837.8707 

■

84 

STORIE 

Nelle foto in basso, 

Franco Matacotta 

e Sibilla Aleramo. 

Below, Franco Matacotta 

and Sibilla Aleramo. 

Un amore 

insolito 

Lei sessantenne, lui ventenne. 

Nasce a Capri la tormentata passione 

fra Sibilla Aleramo e Franco Matacotta 

di GIUSEPPE MAZZELLA 

MONDADORI

MONDADORI 

alloggio nella Villa Falconara. L’isola, 

diventata una delle mete preferite 

dell’establishment del regime, è 

affollata da un eclettico turismo internazionale. 

Sibilla vi torna sempre 

con piacere per quell’atmosfera fuori 

del tempo, in cui può riposare e sognare, 

dedicandosi alla letteratura. 

La sera, poi, può passare qualche ora 

assieme alle sue amiche scrittrici Alba 

De Cespedes e Maria Luisa Astaldi, 

e abbandonarsi a lunghe passeggiate. 

Dopo tante sofferenze e numerosi 

amori sfortunati, è ora come rinata. 

Da quattro anni vive una grande, 

struggente passione: ama, riamata, 

Franco Matacotta, un ragazzo poco 

più che ventenne. All’incontro fatale, 

avvenuto nel gennaio del 1936, 

Sibilla è in uno stato d’animo penoso: 

ha da poco compiuto sessant’anni, 

è stata appena abbandonata da 

Salvatore Quasimodo ed è convale- 

sono trentascente di una grave malattia. La 

quattro anni che il nuova amicizia, iniziata con una let- 

«Oggi 

mio primo libro tera timida e affettuosa che il giova- 

venne pubblicato. ne, aspirante poeta, le ha inviato da 

Mi ripeto la cifra fino a rimanere Fermo, suo paese natale in Abruzzo, 

stordita. Nella stanza sottostante, si trasforma presto in una passione 

Franco intanto spera che io lavori. che la travolgerà, ma che si rivelerà 

Non mi ha legato alla seggiola, come anche, come l’ultima illusione 

fece, un po’ per gioco e un po’ sul se- dell’“amante indomita”, come a corio, 

una volta, due o tre anni fa, sa ronare una vita di sofferenze e di 

che all’incirca è come se legata fossi: “grandi amori” sempre delusi. 

gli ho promesso di non discendere fi- Nata ad Alessandria nel 1876, a seno 

a che non sarà notte». Così scrive dici anni Sibilla Aleramo, nome d’ar- 

sul suo diario, appena iniziato, Sibilte di Rina Faccio, viene violentata da 

la Aleramo. È il 3 novembre del un impiegato della fabbrica di vetro 

1940. La narratrice e poetessa anco- diretta dal padre a Civitanova Marra 

una volta è a Capri, dove ha preso che, dove la sua famiglia si era ▼ 

G. SIMEONE - SIE 

85

STORIE 

trasferita. Al matrimonio riparatore 

erano seguiti anni di sofferenza, che 

Sibilla cercava di compensare rifugiandosi 

nella lettura e nella scrittura. 

Dopo un tentativo di suicidio, era 

fuggita da quell’ambiente oppressivo, 

abbandonando la casa e il carissimo 

figlio, per correre verso la libertà e 

l’affermazione letteraria. Passava così 

da un sodalizio letterario ad un’infatuazione, 

che la lasciavano ogni volta 

più delusa. Giovanni Cena, Vincenzo 

Cardarelli, Giovanni Papini, Umberto 

Boccioni, Michele Cascella, Giovanni 

Boine, sono solo alcuni degli scrittori 

e artisti con i quali allaccia 

sfortunate relazioni 

amorose. Anche la 

straziante passione per 

Dino Campana, si conclude, 

tra inaudite violenze, 

con un fallimento. 

La movimentata vita 

sentimentale non la distoglie 

dalla collaborazione 

a varie riviste grazie 

alle quali diventa la 

bandiera del femminismo 

nascente. Pubblica 

numerosi romanzi, raggiungendo 

una certa notorietà, senza 

però mai arrivare ad una stabilità 

economica, anche se può contare su 

numerosi amici letterati che si offrono 

di sostenerla con generose elargizioni. 

Uno stile di vita disordinato che le 

causa grandi infelicità. 

Quando incontra il “grande amore” si 

trova in questa ormai delusa attesa, 

mentre la frezza bianca che ha sul ca- 

86 

po sta inesorabilmente guadagnando 

tutta la chioma. All’inizio tutto le appare 

come l’ennesimo omaggio di un 

giovane alla sua musa inquieta. In 

breve, però, quel ragazzo triste e pessimista, 

gli entra nel cuore, in quel 

“vecchio cuore ancor non pago di 

sconfitte”. La fiamma divampa e non 

le lascia spazio per nient’altro, neanche 

per l’amata letteratura. Sibilla 

s’immerge in un’esaltata inattività, in 

muta contemplazione di quell’amore 

atteso per una vita intera. Lo stesso 

diario, infatti, che sarà poi pubblicato 

con il titolo di Un amore insolito, fu 

voluto dallo stesso Matacotta, perché 

lei non restasse in ozio. Capri fu il 

primo teatro del loro amore. L’isola 

che lei descriveva «una terra spontaneamente 

felice, non creata per la 

MONDADORI

sofferenza», divenne un luminoso nido 

d’amore. La coppia, incurante della 

notevole differenza d’età, viveva in 

uno stato di esaltazione, alternando 

passeggiate romantiche ad intense ore 

di scrittura, per finire spesso la sera 

al Caffè Morgano, vero “gabinetto di 

biologia umana”, dove poteva riposare 

osservando l’eccentrica clientela 

internazionale dell’isola. 

I primi mesi di passione si svolsero 

tra Capri e Sorrento, in un frenetico 

viaggiare che illuse Sibilla che il nuovo 

amore potesse durare per sempre. 

Capri, in particolare, sembrava appa- 

L’isola che lei descriveva 

“una terra spontaneamente 

felice, non creata per 

la sofferenza” 

The island she described 

as “a naturally happy land, 

not made for suffering” 

G. SIMEONE - SIE 

Nella pagina accanto, 

Sibilla Aleramo con 

Alba de Cespedes 

e Maria Luisa Astaldi 

a Capri nel 1939. 

Opposite, Sibilla Aleramo 

with Alba de Cespedes 

and Maria Luisa Astaldi 

on Capri in 1939. 

AN UNUSUAL 

LOVE AFFAIR 

by GIUSEPPE MAZZELLA 

She was sixty and he was 

twenty. The tormented love affair 

of Sibilla Aleramo and Franco 

Matacotta started on Capri 

is thirty-four years today since my 

first book was published. I repeat the “It 

number until I’m dazed. In the room 

below, Franco hopes I’m working. He hasn’t 

tied me to the chair as he did once, half in fun 

and half in earnest, two or three years ago. 

He knows that it’s more or less as though I 

was tied up. I’ve promised not to go down 

until it’s night.” Sibilla Aleramo wrote these 

words in her newly commenced diary on 3 

November 1940. The novelist and poet was 

once again on Capri, staying at the Villa 

Falconara. A firm favorite with the upper 

echelons of the Fascist regime, the island 

was also crowded with an eclectic assortment 

of international tourists. Sibilla was always 

happy to return there and rest and dream in 

its timeless atmosphere while devoting 

herself to literature. She would go for long 

walks and spend a few hours in the evening 

with her writer friends Alba De Cespedes and 

Maria Luisa Astaldi. After so much suffering 

and so many ill-starred romances, it was as 

though she had been reborn in the four years 

of this great, passionate love. She loved 

Franco Matacotta, a young man aged just 

over twenty, and he loved her. At the time of 

their fateful meeting in January 1936, Sibilla 

was in a pitiful state. She had recently turned 

sixty, Salvatore Quasimodo had just left her, 

and she was convalescing after a serious 

illness. The new friendship, which began with 

a shy, affectionate letter that the young 

aspiring poet sent her from Fermo, his 

hometown in the Abruzzo region, soon 

blossomed into a passion that was to 

overwhelm her but also to prove the last 

illusion of this “indomitable lover”, crowning a 

lifetime of sorrow and “great loves” that 

always came to nothing. 

Sibilla Aleramo, whose real name was Rina 

Faccio, was born in Alessandria in 1876 and 

raped at the age of sixteen by an employee of 

the glassworks managed by her father at 

Civitanova Marche, where the family had 

moved. A reparatory wedding was followed 

by years of suffering from which Sibilla sought 

refuge in reading and writing. After attempting 

suicide, she finally fled from that oppressive 

environment, abandoning her home and her 

beloved son in search of freedom and literary 

acclaim. Her literary friendships constantly 

gave way to infatuation, leaving her more 

bitterly disappointed every time. Giovanni 

rirgli come un’oasi, in cui vivere liberamente 

la grande passione. Quando 

si trasferivano per brevi periodi a Roma, 

si rinchiudevano per giorni in un 

altro rifugio, una soffitta traboccante 

di libri e carte, dove la scrittrice aveva 

raccolto tutte le sue memorie e dove 

sempre più raramente lavorava. 

Ora la sua mente e il suo cuore erano 

solo per l’amato, eletto come il grande 

amore della sua vita. Scriveva nel 

diario: «Gli ho donato in tutti questi 

anni, tutta la somma che è in me di 

vita, affinata, purificata, illuminata, 

l’ho creduto degno del dono, predestinato 

ad accoglierlo, lui unico 

dopo tanti, l’ho creduto e ancora 

oggi lo credo». E scavando 

nel suo cuore generoso annotava 

ancora: «E so che cosa di me ha 

attratto Franco…Tutto ciò che è 

stato vita in me, virtù di poesia, 

amore di poesia, destino di poesia 

e sì, è questo, certo. Ma ▼ 

▼ 

87

STORIE 

▼ 

poesia incarnata, fatta 

Cena, Vincenzo Cardarelli, Giovanni Papini, 

Umberto Boccioni, Michele Cascella, and 

vita, forza vitale». No- 

Giovanni Boine are just some of the writers 

nostante l’empito della 

and artists with whom she had unhappy 

affairs. Even her overwhelming passion for 

passione, Sibilla co- 

Dino Campana ended in failure amid scenes 

minciava a intuire 

of unprecedented violence. Her eventful love 

life did not prevent her, however, from 

quanto complesso fosse 

contributing to numerous magazines and 

becoming a banner of nascent feminism. She 

il sentimento che nutri- 

published numerous novels and won a certain 

va per Franco, e quan- 

reputation but without ever attaining financial 

stability, even though she could count on 

to questo somigliasse 

generous offers of support from many literary 

friends. Her wild lifestyle caused her great 

alla sua tragica mater- 

unhappiness. 

nità. Con dolore scrive- 

She was in this distressed state and the white 

streak in her hair was relentlessly taking over 

va, infatti, sul diario, 

when she met her “great love”. At first she 

saw it all as the umpteenth tribute of a young 

diventato ormai lo 

man to his restless muse, but the sad and 

specchio fedele della 

pessimistic youth was soon to make his way 

into her “old heart still undaunted by defeat”. 

sua disperante passio- 

The lightning struck and no room was left for 

ne: «Come un mistero 

anything else, not even her beloved literature. 

Sibilla plunged into a state of rapt inactivity 

sacro questo fanciullo 

and silent contemplation of the 

love she had awaited all her life. 

non generato dalle mie 

It was in fact Matacotta who 

viscere mi ha fatto ma- 

made her start the diary, which 

was to be published under the 

dre del suo spirito. Io 

title Un amore insolito, in order 

to keep her from idleness. Capri 

che il figlio da me par- Laura Morante nei panni 

was the scene of their early love. 

torito non potei alleva- 

di Sibilla Aleramo nel film 

“Un viaggio chiamato amore”. 

The island she described as “a 

spontaneously happy land not 

re se non da bambino, Laura Morante as Sibilla Aleramo 

made for sorrow” became a 

mi son trovata nel mio 

in the film “Un viaggio chiamato amore”. 

radiant love nest. Blithely 

indifferent to the considerable 

tramonto di fronte a questa seconda e servizio militare 

difference in their ages, the 

couple lived in a dream, 

più profonda missione». 

al quale sarà pre- 

alternating romantic walks with 

Erano così passati tre anni, con nusto chiamato Fran- 

intense hours of writing, and 

often ending up in the evening at 

merosi viaggi in Italia e in Grecia, con co a ritardare quello che era già un the Caffè Morgano, an authentic “laboratory 

of human biology”, where they could relax 

sempre più brevi permanenze nella amore in crisi. 

and observe the island’s eccentric 

soffitta romana, quando cominciaro- Anche a Capri la guerra cominciava a 

international clientele. 

The first months of passion were spent 

no a manifestarsi i primi scricchiolii. dare i primi segni. L’isola non viveva between Capri and Sorrento, in frenzied 

travel that deceived Sibilla into thinking that 

Sibilla volle allora tornare ancora una più nella solita spensieratezza. Molti her new love would last forever. She saw 

volta a Capri, nell’illusione che tutto villeggianti europei e americani se ne 

Capri in particular as a haven where she 

could be free to live her great passion to the 

potesse continuare come un tempo. erano allontanati. E alla scrittrice non full. When they went to Rome for short 

La stesura del diario, nella sua data restava che annotare: «Quanti allarmi 

periods, they would lock themselves away for 

days in another refuge, penthouse crammed 

di nascita, a partire proprio dal no- che si susseguono, quasi ogni sera or- 

with books and papers, where the writer had 

gathered together all her memories but 

vembre 1940, porta il segno indelebimai! D’un sarcasmo sinistro, nella worked less and less frequently. Her heart 

le di una rivelazione, di una storia or- pace dell’isola, nel chiarore lunare, e 

and mind were now devoted solely to her 

beloved, chosen as the great love of her life. 

mai avviata verso la conclusione. 

Forse però sarà proprio la guerra e il 

con Giove fulgido nel mezzo del fir- As she wrote in her diary, “I have given him in 

all these years the entire sum that there is 

mamento». E ancora: «…si stanno in me of refined, purified and enlightened 

88 

▼

STORIE 

installando batterie antiaeree in vari ri, destinazione Macomer, non passa- 

punti dell’isola». Le notti per Sibilla no che poche settimane che Sibilla si 

furono sempre più malinconiche e in- precipita a raggiungerlo, spinta da 

sonni. Franco appariva come distrat- un’insopprimibile desiderio. S’imbarto, 

a tratti sfuggente, e lei cercava di ca allora su un traballante idrovolante 

intuirne il perché annotando mesta- e coraggiosamente lo insegue tra Camente: 

«Quel mio sacrifizio iniziale gliari e Sassari, prima di raggiungerlo, 

forse gli uomini che ho amato non me due giorni dopo, in un malandato al- 

lo hanno perdonato in cuor suo – e bergo di provincia dove può ancora 

che credo che neppure Franco me ne una volta stringerlo tra le braccia. Si- 

assolva. Eppure, Franco ed essi tutti, billa però sente che Franco è sempre 

ne hanno beneficiato, trovando in me, più assente e lei stessa si convince del- 

oltre che l’innamorata, la madre…». l’ineluttabilità della fine, annotando 

Riflessioni amare e sconvolgenti. nel diario: «Sento l’imminenza del no- 

Quando arriva la chiamata alle armi stro distacco. Sarà fatale un giorno la- 

Sibilla ne è terrorizzata. Scrive: sciarsi, – ed è questa fatalità che ha 

«Franco dovrà presentarsi soldato ai costituito il tragico del nostro rapprimi 

di gennaio…Abbiamo 

il cuore stretto. 

Parliamo poco. Come 

un gurgito di rinnovata 

tenerezza ci stringe l’uno 

all’altro…il tempo 

non potrebbe essere 

peggiore: bufere di 

vento, nevischio, lampi». 

Non si dà pace e 

impegna tutte le sue 

conoscenze, per sottrarlo 

alla chiamata, e 

poi, una volta destinato 

in Sardegna, a farlo 

tornare a Roma. Proprio 

in Sardegna vivrà 

quella che lei stessa 

chiamerà la mia “odissea 

sarda”. Dopo averlo 

accompagnato a Ci- Un’immagine giovanile di Sibilla Aleramo, nome d’arte 

di Rina Faccio. 

vitavecchia alla nave 

The young Sibilla Aleramo, whose real name 

che lo porterà a Caglia- was Rina Faccio. 

90 

▼ 

GRAZIA NERI 

life, I have believed him worthy of the gift, 

predestined to receive it, the only one after so 

many. I believed it then and believe it now.” 

Probing deeper into her generous heart, she 

continued: “And I know what there is about 

me that attracted Franco… Everything that 

has been life in me, the virtue, love and 

destiny of poetry, it is certainly this, but poetry 

embodied, made into life and vital force.” 

Despite the impetus of passion, Sibilla began 

to see how complex her feeling for Franco 

was and how much it resembled her tragic 

motherhood. It was with sorrow that she 

wrote these words in the diary that had now 

become the faithful mirror of her desperate 

passion: “As in a sacred mystery, this child 

not born of my womb has made me the 

mother of his soul. Incapable of bringing up 

the son I gave birth to except as a child, I 

have found myself faced with this new and 

deeper mission in my twilight years.” 

Three years had gone by, with numerous 

journeys in Italy and Greece and increasingly 

short stays in the Roman penthouse, when 

the first warning signs appeared. Sibilla 

wanted to return once again to Capri, in the 

illusion that everything could continue as 

before. Awareness that the affair was coming 

to an end hangs over the diary started in 

November 1940 from the very outset. 

It may, however, have been the war and 

Franco’s military service that postponed the 

end of a relationship that was already on the 

rocks. 

The first signs of the war were also becoming 

apparent on Capri, which lost its customary 

carefree atmosphere. Many European and 

American visitors had left. As Sibilla noted, 

“How many alarms, one after the other, 

practically every night! Such sinister sarcasm 

in the peace of the island, in the moonlight, 

with Jupiter gleaming in the midst of the 

firmament… They are installing anti-aircraft 

batteries in various points of the island.” 

Sibilla’s nights were increasingly melancholy 

and sleepless. Franco was preoccupied, 

sometimes evasive, and she sought 

disconsolately to understand why: “It may be 

that, in their hearts, the men I have loved 

have never really forgiven me my initial 

sacrifice, and I don’t believe that even Franco 

considers me blameless. And yet Franco and 

all the rest of them have benefited from it, 

finding in me not only a lover but also a 

mother.” Bitter and upsetting reflections. 

Sibilla was panic-stricken when Franco was 

called up: “Franco has to report for duty at the 

beginning of January… We are sick at heart 

and speak little, clinging to one another in 

renewed tenderness… The weather couldn’t 

be worse: gales, sleet, thunder and lightning.” 

She knew no peace and used all her 

influence in an effort to have him exempted 

from military service, and then to have him 

recalled to Rome once he had been posted 

▼

STORIE 

porto, tragico sempre crescente e che 

ora minaccia di soverchiarmi». Sibilla, 

però, ancora innamorata, non vuol 

rinunciare, anche se è costretta a scrivere: 

«Sofferenza, sofferenza. Abbiamo 

avuto altri periodi io e Franco 

d’angosciosi dissensi, in cui ci pareva 

a tratti di non poter oltre sopportare 

la vita in comune e perfino ci parve di 

non più amarci. Li abbiamo sempre 

superati. Ma in questi giorni lo sgomento 

minaccia di travolgere ogni nostra 

più profonda difesa. 

Siamo alla deriva. 

Incapaci di vedere più 

chiaramente dentro di 

noi. Sbattuti, cenciosi». 

La guerra, con le sue 

immani tragedie, alimenterà 

una corrispondenza 

fitta e numerose 

pagine dolorose 

del diario. Franco le 

scriverà, alla fine del 

conflitto, una lettera 

d’addio, ricordandole 

con cinismo: «Della 

nostra lunga storia si salvano soltanto 

due stagioni, una mia, una tua. La 

mia quando tornai tra la mia gente, 

che combatteva contro i tedeschi per 

sopravvivere e mi unii a loro. La tua, 

quando nell’inverno di Roma occupata, 

sei rimasta senza di me, dotata 

solo della tua forza e della tua sofferenza, 

che era la forza e la sofferenza 

di migliaia di altre donne intorno a 

te, le donne e le madri che si angustiavano 

per i due chilogrammi di 

pane da dare ai loro figli». E il nostro 

92 

amore, si domandava angosciata Sibilla? 

Nel 1947, quando Franco si sposa, è 

tutto finito. Si era spenta anche l’ultima 

illusione. Sibilla continuerà però a 

covare nel cuore quell’amore impossibile 

che le farà scrivere ancora nel 

1954: «Mi sento atterrita dinanzi alla 

grandezza di quella mia ultima, per 

fortuna, illusione d’amore». Fino alla 

definitiva ammissione della sconfitta, 

tre anni dopo: «Mi sono chiesta come 

ho potuto talmente illudermi e per 

tanto tempo che quel ragazzo mi 

amasse». 

Sibilla sopravvisse fino ad ottantaquattro 

anni, spegnendosi nel 1960. 

Nonostante l’ultima atroce disillusione, 

rimase fino alla fine fedele alla 

sua indomabile utopia di credere nell’amore 

e nella poesia alla quale chiedeva 

che le fossero restituiti i suoi 

tanti, infelici amori scrivendo: «…e tu 

che sei mai poesia, / se fra le mie mani 

non riporti il suo viso?». 

■ 

A. BISCARO - SIE 

to Sardinia. Her own “Sardinian Odyssey” 

came after she had accompanied him to 

Civitavecchia and the ship that was to take 

him to Cagliari on route to Macomer. Driven 

by irresistible longing, Sibilla then dashed off 

in pursuit a few weeks later. She took off in a 

rickety seaplane and courageously followed 

him back and forth between Cagliari and 

Sassari before catching up with him two days 

later in a rundown provincial hotel, where she 

was able to hold him in her arms once again. 

Sibilla felt, however, that Franco was slipping 

away from her and came to see that the end 

was inevitable: “I feel that our breakup is 

imminent. We will inevitably part one day, and 

it is this inevitability that has constituted the 

tragedy of our relationship, an ever-growing 

tragedy that now threatens to overwhelm me.” 

Still in love and determined not to give up, 

Sibilla was, however, forced to write these 

words: “Suffering and sorrow. Franco and I 

have known other periods of harrowing 

disagreement when it sometimes seemed 

impossible to go on living together and even 

as though we no longer loved one another. 

We always got through them. But the anguish 

of these days is threatening to break down all 

our deepest defenses. We are adrift, no 

longer able to see clearly inside ourselves, 

battered and bedraggled.” 

The war, with its appalling tragedies, was to 

fuel an intense correspondence and 

numerous grief-stricken pages of the diary. 

Franco was to write her a farewell letter at the 

end of the war with this cynical observation: 

“Only two meaningful periods emerge from 

this long affair of ours, one mine and the 

other yours. Mine was when I returned among 

my people, who were fighting against the 

Germans in order to survive, and joined them. 

Yours was the winter you spent in occupied 

Rome without me, endowed only with your 

strength and your sorrow, which were the 

strength and sorrow of thousands of other 

women around you, women and mothers sick 

with worry about finding the two kilos of bread 

to give their children.” “What about our love?” 

wondered the anguished Sibilla. 

When Franco married in 1947, it was all over. 

The last illusion had crumbled, but Sibilla 

went on cherishing that impossible dream in 

her heart. Even in 1954 she could still write: “I 

tremble before the greatness of what was, 

fortunately, my last illusion of love,” The final 

admission of defeat came three years later: “I 

wonder how I could have deceived myself for 

so long into thinking that boy loved me.” 

Sibilla lived to the age of eighty-four and died 

in 1960. Despite her last heart-rending 

disappointment, she remained faithful till the 

very end to her unshakable utopian belief in 

love and in poetry as a way of reliving her 

many ill-fated love affairs: “what poetry are 

you / if you do not bring his face back into 

my hands?” 

■

CAPRI-Review 

LA PIAZZETTA 

94 

È arrivata a Capri in elicottero la miliardaria 

americana Ivana Trump. ❶ Partita da Napoli, 

dopo un breve volo è atterrata all’eliporto di 

Damecuta che è stato da poco riaperto. Sono 

tornati sull’isola anche Marco Tronchetti Provera 

e la moglie Afef ❷. 

Dopo aver tenuto a battesimo a Napoli la nuova 

nave da crociera Costa Mediterranea la 

bellissima Ines Sastre ❸ è stata avvistata al 

largo di Capri su un mega yacht inglese. Immortalata 

dall’obbiettivo del fotografo nelle acque 

di Capri anche la top model Naomi 

Campbell ❹ a bordo del Nafisa, lo yacht dell’industriale 

Wolf Chitis. 

Avvistate sull’isola anche tre bellezze dello 

spettacolo italiano: Pamela Prati ❺, Martina 

Colombari ❻ fotografata in Piazzetta con Billy 

Costacurta e Maria Grazia Cucinotta ❼ 

insieme al marito Giulio Violati. 

FOTO: CAPRIPRESS-FOTOFLASH 

❷ 

❹ 

❶ 

❸

❻ ❼ 

❺ 

95

SHOPPING 

Come in 

un romanzo 

La nuova collezione 

di Gianfranco Ferré è ispirata 

alla Francia 

di Napoleone 

di ANNA MARIA BONIELLO 

98 

Èl’ultimo arrivo vip di 

via Camerelle. Gianfranco 

Ferré, lo stilista 

più amato dalle dive, si 

è posizionato in una delle più esclusive 

e ampie boutique della strada. 

All’interno dello show room caprese 

i toni del rosso caldo e profondo a 

lui così cari. 

Silhouette sinuose, scivolate e fluide 

le forme grazie a tessuti come la 

georgette e il satin. Segni orientali, 

discreti e precisi, sono cosparsi in 

un po’ tutte le tipologie di un 

guardaroba assolutamente occidentale. 

Sono questi i punti che caratterizzano 

i capi per l’estate che si 

trovano nella boutique di via Camerelle 

dove presto arriveranno le 

nuove proposte della collezione autunno-inverno 

che vede la donna 

come una moderna Joséphine de 

Beauharnais.

«Mi sono lasciato conquistare da un 

gioco di costruzione e decostruzione 

delle forme, che è anche un gioco 

con la storia, con un’epoca che 

ritengo mirabile, – dice lo stilista – 

perché ha visto i canoni dell’eleganza 

cambiare e diventare moderni, 

perdere leziosità e acquisire purezza 

ed energia. Con un’intenzione 

assoluta di modernità, ho esplorato 

certi segni estetici del Direttorio e 

del primo Napoleone, uomo di 

grandissima forza e di eloquente 

eleganza, nato guarda caso il 15 

agosto, come me». 

Manipolando le suggestioni della 

storia Ferré ha così ridefinito l’architettura 

degli abiti, sperimentando 

assonanze nuove tra i pezzi del 

guardaroba. 

Incredibili tagli a rettangolo di 

georgette creano abiti che cadono a 

colonna sul davanti, con il seno altissimo 

appena velato e sostenuto 

da piccole imbottiture e fasce ricamate, 

e acquistano sontuosità sul 

dorso perché si allungano in uno 

strascico trattenuto a terra dall’orlo 

di velluto pesante. Abiti dalla 

scollatura abissale si combinano a 

t-shirt. Pizzo e drappeggi che muovono 

le maniche disegnano una 

nuova, incantata versione della camicia 

da notte di Paolina. 

Il cappotto assume una conformazione 

bombata per le pinces cucite a 

spirale che generano ruches. Le maniche 

raddoppiano la prestanza 

perché i polsi si rigirano sin quasi 

alle spalle. 

Il trench e il blouson dal collo doppio, 

alto e sostenuto, simile al pastrano 

degli ufficiali della Grande 

Armée, sono chiusi e solcati da zip 

che si possono aprire parzialmente 

per creare i revers, oppure del tutto 

per trasformare, a sorpresa, il capo 

in marsina. ■ 

99

più ampi sulla scarpa. Le gonne al ginocchio, 

strette in vita sono anch’esse 

più larghe verso il fondo. 

Forte la presenza della pelliccia, anche 

se nessun pezzo è realizzato esclusivamente 

in questo materiale ma viene 

utilizzato per decorare polsi, colli e cinture 

e si combina spesso con altri tessuti, 

tutti molto leggeri. Vari i colori 

che non sono mai brillanti ma hanno le 

nuance del verde pallido, del rosa, del 

blu inchiostro. 

I capi firmati Tom Ford a Capri si trovano 

nelle due boutique di via Camerelle 

dove è possibile scegliere tra tutta 

la gamma dei prodotti griffati Gucci e 

accedere alle anteprime di ogni collezione. 

Nelle boutique capresi si trovano, 

naturalmente, anche le attesissime 

nuove borse firmate Gucci, un’ampia 

scelta di calzature oltre alle proposte 

della collezione da uomo. Una collezione 

che per il prossimo inverno propone 

pantaloni aderenti ai fianchi e sulle cosce 

che però terminano svasati in una 

sorta di morbido drappeggio e che 

vengono abbinati a maglie dal collo alto 

oppure a t-shirt indossate con foulard 

annodati al collo in modo da creare 

lo stesso effetto allungato. Il colore 

predominante è il nero ma c’è anche 

tantissimo rosso, beige e bianco.che 

propone però anche toni più chiari come 

i beige, l’avorio e il pietra. Le giacche 

sono attillate, con maniche strette 

e spalle naturali e hanno silhouette 

monopetto a due bottoni con revers 

ampi. I pantaloni, portati bassi sui 

fianchi, scendono ampi e destrutturati 

lungo la figura. ■ 

101

Shopping 

Le novità 

da indossare, 

collezionare, 

gustare, 

e da non 

perdere 

di vista 


gli orologi Rolex si trovano 

da Alberto e Lina 

via Vittorio Emanuele, 18 

tel. 081.837.0643 

102 

INTRAMONTABILE OYSTER 

Sapiente fusione di sportività ed eleganza l’Oyster 

Day Date rimane ancora oggi uno degli orologi 

più ricercati ed apprezzati in assoluto, un 

modello con cui la Rolex ha segnato in maniera 

indelebile la storia dell’orologeria moderna. 

Aggiustamenti stilistici accompagnano da sempre 

la naturale evoluzione di questo modello senza 

mutarne minimamente il disegno generale. Ecco 

allora il Lady-Datejust in oro bianco 18 ct. con lunetta 

zigrinata, bracciale Oyster e quadrante in 

madreperla rosa con dieci brillanti; il Day-Date in 

oro bianco 18 ct. con lunetta zigrinata, bracciale Oyster 

e quadrante Rhodium con cifre romane e il Datejust 

31 mm in oro bianco 18 ct. con lunetta zigrinata e bracciale 

President con maglie piene. 

BUON VENTO CON LORO PIANA 

Loro Piana conferma la propria affinità con il mondo della vela con la nuova linea Defender 

2003 Edition realizzata con il tessuto Zeelander Light Frame trattato Storm System. 

Tra i capi proposti c’è la Bow Jacket, il cui nome significa “prua” in quanto 

pensata per i prodieri che in navigazione necessitano di capi che garantiscano libertà 

di movimento. Corta in vita, chiusa da zip e con numerose tasche porta oggetti, 

è interamente foderata in cotone perfettamente traspirante ed è dotata di gonnella 

antivento. 

Accanto alla Bow Jacket il Defender lungo in versione 2003. Si tratta della naturale evoluzione 

del Defender grazie all’aggiunta di nuove tasche, due delle quali ospitano i 

cappucci, e alla possibilità di rimuovere la gonnella interna 

antivento per offrire maggiore comfort 

se indossato in città o in viaggio. Chicca 

della collezione la salopette in Zelander 

Light Frame Storm System 

tre strati sfoderato. È dotata 

di bretelle elastiche 

mentre i pantaloni 

sono stretti in vita 

da una cintura regolabile 

e chiusi al fondo 

con elastici e velcro. 


Loro Piana 


tel. 081.838.8221

SPORTSWEAR DI CLASSE 

Cotton Belt ha attinto a piene mani l’energia dall’estate 

e l’ha trasferita ai tessuti, alle forme, ai colori. 

Dal bianco verso il beige passando per l’ecrù, i 

cotoni si animano di colore e prendono consistenza 

con righe e stampe hawaiane. Sulle camicie si alternano 

tinte unite a fantasie e a macro pois oppure 

si rincorrono righe multicolori. Gli stessi motivi 

si ritrovano sulle polo in piquet dove il dettaglio di 

un collo in denim o l’aspetto “old” aggiungono un 

tocco di raffinatezza. Tinte unite e ancora righe per 

i pantaloni e per i bermuda realizzati in cotone o in 

lino delavé. L’immancabile denim, tessuto indispensabile 

per ogni stagione, si veste di nuovo con 

gessature in rilievo sui pantaloni e con interpretazioni 

comfort. 

TUTTI I COLORI 

DELLA PELLE 


Fisico 


tel. 081.837.0826 

LO SCRIGNO 

DI FISICO 

Una spilla bizantina, un cuore incastonato 

di preziosi, una croce gotica 

di smeraldi e diamanti. Stampate, 

stilizzate, ricostruite, tatuate, le pietre 

incrostano i bikini, brillano come 

caleidoscopi di colori, marchiamo le 

t-shirt, trasferiscono il ricordo sui 

tessuti dei costumi da bagno e degli 

abiti da sera di Fisico. La seta elasticizzata 

capace di regalare un particolare 

effetto pelle si presta alle forme aderenti dei costumi e ai drappeggi degli abiti. I volant increspano i pantaloni 

con nuove forme e silohuette, si fanno a ruota per le maniche sensuali. 

Colore come denominatore comune, colore 

per enfatizzare tutte le possibilità di 

toni e sfumature che solo un materiale 

come la pelle può assumere. Pelle come 

base dominante di ogni possibile lavorazione: 

intrecciata, intarsiata, trattata con 

abili decoupage, abbinata a sete, reti e 

cotoni. È un’immagine giovane quella 

che arriva dalla collezione al femminile 

di Trussardi elaborata su forme basiche 

come blouson o trench, camicie o t-shirt, 

gonne o pantaloni, sempre arricchiti da 

nuovi elementi inattesi ed ironici. Dettagli 

stravaganti in opposizione alle 

forme, borse di ogni dimensione e 

scarpe all’insegna del gioco. Per 

lui ci sono i pezzi classici “ripescati” 

da diversi luoghi, sport, lavori 

ed epoche: blusotti da golf e 

tanker jackets, trench inglesi degli 

anni Sessanta, cardigan di 

pelle-tessuto e polo degli anni 

Cinquanta, camicie 

hawaiane e camicie 

bowling, pantaloni da 

marinaio, cargo pants e 

jeans anni Settanta 


Trussardi 

è in piazzetta 

Umberto I 

103

Shopping 

LA RICERCA 

DELL’ECCELLENZA 

Capi confortevoli in filati pregiati tutti creati 

seguendo lo stesso approccio filosofico che guida Avon Celli nella sua ricerca 

dell’eccellenza. L’esigenza di un vestire sportivo ma glamourous si concretizza 

con capi informali pensati per week-end nei club più esclusivi dove 

il tempo trascorre tra campi da golf, partite di tennis e momenti di puro 

relax. La maglieria si veste così del cotone sea island, fresco, traspirante 

e dalla mano particolarmente morbida proponendo pullover, polo e gilet senza 

maniche di ispirazione college, rasati o con fantasie di punti e trecce. 

La collezione da donna si ispira alle suggestioni di luci e colori del Mediterraneo, con 

una gamma di toni azzurrati, malva, giallo sole, verde e infiniti bianchi. Le silhouette sono 

pulite e modellate dal corpo oppure ampie e rilassate dando quindi la possibilità a 

chi le indossa di creare il proprio stile personale attraverso combinazioni di colori, texture 

e forme. 


i costumi 

DEE DEE 

si trovano da Sud 

in via Camerelle 

SULLA SPIAGGIA CON DEE DEE 

DEE DEE, ovvero Daniela, Eleonora ed Elisabeth. Due architetti 

d’interni, Daniela Di Matteo ed Eleonora Tersigni, ed Elisabeth Laghi, 

la viaggiatrice ufficiale del gruppo sempre alla ricerca di novità. 

Tre amiche da sempre che quasi per gioco hanno creato una moda 

mare basic e giovanile. All’insegna della semplicità e del comfort i 

bikini DEE DEE hanno forme e proporzioni in grado di garantire 

vestibilità e tessuti innovativi, leggeri e veloci nell’asciugarsi.

L’EVOLUZIONE DEL TEMPO 

L’AUTUNNO CALDO 

DI VUITTON 

È ispirato al mondo dei biker americani Dior 66 

Aviator, l’orologio che la maison francese propone 

sia nella versione acciaio che in quella placcata 

oro. Più che mai di tendenza la collezione Dior 

Aviator mostra il tempo in 

tre modalità: tradizionale 

ed elegante con un semplice 

cinturino in cuoio; in 

versione sellaio, con un cinturino 

più ampio, in cui al 

bracciale si aggiunge il 

cuoio e più trendy su una 

fascia con motivi jacquard 

che rappresenta il motivo 

immediatamente riconoscibile 

della nuova stagione 

Dior. Anche il Malice, con 

il suo famoso cinturino intercambiabile, 

trasforma il 

suo look per adattarsi alla 

nuova tendenza. 

Sembra tagliata su misura per una moderna 

Giovanna d’Arco la collezione Louis 

Vuitton per il prossimo autunno-inverno. 

Cappotti e giacche in cashmere doppiopetto 

con spalle bombate sono costruiti 

come protettive armature. I tagli geometrici 

giocano con le gonne che lasciano 

quasi sempre scoperto il ginocchio. Dal 

guardaroba maschile arrivano i pantaloni 

rigati in gabardine di lana antracite, i cappotti 

double face e i pull senza maniche a 

grandi trecce. 


gli orologi Christian Dior 

si trovano 

da Gem 

Design Jewels and Watches 

piazzetta Umberto I 

ELEGANTI ARMONIE 

È un’eleganza che non ha bisogno di mettersi 

in mostra per apparire quella degli abiti firmati 

Brioni. Nelle raffinate boutique le collezioni 

per l’estate propongono giacche al maschile 

destrutturate in drill di cotone regimental nei 

colori coloniali e travel jacket in gabardine color 

sabbia. Per lei l’ispirazione arriva dalle divise 

dei club e prevede blazer superclassici ma 

tinti di rosa oppure in tessuti stampati dal sapore 

esotico, travel jacquet in lurex oro o camoscio, 

giacche safari con bottoni in raffia e 

toppe di camoscio sui gomiti. 


Louis Vuitton 


tel. 081.837.6799 


Brioni 

è in via 

Vittorio Emanuele

Shopping 


Strenesse 


Tel. 081.838.8212 

106 

UN TOCCO 

DI CLASSE 

È un omaggio alla femminilità 

la collezione estiva realizzata 

da Gabriele Strehle. Gonne e 

vestiti si alternano in un 

gioco di somiglianze 

che mette sempre 

a fuoco il 

punto vita. Tessuti 

come jeans, cotone, denim 

e seta lavata danno vita a un look volutamente casual. 

Non mancano, come sempre, i dettagli di alta 

sartoria tipici delle collezioni Strenesse, la vera differenza 

per le intenditrici. Un tocco di classe anche nei 

tanti accessori proposti. 

QUEI FAVOLOSI 

ANNI VENTI 

Ci porta indietro nel 

tempo, la collezione estiva 

Trend Les Copains disegnata 

da Antonio Marras. 

Pantaloni e camicie 

in seta e in materiali 

sportswear, abiti lunghi 

con scollature profonde 

all’americana, costumi 

con piccole coulotte al 

posto degli slip, hotpants 

morbidi da abbinare a 

camicie dalle maniche 

lunghe che si allargano 

verso il fondo. 


i capi Les Copains 

si trovano da Massa 

via Vittorio Emanuele, 36 

tel. 081.837.0621

CAPRI auto 

Il lusso 

di essere piccola 

Ha debuttato in Piazzetta la nuova generazione 

della Micra, l’utilitaria di lusso di casa Nissan 

Capri anche 

perché ha qualcosa in 

«Amo 

comune con le nostre 

automobili». 

Non è una frase profana come 

potrebbe sembrare questa di Giuliano 

Musumeci Greco, detta 

mentre una nuova Micra ammaliava 

i presenti sulla piazzetta della Funicolare. 

È lui stesso a spiegarcelo: 

«Capri è un luogo non solo naturalisticamente 

bellissimo, ma è un luogo dove si sta bene, 

dove tutto sembra fatto per regalare serenità, comfort, gioia, 

piacere. Proprio quello che abbiamo voluto quando ci siamo 

accinti a progettare la nuova Micra, un’automobile che offre il 

vero piacere di guida e non è solo bella e funzionale. Regala 

inoltre la tranquillità perché non si rompe mai ed è prima nelle 

classifiche sulla soddisfazione dei clienti nella sua categoria. E 

come Capri è piccola ma ospita personalità internazionali da 

tutto il mondo ed è un fulcro di cultura e d’arte, Micra è sì piccola, 

ma è un’auto di lusso con accessori e livelli di sicurezza 

che normalmente sono tipici di auto ben più grandi e costose». 

Ma perché Giuliano Musumeci Greco mette tanta passione in 

queste sue parole? Perché è alla guida di Nissan Italia da oltre 

dieci anni e «la Micra – dice – è come una figlia che ha dato 

grandissime soddisfazioni da quando nel 1993 irruppe nel segmento 

delle auto medio-piccole conquistando immediatamente 

il titolo di Auto dell’anno. La sua simpatia, la sua eleganza e il 

108 

EDI TEAM 

piacere di guida ne fecero presto un 

fenomeno e un formidabile caso di successo 

che oggi si sta ripetendo con questa nuova generazione 

che rinnova i propri valori nello spirito del nostro 

tempo: l’idea estetica del tuttotondo di leggero gusto retrò e la 

capacità innovativa della sofisticazione tecnologica Nissan, intelligente, 

fruibile, utile, che infonde un gran senso di benessere 

quando si viaggia a bordo». 

Ma vediamo com’è fatta questa nuova Micra che tanto entusiasmo 

sta suscitando anche nella clientela. Tralasciamo la bella e 

simpatica linea, che si può ammirare nelle immagini e che è 

molto personale, soffermiamoci sugli interni che hanno design e 

colorazioni di grande gusto ed eleganza, tanto che sedendosi al 

posto di guida si ha l’impressione di essere davvero su un’automobile 

di categoria superiore. E non è solo un’impressione perché 

gli accessori sono proprio quelli di un’ammiraglia, a iniziare 

dalla chiave intelligente, ovvero quel sistema che consente di 

aprire e chiudere, nonché mettere in moto l’auto senza usare la 

chiave: basta tenere in tasca una tessera elettronica che dialoga

con la centralina dell’auto; poi il climatizzatore automatico, i 

comandi radio al volante, la “illuminazione amica” che permette 

di lasciare accesi i fari per un tempo prestabilito in modo 

da illuminare il cammino verso casa; se invece si dimentica la 

luce accesa a motore spento, questa verrà spenta dopo un certo 

tempo onde salvare la batteria. E ancora, il tergicristallo posteriore 

che si mette automaticamente in funzione inserendo la retromarcia 

se quelli anteriori sono attivi. Ma non basta, come 

optional – utilissimo – si possono avere i sensori per l’aiuto parcheggio 

così che viene emesso un segnale acustico quando il 

muro del garage o un’altra auto stanno per essere urtati. E si 

può avere anche il navigatore satellitare con un grande schermo 

estraibile inserito nel cruscotto. Insomma, un’auto che si fa 

concretamente carico della qualità di vita di chi l’acquista. Per 

quanto riguarda i motori c’è una vasta scelta, a benzina o diesel: 

a benzina ci sono tre cilindrate, 1000, 1200 e 1400, tutti 

Euro 4, a 16 valvole con doppio albero a camme in testa e potenza 

da 65 a 88 cavalli per oltre 170 km/h di velocità massima. 

Due i TurboDiesel Common Rail 1500 cc, da 65 e 82 ca- 

EDI TEAM 

di VALERIO ALFONZETTI 

valli. Il cambio può essere a 5 marce o automatico e quest’ultimo 

è una scelta molto intelligente e gradita agli utenti Micra 

che numerosissimi hanno acquistato la Micramatic. 

La sicurezza, infine: a parte la struttura della carrozzeria progettata 

per resistere e assorbire gli urti più pericolosi, ci sono 

airbag frontali e laterali, poggiatesta anteriori attivi e attacchi 

Isofix per i seggiolini di sicurezza dei bambini. Per la sicurezza 

attiva c’è l’ABS con EBD e a richiesta il controllo di stabilità 

ESP. Tutte queste sono comunque descrizioni più o meno complete, 

che possono solo dare un’idea di quello che è la Micra. 

Per capirla bene (e probabilmente innamorarsene) occorre provarla 

come abbiamo fatto noi, apprezzandone anche l’accelerazione 

vivace (con qualsiasi motore la si scelga) la silenziosità di 

marcia in autostrada, la stabilità in curva e la frenata molto efficiente 

che consentono persino una guida sportiva. Chi non è 

abituato a guidare come un forsennato, e soprattutto le signore, 

apprezzeranno però maggiormente la facilità con cui la Micra si 

lascia guidare e la leggerezza dello sterzo, dotato di servo elettrico 

che lo regola a seconda della velocità, leggerissimo in ma- 

novra da fermo e con la giusta sensibilità alle velocità elevate. 

Aggiungiamo a tutte queste doti i consumi ridottissimi, soprattutto 

nelle versioni Diesel che percorrono fino a 25 chilometri 

con un litro senza bisogno di particolare attenzione nel non 

schiacciare troppo l’acceleratore. Bene, dopo averla provata, 

l’entusiasmo del Presidente ci sembra ben giustificato. 

■ 

109

ARREDAMENTO 

Per vivere 

all’aperto 

Angoli di verde 

tutti da abitare 

con le proposte 

firmate Unopiù 

Sulle terrazze delle più belle 

città italiane ed europee, nelle 

verande dei casali della Toscana, 

intorno alle piscine della 

Costa Azzurra, della Costa Smeralda e di 

Capri. In tanti luoghi rinomati nel mondo 

come magnifici paradisi, le strutture e 

gli arredi Unopiù si sono moltiplicati e 

sono diventati negli anni modelli di riferimento 

per i cultori di una bellezza senza 

tempo. 

Con un gusto ormai inconfondibile e 

110

unico, Unopiù 

propone da 25 anni arredi 

pensati per vivere all’aperto in sintonia 

con l’ambiente circostante. Ispirati 

alla natura solare e benigna del Mediterraneo, 

i complementi d’arredo Unopiù 

sono tutti accomunati da una stessa ricerca 

per la cura dei particolari, il design, 

Dal sapore campestre il cesto da picnic 

in giunco con cinghie di chiusura. 

Viene proposto insieme 

a un morbido plaid. 

l’eleganza, 

per una 

qualità superiore 

che dura nel 

tempo. 

Se ben progettate, le superfici 

esterne possono trasformarsi in ambienti 

confortevoli ed accoglienti, da sfruttare 

durante i caldi giorni estivi per rilassarsi 

o trascorrere qualche ora in compagnia. 

Ecco così che gazebo e pergole, nelle sfu- 

mature calde e naturali del legno o con 

le romantiche forme del ferro battuto, 

individuano volumi ben definiti da arredare 

come vere e proprie stanze all’aperto 

con le numerose proposte di Unopiù. 

Tra le nuove proposte c’è la panca-divano 

Madison dal design sospeso tra 

essenzialità orientale e calore mediterraneo. 

Bassa e profonda, è realizzata in 

legno di teak e la sua struttura è completata 

dal morbido spessore del cuscino 

imbottito studiato per la seduta. Legno 

di teak anche per Gulliver, l’originalissimo 

lettino estensibile che quando 

è chiuso può essere riposto in piccoli 

spazi. Utile, funzionale, curata in ogni 

singolo dettaglio e facilmente collocabile 

in ogni giardino, Calipso è la doccia 

studiata per l’esterno e composta da 

una piastra di base, un palo di teak e 

un’asta in ferro zincato. Può allacciarsi 

in modo fisso a una rete 

idrica sotterranea ma è anche 

dotata di un attacco disposto 

sulla parte in legno che ne permette 

agevoli spostamenti. 

Dal catalogo Unopiù si possono poi 

scegliere tavoli, sedie, divani, poltroncine, 

sdraio, ombrelloni e tutto l’occorrente 

per vestire la tavola. Ma 

Unopiù è anche online con un sito 

(www.unopiu.it) che oltre a consentire 

una semplice e dettagliata ricerca è 

ispirato ad un sogno: attraverso una 

navigazione fantastica si scoprono 

ambientazioni in giardino, in veranda, 

in terrazza, in piscina e in tanti altri 

ambienti dove gli elementi Unopiù 

aiutano con il loro charme a realizzare 

magiche atmosfere. ■ 

111

114 

N E 

W 

S 

“Capri 

Arte, sport, 

cinema, 

cultura 

e altro ancora 

da Massalumbrese”, un dipinto di Gonsalvo Carelli esposto nella Pinacoteca Casa Rossa 

di Anacapri. Sotto, uno scorcio della Casa Rossa. 

LA PINACOTECA 

DI ANACAPRI 

È una straordinaria collezione di quadri che 

ritraggono l’isola tra l’Ottocento e il Novecento 

quella che si può ammirare nella Pinacoteca 

Casa Rossa di Anacapri inaugurata 

il 21 giugno scorso. 

Si tratta di 32 tele, opere di 

maestri italiani e stranieri 

della pittura che sono state 

raccolte nel corso di una vita 

dai fratelli Spiridione e Savo 

Raskovich. I due fratelli, irriducibili 

amanti dell’isola 

hanno ceduto in blocco al 

Comune di Anacapri le tele 

che raffigurano scene di vita 

popolare e scorci isolani. 

La Casa Rossa è stata negli 

anni adibita a varie attività 

sino all’acquisizione qualche 

M. MASTRORILLO 

anno fa al patrimonio dei Beni culturali con 

l’obiettivo di destinarla a centro studi e spazio 

espositivo. Un obiettivo che, grazie all’acquisizione 

della rarissima collezione, il 

sindaco di Anacapri Franco Cerrotta è riuscito 

a raggiungere in breve tempo. 

Considerata una della case storiche dell’isola, 

la Casa Rossa fu costruita tra il 1876 

il 1899 attorno a una trecentesca torre di 

difesa, poi ribattezzata Aragonese per i rifacimenti 

voluti da Federico I d’Aragona. 

Il suo nome è legato al colonnello dell’esercito 

americano sudista John Cly 

MacKowen che arrivato a Capri come turista, 

rimase ammaliato dalla bellezza del 

luogo e volle costruirsi una casa. Lo stravagante 

americano entrò in possesso dell’antica 

torre aragonese, la ingrendì costruendo 

vari ambienti, arricchendola di 

cortili, archi e decine di reperti archeologici 

– statue, colonne, bassorilievi – che ancora 

oggi la rendono un esempio unico di 

villa neoclassica.

NAPOLI IN LIZZA PER 

LA COPPA AMERICA 

Napoli è in lizza nella sfida per ospitare la prossima 

edizione dell’America’s Cup. «Questo 

golfo è un campo di regata semplicemente perfetto» 

aveva detto Russell Coutts, lo skipper di 

Alinghi, la barca con la quale gli svizzeri hanno 

riportato in Europa la Coppa America dopo 

152 anni. Arrivato a Capri 

per partecipare al Campionato 

mondiale IMS Rolex Cup, 

le regate che si sono svolte tra 

Capri e la penisola sorrentina 

lo scorso maggio, dopo aver 

“provato” il mare del golfo 

Coutts aveva fatto capire che 

Napoli aveva grandi chances. 

CAPRIPRESS 

Per una breve vacanza o 

per tutta la vita. Trovare 

casa a Capri adesso è più facile. Appartamenti, monolocali, 

ville di prestigio affacciati sull’incantevole scenario 

dei Faraglioni o nel cuore antico dell’isola, alle spalle 

della Piazzetta. Si possono visitare in un tour virtuale 

grazie al primo sito Internet operante nel settore delle 

intermediazioni immobiliari sull’isola azzurra. 

Collegandosi con www.capriimmobiliare.it si può 

subito individuare ciò che interessa, oppure si può 

chiamare il numero 347.4757276 per una trattativa 

rapida e diretta. 

Lo skipper di Alinghi 

Russell Coutts. 

E così è stato. Accanto all’unica italiana in lizza 

ci sono Marsiglia, Valencia, Maiorca e Lisbona. 

Ma per sapere chi sarà la prescelta bisogna 

aspettare fino al 15 dicembre Quel giorno il 

manager di Alinghi, Ernesto Bertarelli, che ha 

strappato il trofeo ai neozelandesi, annuncerà la 

sede della finale del 2007. 

A TUTTO COMFORT 

Aria condizionata e filodiffusione a bordo sono 

le novità che hanno caratterizzato l’arrivo dei 

primi cinque pulmini che l’A.T.C., l’azienda di 

trasporti campana, ha acquistato per rinnovare 

il suo parco auto adibito al trasporto pubblico. 

Tra breve dovrebbero sbarcare sull’isola altri sei 

nuovi autobus, che oltre all’aria condizionata e 

alla colonna sonora a bordo, sono attrezzati con 

moderne tecnologie e con un nuovissimo super- 

For a short vacation or a 

whole lifetime, it is now 

much easier to find a 

home on Capri, 

overlooking the 

enchanting spectacle of 

the Faraglioni or in the 

age-old heart of the island 

just off the Piazzetta. 

Take a virtual tour of 

splendid villas and 

apartments large and 

small for sale or rent with 

Capri Immobiliare, the 

only Website operating in 

the real-estate sector on 

the Blue Isle. By visiting www.capriimmobiliare.it you can 

immediately pick out what interests you or can call 

347.4757276 for rapid, direct service. 

www.capriimmobiliare.it 

115

116 

N E 

W S 

sicuro sistema 

frenante di nome 

Thelma. 

I bus Iveco sono 

la novità di questa estate e sin dal loro arrivo 

coprono in maniera confortevole e sicura il percorso 

dei quattro chilometri e mezzo che collega 

il porto di Marina Grande e la Piazzetta e i circa 

cinque chilometri tra Capri ed Anacapri. E 

l’azienda trasporti campana, che già ha aperto 

nuove frontiere con la card elettronica Unico 

Capri, promette una serie di novità e un attento 

restyling sui bus esistenti nella scuderia che 

transita sui nastri d’asfalto dell’isola azzurra. 

TU TI I NUMERI DI CAPRI 

Parte da Capri la prima guida-elenco telefonico 

“territoriale”. È infatti in distribuzione Pronto, 

Capri l’iniziativa editoriale che raccoglie al suo 

interno una guida-elenco dei numeri telefonici 

dei comuni di Capri e Anacapri, sia di telefonia 

fissa che mobile. L’acquisizione dei dati riguardanti 

gli utenti è avvenuta nel pieno rispetto 

delle normative sulla privacy, prelevando i numeri 

di telefonia fissa dai pubblici elenchi, 

Per poter ricevere a casa “CAPRI Review” oppure regalarla 

si può sottoscrivere un abbonamento annuale (2 numeri) inviando 

un assegno di e 13,00 per l’Italia e di e 18,00 per l’estero a: 

PRC - Via Germanico, 197 - 00192 Roma - Italy 

Si prega di indicare le proprie generalità e quelle eventuali della persona 

a cui si intende regalare la rivista. 

Those wishing to receive “Capri Review” in their homes or to make 

a present of it can make an annual subscription (2 issues), sending a cheque 

for e 13,00 (Italy) or e 18,00 (abroad) to: 

PRC - Via Germanico, 197 - 00192 

Roma - Italy 

Please give your full name and address, 

and those of any persons to whom you would 

like the magazine to be sent. 

PRC - tel. 06.3242833 fax 06.3242857 

e-mail: capri@prcsrl.com 

mentre quelli dei telefonini sono stati forniti direttamente 

dai titolari. 

Un’idea innovativa per venire incontro alle esigenze 

degli utenti di quei comuni costretti a 

“perdersi” nelle centinaia di pagine degli elenchi 

telefonici del gestore tradizionale. Attraverso 

Pronto, Capri sarà più facile trovare in pochi secondi 

un numero di telefonico. Formato tascabile, 

duecento pagine suddivise in ordine alfabetico 

con la tecnica della rubrica telefonica, Pronto, 

Capri sarà distribuito gratuitamente casa per 

casa e in tutte le attività commerciali dell’isola. 

Editore-inventore di Pronto, Capri è Felice Spinella 

che da anni si occupa di editoria e pubblicità 

sull’isola. «È un’idea che ho strappato ai 

francesi. Durante un viaggio di lavoro a Parigi 

ho notato la facilità con la quale i parigini riuscivano 

a trovare velocemente numeri telefonici 

di ristoranti, alberghi o abitazioni private attraverso 

dei mini elenchi cittadini diffusi un po’ 

ovunque. Ho così pensato di esportare sull’isola 

questa idea creando un elenco telefonico di Capri 

che fosse come una comoda rubrica. L’iniziativa 

ha già attirato gli interessi degli imprenditori 

del settore che stanno pensando di “comprare” 

i diritti e sfruttare l’elenco territoriale per 

realtà ben più grandi. 

AD ANACAPRI CON STILE 

È nato AnaCapri Life. Si tratta di un consorzio 

che raggruppa undici piccole strutture alberghiere 

anacapresi e rappresenta una coraggiosa 

e stimolante novità nel panorama turistico isolano, 

caratterizzato da iniziative “autonome” 

piuttosto che da sinergie e “unità d’intenti”. 

Undici piccole ed accoglienti strutture, ognuna 

con le sue specifiche tipicità ma tutte con quell’atmosfera 

calorosa e personalizzata propria

della gestione familiare, patrimonio dell’antica 

tradizione turistica del luogo. Il Consorzio, che 

ha già partecipato alla Bit di Milano e alla Bmt 

di Napoli, attraverso AnaCapri Life vuole offrire 

una proposta turistica che intende “far vivere” 

il fascino e l’incanto delle zone più nascoste 

ed intime, quale il territorio anacaprese. Agli 

ospiti delle varie strutture è riservata, a condizioni 

particolarmente favorevoli, una vasta 

gamma di opportunità: dall’organizzazione di 

congressi al servizio individuale. Per maggiori 

informazioni ci si può collegare con il sito 

www.anacapri-life.com 

POMERIGGI NAPOLETANI 

Lo scorso 7 dicembre ha riaperto il teatro Trianon, 

la storica sala del centro antico di Napoli, 

situata in piazza Calenda, allo sbocco di Forcella 

e in prossimità di Castelcapuano, del Duomo 

e dei Decumani. Costruito nel 1911 e ristrutturato 

rispettando la matrice architettonica originaria 

in stile Liberty, il Trianon ospita fino al 

29 agosto “Pomeriggi napoletani. Suggestioni 

sonore per cantanti e orchestra”, un’antologia 

della canzone napoletana curata per gli arrangiamenti 

e la direzione artistica e musicale dal 

maestro Peppe Vessicchio. Quattro gli spettacoli 

settimanali: mercoledì ore 21,30, giovedì ore 

18, venerdì doppio spettacolo alle 18 e alle 

21,30. Per ulteriori informazioni: tel. 

081.2258285. 

Il maestro Peppe Vessicchio con alcuni dei 

protagonisti della rassegna “Pomeriggi napoletani”. 

Gli eventi della Conchiglia 

Dal 5 luglio al 2 agosto 

Vestiture del Regno di Napoli 

Tempere di Ella Knight 

Libreria la Conchiglia - Anacapri 

12 luglio ore 19.00 

Il muro e il monte 

Presentazione della rivista «Civiltà del Mediterraneo” 


Con Abraham B. Yehoshua 

Interverranno Antonio Bassolino - Franco Cardini 

Fulvio Tessitore 

Sala Donna Lucia Morgano – Grand Hotel Quisisana 


Presentazione del libro di Antonio Monda 

La magnifica illusione. 

Un viaggio nel cinema americano 

Fazi Editore 

Interverranno Gianmario Feletti - Francesco Durante 

Limonaia dell’Hotel Sirene - Capri 


Massimo Cacciari recita Paolo e Francesca da Dante 

Terrazzo dell’Hotel Caesar Augustus – Anacapri 


Presentazione del libro di Donatella Boni 

Geografia del desiderio 


Interverrà Dieter Richter 


1 agosto ore 19.00 

Presentazione del libro di Isabella Quarantotti De Filippo 

In mezzo al mare un’isola c’è 


Interverrà Franco Monteleone 


Dal 5 agosto al 2 settembre 

Gli Acquerelli di Angelica Marino 

Libreria La Conchiglia - Anacapri 

8 agosto ore 19.00 

Presentazione del libro di Roger Peyrefitte 

L’esule di Capri 


Interverrà Sergio Lambiase 

Seguirà concerto di Nicole Renaud 

Les amants solitaires 

Poesie di Jacques Fersen cantate 

Villa Lysis – Capri 

117

118 

L I 

B 

R I 

Lo scaffale 

di Capri 

e dei suoi 

protagonisti 

SAPORE DI CAPRI 

ACS Turismo Isola di Capri Ed. E 3 

Aneddoti, curiosità, personaggi ed 

enogastronomia si intrecciano in 

questa guida dove sono proposte le 

ricette tradizionali della gastronomia 

caprese. E così si susseguono le istruzioni 

per destreggiarsi tra i fornelli 

con totani e patate, cianfotta, polpette 

di melanzane, linguine al sugo di 

scorfano e ravioli capresi. Poi ci sono 

le ricette dei dolci più classici, torta 

caprese e delizie al limone, per finire 

con il digestivo per eccellenza, il limoncello. 

Dosi, tempi di cottura e 

ingredienti 

si intercalano 

a citazioni 

in onore 

di una culturagastronomica 

che ha 

fatto della 

semplicità 

il suo punto 

di forza. 

L’ESULE DI CAPRI 

di Roger Peyrefitte 

Prefazione di Jean Cocteau 

La Conchiglia Ed. E 22 

«Scandalizzare, ecco il mio privilegio»: 

così amava ripetere con orgoglio lo 

scrittore francese Roger Peyrefitte, erede 

romantico e amorale dei protagonisti 

del Grand Tour, forse l’ultimo di 

quella folta schiera di viaggiatori stranieri 

che dalla fine del Settecento si 

stabilirono nel nostro Paese alla ricerca 

di stimoli non sempre solo culturali. 

Protagonista della vita dorata di Capri 

nel dopoguerra, Peyrefitte illuminò 

impietosamente con i suoi libri i vizi 

della società più esclusiva e le nefandezze 

dell’alta diplomazia, per la quale 

aveva ricoperto per alcuni anni un importante 

incarico ad Atene, al quale 

dovette però rinunciare proprio a causa 

di uno scandalo in cui era rimasto 

coinvolto. La sua ostentata omosessua-

lità, in un’epoca 

di pruderie, lo segnerà 

subito come 

un autore maledetto, 

ma proprio per 

questo letto morbosamente. 

Vivendo 

nell’isola azzurra, Peyrefitte 

finì per “rivivere” 

nell’arte la passione 

di Jacques Fersen 

per il giovane Nino Cesarini. Un amore 

tormentato, conclusosi tragicamente 

con il suicidio del conte-poeta che 

aveva tentato anche di sublimare con 

un romanzo, E il fuoco si spense sul mare, 

e con alcune raccolte di poesie. Fersen 

si era dovuto “accontentare” di erigere 

una villa in stile Luigi XVI, da lui dedicata 

alla “gioventù d’amore”, come recita 

un’epigrafe in marmo, che lasciava 

in eredità a Nino, in cui aveva seminato 

a piene mani statue e disegni del 

suo idolo. In un primo tempo l’aveva 

chiamata La Gloriette, e solo in seguito 

Villa Lysis, in memoria del giovane 

amico di Socrate, ricordato nel Dialogo 

sull’Amicizia di Platone. Peyrefitte, ispirandosi 

liberamente ai documenti del 

tempo, ha scritto la storia di quell’amore 

proibito, dando vita ad una sorta 

d’eroe che diviene presto un modello 

molto imitato. Quello che Fersen aveva 

vissuto, lo scrittore accademico di 

Francia aveva saputo immortalare nella 

prosa. Una prosa, lucida e tagliente, 

che non risparmia niente e nessuno, 

come del resto è nel suo stile. L’esule di 

Capri vide la luce in Francia nel 1959. 

Tradotto subito dopo in italiano, di- 

venne un caso e uno scandalo, 

l’ennesimo, al quale del 

resto lo scrittore era abituato. 

Capri, sull’onda del nuovo 

eroe romantico creato 

dalla penna di Peyrefitte, 

fu salutata come un luogo 

magico, dove le regole 

del mondo apparivano 

come sospese e dove, 

dopo esili di secoli, era possibile recuperare 

e vivere l’androginia perduta. 

La nuova edizione con una prefazione 

di Jean Cocteau, una postfazione e 

un’importante appendice iconografica, 

curata dalle Edizioni La Conchiglia, 

colma un vuoto e restituisce a Capri 

uno dei protagonisti più importanti 

e sfortunati della sua storia del Novecento, 

contribuendo ad illuminare anche 

le contrastate vicende di Villa Lysis, 

oggetto in questi ultimi mesi di importanti 

interventi di restauro. 

I COLORI DELL’OCEANO 

di Simone Bianchetti e Fabio Pozzo 

Prefazione di Cino Ricci 

Longanesi E 15,50 

«L’oceano è un mare che si muove dentro 

di me, senza barriere né orizzonti». 

Così Simone Bianchetti 

ha definito 

la propria passione, 

l’amore per il 

mare, cominciata 

da quando era ragazzo 

e sognava le 

regate transoceani- 

GUIDA 

CAPRI EXCLUSIVE 

E 7 

La bibliografia 

dell’isola si è 

arricchita di 

una nuova guida 

illustrata. La 

pubblicazione, 

edita anche 

nella versione inglese e corredata 

da numerose foto a colori, fa un 

rapido excursus nella storia di Capri, 

illustra le maggiori attrazioni 

turistiche dell’isola e propone alcuni 

itinerari per scoprirne le bellezze 

più insolite. Numerosi i suggerimenti 

per andare alla scoperta dei 

piaceri della gastronomia e le 

informazioni sugli hotel. 

che alle quali adesso sta partecipando. 

Professionista puro della vela, si dedica 

a quella che è considerata una delle più 

dure discipline sportive nel campo dell’agonismo 

estremo, primeggiando sul 

mare e nelle imprese sulla terraferma, 

in una corsa ai limiti delle possibilità 

umane e tecnologiche. Qualcosa che va 

al di là dello sport, che è dentro la personalità 

di quest’uomo – e campione – 

che, come tutti i veri marinai, 

non ama le luci della ribalta 

ma è già entrato a pieno titolo 

nella storia dello yachting di 

questo nuovo millennio, inseguendo 

l’Everest dei mari e 

un punto che va oltre, oltre la 

linea di qualsiasi orizzonte. 

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