sul tromboembolismo venoso - Supplements - Haematologica
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Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi<br />
boembolici clinicamente rilevanti (e non<br />
flebografici) è stata peraltro scelta una dose<br />
alta di EBPM (5000 UI/die).<br />
Il TEV si trova spesso associato alla presenza<br />
di neoplasie maligne, di cui talvolta<br />
rappresenta la prima manifestazione, sia in<br />
rapporto allo stato di ipercoagulabilità, che<br />
all’impiego di cateteri venosi centrali e<br />
all’eventuale trattamento chemio- e/o<br />
radioterapico o chirurgico. I pazienti affetti<br />
da neoplasie maligne allettati o con ridotta<br />
mobilità devono essere trattati con le<br />
stesse modalità di profilassi impiegate nei<br />
pazienti affetti da patologie mediche a<br />
rischio di TEV. Sia il warfarin in dose fissa<br />
di 1 mg al dì 11 che la dalteparina alla dose<br />
di 2500 UI SC/die 12 si sono dimostrati efficaci<br />
nella prevenzione delle TVP degli arti<br />
superiori in pazienti oncologici con catetere<br />
<strong>venoso</strong> centrale. Di fatto sono ancora<br />
da chiarire diversi punti. Nessun singolo<br />
studio pubblicato fino ad oggi ha potuto<br />
dimostrare nei pazienti medici una riduzione<br />
del TEV sintomatico e lo studio<br />
MEDENOX ha utilizzato un end-point flebografico<br />
e non clinico. Va ricordato d’altra<br />
parte che la metanalisi di Mismetti 10 ha<br />
dimostrato che alla riduzione delle TVP nei<br />
pazienti trattati con eparina si accompagnava<br />
una riduzione delle EP cliniche. Un<br />
altro punto di incertezza e di confusione<br />
fra le diverse linee guida è rappresentato<br />
dai pazienti con stroke acuto i quali vengono<br />
trattati con farmaci antipiastrinici e<br />
nei quali non è ancora chiaro il rapporto<br />
rischio-beneficio della contemporanea<br />
somministrazione di eparina che secondo<br />
alcuni dovrebbe essere riservata ai pazienti<br />
a più alto rischio e non a tutti. Va chiarito<br />
poi il problema del dosaggio di EBPM in<br />
medicina. Lo studio MEDENOX 8 ha stabilito<br />
per enoxaparina la necessità di utilizzare<br />
la dose profilattica più alta (la stessa utilizzata<br />
in chirurgia ortopedica maggiore)<br />
mentre per le altre EBPM gli studi disponibili<br />
hanno per lo più impiegato il dosaggio<br />
del rischio moderato.<br />
Se guardiamo però all’evidenza disponibile,<br />
pur in attesa di studi che possano<br />
meglio chiarire alcuni aspetti, appare oggi<br />
più che ragionevole raccomandare la profilassi<br />
farmacologica del TEV, laddove non<br />
esistano controindicazioni, come atteggiamento<br />
routinario nei pazienti medici acuti<br />
ospedalizzati, in particolare in quelli sopra<br />
i 70 anni di età e con fattori di rischio multipli.<br />
8,9<br />
Recentemente sono stati diffusi i ri<strong>sul</strong>tati<br />
preliminari dello studio ARTEMIS che ha<br />
valutato l’efficacia della profilassi con fondaparinux<br />
(2.5 mg/die per 6-14 giorni) in<br />
849 pazienti con età > 60 anni, allettamento<br />
atteso > 4 giorni e con insufficienza<br />
cardiaca (classi NYHA III/IV) o patologie<br />
polmonari acute o croniche o malattie<br />
infettive o infiammatorie acute. Anche questo<br />
studio ha avuto un end-point flebografico<br />
(dopo 6-15 giorni) e un follow-up clinico<br />
di 32 giorni. Gli eventi tromboembolici<br />
a 15 giorni erano 5.6% nel gruppo trattato<br />
contro 10.5% nel gruppo placebo con<br />
un OR di 0.49. Anche le EP fatali erano<br />
ridotte significativamente. Scarse le complicanze<br />
emorragiche. E’ ancora da valutare<br />
il rapporto costo/beneficio dell’uso di<br />
fondaparinux nei confronti delle EBPM in<br />
questi pazienti.<br />
Un elemento infine ancora in corso di<br />
valutazione è l’utilità della profilassi prolungata<br />
in questi pazienti medici.<br />
Raccomandazioni<br />
In pazienti con infarto miocardico<br />
acuto che non ricevano EBD<br />
o EBPM per il trattamento della<br />
trombosi coronarica, uno di questi<br />
due farmaci dovrebbe<br />
comunque essere somministrato<br />
a dosi profilattiche per la prevenzione<br />
del TEV (grado 1A).<br />
In pazienti con stroke ischemico<br />
acuto associato a paralisi di<br />
un arto inferiore, oltre all’aspirina<br />
può essere somministrata<br />
eparina non frazionata in dose<br />
non superiore a 5000 U ogni 12<br />
ore. In caso di controindicazione<br />
sono indicate la CPI o le calze<br />
elastiche (grado 1C).<br />
In pazienti internistici anziani<br />
allettati, specie se affetti da<br />
insufficienza cardiaca, infezioni<br />
haematologica vol. 88[supplement 18]: December 2003