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sul tromboembolismo venoso - Supplements - Haematologica

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Linee Guida per la Diagnosi, la Profilassi e la Terapia del Tromboembolismo Venoso 39<br />

te metanalisi 78,79 e complessivamente possiamo<br />

concludere che la loro efficacia e<br />

sicurezza è simile a quella della EBD in questo<br />

tipo di interventi chirurgici. A favore<br />

delle EBPM gioca essenzialmente la minor<br />

incidenza di piastrinopenia da eparina, e il<br />

vantaggio della monosomministrazione<br />

giornaliera. Le discrepanze tra gli studi che<br />

hanno evidenziato una minore incidenza<br />

di complicanze emorragiche con le EBPM<br />

e quelli che viceversa hanno riscontrato<br />

meno emorragie nei pazienti trattati con<br />

EBD sono facilmente spiegabili <strong>sul</strong>la base<br />

delle differenti dosi di EBPM impiegate:<br />

dosi di EBPM > 3400 U anti-Xa sono associate<br />

con più emorragie rispetto all’ EBD,<br />

mentre dosi < 3400 U anti-Xa sono associate<br />

con una minor incidenza di complicanze<br />

emorragiche. 80 Parallelamente vi è<br />

evidenza che le dosi basse sono meno efficaci:<br />

in uno studio svedese, 81 2070 pazienti<br />

sottoposti ad interventi di chirurgia generale<br />

(66% per neoplasia) furono randomizzati<br />

ad un trattamento con due diverse dosi<br />

di dalteparina, 2500 U e 5000 U una volta<br />

al dì rispettivamente, iniziate entrambe la<br />

sera prima dell’intervento. L’incidenza di<br />

TVP valutate con fibrinogeno radiomarcato<br />

ri<strong>sul</strong>tò essere pari al 6.6% nel gruppo di<br />

pazienti trattati con la dose di 5000 U, e al<br />

12.7% in quelli trattati con la dose inferiore<br />

(p < 0.001). In particolare la dose di<br />

2500 U, che peraltro si associava con una<br />

minor incidenza di complicanze emorragiche<br />

(2.7% VS 4.7%, p = 0.02) ri<strong>sul</strong>tò scarsamente<br />

efficace nei pazienti neoplastici. Si<br />

può quindi affermare che nei pazienti a<br />

rischio tromboembolico moderato è preferibile<br />

scegliere una dose bassa di EBPM,<br />

tanto più che gli eventi clinici sono oggi<br />

relativamente bassi rispetto al passato,<br />

verosimilmente grazie ai progressi della<br />

tecnica chirurgica. 82 Viceversa nei pazienti<br />

a rischio tromboembolico alto, o molto<br />

alto, è opportuno somministrare una dose<br />

relativamente elevata di EBPM.<br />

Vi è generale accordo <strong>sul</strong> timing della prima<br />

dose di eparina non frazionata o di<br />

EBPM in chirurgia generale: si preferisce l’inizio<br />

pre-operatorio, in genere 2-3 ore prima<br />

dell’intervento, tranne che si impieghino<br />

dosi di EBPM > 3400 U, nel qual caso è<br />

preferibile lasciar trascorrere un tempo più<br />

lungo tra la prima somministrazione e l’inizio<br />

dell’intervento (10-12 ore). Un inizio<br />

post-operatorio può essere preso in considerazione<br />

per i pazienti a rischio emorragico<br />

elevato.<br />

Per quanto riguarda la durata ottimale della<br />

profilassi, 5-7 giorni sono in genere sufficienti<br />

in chirurgia generale, 83 se il paziente<br />

recupera rapidamente la capacità di deambulare.<br />

Un prolungamento della profilassi<br />

può essere considerato in pazienti che restano<br />

allettati per tempi più lunghi, e specialmente<br />

per i pazienti neoplastici. Infatti un<br />

recente studio di Bergqvist e collaboratori<br />

su 322 pazienti con neoplasia 84 ha dimostrato<br />

una riduzione significativa di trombosi<br />

venose flebografiche nel gruppo trattato<br />

con enoxaparina 4000 U s.c. una volta<br />

al dì per ulteriori 3 settimane oltre ai classici<br />

6-10 giorni postoperatori.<br />

Quanto agli altri metodi di profilassi, il dermatansolfato<br />

è stato impiegato con successo<br />

in uno studio policentrico italiano che<br />

ha randomizzato 842 pazienti con neoplasia<br />

ad un trattamento con dermatansolfato alla<br />

dose di 600 mg i.m. 2 gg prima dell’intervento,<br />

poi 300 mg/die i.m. oppure ad un<br />

trattamento con EBD 5000 U ogni 8 ore. 16<br />

L’efficacia venne valutata nei 521 pazienti<br />

che ebbero una flebografia adeguata e l’incidenza<br />

di TVP ri<strong>sul</strong>tò pari al 15% nei<br />

pazienti trattati con dermatalsolfato, e del<br />

22% nei pazienti trattati con eparina (p =<br />

0.033). Sovrapponibile la frequenza di complicanze<br />

emorragiche.<br />

Il fondaparinux non è stato valutato per la<br />

profilassi del TEV in chirurgia generale, e<br />

anche con il warfarin l’esperienza è alquanto<br />

limitata.<br />

I mezzi fisici di profilassi (compressione<br />

pneumatica intermittente e calze elastiche)<br />

sono invece da considerare in pazienti ad<br />

alto rischio emorragico, in alternativa ai<br />

mezzi farmacologici, oppure in pazienti a<br />

rischio tromboembolico particolarmente<br />

elevato, in associazione con gli stessi. Le calze<br />

elastiche a compressione graduata sono<br />

particolarmente interessanti a questo riguardo<br />

in quanto di semplice uso e di basso<br />

costo e nei pazienti a moderato rischio<br />

trombotico ed alto rischio emorragico possono<br />

essere considerate il mezzo di profilassi<br />

più indicato.<br />

haematologica vol. 88[supplement 18]: December 2003

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