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sul tromboembolismo venoso - Supplements - Haematologica

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22<br />

Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi<br />

che più comuni dell’EP sono la dispnea, la<br />

tachipnea, la tachicardia, il dolore toracico,<br />

la tosse, l’ipotensione e l’emoftoe.<br />

Lo shock, associato talvolta a perdita di<br />

coscienza, è comune nelle forme di embolia<br />

massiva (riduzione flusso polmonare<br />

>50%) mentre i sintomi dell’infarto polmonare<br />

(tosse, dolore pleurico, emoftoe) sono<br />

in genere associati ad emboli periferici di<br />

piccole dimensioni. L’esordio clinico più<br />

comune è costituito da dispnea, tachicardia<br />

ed aumento della frequenza respiratoria.<br />

Poichè nella grande maggioranza dei casi la<br />

EP insorge quale complicazione di una<br />

trombosi venosa profonda (TVP) localizzata<br />

agli arti inferiori, è importante ricercare gli<br />

eventuali segni di una TVP in quella sede.<br />

Questi tuttavia sono assenti in molti pazienti<br />

con EP sintomatica. Nella diagnosi differenziale<br />

della EP è opportuno considerare<br />

l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco,<br />

le patologie infiammatorie di bronchi,<br />

polmoni e pleura, l’ipertensione polmonare<br />

primitiva, lo pneumotorace, l’edema<br />

polmonare acuto, le neoplasie endotoraciche,<br />

le patologie muscolari e costali e le<br />

crisi di ansia.<br />

La complessità della diagnosi differenziale<br />

e la mancanza di un test diagnostico semplice,<br />

non invasivo e sufficientemente accurato<br />

rendono indispensabile l’adozione di<br />

una strategia diagnostica sicura, accessibile<br />

alla maggior parte delle strutture ospedaliere<br />

e valida in termini di costo-efficacia.<br />

Punto di partenza del percorso diagnostico<br />

è la valutazione della probabilità clinica<br />

di EP. Questa deve essere oggetto di attenta<br />

valutazione prima di ricorrere agli esami<br />

che consentono la visualizzazione diretta<br />

dell’embolo e quindi la diagnosi di certezza.<br />

La stima della probabilità clinica pre-test<br />

consente sia di limitare l’uso di esami complessi<br />

sia di migliorare l’interpretazione di<br />

questi. I quadri clinici possono essere riconosciuti<br />

ad alta, bassa e intermedia probabilità<br />

utilizzando sistemi semplificati a punteggio.<br />

Il più utilizzato è il metodo di Wells 3,4<br />

riportato nella Tabella 3.1.<br />

Tabella 3.1 Valutazione della probabilità clinica per la diagnosi<br />

di EP.<br />

Caratteristica clinica<br />

Punteggio<br />

Segni e/o sintomi di trombosi venosa profonda 3<br />

Embolia polmonare più o ugualmente probabile<br />

rispetto ad altra diagnosi 3<br />

Immobilizzazione per piu di tre giorni o intervento<br />

chirurgico nelle precedenti 4 settimane 1.5<br />

Precedente trombosi venosa o embolia polmonare 1.5<br />

Frequenza cardiaca > 100/min 1.5<br />

Emoftoe 1<br />

Neoplasia attiva (in corso di trattamento o<br />

trattata negli ultimi 6 mesi o in trattamento<br />

palliativo) 1<br />

Valutazione conclusiva<br />

Probabilità alta > punti 6;<br />

intermedia punti 2-6;<br />

bassa < 2 punti<br />

In un vasto studio eseguito in pazienti con<br />

sospetta EP la ripartizione dei soggetti nelle<br />

categorie di probabilità bassa, intermedia<br />

e alta era del 40, 53 e 7%, rispettivamente.<br />

La prevalenza di EP, nello stesso studio, ri<strong>sul</strong>tava<br />

pari al 4, 21 e 67%. 4<br />

L’utilità della valutazione della probabilità<br />

clinica prima dell’esecuzione di ulteriori<br />

esami diagnostici è stata confermata da studi<br />

eseguiti utilizzando metodi diversi, alcuni<br />

dei quali basati, oltre che su dati clinici,<br />

anche su dati di laboratorio e strumentali. 5,6<br />

Valutazioni della probabilità clinica meno<br />

formali e affidate unicamente al globale giudizio<br />

clinico, se eseguite da medici esperti,<br />

possono dare ri<strong>sul</strong>tati altrettanto soddisfacenti.<br />

7<br />

ESAMI DIAGNOSTICI DI I LIVELLO<br />

D-DIMERI<br />

I D-dimeri sono prodotti di degradazione<br />

della fibrina già stabilizzata dall’attività enzimatica<br />

del fattore XIII. La loro presenza in<br />

circolo indica un’attivazione coagulativa<br />

localizzata (ad es. trombosi arteriosa o <strong>tromboembolismo</strong><br />

<strong>venoso</strong>) o diffusa (ad es. coagulazione<br />

intravascolare associata a sepsi,<br />

neoplasie, traumi etc). Il principale ruolo<br />

del dosaggio dei D-dimeri nella diagnosi di<br />

EP è legato al loro alto valore predittivo<br />

negativo nei soggetti con probabilità clinica<br />

haematologica vol. 88[supplement 18]: December 2003

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