sul tromboembolismo venoso - Supplements - Haematologica
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Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi<br />
che più comuni dell’EP sono la dispnea, la<br />
tachipnea, la tachicardia, il dolore toracico,<br />
la tosse, l’ipotensione e l’emoftoe.<br />
Lo shock, associato talvolta a perdita di<br />
coscienza, è comune nelle forme di embolia<br />
massiva (riduzione flusso polmonare<br />
>50%) mentre i sintomi dell’infarto polmonare<br />
(tosse, dolore pleurico, emoftoe) sono<br />
in genere associati ad emboli periferici di<br />
piccole dimensioni. L’esordio clinico più<br />
comune è costituito da dispnea, tachicardia<br />
ed aumento della frequenza respiratoria.<br />
Poichè nella grande maggioranza dei casi la<br />
EP insorge quale complicazione di una<br />
trombosi venosa profonda (TVP) localizzata<br />
agli arti inferiori, è importante ricercare gli<br />
eventuali segni di una TVP in quella sede.<br />
Questi tuttavia sono assenti in molti pazienti<br />
con EP sintomatica. Nella diagnosi differenziale<br />
della EP è opportuno considerare<br />
l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco,<br />
le patologie infiammatorie di bronchi,<br />
polmoni e pleura, l’ipertensione polmonare<br />
primitiva, lo pneumotorace, l’edema<br />
polmonare acuto, le neoplasie endotoraciche,<br />
le patologie muscolari e costali e le<br />
crisi di ansia.<br />
La complessità della diagnosi differenziale<br />
e la mancanza di un test diagnostico semplice,<br />
non invasivo e sufficientemente accurato<br />
rendono indispensabile l’adozione di<br />
una strategia diagnostica sicura, accessibile<br />
alla maggior parte delle strutture ospedaliere<br />
e valida in termini di costo-efficacia.<br />
Punto di partenza del percorso diagnostico<br />
è la valutazione della probabilità clinica<br />
di EP. Questa deve essere oggetto di attenta<br />
valutazione prima di ricorrere agli esami<br />
che consentono la visualizzazione diretta<br />
dell’embolo e quindi la diagnosi di certezza.<br />
La stima della probabilità clinica pre-test<br />
consente sia di limitare l’uso di esami complessi<br />
sia di migliorare l’interpretazione di<br />
questi. I quadri clinici possono essere riconosciuti<br />
ad alta, bassa e intermedia probabilità<br />
utilizzando sistemi semplificati a punteggio.<br />
Il più utilizzato è il metodo di Wells 3,4<br />
riportato nella Tabella 3.1.<br />
Tabella 3.1 Valutazione della probabilità clinica per la diagnosi<br />
di EP.<br />
Caratteristica clinica<br />
Punteggio<br />
Segni e/o sintomi di trombosi venosa profonda 3<br />
Embolia polmonare più o ugualmente probabile<br />
rispetto ad altra diagnosi 3<br />
Immobilizzazione per piu di tre giorni o intervento<br />
chirurgico nelle precedenti 4 settimane 1.5<br />
Precedente trombosi venosa o embolia polmonare 1.5<br />
Frequenza cardiaca > 100/min 1.5<br />
Emoftoe 1<br />
Neoplasia attiva (in corso di trattamento o<br />
trattata negli ultimi 6 mesi o in trattamento<br />
palliativo) 1<br />
Valutazione conclusiva<br />
Probabilità alta > punti 6;<br />
intermedia punti 2-6;<br />
bassa < 2 punti<br />
In un vasto studio eseguito in pazienti con<br />
sospetta EP la ripartizione dei soggetti nelle<br />
categorie di probabilità bassa, intermedia<br />
e alta era del 40, 53 e 7%, rispettivamente.<br />
La prevalenza di EP, nello stesso studio, ri<strong>sul</strong>tava<br />
pari al 4, 21 e 67%. 4<br />
L’utilità della valutazione della probabilità<br />
clinica prima dell’esecuzione di ulteriori<br />
esami diagnostici è stata confermata da studi<br />
eseguiti utilizzando metodi diversi, alcuni<br />
dei quali basati, oltre che su dati clinici,<br />
anche su dati di laboratorio e strumentali. 5,6<br />
Valutazioni della probabilità clinica meno<br />
formali e affidate unicamente al globale giudizio<br />
clinico, se eseguite da medici esperti,<br />
possono dare ri<strong>sul</strong>tati altrettanto soddisfacenti.<br />
7<br />
ESAMI DIAGNOSTICI DI I LIVELLO<br />
D-DIMERI<br />
I D-dimeri sono prodotti di degradazione<br />
della fibrina già stabilizzata dall’attività enzimatica<br />
del fattore XIII. La loro presenza in<br />
circolo indica un’attivazione coagulativa<br />
localizzata (ad es. trombosi arteriosa o <strong>tromboembolismo</strong><br />
<strong>venoso</strong>) o diffusa (ad es. coagulazione<br />
intravascolare associata a sepsi,<br />
neoplasie, traumi etc). Il principale ruolo<br />
del dosaggio dei D-dimeri nella diagnosi di<br />
EP è legato al loro alto valore predittivo<br />
negativo nei soggetti con probabilità clinica<br />
haematologica vol. 88[supplement 18]: December 2003