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sul tromboembolismo venoso - Supplements - Haematologica

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8<br />

Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi<br />

sti metodi appaiono quindi particolarmente<br />

idonei ad essere usati in situazioni di<br />

emergenza. 28<br />

Il riscontro di normali livelli di D-dimeri<br />

pur in presenza di un processo trombotico<br />

è un fenomeno che può verificarsi in un<br />

numero limitato di casi. Ciò può essere<br />

dovuto a diversi motivi: a) utilizzazione di<br />

metodi poco sensibili; b) sintomi clinici<br />

comparsi da oltre 7-10 giorni; c) trattamenti<br />

anticoagulanti già in atto da giorni;<br />

d) erronea definizione del livello di cutoff<br />

o limite di anormalità (tale limite deve<br />

essere validato in pazienti con TVP e non<br />

può essere derivato dal limite di normalità<br />

dichiarato dal produttore).<br />

L’impiego di questo test nei pazienti asintomatici<br />

ad alto rischio, o in pazienti sintomatici<br />

ospedalizzati può essere discutibile<br />

non essendo disponibili valori di cutoff<br />

validati per queste specifiche situazioni.<br />

STRATEGIE DIAGNOSTICHE PER LA TVP<br />

Pazienti con sintomi di TVP di un<br />

arto inferiore e con storia negativa<br />

per precedente TVP allo stesso arto<br />

L’ecografia con test di compressione<br />

(CUS) è l’esame diagnostico di scelta in<br />

questi pazienti. Sebbene due recenti studi<br />

abbiano riportato che una completa indagine<br />

ultrasonografica, estesa fino alle vene<br />

del polpaccio, consentisse di escludere<br />

con sicurezza (mediante una valutazione a<br />

tre mesi) tutte le TVP, sia prossimali che<br />

distali isolate, 11,12 tuttavia in caso di negatività<br />

di un primo esame ultrasonografico<br />

non appare sufficientemente sicuro, <strong>sul</strong>la<br />

base di solo questo esame, escludere una<br />

TVP, specie se distale e ovviamente a maggior<br />

ragione se l’indagine viene eseguita<br />

con la sola modalità semplificata, limitata<br />

cioé al tratto <strong>venoso</strong> prossimale.<br />

Sono state quindi proposte diverse strategie<br />

diagnostiche. Una strategia basata unicamente<br />

<strong>sul</strong>la CUS prevede una ripetizione<br />

del test dopo 5-7 giorni, al fine di diagnosticare<br />

l’eventuale prossimalizzazione di una<br />

TVP in precedenza localizzata solo al polpaccio.<br />

Questa procedura è efficace ma<br />

costringe ad un esorbitante numero di ripetuti<br />

controlli ecografici. Analoga efficacia<br />

ma con minori costi è stata dimostrata per<br />

un approccio combinato che prevede la<br />

valutazione della probabilità clinica pretest<br />

e l’esecuzione della CUS. Tale approccio è<br />

stato validato in pazienti ambulatoriali, in<br />

pazienti afferenti ad un pronto soccorso e in<br />

pazienti ricoverati, 5,29,30 e prevede l’esecuzione<br />

della flebografia in caso di discordanza<br />

tra probabilità clinica alta e CUS negativa,<br />

mentre limita la ripetizione dell’ecografia<br />

(dopo una settimana) ai casi di probabilità<br />

clinica intermedia con ecografia negativa. 31<br />

L’utilizzo dei D-dimeri può essere costeffective<br />

nella diagnostica di questi pazienti.<br />

Infatti, in caso di ecografia negativa in<br />

presenza di una probabilità clinica di TVP<br />

moderata o bassa, D-dimeri negativi escludono<br />

una TVP senza necessità di ripetizione<br />

dell’ecografia dopo una settimana; 31 in<br />

caso però di probabilità clinica alta D-dimeri<br />

negativi non consentono di escludere<br />

una TVP e sono necessari ulteriori accertamenti.<br />

Va detto che l’utilità di eseguire il<br />

test dei D-dimeri è sicuramente minore nei<br />

pazienti ospedalizzati che in quelli ambulatoriali<br />

in quanto nei primi il test ri<strong>sul</strong>ta<br />

molto spesso alterato per motivi aspecifici,<br />

legati alla patologia di base, e piuttosto raramente<br />

si ottiene un ri<strong>sul</strong>tato negativo che<br />

possa essere utilizzato per il suo alto valore<br />

predittivo negativo.<br />

Estrapolando dai dati della letteratura e<br />

combinando insieme l’uso dei tre criteri<br />

fondamentali (clinica, ecografia, D-dimeri)<br />

è possibile proporre alcuni differenti<br />

approcci diagnostici che sono sembrati<br />

ragionevoli ai componenti di questo gruppo<br />

di studio.<br />

Va sottolineato che le diverse strategie<br />

riportate negli Allegati 1 e 2 possono portare<br />

a decisioni diverse in una piccola percentuale<br />

di pazienti. Tuttavia non vi è<br />

attualmente motivo per preferirne una.<br />

La diagnosi di recidiva di TVP<br />

Se un paziente sviluppa sintomi riferibili<br />

a TVP nell’arto controlaterale rispetto a<br />

quello in cui ha sofferto in passato di una<br />

TVP può essere applicata la stessa strategia<br />

diagnostica raccomandata nei pazienti con<br />

storia negativa. In pazienti invece che hanno<br />

sintomi nello stesso arto di una pregressa<br />

TVP la conferma o esclusione di un<br />

episodio trombotico è molto più difficile<br />

haematologica vol. 88[supplement 18]: December 2003

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