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nell'asciugamano e lei a passi lunghi e lenti, come una sposa nuda che avanza<br />

solenne lungo la navata. Teneva anche il mento eretto, come se stesse<br />

posando per il fotografo che doveva fare il suo album di nozze. Poi<br />

staccò da una gruccia un accappatoio di spugna bianco e turchese, intonato<br />

al turbante che aveva in testa, e proseguimmo in silenzio fino al bar.<br />

«Come ha conosciuto Scotty?» mi chiese intanto che ci accomodavamo<br />

sulle sedie «gran relax». Ce n'erano di arancioni, turchesi e gialle, e notai<br />

che lei ne sceglieva una turchese. Che avesse comperato apposta una vestaglia<br />

coordinata all'arredamento del club?<br />

«Il marito di Scotty, Drew, era compagno di corso del compagno di<br />

stanza di mio marito, alla Columbia.» Era vero, benché l'avessimo scoperto<br />

molto dopo che North e Joey erano diventati amici, all'asilo. Ma intanto<br />

avevo fatto un accenno alla Columbia University, una di quelle parolechiave<br />

che sicuramente scaldavano il cuore di Brenda. Considerai l'opportunità<br />

di riferirmi a mia madre chiamandola mammà, ma non sapevo come<br />

introdurre l'argomento con un certo garbo. «Come sta la sua famiglia?» mi<br />

informai allora.<br />

«Abbastanza bene. Norma, mia cognata, è rimasta molto calma e controllata<br />

durante la shiva, voglio dire il periodo di lutto.»<br />

«So cosa significa shiva,» dissi sorridendo, «sono ebrea.»<br />

«Ah, l'avevo pensato! Cioè, si vede. Non che ci sia niente di male, è solo<br />

che lei è così scura.»<br />

«Retaggio di lunghi secoli di caldo sole spagnolo,» spiegai. Altra balla.<br />

Non c'è niente di sefardita nel mio albero genealogico, a meno di non voler<br />

prendere in considerazione il viaggio di tre giorni organizzato dalla Federazione<br />

insegnanti, che i miei genitori fecero una volta a Madrid. Mio padre<br />

tornò con otto rotoli di diapositive e mia madre con la dissenteria.<br />

L'arcigna e ossuta lesbica che gestiva il bar, Cookie, venne a portarci<br />

due fumanti tazze di brodo. Brenda ne sorbì un piccolo sorso, poi mi lanciò<br />

un'occhiata. «Sono davvero imbarazzata,» mormorò, «ma non ricordo<br />

più il suo nome.»<br />

«Nulla di strano,» la consolai, «purtroppo il nostro incontro è avvenuto<br />

sotto auspici tutt'altro che piacevoli. Mi chiamo Judith Singer.»<br />

«Ora ricordo, ma certamente.» Seguì un momento di penoso silenzio, ed<br />

ebbi paura che mi chiedesse come mai ero andata al funerale.<br />

Decisi di buttarmi a capofitto. «Devo proprio dirle,» dichiarai, «che sono<br />

esterrefatta dalla pubblicità che è stata fatta intorno a questo caso. Per la<br />

sua famiglia dev'essere un'esperienza davvero terribile.» Infatti il <strong>Newsday</strong>

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