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provocato dai raggi ultravioletti, così mi alzai, mi avvolsi nell'asciugamano<br />

e entrai nella sauna. Quattro donne, tutte più anziane di me e con un corpo<br />

teneramente curato, erano sdraiate sulle panche di legno. Smettevano di far<br />

ginnastica solo alla domenica, più una volta ogni due o tre anni, quando<br />

facevano una capatina in clinica per un piccolo intervento di chirurgia plastica.<br />

Una di esse, intorno ai quaranta, che somigliava alla Marlene Dietrich di<br />

Rancho Notorius, aveva sotto i seni due cicatrici uguali, biancastre, curve e<br />

sottili, delicato ricordo delle mani del chirurgo. I seni erano di misura<br />

normale, più o meno come due grosse mele renette, e mi chiesi se se li era<br />

fatti ingrandire o rimpicciolire. Un'altra aveva un grosso, morbido ciuffo di<br />

peli castani sul pube, simile a un toupet. Una terza esibiva una figurina<br />

squisita, dalla vita sottilissima, la cui perfezione era alterata solo da due cicatrici<br />

sulla pancia, una verticale nel mezzo e una più piccola in basso a<br />

destra. La guardai in faccia per capire se aveva diciotto anni oppure quaranta<br />

e trattenni a stento un sussulto. Era Brenda Dunck, la cognata di Fleckstein.<br />

Giaceva su un fianco sulla panca più alta, assolutamente immobile, i capelli<br />

avvolti in un asciugamano turchese. Sentii il bisogno urgente di fare<br />

qualcosa, di dirle qualcosa, ma, benché il cuore mi battesse forte e lo stomaco<br />

mi si contraesse per l'eccitazione, non riuscivo a pensare a un modo<br />

per avvicinarla. Che cosa potevo chiederle? Si è divertita alla sepoltura di<br />

suo cognato?<br />

Intanto Brenda si era alzata a sedere e si stirava, le unghie lunghissime e<br />

impeccabilmente dipinte di rosso scuro puntate in dieci diverse direzioni.<br />

Si alzò e si fece strada con garbo fra i corpi sdraiati delle altre signore. A<br />

un tratto mi vide e mi sorrise con malinconica dolcezza.<br />

«Salve. Lei non è l'amica di Scotty? Sono Brenda Dunck.»<br />

«Sì,» le sorrisi a mia volta, «come sta?» Mi alzai e mi avviluppai nell'asciugamano.<br />

«Abbastanza bene, date le circostanze.» Aveva le unghie dei piedi laccate<br />

nello stesso colore di quelle delle mani. Mi tenne cortesemente aperta la<br />

porta della sauna e uscimmo insieme nel gelido corridoio piastrellato.<br />

«Vogliamo bere una tazza di brodo?» le proposi. Avevo detto «Vogliamo<br />

bere» invece di «Le andrebbe di bere» perché mi pareva più sofisticato,<br />

quasi britannico, e sapevo, dopo aver visto Brenda parlare con Scotty, che<br />

ci teneva molto ad apparire una vera signora.<br />

«Bene,» acconsentì, e ci avviammo agli spogliatoi, io che inciampavo

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