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Avevo bisogno di tempo. Dovevo concentrarmi sugli indizi, stabilire un<br />

sistema per mettermi in contatto con i protagonisti del caso Fleckstein. Un<br />

modo doveva pur esserci per una come me, che aveva passato le quattro<br />

settimane prima degli esami universitari di francese e di tedesco a leggere<br />

dei gialli. Una che aveva divorato scaffali interi di John Dickson Carry, pile<br />

di Agatha Christie, montagne di Rex Stout. Ma il fine settimana fu piuttosto<br />

movimentato. La mattina del sabato, alle sei e trenta, Joey si infilò<br />

nel nostro letto, si accoccolò nel cavo del mio braccio, e vomitò sulla trapunta.<br />

«Ho paura di non sentirmi troppo bene,» osservò. Non era che un<br />

banale attacco di acetone, ma io passai la giornata a corrergli dietro con un<br />

bicchiere di citrosodina e a esaminarlo accuratamente in cerca di macchie,<br />

pustole o eczemi. Alla sera lui stava benissimo e io ero snervata. Ma Bob<br />

insisté perché non disdicessimo un impegno che ci eravamo presi con il<br />

suo ultimo cliente.<br />

Dovevamo incontrarci in un ristorante locale, che aveva la specialità del<br />

pesce. Mentre uscivamo dal parcheggio mi accorsi che Bob teneva la testa<br />

bassa, come per proteggersi dal vento; eppure non c'era nemmeno un soffio<br />

d'aria.<br />

«Capisco quello che provi,» gli dissi con calore, «non è divertente sprecare<br />

un delizioso sabato con degli estranei.»<br />

Bob si fermò fra una Seville e una BMW. «Non sono degli estranei,»<br />

precisò, «lui è un mio cliente, e un cliente maledettamente importante, per<br />

giunta.» Sbuffò e si diresse a grandi passi verso l'entrata, seguito da me,<br />

staccata di due lunghezze, e barcollante sui tacchi troppo alti che, secondo<br />

mio marito miglioravano le mie gambe.<br />

L'ultima stella nel firmamento della Singer Associates era un fabbricante<br />

di giocattoli con i denti da cavallo. La moglie era una psicologa infantile,<br />

un'enorme matrona dall'aspetto rassicurante. Bob mi aveva detto che si occupava<br />

di bambini handicappati e, effettivamente, sembrava capace di curare<br />

un ragazzino autistico anche solo stringendoselo al seno. Ci sorridemmo<br />

gentilmente agli aperitivi, radiosamente consultando il menu, e,<br />

all'antipasto, dichiarammo entrambe di aver sentito dire cose straordinarie<br />

l'una dell'altra. Gli uomini intanto discutevano sull'opportunità di un'inchiesta<br />

sulla fiducia del pubblico nell'industria del giocattolo, scuotendo la<br />

testa al pensiero del cinismo del consumatore americano. Quando tutti ebbero<br />

finito i gamberetti, mi scusai e andai a fare una telefonata per sentire<br />

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