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sono rimasta stranamente indenne. Perfino le donne di Fleckstein avevano<br />

in qualche modo tagliato il cordone ombelicale con i mariti. Avevano vissuto<br />

e respirato fuori dal matrimonio. Di questo però non ero completamente<br />

sicura. Venivano pur sempre gratificate da un marito di Shorehaven,<br />

anche se non era il loro. Si trattava comunque di un normale adulterio consumato<br />

dall'americana della classe media, dalla moglie prossima alla mezza<br />

età.<br />

Continuai le mie argomentazioni fino alla 76 a Strada, dove subito scorsi<br />

Claymore in attesa davanti a Orsini, avvolto in una pelliccia di foca. Da<br />

lontano, coi suoi baffoni da tricheco, sembrava davvero un tozzo animale<br />

artico approdato a New York per soddisfare qualche sua oscura curiosità.<br />

Ma invece di sbattere le pinne anteriori per la gioia di vedermi, Clay mi<br />

saltellò incontro e mi baciò lievemente sulle labbra, con uno stile tipico di<br />

Manhattan. A Shorehaven, invece, gli uomini ti schioccano un innocente<br />

bacione sulla guancia.<br />

«Perché una splendida creatura come te viene tenuta prigioniera a Scarsdale?»<br />

mi interrogò Clay.<br />

«Scarsdale è nel Westchester, Clay. Io sto a Shorehaven.»<br />

«Scarsdale, Shorehaven, Greenwich... Sono intercambiabili. Posti nefandi,<br />

che ti soffocano l'anima.»<br />

Mi prese il braccio e mi scortò al ristorante, dove consegnammo i cappotti<br />

a una giovane donna dall'aria piuttosto irresponsabile e salimmo al<br />

piano superiore. Il mai tre sorrise a entrambi e disse «Buongiorno avvocato»<br />

a Claymore, che rispose con un lieve cenno del capo che avrebbe molto<br />

impressionato i suoi vecchi vicini di casa di Flatbush. Il maître ci condusse<br />

a un tavolino d'angolo. Sulla tovaglia candida, di lino, era appoggiato<br />

un vaso di cristallo con delicati anemoni rossi e violetti. «Ho pensato di<br />

farmi riservare un tavolo appartato,» disse Clay, «staremo più tranquilli.»<br />

Annuii, mentre mi guardavo in giro; Jackie Onassis e Lee Radziwill dovevano<br />

essere andate a mangiare da un'altra parte. Venne il sommellier a<br />

prendere ordini per le bevande, e io chiesi un Lillet.<br />

«Judith, tesoro, il Lillet è un delizioso aperitivo, ma ordiniamo una bottiglia<br />

di Orvieto, vuoi?» Annuii un'altra volta e ripresi la mia ispezione del<br />

locale. Qua e là c'erano alcune donne, tutte piuttosto chic, tutte vagamente<br />

simili alle fotografie sfocate di certe riviste di moda. La maggior parte dei<br />

commensali però, era uomini d'affari immersi in conversazioni abbastanza<br />

serie da giustificare la nota spese. «C'è qualcuno che conosci?» si informò<br />

Clay, interrompendo le mie fantasticherie. Scossi la testa. «Allora rilassati

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