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la notizia dell'omicidio mi avesse lasciata scossa. Quasi inconsciamente<br />

andai a controllare le tre porte d'ingresso di casa mia, davanti, sul retro e di<br />

accesso al garage. Erano chiuse. Accesi le luci esterne: sull'erba ricamata<br />

di fragile brina stagnava una nebbia leggera e vagamente surreale, ma non<br />

sembrava che un folle assassino potesse essere in agguato dietro le imposte<br />

o sotto i nudi cespugli di rose.<br />

«Kate! Joey!» chiamai allora e attesi qualche attimo, a disagio, finché i<br />

bambini non furono di sopra. «È ora di andare a letto.»<br />

«Ma non possiamo aspettare papà? La trasmissione non è ancora finita.<br />

È presto. Non è giusto!» protestarono a turno, piagnucolosi,<br />

«Zitti,» dissi, e li condussi subito in camera loro, li baciai teneramente<br />

sulla fronte e li ficcai a letto. Lasciai la porta socchiusa e scesi le scale in<br />

punta di piedi. Nel vestibolo accelerai notevolmente il passo, dirigendomi<br />

decisa al telefono in cucina.<br />

«Nancy,» ansimai appena mi rispose dopo cinque squilli, «sono io.»<br />

Nancy MacLaren era stata mia compagna di corso alla facoltà di Storia<br />

americana dell'università del Wisconsin. L'avevo ritrovata dopo quindici<br />

anni e rappresentava per me un ottimo motivo per continuare a vivere a<br />

Shorehaven. Abitava a circa due miglia da casa mia e ci vedevamo, o almeno<br />

io avevo bisogno di vederla, almeno una volta alla settimana. «Hai<br />

sentito che cosa è successo?»<br />

«Sembra di no,» mi rispose la sua voce profonda e leggermente roca,<br />

tuttora caratterizzata dall'accento cantilenante della Georgia benché mancasse<br />

da Valdosta da vent'anni. «Che cosa è successo?»<br />

Respirai profondamente, le riferii quanto avevo sentito per radio, ripresi<br />

fiato e le chiesi: «Lo conoscevi?»<br />

«Santo Cielo, no! Però ho sentito parlare di lui. Comunque Judith, chi<br />

potrebbe aver fatto una cosa simile?»<br />

Ipotizzai un vagabondo, cosa che Nancy scartò subito come improbabile<br />

e comunque banale, o un paziente incollerito le cui gengive continuavano a<br />

sanguinare dopo anni di cure.<br />

«No, no, no,» insistette Nancy, «senti, quell'uomo era quello che mia<br />

madre avrebbe definito un libertino. Probabilmente è stata una con cui<br />

scopava.» Ho notato che le donne del sud possono usare un frasario piuttosto<br />

crudo senza che nessuno faccia una piega. Anche l'ascoltatore più rigido<br />

si limita a un vago sorriso, come per dire: «Non è simpatica?»<br />

«Davvero?» mi stupii, «non mi sembrava il tipo del dongiovanni.»<br />

«Judith, tu non riconosceresti un dongiovanni nemmeno se ci inciampas-

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