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solo un po' seccata. Il bel viso dai lineamenti regolari, classici, si ricompose,<br />

e Nancy gettò indietro una lunga ciocca di capelli ramati e sospirò.<br />

«Lavori a qualcosa di interessante?» mi informai.<br />

«Niente di speciale,» ammise lei, «però, cavolo, questa mattina potevano<br />

venirmi idee buone per almeno dieci articoli favolosi, se non avessi dovuto<br />

correre ad ascoltare i gemiti e i grugniti di quell'essere insignificante.»<br />

«Per la verità quando mi ha telefonato è stata molto concisa. Forse non<br />

andrà poi tanto male.»<br />

«Facile,» brontolò Nancy.<br />

Proseguimmo in silenzio, oltrepassando case sempre più grandi costruite<br />

su terreni sempre più vasti, fino al giardino di Mary Alice, dove Nancy<br />

frenò di colpo e spense bruscamente il motore, mentre riprendeva a fare il<br />

broncio. La casa era una mostruosità a tre piani, in stucco, mattoni rossi e<br />

ferro battuto, che avrebbe anche potuto avere un senso in California, ma<br />

che a New York era una vera assurdità.<br />

«Non è grazioso?» ironizzò Nancy, «Maison Mahoney.» Keith, il marito<br />

di Mary Alice, aveva la fama di «pezzo grosso dell'edilizia». Chiaramente,<br />

sia lui che sua moglie non avevano risparmiato costruendo la casa dei loro<br />

sogni. Ci fermammo davanti a un portone in legno massiccio intagliato, e<br />

suonammo il campanello. «Che discrezione,» mormorò Nancy indicando<br />

un enorme batacchio in ottone. Ci venne ad aprire la cameriera, una donna<br />

alta e imponente delle Indie Occidentali, annunciando che la signora Mahoney<br />

ci aspettava nella stanza del sole.<br />

«Delizioso,» cinguettò Nancy, «Sala del sol. Adorabile, fa tanto Andalusia.<br />

Non le manca nemmeno la mora.»<br />

«Zitta,» dissi, mentre attraversavamo il soggiorno in lucido marmo nero,<br />

«cerca di comportarti bene almeno per la prossima mezz'ora.»<br />

Mary Alice ci accolse sulla soglia della celebre stanza del sole. «Ciao,<br />

ciao,» salutò, scoccandoci un bacetto a testa, «non so come ringraziarvi per<br />

essere venute. Siete veramente come sorelle, nel vero senso della parola.»<br />

Indossava una tutina intera, in lana giallo chiaro, con la lampo aperta fino a<br />

metà torace. Benché avesse la figura di lina ragazzina denutrita di dieci<br />

anni, Mary Alice si vestiva spesso come se la natura le avesse elargito seno<br />

e fianchi magnifici, tanto da non poter fare a meno di dividere quel ben di<br />

Dio con il resto del mondo.<br />

Rifiutammo la sua offerta di una tazza di tisana di bacche di rose selvatiche,<br />

sedemmo su strane poltrone di vimini e la vedemmo avvicinarsi in

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