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te. Riesaminammo gli avvenimenti della serata finché non furono soddisfatti.<br />

Lo sbirro degli appunti uscì, dichiarando che avrebbe trascritto la<br />

deposizione a macchina.<br />

«Dov'è il tenente Sharpe?» chiesi all'altro, alto e robusto, con biondi capelli<br />

pettinati all'indietro, che lo facevano assomigliare a un comandante<br />

della gioventù hitleriana un po' invecchiato.<br />

«Riposa. Ha detto di chiamarlo appena abbiamo finito.»<br />

«Hanno parlato?»<br />

«Mi dispiace, Mrs Singer, ma non sono autorizzato a discutere il caso<br />

con persone estranee al dipartimento.»<br />

«Non fa niente.» Gli chiesi se faceva parte della squadra omicidi, ma rispose<br />

che preferiva non dirmelo. Mi scoppiava la testa, e mi pareva di avere<br />

un voluminoso corpo estraneo conficcato in gola. Infine lo sbirro si azzardò<br />

a osservare che la primavera sembrava piuttosto precoce, quell'anno,<br />

e io mi dichiarai d'accordo, solo per non renderlo troppo infelice. Poco dopo<br />

tornò l'altro investigatore con la dichiarazione battuta a macchina. Era<br />

abbastanza accurata, anche se vi lessi un paio di espressioni burocratiche<br />

che non avrei usato neanche morta, e la firmai. I due esaminarono la mia<br />

firma, e si ritennero soddisfatti perché mi chiesero di attendere. Dopo due<br />

minuti, Sharpe infilò la testa nella porta socchiusa.<br />

«Vuoi un po' di compagnia?» mi chiese. Era tutto spettinato, con i capelli<br />

grigi appiattiti da una parte, come se si fosse appisolato su una superficie<br />

rigida. Gli andai incontro e gli passai le dita tra i capelli per sollevarglieli.<br />

«Che cosa è successo?»<br />

Mi fece segno di sedermi su un lungo divano di cuoio e si lasciò cadere<br />

accanto a me. «Dunck ha parlato,» riferì. Mi prese la mano e si mise a giocherellare<br />

con la mia fede.<br />

«Allora?»<br />

«Judith, sono così stanco. Non te lo immagini nemmeno.»<br />

«Se credi di rimandare finché non ti sei riposato...»<br />

«No. Sarebbe crudele da parte mia. Lasciami solo raccogliere le idee.»<br />

Restammo seduti per qualche minuto, immobili, finché Sharpe mi baciò il<br />

palmo della mano.<br />

«Stai bene?» mi chiese.<br />

«Sì. E tu? Davvero, se sei troppo stanco...»<br />

«No, sono a posto. Ti racconto che cosa è successo?» Accennai di sì con<br />

la testa. «Dunque, il giorno prima del delitto, Dunck ricevette una telefonata<br />

di Fleckstein, verso le tre del pomeriggio. Fleckstein gli chiese se poteva

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