Newsday
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«Non sei spiritoso.»<br />
«Sì, lo sono. Tu sei meravigliosa e tutto andrà bene.»<br />
«Nelson,» ricominciai.<br />
«Vai avanti,» mi esortò lui, «dovremmo quasi esserci.»<br />
«L'ingresso al parcheggio è in fondo a questa strada. Lo vedo da qui.»<br />
19<br />
L'ultima cosa che mi disse Sharpe prima che entrassi nella zona riservata<br />
al parcheggio fu: «Tieni un finestrino aperto.» Abbassai il vetro. Lui si<br />
spostò, sotto la coperta, con un lieve fruscio, poi tutto tacque. Non lo sentivo<br />
nemmeno respirare.<br />
Innestai la seconda per entrare nel parcheggio, sorpassai diverse macchine<br />
ferme, due Cadillac, una BMW, una Volksvagen e un tassi. Questo,<br />
pensai, dev'essere degli sbirri. Almeno, così speravo. Inghiottii e mi guardai<br />
in giro. Il parcheggio era vuoto. «Non c'è nessuno qui,» mormorai,<br />
senza muovere le labbra. Proprio allora i miei fanali illuminarono una<br />
Mercedes nera, al lato opposto dello spiazzo. Lentamente, attenta a non<br />
slittare sull'asfalto scivoloso, atterrita dalla mia stessa audacia, mi avvicinai.<br />
Dicky era sceso dalla macchina e si appoggiava allo sportello.<br />
«Salve,» esordii. Mi rispose con un largo sorriso, mettendo in mostra<br />
due file di denti irregolari. Si avvicinò alla mia auto senza fretta, aprì lo<br />
sportello, e disse: «Come sta, stellina? Senta, salti fuori di lì. È una bellissima<br />
serata. Possiamo parlare qui e poi andare a bere qualcosa.» Spensi il<br />
motore e mi accorsi che aveva ricominciato a nevicare forte. L'aria era umida<br />
e fredda. Brevi raffiche di vento gelido facevano turbinare la neve.<br />
Dicky mi porse la mano per aiutarmi a uscire. La presi, e cercai di scendere<br />
con un minimo di grazia, nonostante l'ingombro del giubbotto. Non si<br />
sarebbe accorto, Dicky, che pesavo almeno dieci chili di più? Le maniche<br />
della giacca a vento di Bob mi arrivavano alle nocche. Mi sentivo le dita<br />
intorpidite.<br />
«Le sono davvero grata per il suo desiderio di aiutarmi alla stesura della<br />
tesi.» Dicky non rispose. «È proprio un pensiero gentile,» continuai.<br />
«Va bene, razza di puttana,» sibilò lui, «che cosa sei andata a dire a mia<br />
moglie?»<br />
«Scusi, come ha detto?»<br />
«Ho detto che è meglio che la pianti di fare la furba e mi dici cosa hai<br />
raccontato a mia moglie, maledizione.» Gli occhi gli si erano ridotti a due