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atteva sul parabrezza e lo specchio non rifletteva altro che una chiazza di<br />

vivida luce. Sorrideva, forse di orgoglio, con gli occhi scintillanti? Oppure<br />

ostentava la sua faccia neutra da sbirro, che non tradiva nessuna emozione<br />

ma coglieva ogni particolare, come la prima volta che l'avevo visto? O forse<br />

aveva uno dei suoi piccoli accessi di collera, uno di quei freddi bagliori<br />

di rabbia che lo prendevano quando una sfaccettatura del caso sembrava<br />

sfuggire al suo controllo? «Judith,» mi avrebbe aggredita appena sceso<br />

dalla macchina, «ti avevo detto, maledizione, di non...»<br />

Mi aveva detto di non farmi coinvolgere emotivamente, di considerare<br />

sempre la possibilità che Brenda fosse l'assassina. Ma non era vero, lo sapevo.<br />

Brenda aveva rinunciato da tempo a essere padrona della sua vita, si<br />

era rassegnata da tempo a non prendere iniziative. Quando quell'imbecille<br />

di suo marito, e lei sapeva benissimo che era un perfetto imbecille, le aveva<br />

ordinato di non ficcare il naso nei suoi affari, lei aveva obbedito. Probabilmente<br />

non le importava nemmeno più. Solo quel suo delizioso corpo<br />

che stava invecchiando dava senso alla sua vita; l'applicazione accuratissima<br />

del trucco per nascondere i difetti della pelle, l'estenuante ginnastica,<br />

la stesura perfetta dello smalto sulle unghie. Anche se fosse riuscita a trovare<br />

la veemenza, o la paura, sufficienti a uccidere Fleckstein, sarebbe<br />

crollata subito dopo. Brenda aveva altrettanta capacità di mantenere un atteggiamento<br />

di freddezza quanta ne aveva Fleckstein di condurre un'esistenza<br />

aperta, priva di calcoli e sotterfugi.<br />

Entrai nel vialetto, scesi dall'auto e rimasi ad aspettare Sharpe appoggiata<br />

al parafango anteriore. Nelson parcheggiò la macchina e si avvicinò a<br />

me in silenzio, il viso senza espressione.<br />

«Ho fatto un buon lavoro,» osservai tranquillamente.<br />

Le labbra gli si contrassero lievemente e abbozzò un sorriso. «Non è esattamente<br />

come avrei fatto io,» cominciò a dire.<br />

«E questa è precisamente la ragione per cui hai mandato me.»<br />

«Hai spento la trasmittente?» mi chiese. Risposi affermativamente. «Sai<br />

una cosa, Judith? A pensarci bene sei stata magnifica. Davvero magnifica.<br />

E chiederle la fotografia, poi! Geniale. Prega soltanto che non le venga in<br />

mente di dirlo a suo marito. Come hai fatto a pensarci?» Mi prese il viso e<br />

si chinò a baciarmi.<br />

«Non davanti a casa mia,» sibilai, «andiamo dentro.»<br />

«L'unica cosa che non capisco è perché le hai dovuto dire che eri in contatto<br />

con la polizia.» Sharpe si era seduto sul divano, in soggiorno, e allentava<br />

il nodo di un'orrenda cravatta a grossi pois verdi, che prima ero stata

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