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che va storto e non sentiamo niente entro un minuto, noi entriamo. Questo<br />

significa che devi cominciare a parlare nel preciso istante in cui lei apre la<br />

porta. Non mi frega niente delle cavoiate che dici. Ma parla.»<br />

«Le dirò che sono della Società per la protezione degli animali e sto indagando<br />

su una denuncia per crudeltà.»<br />

«Cazzo, Judith, ha un corpo da silfide. Il vecchio Prince è un cane fortunato.»<br />

«Se pensi che sia così favolosa,» ribattei piuttosto caustica, «perché non<br />

entri e tenti la sorte? Potrebbe essere disponibile.»<br />

«Judith, per piacere vuoi cercare di calmarti?»<br />

«Vaffan...» Lo guardai accigliata e Nelson tese la mano attraverso il tavolo<br />

per prendere la mia. Restammo così per circa cinque minuti, finché<br />

squillò il telefono. «Dev'essere la squadra di vigilanza. Rispondi tu.»<br />

«È casa tua, rispondi tu. Potrebbe essere chiunque, magari Brenda.»<br />

Invece era il sergente Fuller, dal distretto. La squadra aveva comunicato<br />

per radio che Dicky era uscito da cinque minuti.<br />

«Lo sanno che vengo a letto con tè?» chiesi mentre mi infilavo il cappotto.<br />

«Chi?»<br />

«I tuoi uomini della squadra omicidi.»<br />

«Sei pazza? Certo che no.»<br />

«E allora chi credono che sia?»<br />

«Una donna molto in gamba che mi aiuta in questa indagine. Muoviamoci,<br />

adesso.»<br />

Alle nove e cinquantacinque arrivai dai Dunck. Suonai il campanello e<br />

nello stesso tempo attivai il trasmettitore. Nessuno apriva. Stavo per dire<br />

'Non c'è nessuno' abbastanza forte perché Sharpe mi sentisse, poi pensai<br />

che, se intanto Brenda spalancava la porta, la cosa poteva sembrarle un po'<br />

strana. Suonai un'altra volta e canticchiai Yankee Doodle. Si udirono dei<br />

passi, poi la porta si aprì.<br />

«Salve Brenda. Mi dispiace disturbarla, ma vorrei parlarle.»<br />

«Non fa niente,» rispose lei, «lavoravo in casa e non ho ancora avuto<br />

tempo di vestirmi.» Era una bugia bella e buona; Brenda aveva gli occhi<br />

ancora gonfi di sonno e ciabattò nel corridoio stringendosi addosso la vestaglia<br />

azzurra che, nella fretta, non si era allacciata. Sulla porta del soggiorno<br />

si voltò e mi fissò senza espressione. «Di che cosa si tratta?» mi<br />

chiese.<br />

La osservai, e mi passò la voglia di incominciare. Senza trucco, con un

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