Newsday
Newsday
Newsday
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
«Per quanto riguarda il caso?»<br />
«Sì, certo.»<br />
«Parlami, prima,» mi sollecitò sottovoce, «dimmi cosa stai pensando.»<br />
«Sto pensando,» sussurrai, «a un paradontologo con una piccola ferita<br />
alla base del cranio. Per favore, Nelson, ascoltami.»<br />
«Ti ascolterò soltanto se prima mi dici qualcosa di carino.»<br />
Circondai il ricevitore con la mano. «Penso che tu sia il più caro, il più<br />
bell'uomo che abbia mai conosciuto e vorrei essere con te in questo momento,<br />
e toccarti.»<br />
«Toccarmi dove?»<br />
«Alla base del cranio. Possiamo parlare adesso?»<br />
«D'accordo. Ma dici sul serio, che sono il più bell'uomo che tu abbia mai<br />
conosciuto?»<br />
«Sì. Ma non vuoi sentire la mia brillante teoria?»<br />
«Spara,» mi esortò Nelson assumendo di nuovo un tono normale.<br />
«Bene, parlavo con mio marito del...»<br />
«Discuti il caso con tuo marito, adesso?»<br />
«Vuoi ascoltarmi, per piacere?»<br />
«Scusa.»<br />
«Dunque, dicevo, parlavo con mio marito di certi aspetti negativi che<br />
una brillante carriera può portare, e a un tratto mi si sono bloccate le parole<br />
in gola.»<br />
«Quali parole?»<br />
«Nelson, te lo dirò se mi concedi mezzo secondo per respirare e cominciare<br />
un'altra frase.»<br />
«Allora respira più in fretta.»<br />
«Va bene. Comunque, mi sono fermata alle parole 'brillante carriera'.<br />
Prova un po' a pensare. Che cosa ha a che fare questo, con il caso?» Silenzio.<br />
«Be', non ti dice proprio niente?»<br />
«Zitta,» sbottò lui. Intanto che Sharpe si concentrava portai il telefono a<br />
spasso per lo studio, raccolsi una cartina di caramella, spedii il trattore di<br />
Joey a rotolare sotto un mobile. «Judith,» fece infine lui vivacemente. Mi<br />
immobilizzai davanti al televisore. «Credo di capire che cosa cerchi di<br />
dirmi. Merda fottuta, sei assolutamente geniale.» Rise, deliziato. «Ma ora<br />
dimmi tutto, con parole tue, lentamente.»<br />
Mi sedetti su una vecchia poltrona di cuoio tutta screpolata e sollevai<br />
comodamente le gambe. Respirai profondamente. «Dunque. Che cosa avevano<br />
in comune tutte le donne di Fleckstein? Non certe caratteristiche fisi-