Newsday
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fino all'appartamento 4 E. Sotto il campanello c'era una targhetta con il<br />
nome dell'amico, a nitide lettere maiuscole: Greenberg. Almeno, riflettei,<br />
non c'è pericolo che, sotto sotto Nelson sia un antisemita. Sharpe aprì la<br />
porta e mi fece passare.<br />
«Oh, dimenticavo,» mi disse, «quando sono tornato in ufficio ho trovato<br />
il rapporto del laboratorio sul punteruolo.»<br />
«Ah, dimmi!» Mi sedetti in soggiorno su una poltroncina verde uguale al<br />
divano, di quel verde marcio tanto comune nell'arredamento dei motel e<br />
degli appartamenti ammobiliati, un tipo di verde che non si sporca facilmente<br />
e sopravvive da un inquilino all'altro.<br />
«Be', è quasi sicuramente l'arma del delitto,» disse Sharpe, che era rimasto<br />
in piedi. «Non c'era abbastanza sangue per poterlo analizzare, comunque<br />
presenta una macchia alla stessa altezza della profondità della ferita.»<br />
«Interessante,» commentai. Ci sorridemmo. Io mi schiarii la gola. Poi<br />
diventammo entrambi molto seri; ci eravamo ricordati di essere nell'appartamento<br />
di Greenberg. Sharpe mi prese per mano per farmi alzare. Restammo<br />
un momento uno di fronte all'altro, in penoso silenzio.<br />
«Judith,» sussurrò infine lui, e cominciò a baciarmi, «chi è stato?»<br />
«Non ne sono sicura. È per questo che mi hai portato qui? Per confondermi<br />
con paroline dolci e farmi dire tutto?»<br />
«No,» disse Nelson lentamente, «perché sei deliziosa.»<br />
«Anche tu sei delizioso,» gli mormorai più tardi, sdraiata accanto a lui<br />
sul letto di Greenberg, mentre la mia mano gli accarezzava il torace. Benché<br />
avesse i capelli completamente grigi, i peli sul petto erano castani, appena<br />
spruzzati di grigio, e più in basso invece, castano scuri e ricciuti, come<br />
se la sua mente fosse maturata e addolcita con molti anni di anticipo rispetto<br />
ai genitali. «Non so come dirtelo,» incominciai.<br />
«Lo so,» mi rispose a bassa voce, baciandomi la punta delle dita.<br />
«Ma voglio dirtelo. Pensavo che sarebbe stato terribile.»<br />
«Davvero? Perché?»<br />
«Non lo so di preciso. Pensavo che sarei stata presa dal panico e mi sarei<br />
irrigidita completamente, o qualcos'altro.»<br />
«Qualcos'altro?»<br />
«Ho pensato che magari, sotto quella tua affascinante facciata, si nascondeva<br />
un debole, insicuro rottame umano, e che non ce l'avresti fatta.»<br />
Nelson rise forte. La risata rimbalzò contro il cassettone di Greenberg, sul<br />
quale c'erano una bottiglia d'acqua di colonia e le istantanee delle figlie incorniciate<br />
in plexiglass. «E allora ti avrei spiegato che non aveva impor-