Newsday
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«Il nostro? Quando si parla di me, è il nostro avvenire; quando si parla<br />
di te, è la tua vita.» Bob lasciò ricadere la mia mano. «Sai benissimo come<br />
la pensavo sul tuo lavoro. E mi pesa moltissimo il fatto che tu sgobbi dodici<br />
ore al giorno e non veda mai i bambini, non veda mai neanche me, in realtà.<br />
E allora, se sei sincero quando dici 'il nostro avvenire', perché non lasci<br />
la ditta e ti trovi un bell'impiego dalle nove alle cinque, in modo che<br />
possiamo stare insieme?»<br />
«Non ti piace vivere come viviamo adesso? Credi che potremmo farcela<br />
a mantenere questo tenore con un impiego dalle nove alle cinque?» obbiettò<br />
Bob indicando con un ampio gesto l'arredamento della stanza.<br />
«E chi dice che dobbiamo mantenere questo tenore?»<br />
«Non essere ridicola.»<br />
«Sto solo parlando del nostro avvenire.»<br />
Bob si rialzò bruscamente, aprì il suo cassetto, afferrò il pigiama e andò<br />
a spogliarsi in bagno. Non mi avrebbe più rivolto la parola per tutta la notte.<br />
Alle sei e trenta sentii la porta di ingresso che sbatteva e capii che era<br />
andato in ufficio.<br />
16<br />
Quella mattina, alle nove e venticinque, spalancai la porta per accogliere<br />
Sharpe. Entrò dopo un breve cenno di saluto, non proprio evitando il mio<br />
sguardo, ma certo senza fissarmi amorevolmente negli occhi.<br />
«Vuoi un po' di caffè?» gli chiesi, dopo avere atteso invano che rispondesse<br />
al mio ciao.<br />
«No.» Nelson si passò il dorso della mano sulla bocca. «No, grazie.»<br />
Ecco, pensai io, siamo già alla fine di una breve età dell'oro. Non si scopa,<br />
non si fanno visite personali. Se ha qualcosa da dire alla polizia, chiami<br />
pure il distretto di zona; riferiranno loro il messaggio. Grazie e arrivederci.<br />
«Va bene,» sospirai, «mettiamoci al lavoro.»<br />
«Non mi hai detto tutto.» Le folte sopracciglia diritte e ravvicinate di<br />
Sharpe gli disegnavano sulla fronte due solchi profondi, minacciosi. Azzardai<br />
un sorriso, ma non funzionò. «Penso sia ora di mettere le carte in<br />
tavola, Judith. Sembra che ci siano parecchie cose che tu sai sul caso Fleckstein<br />
e che non mi hai detto. Giusto?»<br />
«Sì.»<br />
«Potresti almeno tentare di negarlo,» osservò lui.<br />
«Perché? Ti ho pur detto che ho una vaga idea di chi può avermi verni-