Newsday
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qualcosa a che fare con il giro della pornografia. E allora, continuai a rimuginare<br />
oltrepassando le bianche case coloniali e i ranch dal tetto spiovente<br />
allineati lungo la strada dei Fleckstein, chi è stato? Sentivo che lo sapevo,<br />
ma non ne ero sicura. Troppe persone, troppi moventi. E in più una<br />
vedova apparentemente affranta, stordita dal dolore per la perdita di un<br />
marito leale e amorevole.<br />
15<br />
Una volta arrivata a casa, mi sentii più ottimista. Le cose si stanno facendo<br />
più chiare, dicevo a me stessa, e presto ogni pezzo del mosaico andrà<br />
al suo posto. Entrai quasi saltellando. Fra poco ci siamo! Ci sono quasi<br />
arrivata! Ma allora, chi è stato? Mi abbandonai su una sedia della cucina<br />
con la sensazione quasi palpabile di una nuvola nera sospesa sulla testa.<br />
Non ci vedevo chiaro per niente, vagavo nelle tenebre come sempre.<br />
Tanto per dimostrare a me stessa di essere ancora viva, telefonai al liceo<br />
di Shorehaven. Potevano pregare Mrs Jacobs di chiamarmi all'ora di colazione?<br />
Grazie. Forse avevo solo bisogno di qualche ulteriore informazione.<br />
Mi affaccendai a sprimacciare cuscini, a disporre giocattoli sugli scaffali,<br />
a buttare in lavatrice gli indumenti dei bambini incrostati di fango. Poi,<br />
piena di energia presi un pennarello e feci una lunga e ordinatissima lista<br />
di cose da comperare, ben divisa in categorie: fazzoletti e tovaglioli di carta<br />
e carta igienica, detersivi, pasta e salse varie, formaggio svizzero, uova,<br />
yogurt e latte, spinaci, cetrioli e... e squillò il campanello.<br />
«Chi è?» mi informai, ridacchiando sommessamente. Pensavo ai miei<br />
due salvatori di seconda mano, i testimoni di Geova.<br />
«Nelson Sharpe.» Mi passai due dita sul naso per cancellarne eventuali<br />
tracce lucide e aprii la porta.<br />
«Salve. Pensavo che venisse domani.»<br />
«Be', mi sono preso un giorno di vacanza, ma poi sono passato per caso<br />
da queste parti.» Indossava un paio di jeans scoloriti e una camicia di maglia<br />
grigia, il tutto molto informale. «Posso entrare?»<br />
«Certo.»<br />
«Come siamo belle,» osservò Sharpe. In previsione dell'abbigliamento<br />
elegante di Norma Fleckstein, mi ero messa un bel paio di calzoni rossi e<br />
un maglione bianco, più una quantità di fondotinta che bastava per ingrassare<br />
un TIR.<br />
«Grazie.» Richiusi la porta alle sue spalle e repressi l'impulso di aggiun-