Newsday
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«Davvero le sembro uno che si porta dietro un'intera scorta? E poi mi ha<br />
aperto senza chiedere chi ero.» Mi osservava con attenzione. «C'è ancora<br />
un po' di caffè?»<br />
Gliene versai un'altra tazza. «È addirittura lampante,» dichiarai con fermezza,<br />
«che non riesca a cavare un bel niente dalle sue indagini. Perciò ha<br />
deciso di venire qui a lanciare accuse prive di fondamento solo per tenere<br />
in esercizio le sue facoltà di deduzione.»<br />
Sharpe rise di gusto. «D'accordo. Allora ho fatto uscire due volanti solo<br />
per impressionarla con la potenza del distretto di polizia della contea di<br />
Nassau.»<br />
«Va bene, me lo dica,» mi rassegnai, appoggiandomi al lavandino, «perché<br />
ci sono due auto della polizia parcheggiate qui di fronte?»<br />
«Perché abbiamo trovato quella che sembra essere l'arma del delitto.»<br />
L'orologio elettrico ronzava debolmente, l'odore di vernice riempiva la<br />
cucina, e io notai che Sharpe calzava dei mocassini neri, invece delle pesanti<br />
scarpe marroni che portano tutti gli sbirri nei telefilm polizieschi.<br />
«Andiamo in soggiorno?» proposi. Sharpe si alzò, con il bricco del caffè<br />
in mano, e mi precedette. Si accomodò sul divano e mi guardò con un'espressione<br />
tranquilla, neutra, insondabile. Mi sedetti sul pavimento, a un<br />
metro di distanza da lui. «Avete trovato l'arma? Qui?»<br />
«Dalla sua vicina, Mrs Tuccio.»<br />
«Impossibile.»<br />
«Eppure l'abbiamo trovata.»<br />
«Dove?»<br />
«Davanti a casa sua, sotto la grata di un tombino.»<br />
«Come avete fatto a trovarla?»<br />
«Che cosa vorrebbe dire?» chiese lui, «siamo venuti qui e abbiamo frugato<br />
un po' in giro.»<br />
Respirai profondamente e mi alzai. «La notte scorsa ha sognato un folletto<br />
che le sussurrava di guardare nel tombino di Marilyn Tuccio, dove<br />
l'aspettava una bella sorpresa, oppure è stata una brillante applicazione<br />
pratica della sua logica deduttiva che l'ha condotto diritto a quel canale di<br />
scolo?»<br />
«Gesù, lei è davvero una rompiballe,» borbottò Sharpe a bassa voce.<br />
«Com'è stato, una lettera anonima?»<br />
«Telefonata,» ammise lui. Si guardava la punta dei lucidi mocassini neri.<br />
«Uomo o donna?»<br />
«Non si può dire. Ha telefonato al distretto e ha parlato sottovoce all'a-