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mente da capo a piedi. «Lei non porta mai le scarpe?»<br />

«Esco adesso dalla doccia.»<br />

«Mi chiedevo appunto come mai ci mettesse tanto ad aprire. Pensavo<br />

fosse fuori.»<br />

«O immersa in una pozza di sangue per aver rifiutato di collaborare con<br />

lei.»<br />

«No,» fece lui con quel tono di voce basso, tranquillo, «sembra che l'assassino<br />

prediliga gli strumenti sottili e acuminati. Il medico legale ritiene<br />

che abbia usato qualcosa di simile a un punteruolo da ghiaccio; produce<br />

una ferita molto piccola che sanguina poco.» Rimase un attimo in silenzio,<br />

in attesa della mia reazione, ma io rimasi impassibile. «Non mi chiede se<br />

voglio entrare?» disse infine Sharpe.<br />

«Ma sì, certo.» Aprii la porta del tutto e lui entrò, lasciandosi scappare<br />

un'occasione d'oro per sfiorarmi mentre mi passava vicino. «Gradisce un<br />

po' di caffè?»<br />

«Grazie,» accettò Sharpe, e si diresse deciso in cucina. Io gli trotterellai<br />

dietro. «Non mi chiede perché sono venuto?»<br />

In cucina ristagnava ancora l'odore di vernice. Vidi che il tenente osservava<br />

lo sportello del frigorifero. «Suppongo che sia venuto per costringermi<br />

a parlare a suon di minacce. Latte? Panna? Zucchero?»<br />

«Panna. E una zolletta di zucchero. No, se non riesce a terrorizzarla<br />

nemmeno un omicida che si introduce in casa sua, che cosa potrei fare io?»<br />

«Be', la ferita mortale e priva di sangue era una cosetta piuttosto efficace.»<br />

«Non abbastanza, chiaramente,» obiettò lui senza smettere di guardarmi.<br />

«No, sono venuto per risparmiarle un po' di tempo. Ho pensato che, appena<br />

vedeva le auto della polizia parcheggiate qui di fronte, avrebbe perso<br />

almeno una mezz'ora a indagare. Così glielo dirò io perché siamo qui.»<br />

«Quali auto della polizia?» domandai, e mi accorsi subito che dovevo<br />

sembrargli abbastanza stupida. Andai alla porta, guardai fuori, e constatai,<br />

infatti, che ce n'erano due, dall'altra parte della strada. L'auto blu di Sharpe<br />

invece era sul vialetto. Richiusi la porta senza rumore e tornai in cucina.<br />

«Ha ragione, ci sono davvero.»<br />

«E lei vuole darmi a intendere che non le aveva notate.»<br />

«Sì. Ero sotto la doccia.»<br />

«E mentre parlava con me, sulla porta?»<br />

«Mah, si vede che non le ho registrate! Probabilmente le ho associate a<br />

lei.»

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