Newsday
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«Bene, grazie. Conosce mia cognata Norma, vero? Mio marito le ha parlato,<br />
e lei sarebbe disposta a farsi intervistare.»<br />
«Oh!»<br />
«Vede, oggi partiamo per un paio di giorni di vacanza e ho pensato che,<br />
se desidera vederla, era meglio che glielo facessi sapere subito. Le posso<br />
dare il suo numero oppure, se preferisce, le telefono io.»<br />
«È molto gentile da parte sua,» dissi lentamente, «davvero gentile.»<br />
Bevvi un sorso di caffè. «Brenda, crede che sarebbe possibile tenere la cosa<br />
in sospeso per qualche giorno? Ho un sacco di appunti da trascrivere.»<br />
«Ma sì, certo. Le ho telefonato solo perché lei sembrava molto interessata<br />
e me lo ha chiesto per favore.»<br />
«Lo so, Brenda, e le sono molto grata per il suo aiuto. Ma in questo<br />
momento ho bisogno di raccogliere le idee. Grazie infinite.»<br />
«Di niente.»<br />
«Mi terrò in contatto con lei.»<br />
«Va bene. Arrivederci.»<br />
Ecco fatto. Chiunque mi avesse parlato ancora del caso Fleckstein avrebbe<br />
ricevuto lo stesso messaggio, nascosto fra le righe: non mi interessa<br />
più. Ero stufa di avere un marito che a letto mi respingeva, e di minacce<br />
anonime. Esalai quello che avrebbe dovuto essere un sospiro di sollievo; in<br />
realtà non lo era. Un altro sospiro, e mi ritrovai con il ricevitore del telefono<br />
in mano. Chiamai l'ufficio informazioni: «Il numero di Marvin Bruce<br />
Fleckstein, l'abitazione, prego. Sì, a Shorehaven.» Composi il numero.<br />
«Pronto,» mi rispose una voce opaca e un po' roca.<br />
«Parla Norma Fleckstein?»<br />
«Sì,» confermò esitante la voce.<br />
«Buongiorno, sono Judith Singer. Sua cognata Brenda mi ha detto che<br />
potevo telefonarle. Sto preparando la tesi di laurea sui problemi che nascono<br />
dalla libertà di stampa e...»<br />
«Sì. Perché vuole parlarmi?»<br />
«Perché lei è stata personalmente offesa da articoli che riportavano volgari<br />
menzogne,» spiegai. Dovevo cercare di sembrarle consolante e scandalizzata<br />
nello stesso tempo.<br />
«Be', immagino che sia possibile. Quando vuole venire?»<br />
«Questa mattina?» azzardai.<br />
«No, aspetto il mio consulente finanziario. Domani mattina le andrebbe<br />
bene?» Il timbro della voce di Norma era piatto, senza vita e la cadenza tipica<br />
della parlata newyorkese, non variava mai.