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«Lo vedo. Puoi mettere da parte la rivista per un minuto?»<br />

Si appoggiò il giornale sul torace e mi guardò.<br />

«Vuoi che ti spieghi com'è che ho cominciato a interessarmi di questo<br />

caso?» Il Business Week si sollevò di un paio di centimetri perché Bob<br />

trasse un lungo respiro. Per il resto rimase immobile, lo sguardo fisso. «Allora?<br />

Ti spiego?»<br />

«Veramente non me ne importa,» rispose con voce tranquilla.<br />

Trasalii lievemente. Inghiotii. Mi passai una mano sulla fronte. «Che cosa<br />

significa che non te ne importa?»<br />

«Voglio dire semplicemente che se ti ostini a perseverare in questa follia,<br />

se intendi continuare a mettere in pericolo la tua famiglia, allora farò<br />

semplicemente del mio meglio per proteggere i bambini e ti lascerò ai tuoi<br />

capricci. Puoi fare quello che credi.»<br />

«Bob.» Girai dalla sua parte del letto e gli sfiorai la spalla.<br />

«Non toccarmi Judith. Non toccarmi finché non avrai messo la testa a<br />

posto. Mi sono spiegato?»<br />

Mi voltò le spalle e allungò il braccio per spegnere la luce. Mi spogliai<br />

al buio e mi arrampicai sul letto, fra le lenzuola fredde. «Bob,» sussurrai,<br />

scivolando verso la sua parte, «Bob.» Mio marito si scosse, come per liberarsi<br />

da una zanzara noiosa. Allora tornai al mio posto, sprimacciai il cuscino,<br />

mi tirai la coperta fino agli orecchi e, finalmente, mi addormentai.<br />

13<br />

Tutto ciò che vidi di Bob la mattina seguente fu una cravatta a pallini<br />

adagiata sul cuscino, con un biglietto: «Preso primo treno. Prego togliere<br />

macchia (probab. caffè).» Mi alzai, mi stiracchiai, e rifeci il letto distendendo<br />

con cura la coperta sopra la cravatta. Poi scesi in cucina, preparai ai<br />

bambini una colazione più elaborata del solito e li spedii a scuola dopo una<br />

ostentata distribuzione di baci e abbracci.<br />

Mi versai una seconda tazza di caffè e intanto cercai di risolvere un dilemma:<br />

dovevo lavare una pila di golfini di lana oppure fare una telefonata<br />

a Hyde Park e prendere accordi per la consultazione della corrispondenza<br />

Roosvelt-Morgenthau? Prima di poter prendere una decisione, squillò il telefono.<br />

«Pronto,» risposi subito, speranzosa.<br />

«Parla Brenda Dunck.»<br />

«Salve. Come sta?» mi informai, il più possibile espansiva.

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