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ilyn quando, due anni prima, mi aveva mostrato i disegni dell'architetto.<br />

«Marilyn,» esordii, vedendola seduta all'estremità della lunga tavola da<br />

refettorio, «mi dispiace disturbarti, ma è venuta la polizia, hanno cominciato<br />

a far domande e non volevo che tu pensassi...»<br />

«Judith, è una cosa incredibile. Ieri sera è stato qui un investigatore e mi<br />

ha interrogata per più di due ore.»<br />

«Incredibile,» sottolineai. Il piccolo mento appuntito di Marilyn tremava<br />

per l'indignazione. «Ridicolo.»<br />

«Gli ho detto che stavo facendo la registrazione dei voti, ma ha continuato<br />

imperterrito a rifarmi da capo le stesse stupide domande.»<br />

Bello, questo. Dopo tutto Marilyn si occupava di politica e probabilmente<br />

aveva tenuto a far sapere al poliziotto di essere un membro del comitato<br />

e di avere buone relazioni in questa Contea visceralmente repubblicana.<br />

«Che cosa ti ha chiesto?»<br />

«Le solite cose,» mi rispose. «Se il dottor Fleckstein mi è parso turbato<br />

per qualsiasi ragione. Se ha ricevuto telefonate. A che ora se ne è andata<br />

Lorna Lewis, la sua infermiera. Se sembrava avere fretta di mandarmi via.<br />

Se ho visto nessuno lì attorno. E via di seguito.»<br />

«Tu cosa gli hai detto?»<br />

«Il caffè lo vuoi con zucchero dietetico e un po' di latte?»<br />

«Sì, grazie. Hai potuto dirgli qualcosa?»<br />

«Be', devi capire che ero tutta stordita dalla novocaina e per di più avevo<br />

su la maschera con l'anestetico, per cui vagavo fra le nuvole. Mi chiedo se<br />

con la marijuana si prova qualcosa di simile.»<br />

«Ci sono state telefonate?» Assaggiai il caffè. Eccellente. Marilyn lo tostava<br />

in casa.<br />

«No, non credo.»<br />

«C'erano altre persone? Altri pazienti in attesa?»<br />

«No. Anzi, mi sono sentita un po' a disagio, sola con lui nello studio,<br />

dopo che l'infermiera è andata via.»<br />

«Davvero?»<br />

«Sì. Per questo, quando ho aperto la porta per andarmene, mi ha fatto<br />

piacere che ci fossero un paio di persone nel vestibolo.» Si passò una mano<br />

tra i capelli rossi, come per assicurarsi di essere abbastanza in ordine per<br />

farsi vedere da estranei.<br />

«Ti è sembrato in qualche modo diverso dal solito?»<br />

«No. Sai bene che razza di libertino sia.»<br />

«Sia stato,» corressi io, «sì, l'ho sentito dire.»

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