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«Mi verrai a trovare nei giorni di visita?» gli gridai dietro. «Forse ci<br />

permetteranno di tenerci la mano attraverso le sbarre!» La porta di ingresso<br />

sbatté con violenza. Dovevo essermi alzata per rincorrerlo e chiedergli<br />

scusa, perché il tenente mi disse: «Vuole sedersi, per favore, Mrs Singer?»<br />

«Oh, certo, mi scusi!» Mi sentivo a un tratto debole e ammalata, e dentro<br />

di me pregai che, nel caso mi venisse da vomitare, riuscissi a evitare i pantaloni<br />

blu del bravo Sharpe.<br />

«Lei conosce Marilyn Tuccio?» esordì questi aprendo il taccuino.<br />

«Sì, la conosco bene. E il fatto che possiate considerarla anche solo per<br />

un istante una delle persone sospette è clamorosamente assurdo. Santo Iddio,<br />

invece di fare uno sforzo per scoprire un movente razionale, o magari<br />

anche irrazionale, per il delitto, vi limitate a dare peso a ogni sorta di pazzesche<br />

insinuazioni. E insinuazioni che provengono da tipi come Lorna<br />

Lewis! Veramente, come avete potuto dare credito a una Lorna Lewis?<br />

Andava a letto con Fleckstein. Mi sembra un po' arduo considerarla disinteressata.»<br />

«Lei parla parecchio,» osservò Sharpe con l'ombra di un sorriso.<br />

«Sì. E penso, anche.»<br />

«Senz'altro. E come fa a sapere di Lorna Lewis?»<br />

«Ascolto.»<br />

Il poliziotto si accarezzò la guancia con la mano sinistra, pensosamente.<br />

«Mrs Singer, lasci che le dica una cosa. Sono diverse settimane che lavoro<br />

diciotto ore al giorno per cercare di capirci qualcosa; sono molto, molto<br />

stanco. Per cui se lei potesse essermi di aiuto le sarei davvero grato.»<br />

«Lei sta cercando di tenermi buona.»<br />

«Sì,» ammise lui dopo una breve esitazione, «ma solo perché mi sembra<br />

necessario. Mi creda, sto impiegando gli ultimi grammi di energia che mi<br />

restano, e se lei non collabora in fretta è facile che mi addormenti su questa<br />

poltrona.»<br />

Appariva davvero stanco, con le labbra quasi cineree. Ciondolava dalla<br />

poltroncina come se avesse abbandonato la lotta contro la forza di gravità.<br />

«Le faccio un caffè?» proposi, con il vivo desiderio di essergli di aiuto.<br />

«No. No, grazie.»<br />

«Vuole una spremuta? Una coca? Un frutto?»<br />

«Un frutto sì, mi andrebbe.»<br />

«Mela? Arancia?»<br />

«Una mela, grazie.»<br />

Andai in cucina. «Le mele sono nel frigorifero,» gridai, «posso toccar-

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