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di Mary Alice, che, fino a quel momento, era rimasta fuori dalla mischia.<br />

Più guardavo Brown e il rotolo di grasso che sporgeva oltre la cintura e più<br />

mi rendevo conto che un uomo simile avrebbe trovato ridicolo che mi fossi<br />

immischiata in faccende di polizia. Più che ridicolo, addirittura innaturale.<br />

Rappresentavo un oggetto, una preoccupazione di poco conto, un prurito in<br />

quel suo orecchio peloso. «Davvero non lo so.» ripetei.<br />

«Bene signora, sarà meglio che ci pensi su. Questo non è il solito furto<br />

con scasso, dopo il quale io torno al distretto e faccio rapporto e lei chiama<br />

il suo amico assicuratore. Questa è una cosa che puzza. Ora, chi pensa che<br />

possa...»<br />

«Non so davvero.»<br />

«Non sa davvero. Va bene, allora le dirò una cosa. Devo andare al distretto<br />

a sbrigare alcune faccende, ma tornerò più tardi. Mi ascolti, non lasci<br />

entrare nessuno in questa cucina. Chiaro? Può darsi che quelli della<br />

scientifica vogliano dare un'occhiata. E mentre sono via, perché non si siede<br />

lì e non cerca di farsi tornare la memoria?»<br />

Promisi che l'avrei fatto e lui se ne andò, dopo essersi annotato il mio<br />

nome e numero di telefono. «Non se ne dimentichi signora,» mi gridò ancora<br />

mentre percorreva il sentiero fino alla macchina, «cerchi di farsi tornare<br />

la memoria.»<br />

Mi trascinai su per le scale ed entrai in camera da letto. Mi sembrò stranamente<br />

tranquilla; le tende, il copriletto e le pareti gialle le conferivano<br />

una calda e piacevole luminosità, provavo la stessa sensazione di torpore<br />

di quando ci si sdraia su una spiaggia silenziosa, con gli occhi chiusi. Telefonai<br />

a Marilyn Tuccio per informarla che la polizia doveva ritornare, e<br />

chiederle di tenermi Joey per il resto del pomeriggio. Mi disse che non c'era<br />

nessun problema, e che le dispiaceva molto che mi fosse capitato un<br />

guaio.<br />

Spinsi le scarpe sotto il comodino con un calcio e mi distesi sul letto. Per<br />

un paio di minuti riuscii a instaurare un dialogo con me stessa, cercando il<br />

modo di tirarmi fuori dall'immenso pasticcio in cui mi ero cacciata; potevo<br />

scegliere la linea morbida o la linea dura. Confessare, piangente e imbarazzata,<br />

oppure negare, fredda e compassata, di essermi fatta coinvolgere<br />

in alcun modo in faccende delittuose. Ma la mia mente, affaticata, si mise<br />

a divagare, a ripensare all'università, ai vecchi amici, alle antiche gioie, e<br />

infine si dedicò al passatempo preferito dei momenti oziosi, la rievocazione<br />

di passati incontri amorosi. Ero tornata all'estate del '59 e ripensavo al<br />

corpo perfetto del diciassettenne Danny Simon, quando sentii i due noti,

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