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di Joey. Avevo il tempo di fare un cruciverba, una maschera di bellezza<br />

per chiudere i pori. Oppure, per onorare la memoria di M. Bruce Fleckstein,<br />

potevo fare quindici minuti di risciacqui con il colluttorio, per<br />

vantare le gengive più disinfettate della città. Pensando a queste brillanti<br />

possibilità, aprii la porta che, dal garage, immetteva in uno sgabuzzino dietro<br />

la cucina. C'era qualcosa che non andava.<br />

È interessante notare che, prima che la mente registrasse il significato di<br />

quella sensazione, fu il corpo a percepire un pericolo e a reagire, avvertendo<br />

la morsa di freddo appena messo piede in cucina; i muscoli si tesero in<br />

previsione di una lotta o di una fuga. Indipendentemente dall'intelletto, il<br />

mio corpo sapeva che, entrando in una cucina calda dal gelido clima esterno,<br />

avrebbe dovuto provare una sensazione di benessere. Ciò non avveniva<br />

perché, e a questo punto le facoltà intellettuali ristabilirono la loro supremazia,<br />

in cucina faceva un freddo cane, esattamente come in garage.<br />

Il freddo era provocato da una corrente d'aria continua, quindi non poteva<br />

essere causato semplicemente da un guasto del vecchio bruciatore. Avanzai<br />

cautamente. Una corrente d'aria, lo sapevo, può soltanto provenire<br />

da una porta o da una finestra aperta. Ma quando ero uscita per andare da<br />

Nancy le avevo chiuse tutte.<br />

Rimasi immobile e cercai di respirare piano in modo che l'eventuale intruso<br />

non mi sentisse ansimare, presa dal panico, e non avesse il tempo di<br />

tirare fuori il rasoio. Silenzio. Nessun cinguettio di uccelli, nessun ansito di<br />

stupratore, nessun calpestìo di passi frettolosi di ladri che frugano le stanze<br />

in cerca di oggetti di valore facilmente collocabili. Mi tolsi le scarpe e feci<br />

un altro passo avanti, silenziosa.<br />

L'intruso, chiunque fosse, se n'era andato. La porta che dava sul cortile<br />

posteriore era spalancata, la maniglia, svitata o scassinata, giaceva sul pavimento,<br />

vicino alla cucina a gas. Rimasi a fissarla infastidita, come se<br />

fosse un pezzo di un giocattolo molto costoso che i bambini avevano distrutto<br />

in cinque minuti. Poi tornò la paura e dopo la paura la collera.<br />

Qualche disgraziato, schifoso, lurido bastardo si era introdotto in casa mia,<br />

aveva profanato la mia proprietà. Mi voltai bruscamente per agguantare il<br />

telefono e fu allora che vidi il messaggio, quattro lettere rosse alte mezzo<br />

metro, spruzzato con la bomboletta sulla porta del frigorifero: MYOB. Notai<br />

quasi inconsciamente che lo spazio fra la Y e la O era maggiore degli<br />

altri e che la vernice colava dallo sportello del frigo sul pavimento, simile<br />

a gocce di sangue.<br />

Afferrai risolutamente il ricevitore, poi rimasi un'attimo indecisa: dove-

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