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«Capisco. Forse stai diventando grande. È un po' meglio del tuo vecchio<br />

ritornello sull'adulterio considerato eticamente ripugnante.»<br />

Si stava facendo tardi, ormai era quasi ora di andare a prendere Joey alla<br />

fermata dell'autobus. L'ingerenza dei miei impegni di casalinga nelle mie<br />

amicizie mi dava veramente fastidio. Avrei voluto vivere in un mondo più<br />

puro. Una delle ragioni per cui adoravo i film di Bette Davis era che lei<br />

aveva sempre tempo, tempo per Celeste Holm o per Miriam Hopkins. La<br />

guardavo incantata mentre fumava tranquilla, quei suoi meravigliosi occhi<br />

sporgenti concentrati sul viso della compagna. Sedute compostamente al<br />

ristorante o semisdraiate con i piedi in su nel soggiorno di casa loro, lei e<br />

le sue amiche si concedevano ore intere di conversazione, senza mai essere<br />

interrotte da telefonate di estranei che chiedevano un contributo per la<br />

Croce rossa, né da bambini da nutrire, lavare, consolare o mettere a letto.<br />

Bette Davis poteva crogiolarsi nel lusso di amicizie mai complicate da appuntamenti<br />

con il pediatra, corse in tintoria o turni per portare i bambini in<br />

macchina alla scuola domenicale.<br />

«Ci sentiamo presto,» dissi a Nancy.<br />

In ultima analisi ero io la responsabile, mi dicevo mentre uscivo a marcia<br />

indietro dal giardino di Nancy. I sassolini scricchiolavano sotto i<br />

pneumatici. Avevo scelto io di avere dei bambini che, del resto, amavo teneramente,<br />

e avevo accettato io di emigrare da Manhattan a Long Island.<br />

Però, a essere giusti, nessuno mi aveva mai posto la relazione in termini<br />

chiari, nessuno mi aveva mai accennato al fatto che fare figli significa praticamente<br />

non avere più il tempo di coltivare rapporti con persone adulte.<br />

Si sente dire vagamente che la maternità esige molti sacrifici, ci si immagina<br />

di dovere passare le notti su una sedia a dondolo con il seno nella<br />

boccuccia affamata di un neonato. Si sa che bisogna essere pronti a rinunciare<br />

a una partita di tennis per coccolare un bambino ammalato, ci si prepara<br />

ad affrontare la diarrea e altre cose del genere. Ma nessuno ti avverte<br />

esplicitamente che i bambini interferiscono in ogni aspetto della tua vita. E<br />

nessuno ti dice che il bisogno di fare ogni tanto un discorso da persona adulta<br />

finisce col rinchiuderti sempre di più entro i limiti fissati dal matrimonio;<br />

perché l'unico momento possibile per una lunga, approfondita conversazione<br />

è la sera dopo cena, con tuo marito, il quale ti racconta per l'ennesima<br />

volta come mai, a dispetto delle sue speranze e dei suoi progetti, si<br />

lasciò sfuggire la presidenza dell'associazione studentesca universitaria.<br />

Misi la macchina in garage con un quarto d'ora di anticipo sull'autobus

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