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Bob batté il pugno sul materasso, cosa che provocò un tonfo attutito.<br />

«Cristo, non credo ai miei orecchi. Davvero non posso. Che cosa c'è di male<br />

se un uomo tocca sua moglie?»<br />

«Te lo dico io che cosa c'è di male,» sibilai «in tutti gli anni che abbiamo<br />

vissuto insieme tu non hai mai fatto niente di simile. Poi tutto a un tratto<br />

mi salti addosso come un ginecologo suonato. Non volevi fare l'amore.<br />

Non ce l'avevi nemmeno duro, e non negarlo perché ho guardato. Dio mio,<br />

sono anni che vieni a casa a ore pazzesche e non mi sono mai permessa di<br />

sospettare che ti occupassi d'altro che di pubbliche relazioni. Per una volta<br />

che esco per un paio d'ore, subito pensi che stia facendo chissà che cosa.»<br />

«Dio,» sussurrò Bob. Sentii una punta di compassione per lui; benché<br />

fosse, in effetti, abbastanza sospettoso da non essere sicuro al cento per<br />

cento della mia fedeltà, era pur sempre vero che gli stavo mentendo. Avrei<br />

potuto dirgli dove ero stata, avrei potuto avere fiducia in lui. E lui avrebbe<br />

potuto avere fiducia in me. «Hai proprio toccato il fondo,» continuò Bob,<br />

«mi sa che hai bisogno di uno psichiatra. Sul serio.»<br />

«Quando tu comincerai ad avvicinarti alla normalità, io andrò dallo psichiatra.»<br />

Bob strinse le palpebre fino a ridurre i suoi occhi a due fessure di fredda<br />

luce azzurra. Era lo sguardo cattivo che gli riusciva meglio e lo usava solo<br />

di rado, per ingigantirne l'effetto. Poi scivolò verso il fondo del letto, mi<br />

voltò la schiena e si tirò sopra la testa la trapunta gialla.<br />

11<br />

Alle nove e un quarto del mattino seguente oltrepassai in macchina il<br />

cancello di Nancy, girai sul retro della casa, dove Larry aveva fatto sradicare<br />

una vecchia, graziosa pianta di vite per sostituirla con una lastra metallica<br />

verticale, una scultura chiamata Sacre Coeur, e parcheggiai la mia<br />

giardinetta. Lo studio di Nancy dava appunto sul retro e, se stava lavorando,<br />

potevo attirare la sua attenzione chiamandola a voce alta. Invece la vidi<br />

dalla finestra della cucina, con addosso una maglietta tutta scolorita. Anche<br />

lei mi scorse prima che suonassi il campanello e venne ad aprirmi a<br />

piedi nudi.<br />

«Che cosa c'è che non va?» fu il suo saluto.<br />

«Non hai freddo, vestita così?» Era una giornata piena di sole, ma ancora<br />

molto rigida; il terreno era duro, inesorabilmente gelato. «Finirai col<br />

prenderti una polmonite.»

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